tag:blogger.com,1999:blog-146770702024-03-14T10:04:20.679+01:00Lamezzastagioneblogevhttp://www.blogger.com/profile/13813117139922733947noreply@blogger.comBlogger243125tag:blogger.com,1999:blog-14677070.post-35277178957065520882017-11-20T12:46:00.000+01:002017-11-21T00:16:00.816+01:00il mio derby in testa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: left;">
<div class="p1">
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Insomma dai, io tifo per due squadre.</span></span></div>
<div class="p2">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><span class="s1"></span><br /></span></div>
<div class="p1">
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">La mia squadra è la Fiorentina, lo è da sempre, visceralmente. L'ho vista dal vivo 53729 volte, da Roma a Glasgow, da Imola a Gubbio. Mi ha fatto piangere e soffrire. Perchè il calcio è sofferenza. Mi ha fatto sentire parte di qualcosa. Mi ha insegnato tanto. </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">La mia amica è la Spal, la squadra della mia mia città. L'ho vissuta a 18 anni con gli amici, trasferte bellissime che sono state un pò la mia formazione sul campo, poi è stata il bar sport la domenica con gli amici, il posto dove ritrovarsi, poi di nuovo a 40 con gli stessi amici, è tornata ad essere incredibilmente fonte di passione, dopo essersi fatta dimenticare per tanto tempo. E ieri, come in una catarsi, per la prima volta incontrava mia moglie, quella con cui ho la condivisione dei beni immateriali.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span>
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ecco l'ho detto. E so che non si deve. E so che, in fondo, siete in tanti come me.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">E d'altronde com'era possibile che andasse diversamente.. mi sono appassionato di calcio subito dopo i mondiali dell'82, il Mundial, e mio padre mi portava a vedere quella squadra che aveva quel capellone biondo con la maglia numero 10, quello sfortunato che non aveva mai vinto niente, ma un mondiale sì, e guardava le stelle. A mio padre della Spal è sempre interessato poco, da quando ha avuto qualche soldo in tasca era già nelle paludi della B e C, e chi glielo faceva fare allora.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div class="p1">
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">E allora ci pensava mio nonno, provava lui a tenere accesa la fiammella, andavo ogni tanto in gradinata con lui ma sarete d'accordo con me che innamorarsi di Paradiso o di Primizio non era facile (di Fermanelli forse sì, ma lì ci sarebbe da aprire un capitolo a parte..) quando alla tv (e nel mio caso, allo stadio ogni tanto con papà) vedevi dei campioni così grandi e iconici.Come me, lo so benissimo, tutti i miei amici d'infanzia e d'adolescenza. E pure tanti di quanti ho conosciuto dopo. La Spal stava simpatica a tutti, molti andavano allo stadio e conoscevano i cori della curva fin da bimbi, ma principalmente seguivano le squadre con le strisce, le punizioni di Platini e i tiri di Rumenigge, e dopo dei 3 olandesi. </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Poi si andava alla Spal, quasi come che non fosse peccato, tanto era come un altro sport, tante erano le categorie che la distanziavano dalle squadre che si vedevano in tv alla domenica.Ogni tanto sbucava un ragazzo che diceva che lui era della Spal, e gli altri di rimando a sollecitarlo "no dai, non è possibile.. ok siamo tutti della Spal, ma qual'è la squadra forte per cui fai il tifo?!"</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span>
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Crescere in un clima così ti distrae da tante domande, ti sembra possibile fare ed accettare più o meno tutto, anche vedere il sabato un Fiorentina-Juventus dal vivo poi il giorno successivo invadere Cento per il derby della C2, tanto "sono sport diversi". E' come avere una moglie e una migliore amica, che poi col tempo scopri che è possibile anche questo, nella vita vera: altrochè se è possibile. Puoi pure finirci a letto con l'amica, poi tornare dalla moglie. E continuare a farti domande.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span>
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il tifo per lo squadrone, col tempo, ad alcuni si è radicato ad altri meno, principalmente per cause indipendenti la nostra volontà. Una cosa la so per certa: dopo l'ubriacatura di stadio e trasferte al seguito della Spal dei primi anni 90, le cose si sono messe male così a lungo che i puri spallini li abbiamo potuti contare, perchè erano pochi. Io non so se loro oggi contano più degli altri, ma io li guardo con grande ammirazione. Partite a Modena, Rovigo o Cesena ho continuato a vederne, più per affetto e appartenenza alla mia città che altro, e ho vissuto giornate al Mazza davvero umilianti, che mi convincevano a disertarlo per qualche mese per poi, inevitabilmente , ritornarci. A volte con gli amici, a volte magari col nostro stendardino che un pò tutti ci rappresenta, i miei amici ed io. </span></span><br />
Al contempo a Firenze arrivava Cecchi Gori, poi Batistuta e Rui Costa e gli anni dell'università si dipingevano indelebilmente di viola, con il denaro settimanale consegnato dal babbo per la settimana di studio e vita a Forlì che si trasformava in budget per vedere la viola a San Siro o in Fiesole, e il resto della settimana a mangiare creckers e tonno. Anni stupendi e anche un pò pericolosi, trasferte memorabili e ricordi perenni.<br />
<br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Quello della Spal sembrava sempre un altro sport, una passione che non va via ma che accarezzi perchè sai che è debole ed indifesa, perchè ti vergogni quando associano la tua città alla tua squadra che forse non esisterà più. Poi le cose accadono con una velocità tale che non fai in tempo a metabolizzare e ti ritrovi a San Siro che sì, cazzo, pensi e ora come faccio?!</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">So che qualcuno di quelli che sta leggendo mi ritiene un perfetto idiota e ha la risposta pronta per me: beh che lo faccia, che mi scriva. Io la risposta, non ce l'ho. </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">E badate bene: io non sono una di quelli che ormai pensa che il calcio sia un hobby. per me il calcio rimane la solita passione e sofferenza di sempre, allo stadio vado tutte le volte che posso, ne parlo, ho amicizie profonde legate a Firenze, e gravitano quasi tutte attorno alla Spal quelle di Ferrara (e amo Bologna, ma non voglio terrorizzarvi del tutto con questa mia confessione odierna). </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ma non chiedo di essere capito.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span>
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Io sono uno di quelli che "sua moglie", la squadra che si era scelto da bambino, anche grazie all'influenza del babbo, non la dimenticherà mai. Sarà sempre il primo risultato che guardo la domenica sul telefono Ma al contempo, cresce inevitabilmente quest'altra cosa che... "son ferrarese e me ne vanto!" lo cantavo a Bologna nel 1993, perchè ora no? Ora che ho trovato una società che mi fa sentire orgoglioso? Lo so, lo so.. gli psicologi stanno fregandosi le mani, che sti problemi li abbiamo in tanti (e no, non si curano)</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;"><br /></span></span>
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Tifare due squadre non è il demonio, è una cosa che accade. E ritrovarsi al terzo anello di San Siro a urlare indiavolati è una cosa che da un lato aspettavi da una vita, dall'altro non avresti mai voluto vivere perchè era il terreno degli squadroni, e ora ci sono anche le maglie biancoazzurre. </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">D'un tratto mi sembrano chiari tutti i paragrafi senza senso nei libri di Nick Hornby, ma è così: il tifo non conosce ragione e non ha comandamenti. </span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Le gioie non si moltiplicano, le sofferenze sì, e ieri per Spal-Fiorentina il mio sistema interno è andato in tilt e non ce l'ho fatta a entrare. Avrei sofferto troppo. Forse mi sono fregato da solo, forse doveva andare così e basta.</span></span><br />
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">“No, domani non ci vengo alla Spal. Io tifo Fiorentina ma sarei comunque troppo dispiaciuto se perde la Spal. E troppo incazzato se perde la viola! Questa partita era meglio non farla del tutto” così ha sintetizzato il mio babbo, molto più bravo di me.</span></span></div>
<div class="p2">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"><span class="s1"></span><br /></span></div>
<style type="text/css">
p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px 'Times New Roman'; -webkit-text-stroke: #000000}
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span.s1 {font-kerning: none}
</style>
<br />
<div class="p1">
<span class="s1"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il giorno dopo, purtroppo, sto ancora male.</span></span></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: xx-small;">
</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: #222222; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></span></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer"><script type="text/javascript"><!--
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</script></div>evhttp://www.blogger.com/profile/13813117139922733947noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-14677070.post-76796631607751589852017-10-20T02:05:00.001+02:002017-10-20T02:05:14.598+02:00Sono i piani che muovono tutto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sbaglio la chiave da infilare nella toppa per aprire casa.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-dCQX6J0a-lA/Wek9ZxwW6RI/AAAAAAAAFdM/1z_nFc35rA41eUZkgCH0NWKv22VppUZcACLcBGAs/s1600/BA_5435.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-dCQX6J0a-lA/Wek9ZxwW6RI/AAAAAAAAFdM/1z_nFc35rA41eUZkgCH0NWKv22VppUZcACLcBGAs/s320/BA_5435.jpg" width="240" /></a></div>
Poi, l'altra mattina, non mi veniva più in mente nessuna delle mille password che utilizzo al lavoro.<br />
Perchè sono mancato due settimane, certo. Ma anche per qualcosa in più, perchè ho avuto la testa in vacanza. Vado a fare la spesa e pago col bancomat, PIN: primo, secondo, ultimo tentativo..<br />
Ok ho resettato, e ora non so se voglio davvero tornare a questo mondo qua, o lasciarmi in quello alle spalle.<br />
<br />
Ormai un pò più di qualche giorno è passato, e il ritmo del sudamerica forse mi è già uscito di dosso, però credo che sia qualcosa che vada trattenuto, per quanto possibile, riassaporato ancora una volta perchè è qualcosa che - almeno su di me - fa effetto, ha la forza di un cambio permanente e la fascinazione del viaggio mai del tutto concluso, quindi col mistero un pò incorporato.<br />
<br />
Un semplice momento offre il fianco allo spleen. Andrea mi lascia lungo la Avenida Forest, saranno le 5 del pomeriggio, veniamo da una giornata di chiacchiere lavoro e idee al <a href="http://peru-beach.com.ar/" target="_blank">Peru Beach</a>, dove sono finalmente riuscito a mettere in fila un pò di contenuti per il progetto del podcast sullo Spallino, o quel che sia, e non mi par vero.<br />
"Per arrivare all'hotel entra di qui, nelle stradine a sinistra. E' Colegiales, dicono sia il quartiere con la più alta qualità di vita della capit<span style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">ale, ci sentiamo domani!" e le ultime parole erano davvero corrette, perchè da allora ci saremmo inviati sfilze di messaggi vocali.</span><br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-iLhSN22jIbc/Wek0lYfn2pI/AAAAAAAAFdA/hCI4BbOVdZsVPeeqBU_R1TZku96AoqtLwCEwYBhgL/s1600/BA_5504.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="1600" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-iLhSN22jIbc/Wek0lYfn2pI/AAAAAAAAFdA/hCI4BbOVdZsVPeeqBU_R1TZku96AoqtLwCEwYBhgL/s320/BA_5504.jpg" width="320" /></a>Cammino in questo quartiere ordinato, di case basse e tipiche e mi ritrovo a pensare alla loro storia, chi le aveva costruite e quando, il loro prezzo, come vivono la vita questi, che potrebbero essere i miei vicini. I ciotoli rettangolari delle strade, tutti intarsiati e levigati, con macchie di asfalto talmente perfette nel loro essere <i>sgarruppate</i>, che mi sa che mi sono innamorato.<br />
Cazzo, come sempre nella vita: quel che mi piace una volta poi mi ruba il cuore per sempre, che si tratti di ragazze canzoni, istanti, oggetti, abitudini e, sì, città. Ci ho fatto 40 puntate di un romanzo radiofonico, ricordate?!<br />
<a href="https://www.mixcloud.com/emanuelevicentini/dromomania34_finale12/" target="_blank">Dromomania</a>: ebbene, più passa il tempo e più mi convinco che sia davvero Buenos Aires <i>la città che è la mia malattia e la mia cura.</i><br />
<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-i9CCN9OCy0g/Wek0mGKIT7I/AAAAAAAAFdA/Fa72EKw2RBIavrc0IvQB_crU1NVG8grGwCEwYBhgL/s1600/BA_5514.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-i9CCN9OCy0g/Wek0mGKIT7I/AAAAAAAAFdA/Fa72EKw2RBIavrc0IvQB_crU1NVG8grGwCEwYBhgL/s320/BA_5514.jpg" width="240" /></a>Ti starai chiedendo perchè ne sia così convint, quasi ti sento.. io lo so perchè: mi ritrovo dopo un altro pò di passi - e ti giuro non mi capita quasi mai, a onor del vero - a pensare alla <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=9En1XzE-Qw4" target="_blank">felicità</a></i>. Sarà la luce che filtra tra le grandi foglie dei platani e delle acacie e si stampa sui murales magnifici alle pareti, sarà la primavera, Sarà quella ragazza che passa in bici o quello che porta una nuvola di cani al guinzaglio. Sarà questo inutile giorno perfetto: cos'è la Felicità? La risposta, quella, è sempre la stessa, ormai da un pò di tempo a questa parte. La felicità è la libertà, e qui mi sento libero di poterlo finalmente pensare.<br />
<br />
Raggiungo l'hotel e parlo un pò con la barista, che ama la mia parlata strampalata e sogna l'Italia. Gemelli diversi e perfetti sconosciuti, questo sono i ragazzi sbarbati che prestano servizio in quest'hotel, in confronto agli italiani: a me sembrano più che simili, ma con attitudini tutte diverse. Qui c'è tutto da fare, tutto è scalfito e da rinnovare, disincantato e accessibile. In Italia è scintillante o in disuso, perfetto o malandato e soprattutto inaccessibile e con l'eterna sensazione del "tutto già fatto". Fanculo, come mi ha reso <i>sociologo</i> questa passeggiata nella capitale.<br />
C'è la musica di Amy Winehouse nell'aria, ma dovete sentirla anche voi, proprio in questo momento, per ricevere un pò di quelll'atmosfera che si respirava in quel momento, che sto tentando di raccontare: dai schiaccia <a href="https://open.spotify.com/track/1JrnAVSh1mqDB7DxQpA7Tj" target="_blank">qui</a>.<br />
Come fai a non pensare che la vita è bella.<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-DofYJo0D_hs/Wek0kReFb1I/AAAAAAAAFcs/lnaGrSp36YY2iozYA_H_tLmUKZZi3S8uACLcBGAs/s1600/BA_5485.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1593" data-original-width="1600" height="316" src="https://4.bp.blogspot.com/-DofYJo0D_hs/Wek0kReFb1I/AAAAAAAAFcs/lnaGrSp36YY2iozYA_H_tLmUKZZi3S8uACLcBGAs/s320/BA_5485.jpg" width="320" /></a>Svegliarsi la mattina e stare bene, tutti i pianeti perfettamente disposti e anche l'energia giusta e la testa sgombra.. ecco, sta tutto tutto qui.<br />
La vita è bella e la vita è sofferenza, qualunque cosa canti Amy a me mi arriva sempre questo insieme di feelings struggenti come un tango che però non è un tango e quasi non riesco a definirlo, lo stile di Amy. Però arrivo in un attimo alla conclusione che allora va bene, l'amiamo e soffriamo per lei, la vita. Intendo queste sfaccettature della vita, quelle che mi hanno portato qua, e prima in Colombia e dopo chissà dove. L'apertura, l'imprevedibilità, i piani, ché sono i piani che muovono tutto.<br />
<br />
Ho buttato via una vita, per l'effimero di un lavoro e tante miglia aeree? oppure ho costruito il castello dei miei ricordi e delle mie idee che solo così, vivendo in diagonale come volevo, ho potuto far crescere? Ah boh, non lo saprò mai. Non rimane che godersela. Che non sai quanta ne resta, e i piani è bello realizzarli per poi farne degli altri. Da troppo, troppo ne scrivo e basta.<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-nr40Sw06SNo/Wek0hkYKVQI/AAAAAAAAFck/rJB8qqWik40mUM2WZ3WOAlPN9NMhuP99wCEwYBhgL/s1600/BA_5531.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-nr40Sw06SNo/Wek0hkYKVQI/AAAAAAAAFck/rJB8qqWik40mUM2WZ3WOAlPN9NMhuP99wCEwYBhgL/s320/BA_5531.jpg" width="320" /></a>Buenos Aires che è la malattia e la cura.. avevo un ricordo speciale, una cosa che avevo scritto a una persona luminosa, immaginandomela accanto a me, e mi sale alla mente lì, a dodicimila chilometri da casa e a pochi metri dal mio sogno, quello di avere un motivo per ritornarci. Ci ripenso tutto il giorno, e quello dopo. Perchè questa sinapsi proprio adesso?<br />
<br />
<br />
<a href="http://lamezzastagione.blogspot.it/2012/07/gorriti-cruzando-fitz-roy-un-set.html" target="_blank">Andare a ritroso a leggere i messaggi, i post, le annotazioni e trasalire quando sale alla mente quell'idea pulita, cristallina come allora</a>... ma 5 anni dopo ormai non è più lucida, è impolverata, e tu improvvisamente ti senti inadatto e senza appigli. Ma è un momento appena, perchè la testa è così in sincrono e <a href="https://open.spotify.com/user/1168067798/playlist/6NczijSG54UJGVsXqyX8Ad" target="_blank">la colonna sonora di questo vagabonding sudamericano è così perfetta</a> che non c'è tanto tempo per fare i nostalgici.<br />
E' una città che mi vedo vivere, con un lavoro e una famiglia, o senza lavoro e senza famiglia, ma trovando occasioni stupide per andare alla cancha o da <a href="http://salgadoalimentos.com/" target="_blank">Salgado Alimentos</a> con Andrea per parlare di politica internazionale e figa, di import di passeggini upscale e del significato del profilo Instagram di Bonucci, di meditazione, tinder e del situazionismo di Guy Debord... Andrea, uno che ne trovi forse dieci nella vita con un mood così perfettamente in linea con il mio. Lo vorrei incontrare tutti i giorni, Andrea. E invece mi basterebbe incontrarlo due mesi l'anno e per il resto mi accontenterei di un pò di messaggi vocali al giorno, mentre la tecnologia fa il suo corso.<br />
Frequenterei anche Valentina, con la quale vorrei tanto lavorare perchè un pizzico di riminesità nel tessuto bonarense produce un risultato quasi perfetto. Sono certo che mi farebbe iscrivere al suo circolo, giocare a tennis e magari correre una maratona. E poi Nacho e Gus e chissà chi altri, pure le nuove generazioni con i servizi a domicilio.<br />
Fai delle liste di desideri Emanuele, colleziona tempo, comincia subito, perchè poi saranno tutti da realizzare.<br />
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-QZGO1-DQKq4/Wek0k97_tXI/AAAAAAAAFc0/mab5tLCUfsQLOoi0CRgaDAaQ_eUCb7hmgCLcBGAs/s1600/BA_5302.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-QZGO1-DQKq4/Wek0k97_tXI/AAAAAAAAFc0/mab5tLCUfsQLOoi0CRgaDAaQ_eUCb7hmgCLcBGAs/s320/BA_5302.jpg" width="320" /></a>Vagabonding aveva significato Bogotà prima, mai visitata prima e palestra di confronto sulle mie teorie curative del sudamerica. Sensazione di pericolo e natura selvaggia, classe ricca e classe povera, il mito di Escobar e il terrore di Escobar, "si senor" e "con mucho gusto" infilati ovunque, il bad feeling dell'imperialismo americano che penetra e inquina tutto, appiattisce tutto. E poi Sabrina, a cui sarò sempre grato, che lascia l'adorato Ecuador è marcia 25 ore di pullman per vedermi un pomeriggio, pranzare e passeggiare insieme e poi parlare di fronte a un caffè italiano (in un bar italiano, con una macchina del caffè italiana, un bancone frigorifero del gelato italiano, uniformi dei camerieri a marca italiana, scooter sul marciapiede con bandiere italiane e adesivi "46" e alcuni "58" appiccicati a tutti i motorini sparsi attorno a noi, tanto che ripenso al "Hey man, Italy still means something" che mi disse Tolga sul lungomare di Izmir e penso che sì, ha davvero ragione) di come il suo pellegrinare dalla fine del mondo fino a lì l'abbia resa una persona migliore e piena di risorse, ma anche di fiducia verso l'altro, verso il mondo. Un messaggio bellissimo che mi è rimasto addosso e conto di non scordarmelo nei prossimi scontrosi giorni di lavoro. Sabri in qualche modo irradia positività, profondità e benessere come poche altre persone al mondo e tante volte mi sono ritrovato a pensare a lei, immagino che certo non sarà un caso.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-qe5pLPW2_zA/Wek0hAXJTPI/AAAAAAAAFcg/q6N-9mAfQEMVz90EjSkRc5a50jXNrGrCwCEwYBhgL/s1600/BA_5567.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1089" data-original-width="1280" height="272" src="https://3.bp.blogspot.com/-qe5pLPW2_zA/Wek0hAXJTPI/AAAAAAAAFcg/q6N-9mAfQEMVz90EjSkRc5a50jXNrGrCwCEwYBhgL/s320/BA_5567.jpg" width="320" /></a></div>
Non è tutto ordinato, lo so, perchè arriva da qualcosa di molto intimo dentro di me. Anzi, è tutto così sconclusionato che concludo dall'inizio, dal momento in cui dopo un paio di anni rivedo Andrea davanti a una birra, in un bel quartiere di una città e un paese dove il calcio è allegoria del vissuto quotidiano, dove arrabattarsi si traslittera in "parare i rigori" e chiedere un aiuto inevitabilmente diventa "supplicare un cross al centro".<br />
Con Andrea si parla di convenevoli e poi lui in 4 minuti, 5 al massimo, mi racconta che va dallo psicologo con cui parla di questo e quello, poi va a fare meditazione e quel momento di bilanciamento gli risulta essenziale per riequilibrare l'utilizzo di mente e corpo, di pensieri di ansia e consapevolezza. Scatta il salvavita interno e - sospeso in un limbo per qualche secondo - finisco col pensare da quanto cazzo di tempo non ho una conversazione così profonda e allo stesso tempo semplice, disincantata e istruttiva. Al che lui dice qualcosa tipo "e poi arriva un contatto umano e il castello delle tue convinzioni cerebrali cade!", e al contempo mi tocca la mano, ed è come uno <i>spleen</i>, un momento che non so perchè mi ricorderò a lungo. E' lui il testimone di una vita piena solo di metropoli e pampa ma anche vissuta in Technicolor, più vivida e il perchè è il suo presente. Ragazzi lo so che non avete capito, ma vi basti sapere che questi diventeranno un giorno soci, e ci ritroveremo a discutere come impostare il piano strategico per il biennio successivo mangiandoci una pizza <a href="https://www.facebook.com/Siamo-Nel-Forno-108065175897230/?hc_ref=ARTPOHan1s9Z15i9_RoCJFByZ2_eYVp737qk1W2VM2tcadHcx_thcLSBwTYHAl_6qEU&fref=nf" target="_blank">Nel Forno</a>. Sarà un golazo de mitad de cancha! Sto posto pazzo e incompleto, furbo e creativo, dove presentano il tg dalla tv di stato in minigonna e con un'energia tutta sua, quella di tutta l'America Latina, che come dice Massi "non si può dimenticare una volta che la si conosce".<br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-R9uuD9UNBrM/Wek0hxSRa_I/AAAAAAAAFco/ihHSE43BPJMJST21ffgBDQ34XAGCk-7dQCLcBGAs/s1600/BA_5574.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-R9uuD9UNBrM/Wek0hxSRa_I/AAAAAAAAFco/ihHSE43BPJMJST21ffgBDQ34XAGCk-7dQCLcBGAs/s320/BA_5574.jpg" width="320" /></a>Chiudo con una considerazione: il blog non è più il mezzo adatto per queste sbrodolate romantiche e desolanti. Ma che ne so cosa sia giusto utilizzare, nel 2017? un video in <i>slowmotion</i> su cui io racconto i miei pensieri? Un grande direttore della fotografia per uno sfondo con i panorami mozzafiato, mentre un'assistente suadente legge le mie note? Un ologramma che si siede sul divano e ti trasmette la mia esperienza?<br />
Non lo so, io so solo che sono stati momenti di pace e di riappropriazione di me, di piacere e di gioia di vivere. Tutto il resto, lo sapevate già.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</div>
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Sabato sono andato a vedere il concerto di Eddie Vedder, e ho scoperto almeno 3 cose<br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-S4ovHemIY1Q/WVKD0WeaDCI/AAAAAAAAFVc/WD0YzpwW_881KlohLtLHn1vHMa3AO7U3gCLcBGAs/s1600/FotoConcertoVedder2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="275" data-original-width="640" height="273" src="https://1.bp.blogspot.com/-S4ovHemIY1Q/WVKD0WeaDCI/AAAAAAAAFVc/WD0YzpwW_881KlohLtLHn1vHMa3AO7U3gCLcBGAs/s640/FotoConcertoVedder2.JPG" width="640" /></a><br />
<br />
<br />
<br />
Se hai qualcosa dentro, diventi qualcosa di diverso da quello che eri<br />
Per fare una serata magica ci vuole più di una magia<br />
Siamo ancora giovani finchè continuiamo a sommare<br />
<br />
<br />
Ma fatemi spiegare.<br />
<br />
Io non ci dovevo andare, è stata la mia amica Alessandra, refrattaria ai concerti, che mi ha suggerito questo appuntamento, che ha preso i biglietti.. per poi non venire. Chiaro, finisce sempre così no? Alla fine sono andato con la mia vecchia-nuova compagna di avventure musicali Emma, con la quale siamo ormai a una bella somma di serate sotto un palco. Ma non è certo solo questo.<br />
<br />
C'è che io la voce di Eddie Vedder la conosco da un quarto di secolo, quando forse nemmeno diciottenne cominciavo a sofisticare i miei gusti e ho capito che no, i Pearl Jam non mi piacevano.<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-XyPDtsBO0us/WVKD1EcUvII/AAAAAAAAFVo/v7fE_maQ7-4vMY52gTeGzL_eA0kcybZygCLcBGAs/s1600/FotoConcertoVedder5.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-XyPDtsBO0us/WVKD1EcUvII/AAAAAAAAFVo/v7fE_maQ7-4vMY52gTeGzL_eA0kcybZygCLcBGAs/s320/FotoConcertoVedder5.JPG" width="320" /></a>Per un sofisticato come me era più bello il suono inglese, meno corrosivo di questi cappelloni di Seattle.. si ok i Nirvana e Kurt Cobain avevano un fascino indiscutibile, ma forse - ripensandoci oggi - è stato "Achtung Baby" degli U2, uscito verso natale del 1991, a segnare una divaricazione netta tra quell'ammasso di musica che ascoltavo prima, e le scelte che sarebbero seguite.<br />
<br />
Prima c'erano sì i Pink Floyd, ma c'era anche Vasco, Ligabue (ebbene sì), c'era qualcosa di Bowie, i "vecchi" U2, i Simple Minds.. c'era tanta merda contemporanea (ma tanta, tra fine 80s e inizio 90s..) e poi sono entrate "about a gilr" con la voce sempre indietro, sempre roca di Kurt Cobain, e quasi in contemporanea il suono nuovo degli U2 di Mysterious Ways, e io insomma ho scelto la seconda via. Che in poco tempo è diventata Massive Attack, poi Oasis, poi tante, tante cose... ma tutte abbastanza distanti dal suono ruvido e la voce lirica dei Pearl Jam, che ascoltavo sempre di straforo come un pò tutto il grunge (anche se sono sempre stato pazzo per quel diamante grezzo che è "Jar of Flies" degli Alice in Chains).<br />
<br />
Tutto sto pippone per dire due cose, fondamentalmente: che nei primi anni 90 girava della gran musica, davvero. Losing my religion dei REM e Enjoy the Silence dei DM hanno contribuito a farmi capire che amavo il suono più pulito, più curato.. per dire. E poi che io quella musica là, chitarre e magari teste rotanti e salti e urla non lo prendevo, non pretendevo di capirlo ma non riuscivo davvero a salirci sopra. Poi Cobain si è sparato e quel sottile filo che mi teneva legato a quel mondo di Rock&Roll ruvido, scivolato nel grunge, si è spezzato per tanti, tanti anni.<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-cbQX9k2vJ2k/WVKD0TYsOfI/AAAAAAAAFVY/f_pcoj4lFZ0-RH-2l-COSlSReOFwzIjaQCLcBGAs/s1600/FotoConcertoVedder1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-cbQX9k2vJ2k/WVKD0TYsOfI/AAAAAAAAFVY/f_pcoj4lFZ0-RH-2l-COSlSReOFwzIjaQCLcBGAs/s320/FotoConcertoVedder1.jpg" width="320" /></a><br />
Per questo sì conoscevo Vedder, ma forse senza la spinta di Ale non ci sarei mai andato, a sentirlo dal vivo.. perchè temevo la musica violenta del rock, e da ignorante e fortunato quale sono, manco sapevo che avrebbe suonato per due ore accompagnato solo da una chitarra elettrica, una acustica, un ukulele e un mandolino, solo per il breve tratto finale insieme a un altro grande musicista come Glen Hansard. Io non sapevo, ma Eddie Vedder, senza più l'impalcatura dei Pearl Jam, era evoluto fino a regalarci un concerto intimissimo per cinquantamila persone, e dio solo sa quanto intimo per ognuno di noi, sabato sera.<br />
Per i vecchi fans dei Pearl Jam, per quelli che l'hanno conosciuto con la voce vecchia e il suono nuovo della colonna sonora di "Into the wild", per quelli che l'hanno conosciuto davvero sabato scorso, come me.<br />
E qui lui ha dimostrato davvero di avere qualcosa dentro che lo ha fatto evolvere fino a riuscire a creare quell'epifania musicale che solo il primo concerto del Boss era riuscita a suscitare, almeno su di me.<br />
<br />
Musica che non mi piaceva, che forse ora mi piace ma che non so se mai sarà la prima scelta, se devo mettere su un disco o un cd (scusate, sono vecchio e la musica prevalentemente la ascolto ancora così... che poi credo sia il segreto per capirci qualcosa, nella frenesia senza senso che ci circonda quotidianamente oggi, con i ricordi o le foto che si cancellano dopo poco.. ma vabbè non voglio uscire dal tema). Musica che lo so che non è la mia preferita, nemmeno oggi.. ma che mi emoziona.<br />
Partecipazione forte, emozioni che partono dal palco e arrivano a noi lì sotto e poi ritornano al palco sotto forma di energia che genera nuova energia.. ecco quella cosa circolare lì credo di averla trovata, dal vivo, forse solo nei concerti di Springsteen e di Vedder sabato, che ripeto non sono "la mia musica prima", la mia scelta nè credo saranno mai la musica del mio funerale.<br />
<br />
Ma forse la musica è una sola, sotto il cielo stellato.<br />
<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-EaQgqNw84bc/WVKD0VPXpMI/AAAAAAAAFVU/n3pVgzvNBFYGPL9_bZoT_ZiN-3hoXrYNwCLcBGAs/s1600/FotoConcertoVedder3.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-EaQgqNw84bc/WVKD0VPXpMI/AAAAAAAAFVU/n3pVgzvNBFYGPL9_bZoT_ZiN-3hoXrYNwCLcBGAs/s320/FotoConcertoVedder3.JPG" width="320" /></a>Appunto. La magia di quella sera si respirava nell'aria, tra vecchi fans e facce del rock ormai belle pulite e con le braccia e le schiene tatuate. Ecco, forse una frattura della storia è avvenuta quando è caduto il muro di Berlino; una seconda frattura è avvenuta con l'avvento di internet; una terza è avvenuta con l'uscita di Achtung Baby (tutte in 5 anni fateci caso)... e la quarta frattura enorme della storia è successa nel momento in cui i tatuaggi hanno smesso di essere brutti e fatti male e addosso a gente borderline .. e hanno cominciato ad apparire addosso a gente figa, e sempre più grandi e colorati. Quando lo fissiamo sto momento? Boh.. prima dei selfie di sicuro, prima del ritorno dei vinili forse, prima dell'avvento dei voli lowcost forse... vabbè un'altra volta fuori tema. I titoli li ho scritti all'inizio, stavolta, facile rientrare nei binari.<br />
<br />
Insomma: una serata perfetta si ha solo con la combinazione di magie, quindi non solo un biglietto comprato per te da altri senza nemmeno esserne del tutto convinti. Alla serata perfetta occorrono i compagni di sempre e quelli nuovi. Occorrono le sigarette simpatiche, occorre un suono sorprendente, occorre un tramonto perfetto coi fuochi sulle città del cuore, occorre che uno sconosciuto ti regali due braccialetti per il pit quando nemmeno di pensavamo. Occorre che quell'uomo enorme sul palco moltiplichi le emozioni con una serie di cover fantastiche, così che tutti si sentano un pò più vicini, un pò più dentro alla serata, con i Pink Floyd ne catturi tanti, con Neil Young altrettanti, con Imagine di John Lennon li catturi proprio tutti.<br />
E con una stella cometa proprio alla fine di quel pezzo, una stella così pazzesca che tutti pensiamo sia un effetto speciale per quanto sia perfetta e ancora alla fine ce lo domandiamo, ma no è davvero una stella come come forse non ne rivedremo più per il resto della nostra vita.. beh allora è davvero questa, la serata perfetta, dove commuoversi per un pezzo sconosciuto che però arriva dritto al profondo, e scava ancora. Voce e chitarra e pensieri e speranze, tutto insieme e tutto bello distinto.<br />
Questo sarà per sempre il concerto della stella cometa alla fine di Imagine, che lo vogliate o no, fans della prima ora e gente un pò lì per caso. Ma sarà, anche questo per sempre, anche molto di più, in un modo che io con le parole certo non riesco a spiegare.<br />
<br />
Sul fatto che siamo giovani perchè accumuliamo ci ho pensato il giorno dopo, impilando il biglietto del concerto e il braccialetto del pit sopra a tanti altri.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ru_L3xlGqoM/WVKD1Mp37fI/AAAAAAAAFVk/pOoiEjSbt7gcqU5oCuAFSMQB8hf5qgh_gCLcBGAs/s1600/FotoConcertoVedder6.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="360" src="https://1.bp.blogspot.com/-ru_L3xlGqoM/WVKD1Mp37fI/AAAAAAAAFVk/pOoiEjSbt7gcqU5oCuAFSMQB8hf5qgh_gCLcBGAs/s640/FotoConcertoVedder6.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
Una volta lessi un post bellissimo su un blog altrettanto meraviglioso, in cui si ragionava che la vecchiaia comincia per sottrazione: si perdono capelli, ricordi, altezza, poi anche di più, se si subiscono operazioni. Poi si perde contatto e si entra in un dimensione diversa, mano a mano.<br />
Noi sabato abbiamo lavorato invece sul lato dell'accumulazione: un nuovo biglietto, un nuovo cantante da seguire aspettandone il ritorno, un nuovo ricordo da mettere alle spalle, una nuova idea di come le persone che hanno davvero qualcosa da dire, lo possano dire evolvendo, in modi nuovi, senza perdere magnetismo. Poi ho fatto pace con l'unica canzone che mi è sempre piaciuta dei Pearl Jam, Black, che alla fine del viaggio di sabato, con sola voce e chitarra, mi è sembrata più bella che mai e mi ha fatto ritrovare il ragazzino che aveva fatto altre scelte, ma che ora in armonia fa spazio a suoni vecchi che diventano nuovi, a ricordi un pò ruvidi che diventano veri. Chissà... agli U2 il 16 luglio nuove sentenze!<br />
<br />
W la musica, viva le notti sotto le stelle.<br />
<br /></div>
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Cos'è successo?!<br />
Della gran roba, oh yeah.<br />
<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Pn3rdjhOGAQ/WC5QwCECTCI/AAAAAAAAFGo/YZdMR1DAjEoLgdGelgfqrBII7cevvreMwCLcB/s1600/IMG_5572.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-Pn3rdjhOGAQ/WC5QwCECTCI/AAAAAAAAFGo/YZdMR1DAjEoLgdGelgfqrBII7cevvreMwCLcB/s320/IMG_5572.JPG" width="320" /></a>Turchia e la differenza tra obiettivi e desideri, mesi persi a far piani invece che vivere piani, estate scivolata via, tanta tanta musica e concerti, il tempo che inizia a scivolare via veloce.<br />
<br />
Poi sono andato in USA, a San Francisco, come ogni anno nel periodo di Halloween.<br />
E lungo la passeggiata più bella, quella che ogni anno faccio e per me è come un rito, come un bilancio, come ferragosto e capodanno (quella tra il Ferry Building e la fine della Marina lungo il bayside, in pratica dal Bay Bridge al Golden Gate), lungo quella passeggiata ho fatto un pò il punto.<br />
<br />
Viste dall'America le cose ti sembrano sempre un pò più facili e un pò più semplici, o meglio ti ritrovi addosso un carico maggiore di energia per affrontarle. Che vuol dire tanto.<br />
La parola "progetto" assume un significato diverso, ci si sente un pò più pronti a partire.<br />
<br />
Avere sulla quarantina vuol dire tanto: con contatti ed esperienza, prospettive e ambizione, libertà e ottimismo. Adesso capisco perchè molti la indicano come l'età ideale.<br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ubrf7wqJM2A/WC5QwhtyVfI/AAAAAAAAFGw/RjbK6j5N5K4AfK68gcwgpnlKCkb6I3u7ACLcB/s1600/IMG_5578.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-ubrf7wqJM2A/WC5QwhtyVfI/AAAAAAAAFGw/RjbK6j5N5K4AfK68gcwgpnlKCkb6I3u7ACLcB/s320/IMG_5578.JPG" width="320" /></a>Nel mio caso c'è ancora tanto da fare ma la paura di un tempo lascia posto ai pensieri positivi, alle svariate possibilità ancora possibili, a un diverso utilizzo del tempo. E mentre penso "ecco l'ho capito cosa vuol dire avere 40 anni, aspetta che me lo segn..." niente, è già scappato via. La ricerca, continua!<br />
<br />
Che poi ci penso spesso: quanto ne spreco ogni giorno, quanto ne regalo a gente che non ne merita, a progetti nati morti? Per il primo periodo della mia vita mi ritrovo a pensare davvero che il tempo è qualcosa di finito e di prezioso, va gestito. penso più al tempo che ai soldi, forse per la prima volta. Un cambio epocale. E guardo sempre più alla <a href="https://www.facebook.com/pg/latanadaonline/about/?ref=page_internal" target="_blank">gente</a> che ha fatto <a href="http://kilowatt.bo.it/" target="_blank">scelte di gestione del tempo</a>, piuttosto che scelte di carriera. E trovo che siano i più fighi di tutti, e trovo che sia un'evoluzione.<br />
<br />
Fermarsi e studiare bene bene almeno l'inglese sarebbe la cosa da fare, per tenere aperte tutte le possibilità, dagli USA al medio ed estremo oriente. Allora perchè no? Vedo una luce.<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-A90as_QTJ5g/WC5QwjXvnkI/AAAAAAAAFG0/bYjGU_nVZHUIbQRfo9A1GUbYWwXs3FPygCLcB/s1600/IMG_5647.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-A90as_QTJ5g/WC5QwjXvnkI/AAAAAAAAFG0/bYjGU_nVZHUIbQRfo9A1GUbYWwXs3FPygCLcB/s320/IMG_5647.JPG" width="320" /></a>Poi ho capito che piaccio ai bambini, e mi piacciono i bambini. Ce ne sono due in California che attendono il mio ritorno, che è sempre una figata. C'è Giulia che in pratica è innamorata di me e anche (soprattutto forse!) se si tratta di una bimba di 7 anni anni, fa tanto piacere e porta enorme benessere. Quando una mattina in casa ha tirato fuori da un enorme armadio un libro illustrato che le avevo regalato l'anno scorso e mi ha detto "remember, I like it very much!!" confesso che quasi mi sono sciolto.<br />
L'ultima mattina ho dovuto addirittura accompagnarli a scola, fin dentro in classe insieme al loro papà, per evitare un ammutinamento di massa!<br />
<br />
Poi ho fatto una serata di Halloween con Massi, un pò come ai vecchi tempi con la testa dei quarantenni e il cuore di due ragazzi che hanno ancora voglia di divertirsi, e alla fine avevo un pò un senso di velata nostalgia, anzi forse saudade perchè già sentivo che quel feeling mi sarebbe mancato nelle settimane successive, nei mesi a venire perchè non farò più serate con Massi e invece ho capito proprio che se abitassimo vicini oh sì che ne faremmo ancora, hai voglia. Quindi.<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-25zx6gInDmI/WC5QwQ18h5I/AAAAAAAAFGs/g_4F89PXwIkcGSn-fHU1PDgpDyQP0GskQCLcB/s1600/IMG_5582.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-25zx6gInDmI/WC5QwQ18h5I/AAAAAAAAFGs/g_4F89PXwIkcGSn-fHU1PDgpDyQP0GskQCLcB/s320/IMG_5582.JPG" width="320" /></a>Quindi si è parlato poco di politica in quel paese a stelle e striscie, energia ed esaltazione che ad aprile su una costa mi celebrava la via al socialismo di Bernie e a novembre nell'altra costa mi ha fatto intuire che invece la realtà era un'altra, la gente vuole prima di tutto essere libera di autodeterminarsi, pochi o nessun laccio addosso, siano essi aiuti ai salari minimi o tasse per la sanità a tutti. D'altra parte quelle idee possono essere viste come una limitazione alla via del proprio personale successo (e noi in Italia lo sappiamo bene: tu lavori in un posto dove se sei bravo e dai il massimo, e ottieni il massimo, puoi <i>davvero</i> ambire al massimo? noi siamo per "non lasciare indietro nessuno" che però si è trasformato nel pensiero contorto "tanto non mi lasciano indietro" e quindi non va quasi più un cazzo) e invece no, in America si desidera morbosamente che esista una via al totale successo per tutti, e passa attraverso fatica e dolore, gente lasciata indietro e calvinismo, lotta gli uni contro gli altri in un campo di battaglia aperto. Forse non ci capiremo mai.. l'ho scritto a Jennifer commentando le elezioni e lei per tutta risposta mi ha dato scacco "Manu non abbiamo parlato di politica ma forse abbiamo impiegato meglio il nostro tempo facendo suggestive ipotesi di lavoro, non trovi? E' il tempo di investire al meglio il proprio tempo" e.. sì, è davvero come dice lei.<br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-HhOW7ea8XEY/WC5Qtf3byAI/AAAAAAAAFGg/KCzLCNUHr4M5jqxzBLHrGQLJtj_H_NJBgCLcB/s1600/IMG_5666.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-HhOW7ea8XEY/WC5Qtf3byAI/AAAAAAAAFGg/KCzLCNUHr4M5jqxzBLHrGQLJtj_H_NJBgCLcB/s320/IMG_5666.JPG" width="320" /></a>Ho pensato davvero al tempo, a come ormai se lo penso come banconote dentro il mio portafoglio "sento" di averne spesa qualcuna ma in fondo è ancora bello gonfio, con un allineamento che ora è abbastanza perfetto e bello figo ma presto andrà verso una sua deriva, quindi c'è un tempo per spendere quell'idea, fare quella cosa proprio per il piacere dell'armonia, che va fatta solo adesso o sennò si suonerà stonati. Mentre pensavo a quella cosa, viaggiando come un pazzo per 630 miglia tra Napa e Las Vegas, attraversando lo Yosemite Park, Reno, il deserto con i suoi laghi incredibili e i paesaggi di una certa letteratura di chi è cresciuto leggendo Kerouac e guardando un pò di film sugli indiani e i cowboys.. dicevo mentre correvo lungo quelle strade infinite, avrò superato i limiti di velocità prima di 5, poi di 10 poi di infinite miglia e questo ha portato a una disavventura di cui parlerò presto, una roba da raccontare ai nipoti o al palco del dontellmuymom anche se temo non sarò mai così bravo da trasformare in un bel racconto il momento di folle terrore e succerssiva epifania che ho vissuto, mentre uno sconosciuto mi apostrofava con un "buddy" e dalla radio, sotto un cielo stellato come mai avevo visto prima, nell'oscurità del deserto, partiva <a href="https://www.youtube.com/watch?v=AMD2TwRvuoU" target="_blank">"kiss from a rose" di Seal</a>.<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-glZ7j97-qKs/WC5QtKTjZDI/AAAAAAAAFGk/NxDn_KmCwOwjLyYJyF03VUxnfaXaYm9GACLcB/s1600/IMG_5664.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-glZ7j97-qKs/WC5QtKTjZDI/AAAAAAAAFGk/NxDn_KmCwOwjLyYJyF03VUxnfaXaYm9GACLcB/s320/IMG_5664.JPG" width="320" /></a>A Las Vegas ho capito poi che con gli anni, se vuoi, lavori di più e meglio perchè finalmente hai le cose in mano. Ho capito che investire sulle persone giuste paga sempre in fatto di redemption, ho capito che le cose vanno bene e che i contanti servono a poco.<br />
Addirittura ho capito perchè le radio là trasmettono a manetta gli anni ottanta, Michael Jackson, Madonna, No Doubt, U2 o Metallica che siano. Perchè sono stati gli anni dell'energia più che della melodia, di ritmo e l'America ne ha sempre, e ancora, bisogno.<br />
<br />
Ho scoperto che <a href="https://www.youtube.com/watch?v=tvtJPs8IDgU" target="_blank">"Big Yellow Taxi" dei Counting Crows</a> è una cover e il pezzo è di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=94bdMSCdw20" target="_blank">Joni Mitchell</a>!<br />
<br />
Don't it always seems to go, that you don't know what you got till it's gone.... the paved paradise and put it a parking lot. Quanto cazzo è vera sta frase? E come ci sta perfetta (how it perfectly match!!) il panorama tutto intorno mentre si fa ritorno in macchina lungo il deserto, verso LAX.<br />
Scusate ragazzi, ognuno ha i suoi ricordi "unici". Questi sono ricordi che può capire solo chi viaggia per lavoro (spesso solo) in giro per il mondo. Firmo per altri 15-18 anni così!<br />
<br />
Durante la dieci giorni in USA <a href="https://open.spotify.com/user/1168067798/playlist/2voVsOQ3o1NEdbC3O30Yjx" target="_blank">ho shazammato live questa musica qua</a>, ti fa sentire un pò dentro a Friends, un pò nel film "giovani carini e disoccupati" e un pò allegri, fatene buon uso!<br />
No music, no life!!!<br />
<br />
Poi sono tornato dall'America e sono arrivato a Londra, ho fatto ancora il check up alla città che non morirà mai e forse è pronta a trasformarsi, per poi giungere in italia che, al contrario, non si trasformerà mai ma forse morirà (ma Bologna è una bolla), ma di questo scriverò un'altra volta.<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br /></div>
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</script></div>evhttp://www.blogger.com/profile/13813117139922733947noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-14677070.post-26917358335783497992016-07-05T14:08:00.002+02:002016-07-05T14:08:27.446+02:00Dreams Are Alive Tonite<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Avrei mille e un post da scrivere, di cosa cazzo mi sia passato per la testa quando sono andato a Seul, o a New York, o di quando ho faticato una notte in bici, lungo il nostro fiume, o ancora di quando ho passato delle belle giornate con i bimbi e gli amici preferiti, ma i post del 2016 sono quelli che più picchiano sulla grancassa delle emozioni, quei pochi che sento più miei quest'anno ed ecco perchè ho scritto sul <a href="http://lamezzastagione.blogspot.it/2016/05/dontellmymom-visto-da-me.html" target="_blank">#dotellmymom</a> e perchè scrivo oggi, dopo il concerto di Bruce Springsteen a Milano di ieri sera.<br />
Era solo il mio sesto concerto, sono entrato in empatia con lui tanto tardi ma credo che in fondo non sia mai davvero così tardi, se poi le cose hanno il loro tempo di maturazione e ti trovi a tuo agio in quel divenire, in quella lentezza.<br />
<br />
A me la musica piace, e tanto: mi piace soprattutto il suono elegante ed innovativo inglese, la natura tutta loro degli isolani di cambiare, modificare, innovare, industrializzare la musica. Ci ho speso un'intera gioventù e mille viaggi a Londra per questo, che se ne potranno anche andare dalla UE ma saranno sempre vicini al nostro cuore in fondo, perchè sono la colonna sonora dei nostri ricordi.<br />
Il suono rock del Boss è qualcosa di diverso, sa di libertà jeans maglietta mano sporca d'olio di motore e zanzaroni nei campi del New Jersey. Un pò distante dal mio modo di essere, perchè occorre camminare a testa alta quando si ascolta quella musica e fare la faccia pulita di chi ha sempre la risposta giusta, mentre io spesso mi sono nascosto nei miei dubbi e ambiguità, e nella musica che raccontava questo.<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-2px5muGl_T0/V3ueusfug2I/AAAAAAAAFB4/O7X0rGHhEfIlEdi43lJFHt2ebBeX-h6mQCLcB/s1600/BruceMilano2016_DreamsAreAliveTonite.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://2.bp.blogspot.com/-2px5muGl_T0/V3ueusfug2I/AAAAAAAAFB4/O7X0rGHhEfIlEdi43lJFHt2ebBeX-h6mQCLcB/s400/BruceMilano2016_DreamsAreAliveTonite.jpg" width="400" /></a>Ci siamo annusati Bruce ed io per tanti anni dicevo, poi è scattato l'amore in una notte di uragano, subito dopo un terremoto che ci aveva reso così fragili ai sentimenti. Da allora l'innamoramento è diventato amore, fatto di incomprensioni e fasi alterne, notti appassionate e un pò di silenzi. Alcuni suoi album faccio ancora fatica ad ascoltarli, ma l'interesse covava forte e ho mano a mano studiato, chiesto al Ciccio che ne sapeva più di tutti, convinto Emma a mollare Ex Factor e fare un test, che in fondo il mondo si divide tra chi ama Springsteen, e chi non è mai stato a un suo concerto.<br />
<br />
Stavolta a San Siro è stata magia pura, tra coreografie degne di un derby e 4 ore di salti in infradito a prato; tra scambi di macchine tra Rimini, Bologna Modena e Milano e tappi di bottiglia infilati nelle mutande; tra scambi di messaggi e foto ai gradoni di San Siro (perchè come dice Tracey Torne noi che abbiamo ricordi degli anni '80 siamo troppo vecchi per credere ai selfies); tra scambi di sguardi per indovinare il pezzo alla seconda nota e 14 brani di "The River", il disco che solo a 40 anni puoi compredere appieno e che, secondo le parole del Ciccio "rappresenta l'album per eccellenza del Boss su rapporti, amore, famiglia, genitori, figli, amicizia".<br />
E allora tu cominci a crederci.<br />
Credere che quella sciorinata al pianoforte sia l'inizio di NYC Serenade ma no, è Point Blank che conosci ma non bene ma la senti e dice:<br />
<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=-RPhQZSHS6U" target="_blank">.<i>. you didn't answer when I called out your name, you just turned, and then you looked away.</i></a><br />
<i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=-RPhQZSHS6U" target="_blank">Like just another stranger waiting to get blown away, Point Blank ...</a></i><br />
<br />
e allora ha ragione la Stefi che la voleva così tanto, perche è stata una catarsi, e che quel pezzo vale la ballata più bella perchè ti tira fuori quel ricordo che volevi tenere lontano.<br />
Poi succede che vado a prendere da bere, e decido di fare la strada più lunga fino al bar più lontano, e passare attraverso queste facce del popolo di Bruce, e parte Trapped.<br />
<br />
<i>In che album è questa, Ciccio?</i> "No, nessun album, questa non l'ha mai editata ma è speciale, molto speciale" ma io parto che la sete mi divora e ho voglia di fare due passi in quel momento di calma.<br />
Ma sbatto sulle facce del popolo di Bruce, e capisco in un lungo istante che sì, quella gente l'amerò per sempre. Il pezzo monta, sale e a un certo punto Bruce sputa fuori queste parole:<br />
<br />
<i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=gBptchrGcDI" target="_blank">... now it seems like I've been playng your game way too long, and it seems the game I've played has made you strong.. Because I'm trapped OOooohh yeahh, I'm trapped, ooohh yeeeahh...</a></i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-8MxM8cfuMjQ/V3qPEFH8mzI/AAAAAAAAFBk/G7UzZ1l0c3cQgdopesAHM0yCz-NY1FQqgCLcB/s1600/BruceMilano2016.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-8MxM8cfuMjQ/V3qPEFH8mzI/AAAAAAAAFBk/G7UzZ1l0c3cQgdopesAHM0yCz-NY1FQqgCLcB/s320/BruceMilano2016.JPG" width="320" /></a></div>
E quell'oooohh... beh cazzo sembra durare all'infinito, e la gente che attorno a me chiude gli occhi e lancia le braccia al cielo come a dichiararsi prigioniera, intrappolata. Allora mi fermo e scatto questa foto mentre nessuno ci fa caso, e d'un tratto un piccolo groppo in gola sale, mentre seguito a camminare.<br />
<br />
Verso le torri delle luci c'è un <i>plaid </i>steso a terra e sopra sono coricati dei bimbi, avranno 5-6 anni, i genitori dietro che si muovono in sincrono abbracciati, un occhio ai figli e uno al palco mentre parte la terza ballad, The Promised Land.<br />
"Stronzo!" penso, un'infilata del genere non ce la dovevi mandare, che scuote i tori una roba così ma ormai niente: ormai sono alla cassa e chiedo un'acqua e una coca e l'armonica parte e la troveremo mai noi la terra promessa, o moriremo a cercarla? C'ho sta domanda che rimbomba in testa mentre cerco i 5 euro.<br />
<br />
Poi mi giro e, fermo per 10 secondi con le bottigliette in mano, tutto San Siro attorno a me, il palco nel suo splendore e un carico di vite tutt'attorno che sembrano un pò lì, un pò dallo psicanalista (il mio caro amico Fede dal pit, springsteeniano di ferro al trentesimo concerto, mi scriverà questo messaggio il giorno dopo "Sono morto, credo di avere espiato i miei peccati ieri. Ho ballato, cantato urlato e pianto. Grazie. Non ce n'è per nessuno, Bruce è il più grande di sempre"<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">) d'un tratto dalle casse esce:</span><br />
<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=b1Pv3YOX08o" target="_blank"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>... <span style="background-color: white; line-height: 16px;">I've done my best to live the right way, </span></i></span><i style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;"><span style="background-color: white; line-height: 16px;">I get up every morning and go to work each day</span></i></a><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=b1Pv3YOX08o" target="_blank"><span style="background-color: white; line-height: 16px;">But your eyes go blind and your blood runs cold, </span><span style="background-color: white; line-height: 16px;">Sometimes I feel so weak I just want to explode...</span></a></i></span><div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="box-sizing: border-box; line-height: 16px;"><i><br /></i></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="box-sizing: border-box; line-height: 16px;">Poi riparte l'armonica e lì oramai mi sale anche a me, e sento che sto per esplodere anche io - e che va bene così e che dai che siamo arrivati fino a qui e tutto andrà bene e tutta quella roba lì, che tutta insieme non sai mica se fa male o bene - allora cerco un appoggio dove fermarmi e l'unico che trovo è la rampa dove ci sono i tizi in carrozzina, così coi gomiti poggiati sulle travi di legno alzo per un attimo lo sguardo e c'è questa ragazza con le braccia al cielo e il culo inchiodato tra le ruote di ferro che si dimena con tutta sé stessa.. e allora mi mando a cagare e sospiro.</span></span><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; line-height: 16px;">In un'attimo perfetto mi appare tutto chiaro ed evidente. </span></div>
<div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; line-height: 16px;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; line-height: 16px;">Sì, di concerti di Bruce ne abbiamo uno tutti i giorni, e la scaletta la decidiamo noi. </span></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il ritorno da Ciccio Emma e gli altri è il più lento possibile, vorrei perdermi nelle vite degli altri con cui divido diverse gioie, sogni, rinunce, sfighe, amarezze, porte in faccia, apatia e musica. Perchè in fondo siamo un pò la musica che ascoltiamo e la musica è un pò quello che siamo. </div>
<div>
Finalmente un pò di pace entra dentro, attacca "Born in the USA" che è ora di saltare. </div>
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Alla rabbia e alle recriminazioni, penseremo da domani.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-rF0erpZWaWU/VzdH_CXsSzI/AAAAAAAAE_8/Ub1_S9xMBR4d-R8mpHYMkhPXqNNdSAMSQCLcB/s1600/DontellmymomBO_finale.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-rF0erpZWaWU/VzdH_CXsSzI/AAAAAAAAE_8/Ub1_S9xMBR4d-R8mpHYMkhPXqNNdSAMSQCLcB/s320/DontellmymomBO_finale.JPG" width="320" /></a></div>
Quando scatto questa foto è un pò il momento in cui l'adrenalina e la fatica, vera e tanta, lasciano spazio alla felicità, che sarà presto rimpiazzata, dopo pochi secondi, dai mille complimenti e dai "bello ma" e dai "se me lo dicevi" e poi "scusa stiamo scappando", "stupendo ma non si potevano comprare le T-shirt", "hai fatto bene ma ho visto pochi depliant distribuiti", "come si chiamava quello là", "hai ancora delle drink card", "facciamo una foto", "hai due minuti", "vieni qui un secondo" e tante altre che dopo una giornata ho ormai rimosso, tutte chiaramente nello stesso momento.<br />
Ma tra il prima e il dopo c'è questo istante bello che diventa subito stiva per la memoria: gente allegra, tanti amici sparsi che si sono goduti una gran bella serata confezionata da me, quel che ho sempre sognato di fare. Eccola!<br />
<br />
Ma la storia comincia molto, molto prima. Dalla prima volta che assito alle serate #dontellmymom a Milano, a cura dal grande Matteo Caccia. Un pò di tipico stalking elegante, come lo definisco io, e mi sono infilato tra la curiosità di Matteo. Un #dontellmymom a Bologna? Chissà!<br />
Incomincio a cullare la mia idea, mi faccio sempre vedere e stalkerizzo con sapienza, conquisto il palco di dontellmymom Milano un paio di vole e poi sferro l'attacco decisivo: quando la facciamo a Bologna, Matteo?!<br />
<br />
E ora lo so, cosa vi state chiedendo voi che leggete: e che cazzo è #dontellmymom? bella domanda. E' uno storyshow. Si sale sul palco e si raccontano episodi esileranti o iperboli o anche episodi più riflessivi, intimisti e si evita così di andare dall'analista, e magari ci scappa pure il drink offerto.<br />
<br />
Per fare questo o qualsiasi altro evento ci vogliono un pò di cose, ecco le mie istruzioni per l'uso:<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-zT56ggz-dxE/VzdFzp9JcTI/AAAAAAAAE_Y/NATK6BzawUgNNf3H3kWBO9gXNZCmj6R9ACKgB/s1600/IMG_2926.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-zT56ggz-dxE/VzdFzp9JcTI/AAAAAAAAE_Y/NATK6BzawUgNNf3H3kWBO9gXNZCmj6R9ACKgB/s320/IMG_2926.JPG" width="225" /></a>Ci vuole che occorre avere qualcosa che ti piace e che puoi sentire raggiungibile. Se sei quel figo senza pari di Fabio Zaffagnini <a href="https://www.youtube.com/watch?v=JozAmXo2bDE" target="_blank">il tuo sogno può essere anche quello di far qualcosa di mai pensato prima</a>, con tutte le conseguenze. Se sei Emanuele, qualcosa di meno mastodontico ma non meno sentito, perchè le storie mi sono sempre piaciute in ogni loro forma.<br />
<br />
Occorre dunque trovare la tua strada, che mentre la fai la <a href="https://www.youtube.com/watch?v=KGwCNgMo61M" target="_blank">serendipità</a> ti farà trovare al fianco i temi e i compagni giusti. Seguo Matteo Caccia alla radio da secoli, ormai (posso dirlo?) sono suo amico e quindi, dopo aver <a href="http://pascal.blog.rai.it/" target="_blank">inviato alcuni racconti ai suoi programmi</a>, dopo aver assistito ad alcune serate milanesi di #dontellmymom e addirittura <a href="https://www.youtube.com/watch?v=WMlfOJLTZqg" target="_blank">dopo essere salito sul palco due volte a raccontare le mie storielle</a>, come dicevo sopra decido che è ora di passare allo step successivo e rompo gli indugi pronunciando la frase che dà il via a tutto: "Matteo, lo facciamo un #dontellmymom a Bologna?!" il suo sì d'istinto mi conforta.<br />
<br />
E poi e poi. Ci vuole la consapevolezza che non sei perfetto in nulla ma <a href="https://www.youtube.com/watch?v=4sZdcB6bjI8" target="_blank">sei intimamente convinto di essere bravo in un pò di cose diverse</a>, e che ti piace organizzare. <a href="https://www.linkedin.com/pulse/se-fai-una-cosa-che-ti-piace-tutto-sembra-perfetto-emanuele-vicentini?trk=prof-post" target="_blank">Qui spiegavo, su linkedin</a>, nel momento in cui avevo compreso che stavo portando avanti un evento che era un hobby in modo professionale, perchè ricercavo nella nuova avventura quello che ora non riesco a trovare nel mio lavoro, che pure afferisce all'organizzare dei grandi eventi, delle rassegne. Mi ci ritrovo al 100% anche ora, rileggendolo.<br />
<br />
Ci vogliono soci: pensare una cosa è bello, ma negli eventi come nella vita fantasticare e portare avanti le cose insieme è molto più bello. E allora si ragiona con l'amico bolognese più esperto sulla perfetta location, si passano notti e si spendono migliaia di messaggi con l'amica Stefy fan di Matteo Caccia su come sviluppare il progetto, che immagine dargli, da chi farsi aiutare (anche se non le perdono la sua arrendevolezza e l'essere arrivata dopo gli altri contastorie quella sera: eri la produzione e l'hai dimenticato!). Grazie a lei reclutiamo Marta e Silvia, ragazze splendide che accettano con un entusiasmo, illegale come la loro giovinezza, di aiutarci in tutto, dal volantinaggio nei locali della città alla raccolta delle email la sera dell'evento: davvero impagabili. Ricorda sempre, se non hai una crew con cui ti riconosci, il progetto nasce già stanco.<br />
<br />
Ci vogliono intuizioni: grazie ai contatti di lavoro recluto 2 amici/sponsors che finanzieranno le spese (ridotte ben al di sotto del minimo) e mi permetteranno di invitare Matteo e altri ospiti da fuori Bologna e di realizzare flyers e locandine progettate dalla Stefy. Denaro e fantasia sono un pò vasi comunicanti nella realizzazione di eventi, e quando manca il primo di contrasto sale esponenzialmente la seconda. Con Stefy ragioniamo sulla possibilità di intrattenere il pubblico tra le 19,30 e le 21 quando è previsto che cominci la serata. E allora perchè non invitare i comuni amici <a href="https://www.facebook.com/Pretty-Green-Tribute-278820668964279/?fref=ts" target="_blank">Pretty Green</a> che fanno del bellissimo brit rock e poi ci daranno microfono e ampli per l'evento?<br />
Infine, da un aperitivo delle 20 con Serena esce la sua richiesta di aiutarci, e così un evento nato per riempire una serata di maggio diventa qualcosa che ha addirittura <a href="http://www.indacoage.it/" target="_blank">un ufficio stampa professionale</a> e annunci che verranno rilanciati su tutti i media locali il giorno di #dontellmymom.<br />
Che figata, il network è davvero tutto.<br />
<br />
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-cBT9cdldnDI/VzdFt3Y6ldI/AAAAAAAAE_Q/utmpxjvaOB8MSalJhjWG0SXz6auBuMb1QCLcB/s1600/Dontellmymom_StefaniaAdani.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-cBT9cdldnDI/VzdFt3Y6ldI/AAAAAAAAE_Q/utmpxjvaOB8MSalJhjWG0SXz6auBuMb1QCLcB/s320/Dontellmymom_StefaniaAdani.JPG" width="320" /></a>Ci vuole perseveranza, quando ti ritrovi che quelli del locale ti dicono che forse quella sera avranno un altro evento e tu sei nuovo e forse ti spostano, quando la tua socia ti dice che <i>se non ce la facciamo possiamo sempre rinunciare</i>, quando Caccia ti annuncia che arriverà con la morosa Marta alle 21,20 e dovrai pregare il Dio di Trenitalia che il treno arrivi puntuale, quando mancano i soldi e tutti coloro a cui chiedi un aiuto non ti rispondono o ti danno rispostine ironiche (non mi ricorderò di voi perchè non è il mio carattere, ma mi sono segnato tutto! hehe) e quando accadono tante, tante altre cose che per fortuna ho già dimenticato.<br />
<br />
Ci vuole che occorre ascoltare la tua vocina, quando tutti cominciano a sussurrarti cose nelle orecchie, a ridosso dell'evento. Ci vuole il palco, no è lo stesso. Le luci vanno chiare sennò non si vede!! E poi, soprattutto e prima di tutto, #dontellmymom si compone di una serie di persone che salgono sul palco e se Matteo e l'ineffabile scrittore Ugo Cornia (da lui reclutato e da me nemmeno salutato, magia degli eventi) ci sono, gli altri 5? La Stefy afferma di volerlo fare e tutti tranne me le danno fiducia, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=9xrfyD8i_n0" target="_blank">il responso della sua performance è qui.</a><br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-ENXSjrD1nZw/VzdGBJW93DI/AAAAAAAAE_k/MEnm8TGbXiMVXBBI7xhLB9wvk_BmByCvgCKgB/s1600/Dontellmymom_PietroGirelli.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-ENXSjrD1nZw/VzdGBJW93DI/AAAAAAAAE_k/MEnm8TGbXiMVXBBI7xhLB9wvk_BmByCvgCKgB/s320/Dontellmymom_PietroGirelli.JPG" width="240" /></a>Serena oltre alla stampa e alle pr che porteranno ad avere nella sala il doppio della gente che umanamente ci poteva stare, è una miniera inesauribile di contatti e intuizioni e grazie a lei arriva Ivo Germano, un poliedrico accademico della parola e poi io punto su Stefano Bottoni, ideatore del <a href="http://www.ferrarabuskers.com/" target="_blank">Ferrara Buskers Festival</a> che nelle notti in cui prestavo servizio da pischello (non uscirò mai dagli anni 90..) ci ha raccontato episodi straordinari ma forse non è la persona più adatta a salire su un palco ma alla fine - spinto anche dalla figlia Rebecca grane fan di Matteo Caccia - viene e, spero tanto, si diverte.<br />
<br />
<br />
Poi per una serie unica di circostanze arriva un tizio che di professione fa il General Manager ma invece che dall'<br />
analista, ha capito che i cazzi suoi è meglio se li racconta da un palco e lo fa in modo meraviglioso. Con lui nasce una naturale empatia fatta di scambi di tweet e messaggi telefonici. Sarà lui a regalarmi il momento più esilerante della serata quando, in attesa di entrare in pizzeria a mezzanotte e mezza sotto il diluvio universale e con una sigaretta simpatica in bocca, mi svelerà il suo segreto per essere un manager con grande self control.<br />
Infine, Zaffagnini. Già lo avevo <i>stalkerato</i> l'anno scorso in una assurda e bella giornata con la Fede e alla sera, una volta seduto al tavolo con lui, avevo capito quanto puro, speciale e sereno fosse.<br />
Ecco perchè era riuscito in un sogno talmente assurdo, quello del rockin 1000 dell'anno scorso, che ha portato 1000 musicisti a suonare insieme un pezzo-tributo ai Foo Fighters e poi avere il loro world tour modificato per fare una tappa a Cesena, una roba talmente incredibile che "non sembra nemmeno una storia italiana". Mi ci voleva lui per rendere la serata #dontellmymom Bologna davvero da ricordare e, tra <i>missed calls</i> e l'aiuto impagabile di Agustina amica sua, alla fine ce l'ho fatta.<br />
Ma ti assicuro che i 7 storyteller che sono riuscito a raccogliere quella sera sono la sintesi di almeno 50 a cui abbiamo pensato, di almeno 20 a cui ho scritto o telefonato, a tanti no che ho ricevuto. Per questo ho capito, ancora una volta, che..<br />
<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-uUSrasq8rMw/VzdGojfMSgI/AAAAAAAAE_s/fmG3-lZZAq0neT80bzO6Mg9T8_4ZLccaQCLcB/s1600/DontellmymomBO_sala.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://4.bp.blogspot.com/-uUSrasq8rMw/VzdGojfMSgI/AAAAAAAAE_s/fmG3-lZZAq0neT80bzO6Mg9T8_4ZLccaQCLcB/s320/DontellmymomBO_sala.jpg" width="320" /></a>Occorre sbattersi: creare gruppi su whats'app, negoziare i free drink col manager del locale, salire sul palco e scattare la foto che vedete sopra, fare volantinaggio settimane prima, spostare decine di sedie per vedere di fare sedere tutti, salutare gli amici e conoscere il numero possibile di sconosciuti che sono venuti lì apposta per vedere qualcosa che hai voluto per primo tu; sono tutte azioni indispensabile e di pari dignità e mi dispiace se qualcuno non l'ha intuito.<br />
Dopo che avrò finito questo post che sancisce il tributo al lavoro e alla libidine mia e vostra per la realizzazione di #dontellmymom Bologna, creerò un file excel per inviare tutte le email dei partecipanti registrati allo sponsor che me le ha già richieste, come parte del nostro <i>agreement</i>, e vi assicuro che andrei tanto volentieri a farmi un aperitivo!<br />
<br />
Vivere l'imponderabile con il giusto karma: a un certo punto la stegista Silvia mi dice di straforo che c'è anche <a href="https://www.instagram.com/matildadeangelis/" target="_blank">Matilda De Angelis</a> la coprotagonista con Accorsi di "Veloce come il vento", quel film bellissimo sulle corse ambientato in Emilia. Ebbene io vado, saluto lei e le sue amiche e le dico che "è fortissima!!", ma cazzo vedo che le sede sono finite e so che a minuti se ne andrà e nemmeno ho l'intuizione di farmi una foto con lei, ma è comunque un bel momento che solo sere del genere, belle e organizzate pensando a tutti i particolari, ti possono regalare.<br />
E poi l'avere avuto storyteller fighissimi mi ha consentito di conoscere, ad esempio, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=KNcwHd4jh0w" target="_blank">la storia di Fabio Zaffagnini che, senza tendone prima messo a disposizione poi ritirato da parte del management dei Foo Fighters che poteva contenere 50 mila persone, ha letteralmente perso un mucchio di soldi</a> per la sua organizzazione ma nonostante questo, con la sua faccia serafica e allargando le braccia, si è goduto da Re squattrinato quel folle concerto di Cesena in loro onore<br />
<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-z-6PRnYl_O0/VzdF8E4wgMI/AAAAAAAAE_w/rO7CUlDPAd4bZC3ZIPusRd4iKSnDIe2MgCKgB/s1600/Dontellmymom_sala.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-z-6PRnYl_O0/VzdF8E4wgMI/AAAAAAAAE_w/rO7CUlDPAd4bZC3ZIPusRd4iKSnDIe2MgCKgB/s320/Dontellmymom_sala.JPG" width="320" /></a>Occorre imparare a godere delle tue creature. Ma è un processo lungo. Perchè #dontellmymom ha avuto tanti aiuti e lodevole supporto ma senza di me non si sarebbe mai realizzato, è la semplice verità. E qui sono molto scarso, fatico a gioire delle cose anche se vengono bene, sono sempre troppo focalizzato sul seppur banale aspetto che non è andato come previsto, scervellandomi da subito su come migliorarlo per la prossima volta, anche se potrebbe non esserci mai, una prossima volta.<br />
<br />
Ingrediente fondamentale, il primo e l'ultimo in tutti i progetti che decidi di realizzare, sono gli amici. Quelli che ti dicono che verranno prima ancora che gli dici di cosa si tratta; quelli che ti mandano messaggi di "in bocca al lupo" dalla Thailandia, Londra, Brasile. Quelle che ti chiedono com'è andata il giorno dopo. Quelli che arrivano, si prendono una birretta, stanno in disparte perchè vedono che non hai il tempo di cagarli eppure ti sorridono, quelli che ti scrivono il giorno dopo per riportare l'entusiasmo di altri ancora, quelli che ti vedono in difficoltà e ti aiutano la sera stessa, e lo fanno sorridendo. Alla fine l'equazione dei Beatles è ancora quella che muove il mondo: l'amore che dai e quello che ricevi si equivalgono.<br />
<br />
Infine, ho avuto l'ennesima conferma che ci vuole una <i>voglia feroce</i> di fare le cose che sai che ti piacciono, perchè presto sarà tardi e solo tempo di rimpianti. E senza lotta anche il premio sarà meno dolce.<br />
Così invece, si passano 3-4 giorni di naturale depressione post parto, poi si ricomincia alla grande con tutti i nuovi contatti aperti da esplorare, la tara dei<i> pros and cons </i>da valutare, le idee nuove da sviluppare e quelle note da sedimentare.<br />
<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-KLh6YgiuYuE/VzdFyNFduII/AAAAAAAAE_U/drW76EN0ALoqyrdvjS6NGcDzETDIgkybQCKgB/s1600/Dontellmymom_esterno.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-KLh6YgiuYuE/VzdFyNFduII/AAAAAAAAE_U/drW76EN0ALoqyrdvjS6NGcDzETDIgkybQCKgB/s320/Dontellmymom_esterno.JPG" width="320" /></a>Dopo pochi secondi da quella foto ispirata dai rituali di fine concerto dei Subsonica, quando è la band che fotografa il suo pubblico, sono sceso e mi è venuta incontro Emma abbracciandomi. Era andata, dai, avevo regalato belle impagabili ore ai miei amici e a chi aveva scommesso una sera sulle storie e su chi le avrebbe raccontate, e d'improvviso mi sono ritrovato le spalle più larghe, capaci di sostenere tutta la fatica che c'era stata dietro.<br />
<br />
Dopo un'oretta circa da quella foto eravamo in pizzeria, noi dello staff e i performer della serata. Tra le cazzate di Matteo sulla juvemerda e le imitazioni strampalate; la confessione di Fabio che sì sta meglio ora di un anno fa ma non sa dove andrà a finire e che alla fine il suo sogno starebbe stare tutto il giorno sdraiato sul divano a vedere "Boris" alla TV; le sigarette simpatiche di un direttore generale figli di partigiani che ha combinato più cazzate in vita sua che tutto il Gruppo Fefo messo insieme.. beh in mezzo a tutto questo mi si è aperto un sorrisino perchè ho avuto la conferma, con esempi pratici che mangiavano una pizza intorno a me in quel momento, che "occorre essere molto seri per poter apparire stupidi" (cit.)<br />
<br /></div>
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Tu ci provi a tracciare la rotta, ti metti anche ad armeggiare con le squadrette e il compasso, ma se non sai fare a leggere la mappa, se non trovi la fora di studiare, se non hai una crew che ti tira avanti, non ce la farai mai.<br />
Sarai al massimo il capitano di una nave in bottiglia, nella cieca illusione di ordinare manovre che vedi solo tu, mentra qualcuno sposta te e la tua imbarcazione da una mensola all'altra.<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-bY45KiW_YEg/VspEmARZ_2I/AAAAAAAAE8o/W8fOuunzMqQ/s1600/IMG_1477.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-bY45KiW_YEg/VspEmARZ_2I/AAAAAAAAE8o/W8fOuunzMqQ/s320/IMG_1477.JPG" width="320" /></a>Nel frattempo, cambiano i ruoli. E tu te ne accorgi vivendo, che la mamma di un caro amico si agghinda e sembra splendente, ma lei sì ha smarrito la bussola e lui la tiene mentalmente per un braccio nel resto del suo percorso, e sta trovando le parole giuste per dirtelo e tu sai che l'unico modo per essere un amico, è fare un sorriso e uno spergiuro di saluti.<br />
Poi l'amico saggio che sbanderna completamente e diventa quello che va aiutato o perlomeno sostenuto per partito preso, che lui ha una situazione brutta ora e non puoi lasciarlo solo. E poi, dopo un anno e un pò, si rivela lui il vigile dei sentimenti e ti traccia una possibile rotta, ti dà una sveglia, ti dice hey sporcati le mani, che l'amore è comunque amore.<br />
Nel frattempo cerchi dei stringere la tua comunità e per un tratto capisci che se è così difficile farlo è perchè ci sarà un motivo, che tutti sono impegnati a saltellare da una parte all'altra del ring della loro personalissima battaglia quotidiano, e allora ti viene da giustificare tutti, da far pace con tutti, da addirittura cercare di aiutare tutti, che poi alla fine è una faciloneria romantica anche questa e allora finisci col dire eccheccazzo o è troppo presto, o è troppo tardi e comunque non va mai bene nulla.<br />
Senti tua madre che ti parla in modo un pò diverso, quasi capisce un pò delle tue non scelte, e si crea un'alchimia nuova che speri tanto che duri.<br />
Poi un amico che ti chiamava boss si rimette in contatto, e vive nella città più bella del mondo e ha trovato una donna piacevole che lo ama e che gli ha dato un figlio, e pensi che il boss sia lui e la sola cosa da fare sia andarlo a trovare.<br />
Ti scrivi per il secondo anno consecutivo le stesse resolution sul diario, le stesse identiche dell'anno scorso, che hai passato 365 giorni accarezzando l'idea di intraprenderli quei propositi e poi nulla, e ti viene un pò di freddo lungo la schiena impaurendoti che possa passare una vita, nell'attesa finalmente di vivere.<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-N5R5E_qDydQ/VspEJxlSX0I/AAAAAAAAE8k/6z072JSYhaY/s1600/IMG_1408.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-N5R5E_qDydQ/VspEJxlSX0I/AAAAAAAAE8k/6z072JSYhaY/s320/IMG_1408.JPG" width="320" /></a>Ti rileggi un libro che hai sugli scaffali dal 1997 e decidi che lì dentro, che tu abbia 20 anni o 40, c'è tutto. Ne rileggi un altro uscito pochi mesi fa e rifai il ragionamento, perchè l'obiettivo ormai non è più catalogare, pianificare o confrontare, ma semplicemente sottrarre.<br />
<br />
Tiritrovi a pensare che stai vivendo un periodo perfetto tra azione, sogno e consapevolezza e ti lamenti che sai che sarà breve, e la fretta torna, maledetta.<br />
Mentre lavi i piatti, fai delle pensate della madonna e quindi maledici le lavastoviglie: siamo sempre la somma delle relazioni che abbiamo, e per il tempo che le abbiamo, e per la loro profondità e verità. Ci illudiamo di poter avere il controllo ma non è così, abbiamo solo il controllo della miscela delle relazioni, che è un pò una fregatura e un pò una salvezza.<br />
<br />
Certi momenti vanno fotografati, pensi mentre guardi quella scatola rossa e ripensi al continente obliato e tutto quello che c'era stato prima.</div>
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Carissimo,<br />
In questo inizio d'anno, come ormai mi accade da qualche anno a questa parte, mi sono scritto gli obiettivi, le resolutions, e anche un <i>breviario delle cose che devono essere fatte sempre</i>.<br />
hai presente no? Andare in palestra, perdere meno tempo sui social networks, socializzare, dimagrire, scopare, ascoltare musica. Dall'anno scorso, alla svolta del decennio, grazie al sempre più mitico mentor ne ho aggiunto uno: fare una cazzata al mese, che pare sia l'elisir per ottenere delle risposte. Da sé stessi, naturalmente.<br />
<br />
Per esempio: tu lo sai a come reagirai se salissi su un palco a raccontare, solo con te stesso, una storia a un pubblico di un locale, un lunedì sera, col le luci puntate contro come i loro distratti giudizi denigratori? No, non credo. Io nemmeno. So che mi piacciono le storie, al limite mi piace raccontarle agli amici. Ora so, più o meno per certo, che mi piace anche raccontarle in pubblico (ora non immaginatevi una folla, intendo 70-80 persone, ma vi assicuro che anche solo strappare un sorriso a un perfetto sconosciuto che ti guarda interrogativo, beh è una bella prova di forza, altroché il colloquio di lavoro. Ammetto che mi ero preparato, che mi ero portato la claque, che avevo bevuto un gintonic preventivo, ma quando ho preso il microfono ed ero sul palco con i faretti di fronte ad accecarmi, beh mi è tremata la voce. Poi sono andato, mi hanno applaudito e addirittura fatto gli uuuuhhhh di approvazione, che alla fine mi è pianto il cuore a dover scendere. Ho avuto una risposta, cazzata di gennaio checked!<br />
<br />
Ho scritto una lettera bella, appassionata. L'ho scritta, letta, riletta, riscritta. Gettata, ripresa, copiata in parte, chiusa in un puzzle di due belle storie. L'ho spedita a una persona che mi piace e mi piacerà sempre, per quello che è e come lo è, che ho avuto la fortuna di conoscere bene l'anno scorso. Contavo su di una risposta, chissà se mai l'avrò.<br />
<br />
Ho finalmente aggiornato il mio curriculum, ci ho messo dentro tutto scopiazzando da quelli belli e spruzzandoci un pò del mio, alla fine, come un profumo prima di infilarsi il giubbotto. Che coglione.. dopo solo una giornata sono qui che ansimo per leggere la risposta, di quanto sono stato apprezzato, che mi stanno aspettando per un colloquio, che voglio me. Quanta insicurezza, che tragico bisogno di essere lodati.<br />
<br />
Ho chiesto a una ragazza il suo numero e lei mi ha risposto parlando d'altro, poi le ho richiesto del tempo che fa e abbiamo attaccato a parlare, e poi ci siamo ritrovati al cinema uno accanto all'altro, a confessarci quanto fosse palloso, e lei che non la smetteva più di parlare.<br />
<br />
Ho letto distrattamente, conosciuto autori mitici della mia adolescenza rivelarsi belle persone, ma collegate a serate strane non me ne sono fatto nulla, e alla fine ho ripensato che uno dei comandamenti d'oro che ho imparato è che i miti devono continuare a rimanere miti, che è meglio per tutti e soprattutto per quel senso inevitabile che di ha di voler ottenere delle risposte che loro in fondo sanno di non poterti offrire.<br />
<br />
Ho chiesto ad un amico cosa si prova a diventare padre, e lui mi ha registrato un file audio notturno di questa specie di gatto che rantola, e lui che ride in sottofondo. Un'altra risposta.<br />
<br />
Ho sentito i discorsi di un'amica che aveva tutto il sentiero perfetto di fronte e ora di ritrova tra le curve del Gran Premio di Montecarlo, e vorrebbe solo ripartire a razzo nel circuito di prima, e chissà se ce la farà.<br />
<br />
Ho letto di Massi dopo un mese a San Paolo: scrive che all'inizio era preoccupato e con le aspettative bassissime, ora dice che anche solo dopo un mese, "sente" che ne è valsa la pena e poi usa quella formula che spesso ho usato io, che un pò mi appartiene, e di certo non lo fa a caso. La risposta sta nelle persone, solo andando verso di loro ci si può avvicinare.<br />
<br />
Per ora basta così, a presto.<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
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<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px;">
Vent'anni fa oggi, 2 ottobre, entravo al Virgin Megastore di Piccadilly Square a Londra e compravo questo disco. E la mia vita, come quella di tanti come me che sono cresciuti con il suono del BritPop, il mito del calcio inglese e i primi due libri di Nick Hornby, non sarebbe stata più la stessa. Ma molto più bella. Alcuni dei miei ricordi più incancellabili si legano indissolubilmente ai suoni di questo disco e per sempre, sempre lo saranno.<br />Perché il suono dei Beatles, Rol<span class="text_exposed_show" style="display: inline;">ling Stones, Who o Springsteen era già storia per noi, ma avere 20 anni nel 1995 ha significato crescere con il suono del grunge, britpop e la elettronica di allora, è stato dunque un provilegio che i poveracci che hanno 20 anni oggi nemmeno possono immaginare.<br />La sera stessa andammo a vedere lo showcase a HMW in Oxford St. chiusa al traffico e Liam come menava quel tamburello, fu il mio primo "concerto" degli Oasis. Tanti ne sono seguiti.<br />Il sabato successivo, allo scambio della metropolitana di Hammersmith, due rude boys rientrando dalla partita del Chelsea, calciando una lattina di Coors, attaccarono a cantare "sheees iletttricc!!" e fu subito chiaro che quell'album avrebbe fatto la storia della working class inglese, quella che sembra non esistere più, per molti anni a venire.<br />E prima di tornare ci andammo anche noi, all'alba delle 6 a.m., lungo la stretta Berwick st. a farci fare una foto come quella sulla copertina, camminando strafottenti senza pensare a niente.<br />E se anche per voi, come per me, il momento più bello é quell'attimo di silenzio tra la track 3 e 4 di questo album, allora vuol dire che anche voi avete ricordi indelebili impigliati in queste canzoni.</span></div>
<div class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #141823; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px;">
<div style="margin-bottom: 6px;">
20 anni fa.<br />Believe. Belief. Beyond.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-XCqPCjwTkzk/Vg5IPGlmN0I/AAAAAAAAE4c/cFMkYN1vQV4/s1600/whatsthestorymorningglory.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-XCqPCjwTkzk/Vg5IPGlmN0I/AAAAAAAAE4c/cFMkYN1vQV4/s320/whatsthestorymorningglory.jpg" width="319" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 6px;">
<i>dedicato a Richy, Vitto, Mirko, Sandro e a tutti quelli che hanno condiviso i suoni e i ricordi. </i></div>
</div>
</div>
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Hola gente!<br />
<br />
stamani mi sono svegliato e alla radio parlavano di soldi, costo della vita. Poi di lavoro, torna-si-stabilizza-ma-va-là non ce n'è e altre robe simili.<br />
Poi al bar, una signora che parlava con altri due che hanno aumentato la retta dell'asilo, poi s'è rotta la macchina e boia che due maroni non ce la fa, che deve correre al lavoro via via che la stanno già aspettando, <i>per portare a casa lo stipendio</i>, che senza sarebbero rovinati.<br />
Poi sento di amici, o amici di amici, che perdono il lavoro e per fortuna che il suo ragazzo <i>ha un buon posto;</i> di altri che una volta dicevano che l'equilibrio è tutto e ora fanno le 21 a lavorare tutti i giorni e poi si spendono tutto in weekend nei resort e quelle cose lì.<br />
Poi ce ne sono altri ancora che gli dici "ci vediamo per un aperitivo"? e quello ti risponde "eeeh magari guarda ho una giornata tremenda, poi domani a Roma e poi giovedì a Londra in giornata e poi sabato mi sa che devo stare in casa che ho da recuperare le lezioni del master!!".<br />
E magari c'è quell'altro che "il mio contratto di lavoro prevede 7 ore e 40 al giorno, perchè dovrei farne di più"?<br />
Quello che sono due soci e si separano, e non sanno come andranno a finire.<br />
Quelli che se gli chiedi "ma cosa farai nei prossimi anni" ti guardano come se gli avessi domandato dove ha seppellito il cadavere.<br />
Quelli che "bisogna pur far qualcosa!", quelli che imperterriti inseguono il loro sogno anche se il presente è misero, quelle che hanno studiato un casino e poi finiscono col fare la mamma.<br />
<br />
Insomma un pò un casino, gli equilibri di un tempo si sono del tutto perduti e direi che siamo molto lontani dal ritrovarne di nuovi.<br />
<br />
La domanda che mi è venuta stamattina, mentre sorseggiavo il mio caffè, è la seguente: se tu, proprio tu che leggi, da domattina ricevessi esattamente lo stipendio che stai ricevendo ora ma così, come dicono quelli, <i>di cittadinanza</i>, cioè potendo rimanere a casa, cosa faresti? Immaginiamo che lo puoi ricevere, lo stipendio, solo se hai <i>ufficialmente</i> qualcosa su cui vuoi dedicarti.<br />
<br />
Io organizzerei un gruppo, nel senso di una banda proprio (naturalmente prima dovrei imparare a suonare un minimo uno strumento, una chitarra direi) e suonerei, anzi proverei a suonare, tutti i giorni.<br />
<br />
Poi farei in modo tale che <i>quel </i>bar diventasse anche il mio bar, dove chiamare i miei amici e commentare quella partita, quella ragazza e quella vacanza.<br />
<br />
Andrei in barca a vela fino a diventare un vero marinaio, ma sempre in Sardegna o comunque nel Tirreno. Vivrei tra Emilia e Romagna, con frequenti viaggi a Londra, diviso tra i progetti sostenibili delle <a href="http://kilowatt.bo.it/" target="_blank">Serre dei Giardini di Kilowatt</a>, quelli folli di Fabio e la sua crew di <a href="http://www.rockin1000.com/" target="_blank">Rockin'1000</a>, quelli miei raccolti sotto l'effige di Dromomania, perchè devi sempre avere tutta la strada davanti.<br />
<br />
Di certo vedrei molte persone, passerei molto tempo con loro poichè per l'alchimia ci vuole tempo, e di persone con cui vorrei passare tanto tempo insieme ne conosco, sia da decenni che da pochi mesi o settimane. Organizzerei dei pranzi della domenica e delle cene tutti insieme, ecco.<br />
<br />
Il tempo andrebbe stampato in tagli da 1 ora, una giornata, un weekend, una settimana e messo nel portafoglio, a fianco delle banconote.<br />
<br />
Leggerei Infinite Jest di DFW, guarderei una lista lunga così di film che non riesco più a guardare.<br />
<br />
Finirei quel progetto di Cyclica con il <a href="http://blog.libero.it/FALLO/" target="_blank">Mentor Achab</a>.<br />
<br />
Farei il PoletoPole dall'Alaska alla Terra del Fuoco con Cristiano e Niccolò.<br />
<br />
Andrei a Buenos Aires per comprare una casettina, in cui stare un paio di mesi l'anno.<br />
<br />
Farei un corso di pasticcere, un programma radio e forse un MBA. Incontrerei Baggio, Springsteen e Obama, anche Papa Francesco e Mujica.<br />
<br />
Calcolando che anche tu, e tutti, avremmo un sacco di tempo disponibile, sono convinto che trasformeremmo il mondo in un posto infinitamente migliore. Basterebbero due anni, direi.<br />
<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-2mF7J0gOfC0/VgLAergBDNI/AAAAAAAAE30/DdtSRLmVSCE/s1600/bruce_66.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="167" src="http://4.bp.blogspot.com/-2mF7J0gOfC0/VgLAergBDNI/AAAAAAAAE30/DdtSRLmVSCE/s320/bruce_66.jpg" width="320" /></a>Il fatto è che sono convinto che, con tutto il tempo del mondo a disposizione, non è mica vero che il mondo si fermerebbe: molti non farebbero più un cazzo o al massimo andrebbero a correre al parco, molti altri farebbero più di adesso, <i>liberando la loro fantasia repressa</i>. Dite di no? In fondo, io mi son scritto sta roba solo per avere una bussola delle cose da fare, perchè lavoro o non lavoro, se vuoi fare le cose, il tempo lo trovi e le fai.<br />
<br />
Infine, ascolterei musica, più musica tutto il giorno, fantasticando su quale concerto andare, cosa comprare.. tutte queste cose qua. Magari aprire un negozio di dischi, e se fosse oggi, il 23 settembre, suonare Springsteen tutto il giorno. Auguri Boss!<br />
<br />
E tu, se da domani ti trovassi sul conto in banca il tuo stipendio senza lavorare, cosa faresti?<br />
<br />
<br /></div>
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Ci scrivo poco ormai quassù ma stavolta, come alcune vecchie abitudini, so che mi servirà e mi piacerà, così lo faccio.<br />
Estate, vacanze. Alla mia età funziona così: hai famiglia, già a Natale sai che destino ti attende. Sei accoppiato, spesso te ne finisci una settimana in un luogo super ameno con la tua metà, uno di quelli mai visti prima né da te e né da lei.<br />
Se non sei accompagnato, il gioco si fa più complicato perchè crescono sia i rischi che le opportunità. Rischi di rimanere tagliato fuori, di non sapere che fare, di litigare con i tuoi amici su dove andare, di cullare sogni di viaggi incredibili poi non riuscire a metterli in pratica.<br />
Opportunità di fare davvero quel che ti piace, di visitare i luoghi del cuore, di decidere in piena libertà chi avere accanto, di aprirsi alle possibilità novità.<br />
<br />
Il mix di questa roba qua, per me, significa una e una sola cosa: salire su una barca a vela in Sardegna. L'anno scorso avevo tirato la moneta ed era uscita una vacanza bellissima e un feeling che non se ne voleva andare via. Quest'anno, penso, quei ragazzi li voglio ritrovare. Anzi sarebbero davvero perfetti per me, persone con le quali ho speso due settimane lo scorso anno, con i quali mi sono trovato benissimo e che soprattutto non sanno nulla del mio quotidiano, delle beghe al lavoro o della tipa con cui sto uscendo, se ho problemi economici o se sto attendendo l'esito di quel colloquio per un lavoro a Milano. So solo che sono due ragazzi con cui sono stato bene, quindi certamente lo sarò di nuovo, e che in fondo il gruppo su whatsapp dopo la vacanza dell'anno scorso proprio a questo scopo, in fondo, serve.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-191-ydr4Yj0/VeW3XSRFopI/AAAAAAAAE3E/c4nFl1zfBlE/s1600/Liol%25C3%25A01.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-191-ydr4Yj0/VeW3XSRFopI/AAAAAAAAE3E/c4nFl1zfBlE/s320/Liol%25C3%25A01.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
Occorre cercare la barca: la quarta compagna della vacanza lo scorso anno, così unica nel suo modo di essere, aggressiva ma simpatica e quasi materna, ci suggerisce di cercare sul web questo scafo, Liolà, e parlare con i proprietari, che anche lei vorrebbe venire ma tra amici che arrivano dal Brasile a trovarla e gli hosts di Airbnb che le occupano casa, sta nei casini - chi ha queste vite tumultuose, fateci caso, sta sempre nei casini.<br />
Noi ci mandiamo un pò di messaggi poi diciamo che sì, Antonia ha ragione: dalle foto la barca appare molto bella, l'itinerario previsto ci piace, la ragazza che ci spiega un pò le cose ci ispira molta simpatia e poi abbiamo tutti questa voglia di rivederci, così sincera e così forte. Naturalmente, siamo liberi da impegni e siamo arrivati al 30 luglio che ancora non sappiamo cosa fare e quindi la tendenza a dire sì è piuttosto naturale.<br />
Alessandra, che funge da collegamento tra il Comandante di Liolà e i vacanzieri con basici rudimenti velistici (e apprenderemo dopo essere la sua compagna, ritrovandocela in barca alla partenza), ci informa che una cabina è già stata presa da due ragazze tempo prima, due tipe molto tranquille e sulla trentina, ci fa lei.<br />
Il meteo nella nostra testa passa da sereno con bonaccia a variabile, con possibile moto ondoso in aumento.<br />
Sì perchè - chi ha mai fatto vacanze in barca lo sa bene - lo spazio a bordo, per definizione è angusto, non c'è un bar dove andare se si vuole stare soli, occorre stabilire insieme tutta una serie di cose (dalla cambusa alle rotte, ai tempi di stazionamento in una determinata caletta) e poi vai tu a sapere che cazzo di alchimia si può creare a bordo? Quella è sempre un terno al lotto. In cuor nostro, speriamo che Antonia (la nostra compagna dell'anno prima) si decida a unirsi a noi, in modo da formare una solida maggioranza a bordo, collaudata e in grado di "gestire" le cose in ogni momento in cui c'è da prendere una decisione. E invece no: una mattina, Alessandra ci informa che ha dato conferma ad un'altra ragazza, amica di amici suoi, che arriverà in traghetto e che conosceremo alla stazione marittima di Olbia.<br />
Le mie sensazioni sono positive ma alcune nubi, in questa estate dei concerti e dei cieli tersi, si addensano nella mia testa. E se le 3 ragazze non andassero d'accordo tra loro? E se, peggio ancora, fossero in qualche maniera inutilmente coalizzate con lo scopo di crearci imbarazzi, una volta a bordo?<br />
Chissà: fatto sta che ci si presenta e subito veniamo spediti tutti a fare la spesa per la cambusa, poi a bordo e via, rotta verso la Corsica.<br />
Noi 3 ragazzi sappiamo come si stia bene insieme, gli argomenti da toccare e quelli meno interessanti, le confessioni da tirare fuori la prima sera e tutte queste robe qua. Veniamo a sapere che per le ragazze a bordo si tratta della prima esperienza velica ma appaiono sorridenti e strafottenti, anche quando finiscono di corsa al bagno per vomitare, che nelle bocche il mare è agitato. Sorridono, trasmettono un feeling di benessere e complicità aiutato dal fatto che il Comandante e Alessandra sono cordiali e pieni di esperienza per farci superare le piccole barriere iniziali.<br />
<br />
Il resto, beh il resto non lo posso raccontare.<br />
Perchè non ci sono le parole, o perlomeno perchè io non le conosco. Le parole per descrivere l'assoluta bellezza e ineffabilità di quei sette giorni spesi tra il mare, rade e località stupendi e soprattutto ognuno un pò, sempre di più, dentro il tempo degli altri, con il piacere puro di stare insieme, conoscersi, confrontarsi, parlarsi. E ridere.. mamma mia da quanto tempo non ridevo così tanto.<br />
E come sempre mi sono ritrovato a constatare che buttarsi, alzarsi dal letto e fare qualcosa porta con sé il potere fortissimo di aprirsi alla serendipità, apprendere da ciò che si sente, ciò che accade.<br />
Ho imparato tantissime cose, che spero di portare con me il più a lungo possibile.<br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-dz6Vl159Nq4/VeW3d-VvplI/AAAAAAAAE3M/gIYSOITk2gk/s1600/Liol%25C3%25A02.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-dz6Vl159Nq4/VeW3d-VvplI/AAAAAAAAE3M/gIYSOITk2gk/s320/Liol%25C3%25A02.JPG" width="320" /></a>Ho imparato che andavamo verso Bonifacio, Cala della Rondinara o Lavezzi ma in realtà andavamo ogni giorno di più <i>verso</i> Isabel, Gigi, Eleonora, Paolino, Rosa con la grande fortuna di avere accanto persone che sono un pò così anche nella vita reale, un pò sono davvero quelle che sono state accanto a me in quei meravigliosi giorni intorno all'arcipelago della Maddalena, anche se le incroci al supermercato sotto casa. Che culo, ragazzi miei, avervi incontrato.<br />
<br />
La vela è vita perchè impari a capire che non puoi cambiare il vento, ma puoi sempre regolare le vele.<br />
La vela è vita anche perchè ti mette a stretto contatto con gli altri e ti impone di cercare il miglior te stesso da offrire agli altri, che la barca così sarà molto più stabile.<br />
<br />
A volte ho fatto questo gioco di trovare i "momenti perfetti" e sono stato fortunato quest'estate perchè ne ho vissuto più di uno. Nella settimana passata su Liolà ce n'è stato uno che vi voglio raccontare.<br />
Saranno state le tre del pomeriggio, o forse le quattro, nel rarefarsi del tempo che solo il sole sulla pelle e alcuni giorni nomadici in barca avela ti possono dare. Non riesci più a pensare a niente, anzi meglio: finalmente riesci a non pensare più a niente, che se ti chiedessero il numero del pin del bancomat rimarresti a bocca aperta per mezz'ora. La barca è quasi deserta, siamo rimasti a bordo in tre, che tutti gli altri hanno deciso di nuotare fino a riva, battigia dell'isola di Cavallo, per quel poco che la si può calpestare visto che è privata e popolata da rade, meravigliose ville.<br />
Io sono a prua, steso al sole, apro "L'estate infinita" di Edoardo Nesi e ne leggo alcune pagine, poi cado addormentato. Dopo un pò mi sveglio, mi guardo attorno, scambio due parole con il Comandante e realizzo che sono le 4 appena. Tutto il pomeriggio davanti. Magari potrei fare un tuffo, oppure mi rimetto a leggere, e stasera potremo giocare a indovinare i film mimandone i titoli, oppure raccontarci gli ultimi 3 anni della nostra vita.<br />
E' ancora quel momento lì quello che a me piace più di tutti.<br />
<br />
Con tutto il mare davanti<br />
Con tutto il libro da leggere<br />
Con tutto il tempo per aspettare gli altri che torneranno.<br />
<br />
Che poi sceglieremo insieme una canzone, ci passeremo l'accendino e fantasticheremo su un possibile ritrovo ad ottobre. "Momenti perfetti", li chiamo io e sono la cartina al tornasole di una vacanza perfetta, che per fortuna si sta trasformando in una fine estate di nuovi contatti e progetti.</div>
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Ci sono cose che se non le scrivi, mica ti entrano in testa.<br />
<br />
Ti perdi nel lavoro dove vedi che sei capace, anzi forse a volte sei un tantino sprecato, e alla fine ti incazzi perchè non ti danno soddisfazioni. #graziealcazzo, lo sapevi già da prima!<br />
E ti dimentichi di fare le cose che servono a te, conoscere meglio le persone che ti interessano, sporcarti le mani, prendere qualche calcio magari ma darne anche, sgomitare e costruirti bene la tua strada.<br />
Hai sbagliato a leggere la cosa, a dare la scala di priorità. Hai sbagliato forse a pensare, o a pensare troppo, che il tempo passa e qui non succede un cazzo e te lo vendono come un successo.<br />
<br />
I tuoi punti di riferimento che a volte non sono più tali: alcuni mostrano le loro fragilità, altri fanno cazzate o sono giù di corda, altri ancora semplicemente capisci col senno di poi che non lo erano in realtà, dei punti di riferimento.<br />
<br />
Una vita dove le cose non si punta più a farle bene, ma a tentare di metterle in piedi, in un contesto dove non credi più a nessuno e non hai traguardi a lunga scadenza, non è una cosa bella.<br />
<br />
Senza un progetto non ci si alza dal letto!! Morgan quanta ragione hai, Morgan.<br />
<br />
Bene, arrotolarsi le maniche e cominciare a sporcarsi le mani! andale!</div>
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<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dopo anni chiude <a href="https://www.facebook.com/pages/Voi-siete-qui-Radio-24/163190700390424?fref=ts" target="_blank">un programma su Radio24</a> che davvero, mi ha cambiato la vita. Che poi non è un programma, sono stati anzi almeno 3 programmi diversi. Con un tema comune: raccontare le storie. Che prima non sapevo come dirlo e ora invece sì: le storie degli altri sono le nostre storie e conoscerle ci rende un pò migliori.</span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A me le storie mi hanno reso migliore in un numero infinito di modi, che ho cercato di raccontare ai curatori del programma con la storia di sotto. </span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Aeroporto come sempre, volo AZ1595. L'aereo prende il volo e io mi infilo le cuffiette, metto l'iphone in modalità utilizzo in aereo e apro la app dei podcast.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Ascolto sempre gli stessi due per primi: la puntata del 14 febbraio 2012, quella di Viola che si lascia con il suo ragazzo, una voce bellissima. </i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Poi subito dopo quella del <a href="https://www.blogger.com/null" style="color: #222222;">20 febbraio</a>, Massimo Neriotti e il suo Scagnolari</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Ma la storia comincia prima, molto prima. Gennaio 2010, uno dei pochissimi giorni a casa dal lavoro senza un motivo particolare, dopo oltre 6 anni di lavoro e viaggi quasi ininterrotti.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Erano le 16, ero a zonzo in auto e su Radio24 c'era questa storia di una vita in vendita per cominciarne una nuova, una voce molto bella, una storia bellissima su una racchetta da tennis. Fu amore al primo ascolto.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Poi: passano i mesi, volo in Argentina, ascolto tante tantissime puntate in quella trasvolata di 12 ore, sempre con le cuffiette, e la signora di fianco a me, vedendo delle lacrime scendere lungo le mie guance, che mi chiede se va tutto bene. Si che va tutto bene, fu un momento di rara empatia.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Poi ho conosciuto la Stefania, non so perché. Ci facevamo like a vicenda nei commenti su quanto scrivevate su facebook, e da lì é andata avanti. Ora ci vediamo sempre e siamo grandi amici. Abbiamo inventato impegni di lavoro per venirvi a sentire al "live" e anche a #dontellmymum e parliamo di certe puntate e son cose che capiamo solo noi.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Ma andando ancora indietro, la vostra iniziativa a RivadelGarda con RadioIncontri e il mio racconto selezionato per la finale. Era il 2010 ed era vendo anch'io o qualcosa del genere. Una trasferta che diventa una festa, con molti amici che mi seguono, un bellissimo weekend che libera le sinapsi e allora chiamo un amico che lavora in una radio underground bolognese e gli racconto che vorrei fare un programma di storytelling, che ho in mente una storia e che l'idea di andare in onda con un radiodramma sarebbe stata "killer". Chissá in quanti mi hanno ascoltato, ma fatto sta che è uscito fuori "Dromomania", un programma in cui un malato di viaggio visitava e raccontava il mondo che vedeva, in attesa di trovare la città che "risponde alla sua domanda fondamentale". Insomma, ho fatto un programma radio, 40 puntate di mezz'ora. Un romanzo radiofonico con tutta la miglior musica e le pagine dei libri più belle di sempre. Uno spasso enorme.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Grazie alla Stefania ho deciso di imparare a nuotare, visto che stavo provando a imparare andare a vela. Bene: dopo 3 anni, posso dire di saper fare un pochino a nuotare, a stile e dorso, e questa estate in Sardegna dalla barca in rada sono arrivato fino in spiaggia, cosa impensabile prima.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Poi. Per lavoro sono dovuto andare al Sole24Ore a parlare della fiera e del settore per cui lavoro, che ci sarebbe stato da sviluppare uno speciale e poi Barisoni era stato pensato come il moderatore al convegno inaugurale.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Da lì si arriva a ragionare di avere Radio24 tra i padiglioni durante i giorni di fiera, per alcune interviste su "Focus Economia". Le mie parole alla direttrice marketing Luisa Valsecchi sono perentorie: l'affare si chiude solo se mi manda Caccia e Bonini a Bologna a fare una puntata sui meccanici.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>E così avviene, in pratica ho una puntata del programma di storytelling a casa mia, o quasi, per la gioia di Stefania, unica spettatrice con sedia dedicata. Ancora oggi me la racconta, quella giornata.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Ecco. Volevo dirvi che tante cose sono nate, grazie a voi. Al vostro spirito, alla serendipitá. A non so che.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Per chiudere, confermo ancora una volta quel che vi dissi e purtroppo andó tagliato il giorno che avete letto la mia storia, nell'aprile scorso. Conoscervi per caso, ascoltarvi e divenire dipendente delle vostre storie mi ha reso una persona migliore perché conoscere le storie delle persone significa conoscere le nostre storie.</i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="background-color: white; color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-size: 13px;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">il programma riparte, su una radio nuova e con un nuovo progetto. Così come il programma, anche le storie e la vita ripartono, basta solo raccontarle, ascoltarle, viverla.</span></div>
</div>
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Eilà,<br />
<br />
ancora una volta torno da un viaggio e mi viene da scrivere.<br />
E ci sta. Perchè se non sei bravo a notare i microcambiamenti, i <i>feelings</i>, i toni e gli umori - come io certo non sono - allora ti vuole sempre un bello <i>choc</i> per tirarti fuori un punto di vista, un paragone o anche un'emozione.<br />
E il Sudamerica è emozione, come nessun altro luogo al mondo, per me e per quel poco che ho visto.<br />
<br />
Su Buenos Aires ho ormai una memoria un pochino sbiadita, sono passati quasi 10 giorni e non ho nemmeno una foto da osservare per farmi tornare fuori qualcosa, perchè tanto per cambiare ho perso il mio iPhone e ora so dove andranno (tra le altre) i soldi per il mio regalo di natale.<br />
Però un sacco di cose restano, eccome. I <i>tanos</i> di là, certo molto diversi tra loro, con una vena ora ironica ora disincantata ora nostalgica, ma pieni di sfaccettature e piacevolezze.<br />
<a href="http://www.batifondo.net/" target="_blank">Andrea </a>mi ha invitato a casa sua a vedere una partita in tv, poi in un'indigestione di calcio e parilla siamo andati alla cancha de Velez e quindi a mangiare, finendo con un caffè alle 3 a.m.<br />
Indubbiamente è interessante, sono certo che Buenos Aires lo ha reso ancor più interessante, ha un modo di vivere la vita che un pò deve essere suo proprio, un pò deve essere come un'abbronzatura che ti dà il luogo, e che in Italia avevamo forse e ora si è persa, ma va ritrovata.<br />
Alla fine della serata, mi ha lasciato alle 3 del mattino di fronte al mio hotel e per 10 minuti ho rivissuto la scena dell'esperienza di due anni fa, quando un set mi si parò dinnanzi nell'incrocio tra Gorriti e Fitz Roy.<br />
<a href="http://lamezzastagione.blogspot.co.uk/2012/07/gorriti-cruzando-fitz-roy-un-set.html" target="_blank">Rileggetevi quel post, le tanto vituperate politiche della Cristina e un'inflazione reale al 30% poco hanno potuto, i venerdì sera a palermo Hollywood sempre quel feeling lasciano</a>, datemi ascolto risparmiate un pò di soldi per il (lungo) volo e venite a vedere con i vostri occhi, di cosa sto parlando.<br />
Andrea è uno <i>che se stessi là</i> lo vorrei vedere spesso, perchè quasi sempre dà una visione inedita di una situazione già vista. Mi fermo a pensare quante volte ho pensato, quante volte ho scritto <i>se stessi là. </i>Dopo 10 anni di viaggio e 6 di mazzate nel posto dove vivo, mai come ora ho ancora voglia di viaggiare per conoscere, importare e aggiustare un pò il posto in cui vivo, per provare a lasciare un mio segno. Ma ne parleremo.<br />
<br />
Grazie alle chiacchere con Andrea ho saputo che i lavori in casa degli artigiani, sì quelli di idraulico o imbianchino, solo da noi si chiamano "a regola d'arte" perchè là no, non c'è la tradizione ("<i>Che, que lo quedas asì eso??</i>" ecco cosa dicono i <i>duenos</i> di casa mentre vedono nefandezze apparire sulle loro pareti di casa. Certo che lo lasciano così!).<br />
<a href="http://www.velezsarsfield.com.ar/" target="_blank">Alla cancha de Velez</a> ho capito che le partite di fine d'anno sono inutili in tutto il mondo, che anche il Velez è di fortissime origini italiane, che il calcio argentino è in una crisi profondissima poichè qualunque minimo talento è più pagato per giocare fuori, anche in Thailandia, piuttosto che nel campionato del suo paese; poi ho imparato che il papa è in effetti amatissimo, ma al secondo gol fortunoso e in contropiede, un tizio accanto a noi e fino ad allora silente si è alzato in piedi per gridare con voce baritonale "Papa Francisco la <i>putamala</i> que te pariò!!" e allora anche qui ci somigliamo proprio mannaggia.<br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-kzRtkKdJu4U/VIxDSo6uWcI/AAAAAAAAEwk/ELnQ4n4L59A/s1600/IMG_0006.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-kzRtkKdJu4U/VIxDSo6uWcI/AAAAAAAAEwk/ELnQ4n4L59A/s1600/IMG_0006.JPG" height="240" width="320" /></a><br />
Dieci minuti di gloria camminando alle 3 di notte per far scendere el asado: mi fermo a osservare una vetrina spenta e un ragazzo chiaramente inglese mi si avvicina, che sta per entrare in casa lì di fianco e con un accento fortissimo mi fa: <i>"como fue tu serada?</i>".<br />
Io squadro sto biondino e decido di trasformarmi in <i>porteno</i> per 10 secondi: soppeso la risposta e poi a mezzabocca biascico "<i>che, yo la voy a empezar ahora mismo, boludo!</i>". Lui ride e entra in casa, facendomi il segno di vittoria. Gol!<br />
<br />
Gol appunto: con 3 voli della compagnia arancione valico il confine e poi viaggio lungo il subcontinente verdeoro. E' un'esperienza da fare e rifare, perchè sono certo che non basterà mai. Vedi il sud e ti manca il nord, vedi le città e ti manca la natura, vivi le spiagge ma non conosci i locali e il loro modo di vivere. Non basta una vita per conoscere il Brasile. Te lo assicuro, è così.<br />
Ho la fortuna di conoscere Fer, un'amica che ha vissuto tre anni in Ialia illuminandola con la sua sapienza e modo di essere. E' una bellissima ambasciatrice del suo paese e i certo la prossima Presidenta del paese. Lei mi fa da Cicerone e mi racconta la storia di Porto Alegre, mi ordina di continuo <i>caipirinhas</i>, mi fa provare la migliore <i>picanha</i> della città e insomma mi fa fare due passettini dentro la sua città, il suo stato, il modo di essere dei brasiliani tutti.<br />
Che insomma, non sono diversi da noi ma <i>cazzo</i> stanno bene. Perchè anche noi lo stiamo, ma loro hanno come un pappagallo che deve ripeterglielo ogni mattina quando scendono dal letto.<br />
La vita ha sempre una prospettiva da cui osservarle le cose e, salvo casi eccezionali, può sempre essere vista con più luminosità o più nuvolosa. Siamo noi a gestire questo photoshop sulla foto del nostro quotidiano.<br />
A quanto ho avuto modo di vedere, dovremmo andare a frequentare corsi tenuti da loro su come usare al meglio quell'intrigante programma.<br />
Porto Alegre è diversa e calda, brasiliana e italiana, ordinata e in salita, giovane e con stile classico. Un posto dove la gente va a lezione dopocena per prendersi la laurea in giurisprudenza a 40 anni (e la Fer gli fa lezione, 12 ore di lavoro no stop), dove per il carnevale fanno giusto un paio di giorni di stop, dove a luglio ed agosto può quasi ghiacciare. Dove uno scontrino è "uma notinha", dove il concierge dell'hotel si impegna a affinarti quelle 4 parole in brasileiro che so. Mi è piaciuto.<br />
<br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-G3sSoOnRYPw/VIxDVAaArWI/AAAAAAAAEws/6lCkWaVkGcI/s1600/IMG_0095.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-G3sSoOnRYPw/VIxDVAaArWI/AAAAAAAAEws/6lCkWaVkGcI/s1600/IMG_0095.JPG" height="320" width="240" /></a>Poi a Belo Horizonte, ho trovato il perchè del titolo del post. Uno staff ad aiutarci, nella nostra missione di lavoro, sempre disponibile, sempre allegro, sempre tranquillo.<br />
<br />
Tu che leggi, quanto daresti per avere una vicina di ufficio che, al suo del telefono risponde con voce vibrante con qualcosa del genere: "Olà.. sìm.. tudo bem... aaahh!! TODA JOYA!!"<br />
Cioè ma ti rendi conto?<br />
(e soprassiedo sui lunghi capelli neri fin quasi al sedere e sui tacchi a spillo di mercoledì mattina!)<br />
<br />
C'era poi quest'altra ragazza, Julia, bellissima e con un modo di fare davvero incantevole che ci accompagna a una visita per farci un pò da interprete. Svolge il suo lavoro perfettamente: è una brasiliana che ha scelto di studiare italiano al liceo andando a fare la scuola della <a href="http://www.fundacaotorino.com.br/" target="_blank">Fundacao Torino</a> così.. perchè l'italiano è un sogno (ribadisco: <i>ma ti rendi conto?</i>), non ha origini italiane lo ha fatto proprio perchè le piaceva!<br />
E' elegante, avrà al massimo 25 anni e alla fine, dopo avermi sedotto ancora di più chiedendomi se amo il calcio e che la sua squadra del cuore, che segue sempre, è il Cruzeiro, ci saluta con convenevoli che saranno durati 15 minuti, poi ci prende le mani in un gesto innocentissimo ma che racchiude tutto <i>l'olismo cosmico del bene</i>, una perfezione così assoluta in un movimento che noi in Europa o nel nord del mondo non sappiamo neanche più cosa sia, che nemmeno tra moglie e marito alcune coppie non vivono (ndr: sì, alla tua domanda rispondo sì! me la sarei trombata seduta stante!! e tu se sei uomo, lo stesso).<br />
E alla fine, dopo tutto questo, si accomiata dicendo "<i>spero di essere stata utile per voi in questa giornata, so che questo incontro era importante per voi e mi ero preparata al meglio</i>". 47 minuti di applausi, abbiamo parlato di lei tutta la sera.<br />
Ma il giorno dopo, anche di meglio: c'è una interprete ufficiale che dovrebbe andare ancor meglio di Julia (che in sala è indaffaratissima tra microfoni, foto, cartelline, networking.. a proposito: dopo il liceo, una laurea e un master in marketing), anche lei molto giovane molto appariscente e molto carina. Però va in banana!<br />
Si blocca spesso, la aiutano un pò tutti nel trovare le parole da tradurre, ci sono spesso silenzi imbarazzanti, le nostre frasi si fanno sempre più brevi nel tentativo di aiutarla... vabbè, non una gran figura.<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-sb8IwqmZY5g/VIxDWumtQyI/AAAAAAAAEw0/5NSIE4o5lok/s1600/IMG_0113.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-sb8IwqmZY5g/VIxDWumtQyI/AAAAAAAAEw0/5NSIE4o5lok/s1600/IMG_0113.JPG" height="320" width="240" /></a>Ma alla fine, quando dopo i convenevoli e lo scambio di biglietti da visita e quattro chiacchere in <i>portoispanoingloitaliano</i> un pò con tutti rimaniamo solo noi, lei, la ragazza giovane e quasi tremante, viene da me e mi dice che si scusa perchè era nervosa e ha fatto un pessimo lavoro, era molto emozionata e ora è dispiaciuta, che sa che non si può rimediare ma che ci augura che tutta la nostra missione vada per il meglio.<br />
Cioè, voglio dire: lei poteva andarsene, confondersi tra la gente, stare zitta e sbattere gli occhi invece è volontariamente venuta a prendersi il suo piatto di merda da mangiare, perchè le persone sono la cosa più importante, questo danno davvero la pena di pensare i giovani brasiliani. Che saranno anche corrotti, scostanti, imberbi, talvolta svogliati ma almeno sulla mia esperienza posso dire che la parte buona del paese è in buone mani.<br />
<br />
Di San Paolo non parlo che ho un crampo alla mano, ma lo farò presto. Voglio ringraziare tutti quelli che sono venuti a pranzo il 23, spero si possa ripetere presto.<br />
La cosa più importante sono le persone e a volte occorre andare lontano per ricordare bene questa verità.<br />
L'ho già scritto ma lo ripeto: occorre che torniamo a provare stupore nelle piccole cose!<br />
<br />
W O' Brasil!<br />
<br />
</div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-S1Ke0Dhxo4A/VEpn18v1-wI/AAAAAAAAEu8/5LqjKtYN0Ds/s1600/IMG_1588.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-S1Ke0Dhxo4A/VEpn18v1-wI/AAAAAAAAEu8/5LqjKtYN0Ds/s1600/IMG_1588.JPG" height="320" width="320" /></a><i><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Mó oo sai che a mme er lavoro me piasce.. te o sai.. Peró mó me sto a scojonà!! Un giorno er toner bloccato, un altro er fax che nun funziona, na cosa n'artra mó me comincio a ffa deee domande! Si ffossi n'diriggente nun dormirei aa notte!! Só ssolo n'funzionario có determinate funzioni.. - (s'arza na voce) Ehmmó! sei n'direttore daaa cosa!! - certo!! Peró mó ce stanno i ddiriggenti che un ponno bloccacce.. - dolceee??!? Dolcino?! (prorompe il cammeriere, e il tavolo da 8, in coro, per tutta risposta) EMBÈ!!!!</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Vellutata di nocciola tutta a vida!! Mó ce scofaniamo pure questa!! Tanto chessó.. Eeeh duequaranta.. Embè?!</span></i><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Roma.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Interno. Pomeriggio. Location: Giggetto, Portico di Ottavia, Ghetto. Roma.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;"><i>"Mó ammè ma mancano dieschanni paa pensione, mó na vorta a questo punto aveii finito de lavorá, mó come stamo messi ce tocca d'annà avanti!!"</i></span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Mi venga un colpo se ho capito dove sono impiegati questi 8 che ho di fianco a pranzo, con età tra 45 e 60 anni, so solo che non lo nominamo mai il posto in cui lavorano.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Di contro peró alcuni altri interessanti termini: <i>ragioneria, centrale acquisti, ufficio permessi, permessi speciali, inpdad, rappresentanze, ritardi, assenteismo, selezione, concorso tagliato su misura, piano assunzione diriggenti, mobilità, rivalutazioni, scorrimento graduatorie, inps, accantonamento, diritti stabbiliti, negozziazzione, stadio nuovo della Roma, delibbera, mó quant'effiga a nuova ingegneressa.</i></span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Ma facciamo un passo indietro. Ore 10,20 arrivo alla stazione Termini</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Ancora in stazione decido di prendere un caffé e mi reco in un bel bar di quelli profondi e con i banconi neri. Impossibile rispondere a un sms sul telefono: la gente in coda per lo scontrino passa avanti da ogni lato e in tutti i modi. Occorre spingere e allargare i gomiti!</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Coda lunghissima: il cassiere è al telefono e si dilunga sfottendo sulla Roma e sulla Lazio.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Al banco, un secolo per avere il caffé e non come lo avevo richiesto, domandando per favore.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Prendo la metro e faccio le scale: quelle mobili sono rotte sia a salire che a scendere.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Arrivo alla guardiola della sede del Ministero dello Sviluppo Economico e nessuno mi guarda perché i due carabinieri sono impegnati sul loro smartphone a battere il record di qualche videogioco.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Alla porta, suono (giuro suono!) ma nulla: la usciere che dà il badge (e apre porte) chissá dov'è. Arriva giustificandosi e lamentandosi.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Riunione: nessuno ricorda della mia email di due giorni prima, pare sia un problema fare 4 fotocopie, il dirigente é stato trattenuto in un meeting improvviso, le poche considerazioni dei due pellegrini di fronte a me sono del tutto strampalate.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Però si lamentano benissimo: che sono pochi, che lavorano troppo, che hanno risorse scarse, che non nutrono di adeguata considerazione.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Esco e la usciere (la stessa di prima) che mi deve consegnare il documento di identitá non c'è. Avrà il diritto di andare al bagno pure lei, mi apostrofa mentre arriva con tutta calma.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Vado verso la metro e tutto é sciatto: arredi alla stazione divelti, accattoni ovunque, sporco, vagoni imbrattati, annunci incomprensibili.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Torno al centro, scendo al Circo Massimo e cammino col naso all'insù fino al Ghetto, in preda alla solita <i>Sindrome di Stendhal</i>. Come fanno a lavorare questi? Con che crudeltà glielo chiediamo?</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Leggo annunci immobiliari con valori che forse solo a Londra vengono equiparati, noto moto costosissime, suv ovunque, bar e ristoranti pieni. Roma.</span><br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-UA8LfYa11tk/VEpn10j5mWI/AAAAAAAAEu4/uBDujl6cbu4/s1600/IMG_1594.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-UA8LfYa11tk/VEpn10j5mWI/AAAAAAAAEu4/uBDujl6cbu4/s1600/IMG_1594.JPG" height="320" width="320" /></a><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Ordino carciofi alla giudea e bucatini alla amatriciana e ascolto questa commedia dell'arte in scena al tavolo a fianco. Penso che Roma non sará mai un posto normale. Davvero: o la chiudiamo come un museo o ce la teniamo cosi.</span><br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-UA8LfYa11tk/VEpn10j5mWI/AAAAAAAAEu4/uBDujl6cbu4/s1600/IMG_1594.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><br /></a>
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Per la cronaca: era il pranzo per salutare uno di questi funzionari che andava in pensione. Chissá che stanco che sarà stato dopo secoli di duro lavoro. Mica ho capito per quale ente fossero impiegati. Ho capito peró che avevano tante cose per cui lamentarsi.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Fuori, un fiume di gente che inondava come ogni giorno Roma. Mi si é rivelata in tutta la sua meraviglia la perfetta definizione di "città eterna" per questo luogo.</span><br />
<br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;" />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">Riforme? No, Roma.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-UA8LfYa11tk/VEpn10j5mWI/AAAAAAAAEu4/uBDujl6cbu4/s1600/IMG_1594.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div>
<br /></div>
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Sono tornato a Londra la settimana scorsa, terza volta per me quest'anno e forse non è finita nel 2014.<br />
Naturalmente ai due giorni di business ho sommato 2 giorni di incontri miei, osservazioni, esplorazioni. Due giorni per vedere amici, amiche, conoscenti che sta cosa qua lo so che ormai è forse fuori fuoco rispatto a quello che dovrei fare, ma a me continua a piacere. Ragazzi, mi piace.<br />
<br />
Io tornerei indietro, ai <a href="http://lamezzastagione.blogspot.it/search/label/Londra" target="_blank">vecchi post che ho scritto quando sono passato da là</a>.. tornerei anche ad ascoltare quella grande sega che è stata <a href="http://www.mixcloud.com/emanuelevicentini/dromomania34_finale12/" target="_blank">Dromomania, programma di Storytelling radio in un periodo fertilissimo della mia vita creativa, 4 anni fa. Tornerei ad ascoltare la puntata dove il malato di viaggio si reca a Londra</a>, ma non mi serve. Me la ricordo ancora perfettamente.<br />
<br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-P0LTnofjWjc/VEWVWC12eAI/AAAAAAAAEuc/ybEaGPnGe3U/s1600/IMG_1506.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-P0LTnofjWjc/VEWVWC12eAI/AAAAAAAAEuc/ybEaGPnGe3U/s1600/IMG_1506.JPG" height="320" width="320" /></a>Ricordo tutte le volte che sono venuto a Londra, tutte le cose che ho scritto su questa città, tutti i feeling che ho avuto, gli odori che ho respirato fossero quello di fumo sotterraneo nella Tube, di solvente nei grandi <i>department stores</i> appena puliti al mattino, di <i>muffa</i> nei vecchi record shop, di <i>piscio</i> girando certi angoli dietro pub che ormai non ci sono più, di erba bagnata attraversando Hyde Park.<br />
E poi mi ricordo tutte le sinapsi che mi ha aperto Londra: la <i>southbank</i> che mi rimandava alla mente l'inizio di "4 matrimoni e un funerale; lo scalpitio di zoccoli di cavallo che mi ributtava al piazzale davanti al vecchio Stamford Bridge, a vedere Chelsea-Arsenal rigorosamente al sabato pomeriggio; quel ragazzo che calcia una lattina fuori da una fermata di metro della Hammersmith appena parte "She's elettric" e tutto un lavoro così.<br />
E i suoni, tutte le canzoni di Londra, tutti gli atterraggi in aereo, tutti i viaggi in metro con le cuffie nelle orecchie e via di Pink Floyd e Bowie, Clapton e gli Stones, Massive Attack e Portishead, Wham e Queen, Clash e Jamiroquai e Amy Winehouse perchè Londra più di ogni altro posto al mondo è LA musica, tutta la musica, tutti i suoni.<br />
<br />
Però poi Londra è energia, ancora una volta, velocità. E sorpresa.<br />
Energia significa la hostess che ti sorride aperta e ti dà una pacca sulla spalla mentre ti saluta; è la receptionist che ci mette passione nel raccontarti le 4 banalità del suo lavoro; sono i milioni di italiani che sorridenti occupano tutti i bar ristoranti tavole calde e catene di cibo delle zone 1, 2 e 3 di Londra; sono le francesine strafiche che camminano sulle punte lungo Kensington, è Gianlu che ti vuole vedere anche se non ha tempo e si attacca a facebook per fissare un appuntamento e ti viene a prendere alla fermata della metro, è Lucia che non sarà a Londra in quei giorni ma ti manda qualche suggerimento sempre azzeccato, è Margherita che nella sua semplicità mista a serenità si muove precisa tra case da acquistare e reparti maternità, tra fiere del caffè e concerti alla Royal Albert Hall; l'energia di Londra è Silvia che due settimane prima tenta di prenotare all'<a href="http://experimentalcocktailclublondon.com/" target="_blank">Esperimental Cocktail Club </a>e lo trova esaurito ma non si prede d'animo e ne scopre <a href="http://www.evansandpeel.com/" target="_blank">un altro</a> quasi migliore; sono i <i>doorman</i> all'<a href="http://parklane.intercontinental.com/" target="_blank">Intercontinental di Park Lane</a>, le donne in carriera che spingono dentro la Tube, i kuwaitiani che chattano allo smartphone mentre sorseggianio un tea in un Café Nero, un compleanno improvvisato in un bar kitch di Regent Street, le spagnolite che in gruppo camminano e <i>charlano</i> lungo Portobello Road, le<i> old ladies</i> con berrettino a elica perse a Belgravia che, con un accento pescato con la macchina del tempo, ti chiedono dove sia Crescent Park o Garden o Lane o chissachè.<br />
<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-hYU35nq7JPI/VEWVbcm6coI/AAAAAAAAEuk/JfeW2sRb2o0/s1600/IMG_1470.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-hYU35nq7JPI/VEWVbcm6coI/AAAAAAAAEuk/JfeW2sRb2o0/s1600/IMG_1470.JPG" height="320" width="320" /></a>Velocità significa corsa alla casa: trovarla in affitto, migliorarla, cambiarla, comprarla, aprire un mutuo per lei, convocare un <i>solicitor</i>, rivalutarla, passare il sabato a vederne 4 nuove "di scorta", se non venisse accettata l'offerta per quella scelta. Velocità significa fissare 5 appuntamenti lungo la giornata e durante il quarto parlare del giorno dopo e pensare a ieri, segnarsi il nome di un contatto, di un ristorante, di un sito, di una app, di un libro, un suono, un sogno, un taglio di occhi.<br />
Londra va veloce, e vecchi ricordi liquidi si sovrappongono a quelli presenti e già invercchiati, in un effetto <i>saudade</i> che proietta il te ventenne nelle domande del te quarantenne che sa che ce la farebbe ancora, se decidesse di muovere qui, ma che il sogno non esiste e allora per cavarsi l'astinenza di dosso basta comprare il Guardian lungo Cromwell Road, pedalare con le <i>Borisbikes</i> fino a Portobello e poi da lì, dietro le ville di Holland Gardens, fino a Marylebone e Baker Street e poi su oltre Hampstead heats e chissà dove, senza pensare perchè Londra è veloce, al massimo fermandosi a catturare quel suono con Shazam, perchè Londra è un suono.<br />
<br />
Sorpresa significa Harrison Ford vicino di tavolo e quasi non darsene caso, ridacchiando appena con la cameriera aragonés sul drink che si sta bevendo; poi significa una nuova città a est che si è innestata su quella che conoscevi e ne ha creata un'altra, un <i>flavour</i> nuovo ancora che sembra quasi di andare in vacanza se per una sera o una vita si decide di essere uno di loro; infine significa prendere un taxi con la furia addosso e ritrovarsi a parlare in spagnolo con la conducente che è una cilena simpaticissima e scoprire che sta con un tipo del Bangladesh conosciuto durante una vacanza a Londra che è diventato l'uomo della sua vita. Storie di Londra: sei mesi a guidare un <i>cab</i> nero lungo le strade della City of Westminster, sei mesi a <i>descansarse</i> nelle foreste dell'entroterra di laggiù, un posto oltre l'India dove forse prima di lei un cileno non aveva mai messo piede.<br />
La mia curiosità e lo spirito da sociologo da 4 soldi fa sì che le chieda: ti sembra felice la gente qui a Londra? macché, fa lei, <i>vanno tutti di corsa e si dimenticano di vivere!</i><br />
E chi lo sa, qual'è l'essenza di vivere qui. Forse correre, forse inseguire i propri miti. Forse stringere la mano a David Nicholls (Apple Store di Regent Street, la domenica). Forse parlare in inglese con una ragazza italiana seduta accanto alla fila 7 sul volo BA al rientro. Forse non pensarci più, specchiarsi negli occhi di chi ha fatto certe scelte, incamerare l'impeto di energia quanto più a lungo possibile, invidiarli ma solo un pò e continuare a fare, che il tempo rimasto è ormai poco.<br />
Londra significa energia, ma Londra significa tutto.<br />
Bello viaggiare, bello fermarsi, magari.<br />
Bello pensare all'idea di casa e sognarne una, un giorno.<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
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</script></div>evhttp://www.blogger.com/profile/13813117139922733947noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-14677070.post-89144510499099072542014-10-08T02:03:00.002+02:002014-10-08T02:03:46.797+02:00Lasciatemi cantare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NlQbyEIPbJ0/VDR-DWn3jLI/AAAAAAAAEuA/0o9eY4YnmYo/s1600/IMG_1317.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-NlQbyEIPbJ0/VDR-DWn3jLI/AAAAAAAAEuA/0o9eY4YnmYo/s1600/IMG_1317.JPG" height="320" width="320" /></a>Izmir. E non dico Istanbul, dico Izmir. Istanbul è 15 o 20 milioni di persone e il quartiere-sogno di Bebék, tradizione e folla ovunque, alcool (forse) vietato la sera e minigonne, orizzonti mozzafiato al tramonto e grattacieli a perdita d'occhio, gente che va di corsa e ingorghi, stipendi da 5 o 10 mila euro al mese e 2 milioni di siriani profughi che cercano un'esistenza, bar meravigliosi con terrazze all'aperto che allietano i giovani con brani di Celentano e navi cargo che solcano il Bosforo da sud a nord, oppure sostano a decine nella grande insenatura che si apre sotto il Topkapi. Baklava, vecchi che fumano, ragazzine col cane che sembra la Marina di San Francisco, thé e caffé turco, scorci di mare e di colline, odore di soldi e hotel di super lusso fatti apposta per gli emiri che vengono a pizzicare l'Europa, centri commerciali e fiere, il faccione barbuto di Prandelli e quello meraviglioso di Elcin che esce a cena con me solo perché così "tiene allenato il suo italiano", gatti tra le viuzze di Fatih e ragazze sempre più occidentali quindi belle: un incrocio di razze, una prospettiva diversa sul mondo a 2 ore da casa. </div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Izmir è distante un pomeriggio in macchina. 4 milioni di abitanti, Efeso e Cesme come gite fuori porta, paradiso per coloro che (rispettivamente) non possono stare senza arte e archeologia, vela e kite surf.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Una città adagiata su una baia fatta a C rovesciata, immaginate di simulare una C rovesciata con la mano destra: ecco, quella è la baia e Izmir sorge proprio lì, nell'incavo tra pollice e indice.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
C'è un lungomare di 5, forse 6 chilometri e io ero lì per lavoro e, nonostante le bestemmie, devo dire grazie azienda che, per lo meno, in questi anni mi ha fatto scoprire quanto il mondo sia grande e diverso, come gli affari possano essere conclusi in molti diversi modi, come ci si possa capire al volo senza parlare una parola della lingua dell'interlocutore.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
In questo lungomare, la sera 200, forse 300 ristoranti a fianco del <i>seafront</i> sempre pieni offrono branzino e pesce spada, frutti di mare e pistacchi, mezze e baklava. Tutto un lavoro così.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7SANiUjZbZM/VDR41k-7XxI/AAAAAAAAEtw/QlmRStXnLlY/s1600/IMG_1347.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-7SANiUjZbZM/VDR41k-7XxI/AAAAAAAAEtw/QlmRStXnLlY/s1600/IMG_1347.JPG" height="320" width="320" /></a>Di giorno organizziamo il nostro business lunch, poi il pomeriggio un pò di lavoro in camera con vista mare e al tramonto alzo lo sguardo e vedo che sì, davvero, il sole cade sul mare esattamente nella parte aperta della baia, lo spazio tra il pollice e l'indice della vostra C della mano. Scendo e faccio questa foto, nessun effetto mi sono solo inginocchiato. </div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Parlassi un minimo di turco, non tornerei più indietro. </div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
E come me direi che l'hanno pensata in tanti perchè in due sere di passeggiata e ristorante ho sentito parlare francese e tedesco, arabo e naturalmente italiano.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Mi infilo le sneakers e mi faccio una corsa di iodio come neanche in Sardegna due mesi fa, davvero una libidine.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Poi a cena organizzando business futuri, aziendali e personali, quando d'improvviso arriva un venditore di accendini che qui allarga la sua mercanzia a velieri in legno e sigari, mi si avvicina inquisitivo e mi chiede se prendo qualcosa. Alla mia risposta, si allarga un sorriso. Mi riconosce subito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ZhqG49Zc2tI" target="_blank">"italiano? Lasciatemi cantaaaareee..... sono un italiano vero!".</a></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Boh, non chiedetemi perchè, ma mi sono sentito non dico orgoglioso, ma quasi. Sempre storia, sempre testa girata al passato, sempre cose un pò di merda ma cazzo se c'era un rumeno seduto al posto mio, che gli cantava il vu cumprà?</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Come dice Tolga: "Hey man, being italian still means something!"</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: left;">
Andate in Turchia, trovate un motivo e andateci</div>
<br /></div>
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<div class="p1">
<span class="s1">Vivo a Bologna da oltre un anno e mezzo e mi sono resoconto anche io, tra una trasferta e l’altra, che non è più lei.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Qualche uscita con amici storici e qualche altra con amici recenti ha tentato di offrirmi un giudizio più lieve, ma erano solo serate di balsamo sulla scure della bocciatura.</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Voglio dire: Bologna rimane interessante, ti offre l’opportunità di conoscere gente interessante e talentuosa, ma ormai è un luogo dove prevale inevitabilmente sporcizia, degrado, brutture e se non stai attento, banalità. Di luoghi e di persone.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Forse il mio giudizio sarà determinato dal mio peregrinare che mi porta in luoghi più interessanti ma che sono capitali che non possono essere accostate a Bologna, ma cazzo la sofferenza c’è, la tocchi.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">La gente si accontenta, bighellona. I posti nuovi magari sono fantasiosi, ma poveri. Quelli belli sono ormai appassiti e fuori tempo. La città non ha mai avuto una grande anima ma ora è alla mercé del primo che passa. E’ una tensione continua tra chi ci prova a cambiare le cose (le Social Streets, Kilowatt, la Cineteca) e chi si erge comitato per ostacolarle. Come fare?</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">E’ con questi pensieri che mi affollano la testa che esco per incontrare il mio amico Saverio, un tipico prodotto della sottocultura bolognese del tempo che fu e quindi un individuo splendido, pieno di idee e di positività e un pochettino senza rotta. Si parla di progetti inquinati, si fanno progetti nuovi, si fanno presentazioni lungo un via vai di gente che passa che conosce solo me, o solo lui.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Ci si saluta dopo due ore e il rilancio di nuovi progetti, con sempre al centro quella positività e la voglia di muovere il culo, pur in un contesto sempre più lassista e complicato.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Ma quando è cominciato questo processo di <i>passion drain</i>? boh!</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Sono solo le 21 e allora rispondo a un sms arrivatomi un po' prima e raggiungo questa amica che è anche collega, un po' apolide un po' ancora alla scoperta in cui butta il suo frugale stipendio, perché lei a Bologna ci è arrivata per lavoro (a proposito, di lavoro per rimanere poveri ne parlerò presto).</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">La raggiungo e in realtà sono 4 e tranne le presentazioni le altre non me le filo un granché (ma va?) e rimango fitto a parlare di vacanze e rientro al lavoro veloce viaggio a Mosca e di come facciamo con la mia amica.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Viene il momento di andarsene dal locale in cui siamo (super attivo culturalmente ma adornato da pochi oggetti di riciclo del tempo che fu: un tipico bolognese!) poiché, vengo informato, due delle sue 3 amiche (conosciute con blablacar - ci sarebbe da scriverne un libro) il giorno dopo devono partire presto perché “lasciano Bologna”.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Due salutano e si allontanano appena fuori il locale, la mia amica ha la macchina parcheggiata lontana e allora mi offro di accompagnarla e l’altra ragazza è di strada e viene con noi. E comincia la mia curiosità.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Di dove sei? Cosa fai? Perché te ne vai? Quando hai preso la decisione? Come si fa a prendere una decisione del genere? (niente da fare, avrei dovuto fare il giornalista no way! anzi, sono ancora in tempo!!).</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Lei attaca a parlare, molto spigliata e con una faccia simpatica ma soprattutto con dei fuseaux neri attillatissimi e le gambe lunghe e le Superga ai piedi, non la fisso in basso solo perché noto - per la prima volta, giuro! - i suoi bellissimi capelli biondi. Lei prosegue a parlare, a macchinetta, e in 3 minuti e 27 secondi netti mi risponde a tutte le domande, mi tratteggia il suo passato - presente - futuro, mi dà il giudizio definitivo su Bologna e sull’Italia e al contempo, continua a giocare con i suoi boccoli biondi, ad ancheggiare su quelle gambe flessuosissime e ad ammiccare pure con i suoi occhi (blu? sono forse blu?! non li vedo bene… è un quarto all’una).</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">La mia amica, fino ad allora la sola con cui avevo colloquiato lungo la serata, diventa silenziosa e si defila di fianco, ascoltando e cercando di capire cosa stia succedendo.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Camminiamo per qualche minuto, lei sempre con il pallino della parola in mano ed io a controbattere, fino a che non arriviamo al punto in cui dovremmo separarci e lì ci fermiamo, assumendo questa chiara posizione che le teorie sulla pnl spiegherebbero in modo estremamente chiaro: io di fronte a lei, lei di fronte a me con le mani sui fianchi, la mia/sua amica di fianco a me.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">A quel punto il quadro per un attimo si inverte, perché dacché prima l’avessi guardata solo in viso, addirittura l’avessi guardata solo <i>nelle parole</i> oserei dire, attacco a fare l’inverso.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Le osservo i capelli, la linea del collo, le tette enormi (veramente enormi!), il sorrisino inquisitivo stile Monnalisa, l’ancheggiare furetto, le lunghe gambe avvolte nei fuseaux neri, le mani che da buona italiana volteggiano sempre nell’aria, l’occhietto calmo e sereno. E penso: ma guarda che bella figa, vedi cosa ti regala Bologna?</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Però, contrariamente a quanto avviene di solito in questi casi, non interrompo di ascoltare quel che sta dicendo, perché è ancora più strampalato e affascinante di lei. Questa vive qui, viene dal mare del nord ovest, lavora (anche se certo non si esalta per quel che fa, ma è un dolore comune) e decide “dopo un anno di pensieri e ripensamenti” di mollare tutto. Ancora una che molla tutto? Sì, ancora una.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Ma fa una cosa diversa: va a studiare in Spagna, 5 anni di studio la attendono in una città di mare ed economica, dove se non hai pretese con due anni del mio stipendio ti compri una casa.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">non ho capito se con il moroso o no, ma il progetto sembra ben assettato (“il primo anno poi prenderò anche la disoccupazione..”) e il suo sguardo cosciente e rilassato. </span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Le chiedo cosa le mancherà di Bologna, lei che tra studio e lavoro c’è rimasta sette anni, e lei di rimando dice “ma sai? credo nulla. Bologna è una città che attrae gente dai paesini del sud, dunque è una accozzaglia di gente di provincia del sud, ormai offre assai poco di più” e d’un tratto penso che io, considerato attento conoscitore dei fenomeni sociologici, non ci ho mai pensato a questo. Non ci ho mai pensato, no, ma al contempo rifletto e di dico che sta biondina gettona c’ha davvero ragione, ha letto la realtà assai meglio di me. Mi sento d’un tratto nel posto sbagliato nel mio momento adatto.</span></div>
<div class="p2">
<br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Scrivo alla mia amica giornalista sulla cronaca locale e le dico che questi sono i fenomeni nuovi da descrivere: un tempo la gente arrivava carica di aspettative, non solo dai paeselli del sud ma da un pò tutta l’Italia e creava quell’atmosfera che era propria di questa città, mentre ora se ne va disillusa e senza regrets. Lei mi dice che darebbero trovate altre storie, ma che sì, ora le cose stanno così, e che in fondo storie del genere ne conosce parecchie anche lei.</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Sto post l’ho titolato “la risposta sta sempre negli altri” ma non so il motivo per cui l’ho fatto, perché di risposte quella sera non ne ho trovate davvero.</span></div>
<div class="p2">
<span class="s1"></span><br /></div>
<br />
<div class="p1">
<span class="s1">Anzi, a dir la verità una sì, l’ho trovata. Hai un bel da dire che ti piacciono le tette piccole, che la figura della donna così è più armonica etc etc.. la verità è che le tette grandi sono ancora il più grande anestetico sulla faccia della terra, come le sirene di Omero!</span></div>
</div>
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No dai cazzo, non è possibile... Come possono essere passati 100 giorni in 10 minuti?<br />
Se qualcuno sa il trucco, me lo spieghi! Qui ci vedo sotto una puzza di fregatura che... Boh!<br />
Anyway, 100 giorni di estate non estate, di viaggi e di weekend nei panni altrui, di camminate e cene e chiacchiere e lavoro e idee. Tante idee. Ah non c'é niente da fare, mi piacciono le idee e mi piace fantasticare.<br />
Viaggi: Dubai e Londra mi hanno confermato che le alternative ci sono e chi é in crisi ma ha un minimo di sacro fuoco ci mette il sacrificio e la fantasia, Parigi mi ha confermato che é un pò bloccata, la Via Francigena che l'Italia e camminare sono bellissime cose, e degli amici non ci si stanca mai.<br />
La vela ha proseguito la sua incisione nel mio cuore e la Sardegna mi si é scoperta in tutta la sua bellezza, più nascosta e più incantevole.<br />
Ho ballato per i concerti in piazza, ho scritto un business Planning, ho detto non dico ti amo ma ma mi piaci.<br />
Ho fatto un lungo giro in moto con la borsa nel portapacchi epoi ho deciso di venderla perchè dall'amore all'affetto mi pare un salto troppo grande. E poi devo alimentare la mia nuova start up di cui parlerò!<br />
<br />
Un giorno un amico ha fatto un salto da un cavallo e quindi un volo in elicottero, poi l'hanno fatto dormire per un pò.<br />
Ci ha regalato un weekend a fumare sulle scale antincendio come fossimo ancora al liceo, e tanta tanta apprensione e paura.<br />
C'è l'abbiamo ancora, ce l'abbiamo... ma in cuor mio so che andrá bene per la sua enorme tenacia e per quelle colonne al suo fianco che si ritrova, E e la mamma M.<br />
<br />
Un altro amico dopo non avermi chiamato più per mesi, ho scoperto tristemente il perché... non un motivo bello, qualcosa che lascerá tracce indelebili ma che vede della vita davanti. Forza! Lo ringrazio per avermelo voluto dire di persona, rompendo le pessime abitudini dei post precedenti.<br />
<br />
Ho conosciuto gran belle persone in Sardegna, gente che lotta e che sorride e che merita tutto il mio rispetto e che vorrò rivedere.<br />
<br />
Di recente, sono ripassato da Amsterdam venendo a sapere che i mentor sono in attesa e sempre piú Iron e battaglieri, che amici cari si adattano alla pioggia e al muschio delle scarpe e mai tornerebbero indietro, che la cittá accoglierebbe anche me e, grazie a Lisa, che ormai non conta piú il curriculum, contano network e self branding e quello occorre far uscire per migliorare o virare (ne parlerò poi e vi ricrederete, miscredenti!!).<br />
<br />
Altre notizie belle, neutre, tenui, brutte vissute con coraggio, distratte, pessime... ma la barra è sempre in mano salda, pronta a virare per vento migliore, aiutare un amico, lasciare le vele e godersela. Vela, grande scuola di vita.<br />
<br />
Infine, arrivo a Mosca e in una folle cena in centro scopro che esistono stanze in affitto a 800 euro, che nelle separazioni di norma il papá si dimentica di aver avuto una famiglia, che i russi sono più furbi degli italiani (avete mai sentito dire di "contratti" di agente e fidanzamento tra imprenditore italiano e agente/fidanzata russa, per pagare meno tasse e avere compagnia a letto nello stesso tempo? Beh, a Mosca esiste!).<br />
Poi ho sapuro che i russi pensano degli americani quello che gli europei pensano dei russi. E che I ragazzi moscoviti amano stare in casa cosí le ragazze indossano tacchi a spillo e mini ed escono tra loro perché amano farsi vedere... che mondo!</div>
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Non scrivo da un casino.<br />
Riprendo per dire che insomma sono un pò giù.<br />
Di quei "un pò giù" del cazzo, quelli che magari incontro le persone giuste stasera e già cambio umore, ma insomma sono un pò giù adesso e mi gira il cazzo.<br />
La vera ragione per cui sono un pò giù è in realtà doppia: non riesco a creare una rotta come dico io, chiara precisa e poi perchè non si apprendono più le notizie di persona, ma con quei nuovi mezzi di comunicazione del cazzo dei quali sono drogato anche io.<br />
<br />
In pratica, sto disattendendo su tutta la linea il mio <a href="http://lamezzastagione.blogspot.it/2013/12/la-settimana-scorsa-e-poi-cosa-mi-metto.html" target="_blank">post programmatico di qualche mese fa</a> e questo mi fa incazzare, perchè la risposta è sempre nel fare. Avevo preso una bella marcia fino a fine marzo, poi aprile dolce dormire di merda mi ha rallentato, e questo non va per niente bene in quest'anno catartico che mi porterà a chiudere un decennio e aprirne un altro. Ma c'è tempo per recuperare.<br />
C'è sempre, quando hai una bella mappa tracciata sotto mano. Dai, me la devo fare. Tutti quelli bravi e interessanti con cui mi circondo mi possono aiutare, questo sì, ma la mappa è sempre la mia e devo disegnarne un altro pezzo, la storia del mio film lo richiede e tra l'latro è una cosa che mi è sempre piaciuto fare, per cui concludo che mi lascio cullare dalla mia (bella) vita perchè sono un pigro di merda, quindi fanculo dai!<br />
Che magari è anche qualcosa in più, ma non riesco di certo a "leggerlo" e di sicuro ha a che fare con piccoli multipli cambiamenti attorno a me e che riguardano me con i quali litigo sempre, sempre un pò fregato dal mio idealismo che mi fa riflettere anche sulla macchina da cambiare, chi mi frega quanto consuma quanto inquina e tutte quelle menate lì. Che è giusto farsele, poi si passa all'azione però.<br />
Side effect di questa mancanza di rotta di lungo periodo è che non riesco a programmare i viaggi, nè quelli di lavoro (per causa non mia, ma non rompo il cazzo per cambiare le cose) nè quelli privati che potrei ricavarne o pianificare da zero. E di solito quella è un'altra cartina al tornasole.<br />
Poi c'è il tema lavoro che forse sarebbe davvero ora di cambiare, il mio ciclo è finito e l'energia si rinnova solo con il nuovo e quelle menate lì ma pure lì mi blocco: ci vuole tanta energia e self confidence: niente sono in riserva con entrambe. Avanti.<br />
<br />
Poi c'è che ieri sono stato informato su due importanti novità di persone che mi conoscono: una con la quale ho passato a stretto contatto 5 anni di quotidiano ha forse scelto definitivamente altre strade, che è una cosa bella per lei. L'altra mi ha confessato cose su di sé che sapeva da tanto ma che non riusciva a digerire, ed è certamente una gran cosa bella per lui.<br />
Le ho sapute una via facebook, una via whats'app e c'è sempre quel senso di impotenza e di mancanza di contatto in quel modo di apprendere le cose che lascia un pò così, smaronati.<br />
Ho pensato che avrei voluto sorridere loro, dirgli "alla grande comunque!!" con la mia voce, magari abbracciarle e prenderci da bere. I nuovi mezzi di comunicazione e internet hanno reso il mondo un mondo una tavola piatta e liscia, ma cazzo ci rendono aridi. Il contatto sarà sempre fondamentale nei rapporti tra le persone, se solo ripenso ai miei giorni a Istanbul e come ci si conosca attraverso lunghe giornate passate insieme, anche per stabilire rapporti di lavoro, ne trovo una immediata conferma.<br />
Anyway, in bocca al lupo E. e M. queste parole sono per voi! M. spero che ora mi chiamerai Manu, ormai siamo amici! E. il mondo si divide solo in stronzi e amici, non vedo altre differenze. Good luck.<br />
<br />
Poi sono andato a una partita di calcio e ho visto il peggio di quanto può essere teatralizzato e drammaticizzato uno sport, che è divertimento passione e stare insieme. <a href="http://lamezzastagione.blogspot.it/2012/05/quanto-ti-manca.html" target="_blank">Due anni fa scrivevo questo post</a> e tra le cose che "mi mancano" nel periodo di vita che mi resta, c'era quella di andare ancora qualche volta allo stadio con mio padre. Beh una finale insieme non so se ci sarà offerto ancora di vederla. A me dispiace perchè ci avete rovinato una giornata speciale, tutto qua. Non solo col le sparatorie e i ritardi, ma anche con ingressi che sembravano pollai, ritardi, gendarmi irriverenti solo con noi, disorganizzazione ovunque. Il sogno lo teniamo legato per noi, non per voi.<br />
<br />
Dai che presto torno simpatico, ho da scrivere di come stiamo diventando tedeschi, di genitori che festeggiano 50 anni e ancora va tutto bene, di mentori che non vendono bici ma li vedo felici, di dolore e contegno, di uscite geniali, di bimbi appena nati, di amici che non chiamano più, di Londra e di Amsterdam, di Parigi e di Buenos Aires.<br />
Di amiche che tornano e altre che itinerano. Di gente che ride sempre e tu la vuoi sempre vedere.<br />
Del Dr. Pirani che è sempre lui, individualista e colui che realizza i tuoi sogni in un sol colpo.<br />
<br />
Fermarsi guardarsi attorno per poi ripartire è essenziale.<br />
<br /></div>
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Pomeriggio quasi sera di gennaio, quell'aria pungente ma stranamente piacevole che sanno avere le quasi sere di metà gennaio, io - trafelato come sempre - tra i miei pensieri ti raggiungo, camminiamo verso il solito bar <i>ecochic</i> dove passano un pò tutti quelli che piacciono, ma a cui non interessa "contare". Perchè sono trasversali, o chissà perchè.<br />
<br />
Ti guardo dritta negli occhi per un secondo, che sembra che stia succedere <i>chissàche</i> e invece non succede mai niente, e poi ti ascolto dirmi che "prima o poi bisogna scegliere".<br />
<br />
Eh già, cara amica mia. Prima o poi, bisogna scegliere.<br />
<br />
Poi vado a cena: ci sono queste due che bisogna parlare di cose serie e poi magari ci si scioglie e si finisce per <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Randa" target="_blank">lascare un pò la randa</a></i> e prendere quel refolo da ponente, se ci si tranquillizza.<br />
Lei mi guarda di traverso, che lo so che c'ha tutta un'esistenza sulla schiena, cose di cui so poco in realtà e non voglio nemmeno sapere.. però lei mi guarda un pò languida, allunga quelle mani lunghe da adolescente e continua a toccarsi i capelli e versarmi del vino, e io penso: ecco, <i>potrebbe essere così</i>.<br />
<br />
Potrebbe essere così che scollino, supero quella piccola ulteriore salitella, quello strappo e vedo cosa c'è dopo, se mi si para davanti la cima Coppi oppure parte un dolce declivio.<br />
<br />
Te lo vorrei succhiare e leccare quel collo, finchè non si consuma, altrochè.<br />
<br />
Poi vado lontano in treno e finisco in quel posto lì, quello di fronte, e tu leggi <a href="http://monocle.com/" target="_blank">Monocle</a> e mi sorridi #difronte ed io che di nuovo "ecco!!" ma allora è una coincidenza seriale o cosa? Mi sorridi di nuovo, attacchi bottone, mi chiedi se voglio qualcosa al bar... si può dire che <i>flirtiamo</i>?<br />
E qui? Dopo questo scollinamento, cosa ci sarebbe? Una cima Coppi, o un dolce declivio?<br />
O addirittura una discesa a rotta di collo, di quelle in cui chi si lascia andare senza saper fare perfettamente poi scivola e sbatte la testa contro una pietra a bordo strada? Non so, davvero.<br />
<br />
Poi ci sei tu, che parli una lingua straniera in una terra straniera, che mi parli a lungo poi rimani ad ascoltarmi, #difronte. Sì, poi sorridi, anche tu: anzi ridiamo di gusto tutti e due e lo so che stai pensando a chissà cos'altro, chi altro, dov'altro. Anche io lo sto facendo, sai?!<br />
Però poi siamo in metro, tu sei un pò inclinata rispetto a me e d'improvviso muovi il collo in quel gesto sensualissimo e femminile, e pare che le tue labbra siano più rosse che mai e te le vengo ad assaggiare, non c'è nient'altro che possa fare ora, mentre ognuno si porta dietro il fardello delle proprie vite.<br />
Cosa credi, che non lo so?<br />
<br />
E poi ci sei tu, con quel maglioncino a V che fa vedere un pò di divertimento e infatti ridiamo un casino.. cosa cazzo avrà da ridere questa?<br />
<br />
Ma forse questa è già un'altra storia che vi racconto la prossima volta, ok?<br />
Si vede, vero? che ieri ho ascoltato la puntata di Matteo Caccia su Voi Siete Qui, Radio 24, in cui si parlava di una copy che come secondo lavoro scriveva storie per "Le Ore"?<br />
<br />
Giuro che mi sedo, buonanotte!!</div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sarà passata pasqua da una settimana, massimo 2..</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E' l'inizio della storia, della mia storia e di quelli della mia età.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ricordi, esperienze che sono ancora di là da venire, tranne quelle <i>paciugate</i> degli anni del liceo, mentre in un liquido giovedì pomeriggio ci ritroviamo in sala studio a chiederci: "Perchè non adiamo al <a href="http://www.pinetadisco.com/" target="_blank">Pineta</a> stasera?"</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
Sta cosa mi colpisce al centro della fronte adesso, tanti, tantissimi anni dopo, che di ricordi ne ho collezionati un pacco eppure quando ne vorrei immagazzinare qualcun altro ancora. Non so perchè.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
C'è odore di primavera, di fretta, di sorrisi di eterno e di sesso in tutto quello che succede quella primavera, e chissene se ci sarrano gli esami tra poco e se con i soldi rimasti devo anche pagare l'affitto. I soldi, anche se sono uno studente, ricordo che non sono mai un problema a metà degli anni '90, sbucano fuori dalle tasche magicamente sempre dei gran fogli da 50 mila come ridere, e quando non ce li ho io, li tira fuori Richy, o Massimo, o Enrico.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vesto sempre firmato, prendo le prime low cost per Londra, compro dischi ogni weekend e vado a ballare. Ogni tanto provo anche le novità sul mercato, ma con sale in zucca che non ci voglio rimanere..</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
Non che adesso stia male, s'intende, ma allora si stava meglio, poco da dire.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
Il grande fratello, le braccia tatuate, i pantaloni col cavallo basso, i villani in giro dovevano ancora arrivare, e per fortuna!</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Andare a ballare era ancora considerata un'occasione: noi ragazzi passavamo tempo a pettinarci o indovinare l'accoppiata T-shirt bianca e panta scuro, e ci inondavamo di Jean Paul Gautier <i>femme</i>! ..perchè con quello - ci si diceva - le ragazze avrebbero trovato un morbido terreno per l'atterraggio, mentre le ragazze si chiudevano nel bagno già dal tardo pomeriggio uscendone ore e ore dopo con chiome curate, ciglia delineate, <i>phard</i> per allungare la forma degli zigomi e minigonne con belle gambe tornite, già abbronzate ad aprile, che dove non arrivava il sole, potevano le lampade, ma usate con stile, non cafonaggine.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
La musica era un elemento fondamentale della nostra vita, dall'easy listening al groove al britpop, era tutto un fiorire di suoni nuovi e rivisitati, che dopo pochi anni sarebbero entrati in scena i Daft Punk con il loro repertorio di <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/French_house" target="_blank">french touch</a></i>, ma allora, in quei mesi infiniti di serate morbide come la seta, verso la Riviera era ancora la sinuosa voce di Bjork che usciva dalle casse della macchina, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Isobel" target="_blank">my name is Isobel</a> e tutta quella roba là.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
<i>"Oh, ma la Patti allora ci sta con Kalle? Matteo l'hai sentito, ha vinto la borsa Erasmus.. e la Sara c'è stasera.. soccia che due tette che ha la Sara.. ma la smetti di darmi i pizzicotti?! basta!! Stai buonino e pensa alla francesina... - e l'altro di rimando, dal sedile dietro - ooh! mercoledì prossimo andiamo all'Echoes?! sai Bufo ha le liste, tranqui chiamo io, sennò sono 30 carte a entrare... chi mette su i dischi? Boh, mi pare i <a href="http://www.pastaboys.com/pastaboys.html" target="_blank">Pasta Boys</a>, comunque roba figa... serata gay, ci sarà pieno di gnocca!!" </i></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
Era tutto un lavoro così, almeno tre o quattro sere a settimana.. studiare e fare cene in casa, studiare e andare a ballare.. le stagioni passavano lisce come l'olio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Chissà come facevamo a comunicare: non avevamo né email, né telefonino, e ovviamente nemmeno facebook e quella roba lì. Al massimo, il telefono di casa. La gente usciva e basta, si ritrovava agli orari stabiliti per andare al mare, i ragazzi si guardavano negli occhi, ci si innamorava in 2 minuti, poi un'ora dopo si pensava già a un'altra..</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
Perchè mai mi è venuta in mente tutta sta roba, come ricordi usciti da un comò polveroso? Perchè cipollavo su Spotify e ho ascoltato una delle canzoni cult dell'epoca e uno <i>stream of cosciousness</i> è partito, ha fatto tutto da sé.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mi sembra ancora di essere là per un'ultima sera: una gran limonata con la Laura alla rotonda, due gin lemon con i regaz da Bologna che avrebbero attaccato a lavorare tre ore dopo, le pizzette da Baldani, il ritorno a casa con il finestrino giù, l'odore di morbido che accarezza l'avanbraccio, e questa qua soffice, tenue, leggera che ci riaccompagna, che domani il gioco ricomincia, e con lui il piacere e la speranza sempre declinate al presente. Che bei tempi cazzo.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
<i><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Then you answer your feelings</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">And looked deep inside</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">You know there's got to be meaning</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Or are we here for the ride?</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Caught up</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Here with you</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Trying to make this old thing new</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Caught up</span><br style="background-color: white; line-height: 19.765625px;" /><span style="background-color: white; line-height: 19.765625px;">Trying to chase the stars..</span></i></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/tnH5uVFqZ8g?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Cosa avevo di così importante da dire l'altra sera, senza avere la forza per farlo?</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Che sono felice e pieno di energia. Ecco.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma questa mal si accoppia con la serenità, almeno nel mio caso.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L'energia me l'ha data il bioritmo e la settimana scorsa, e la settimana scorsa per me ha significato </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">tutta una serie di incontri, corse, voli aerei, viaggi in treno, chiacchiere davanti a un Margarida, sveglie alle 6, dediche sui libri, cartoline nella cassetta della posta, abbracci, lavori notturni, condivisione di ricordi e considerazioni su come l'ingresso di una sola persona possa cambiare totalmente la scena. Tutto ciò mi ha fatto sentenziare inderogabilmente che la chiave di tutto è non quello che si ha, ma la fiducia.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-jJZ3xUGvUO8/UqDBw0J6SRI/AAAAAAAAElM/3zkhnBEOxto/s1600/Fi.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-jJZ3xUGvUO8/UqDBw0J6SRI/AAAAAAAAElM/3zkhnBEOxto/s320/Fi.JPG" width="320" /></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">La fiducia in sé stessi, nella forza delle proprie idee. La fiducia negli altri, che sono poi il riflesso dell'anima o almeno del passato e di come ci si è posti verso il mondo. Avere la fiducia è il<i> passepartout </i>verso il figo, il benessere, tutte quelle robe là, che sembrano impossibili a volte, e invece sono solo nascoste in una tasca dell'altro giubbotto.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">Poi l'altro giorno mi sono preso le ferie, sono andato al <a href="http://www.buytourismonline.com/" target="_blank">Buy Tourism Online</a> e ci ho visto dentro il mondo che vorrei, soprattutto il mestiere che vorrei e che forse farò, perchè <i>un pò</i> io i sogni me li realizzo.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">Giravo per Firenze alle sei della sera, solo, leggendo i commenti dei partecipanti a questa rassegna su <a href="https://twitter.com/lamezzastagione" target="_blank">Twitter</a> finchè non arrivo a Piazza Duomo, e una vista così magnificiente mi fa dire che lo vedi, puoi avere il lavoro più figo del mondo ma come fai a misurare questa cosa qua? Una serata tra risate e pacche sulle spalle con gli amici di sempre? Un bacio morbido tutte le volte che vuoi? Un caffè fatto con passione? Chissà, magari la risposta è che occorrono tutte e due, il lavoro figo e le piccole cose. Soprattutto occorre inseguire tutti e due i traguardi, sempre di più.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">Quella mattina a Firenze era in collegamento da Chicago <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Oscar_Farinetti" target="_blank">Oscar Farinetti</a> quello che ha fatto tante cose tra cui l'ultima, quella più straordinariamente sognata, <a href="http://www.eataly.it/" target="_blank">Eataly</a>. Beh Farinetti ha detto "fortunatamente gente mia c'è ancora quasi tutto ancora da fare, e sempre sarà così. Per chi lo vede, ci sarà sempre ancora quasi tutto da fare. Ed è per questo che il futuro è radioso, per tutti quelli che la vedono così, compresi gli italiani e l'Italia, che ha un patrimonio inestimabile, più di tutti".</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;">La mia amica <a href="https://twitter.com/giovannazucconi" target="_blank">Giovanna</a> (che poi un giorno devo raccontare anche questa, anzi spero di farlo e di metterci tanta ciccia dentro) lo vorrebbe ministro, io non lo so. So solo</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-85r58ca-0Uc/UqDB9BbsL6I/AAAAAAAAElU/-5K11PsrMGI/s1600/MuraFE.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-85r58ca-0Uc/UqDB9BbsL6I/AAAAAAAAElU/-5K11PsrMGI/s320/MuraFE.jpg" width="320" /></a></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> che ho dato di me quella definizione (uno che ha ancora quasi tutto da fare) che non so perchè mi sono sentito orgoglioso per un secondo, elettrizzato per due ore. Ecco, la fiducia. Che <a href="http://www.youtube.com/watch?v=08DpyqLnhUw" target="_blank">Matteo Caccia su Laeffe</a> forse ci ha già dedicato una puntata, e se no, dovrebbe!</span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 18px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sai cosa mi metto a fare? Mi metto a rompere il cazzo, perchè ho dormito anche troppo.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Perchè quando ho chiesto, le opportunità scaturite sono sempre state di più delle sdentate sulla faccia, e poi anche un pò di quelle rinforzano, non fanno male.</span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quindi scrivere, telefonare, prendersi il tempo per andare a conoscere di persona ciò che interessa, chiedere introduzioni, liberare tutta quella curiosità che ancora ho addosso. Ecco cosa voglio fare.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E non so se sarà un piano per poche settimane o parecchi anni, mi interessa solo sapere che voglio intraprenderlo subito, adesso. Ora. Cominciare a fare qualcosa di nuovo è nella mia natura, che se volessi essere comodo con il culo al caldo, tre cene a settimana, una casetta carina e una donnina da coccolare e che mi tenga tranquillo, avrei già tutto il mano.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma la mia natura è diversa, diversa.. non c'è niente da fare.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E comincio ora, anche se domani vorrà dire viaggio ad Amsterdam, poi Shanghai.. o forse esattamente per quello.</span></div>
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Ora, se voi portate un pò di pazienza e non rompete il cazzo, domani vi scrivo una bella storia!<br />
<br />
<br /></div>
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<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px; text-align: left;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E via in America, guess what? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho voglia, visto che sarà anche l'occasione per prendermi un break dai miei amici italyankee.</span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E lo racconto ora, che sto tornando indietro. Ne avevo voglia, ne ho avuto abbastanza (tranne che di San Francisco: di quella non ne avrò mai mai mai abbastanza).</span></div>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Beh insomma all'andata per la prima volta mi accomodo alla fila 77, upper deck del 747 KLM su cui salgo (grazie azienda, che ancora ci sei!). Beh, una figata: clima ancor più lazy e cozy (se tale aggettivo può essere utilizzato per reale compagnia aerea olandese..), l'impressione di una esperienza piuttosto rara, l'occasione per vedere quanto i flight assistants vadano avanti e indietro dalla cabina dei piloti. Cazzo ci vanno a fare poi?</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Detto ciò: volo tranquillo, cibo buono ma nulla di trascendentale soprattutto pensando che è una business class; solito seggiolone che un pò si stende un pò no e ti fa coricare in discesa, enorme selezione musicale con cuffie potenti che ti portano da un'altra parte, ma solo se ti va.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">E poi: hostess sorridente e giunonica che storpia il tuo nome in tutti i modi possibili ma - imperterrita - ci riprova a farti sentire un pò più unico, e un pò più coccolato. E ci riesce, sapete? O perlomeno, con un'alchimia tutta sua, riesce a portarti buonumore e tranquillità. Che poi ci vuol poco, se dall'altra parte, una volta atterrati, ti aspettano la California e alcuni giorni di vacanza nella città più bella del mondo.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Mi guardo attorno, tra gli ospiti tra le file 72 e 78, e mi ritrovo a pensare che lavoro fanno, quanto guadagnano, di che nazionalità sono.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Una cosa che mi sorprende (e l'ho notato anche nei voli in business class con Air France, le non poche volte in cui l'ho presa) è che ci siano persone piuttosto giovani, mescolate a qualche arzilla coppietta fiamminga. E c'è anche qualche donna, anzi meglio ragazza, cosa che ai tempi in cui ero un affezionato frequent flyer alla ricerca di status member Senator con Lufthansa, mai si verificava. Sugli aerei dell'airone era tutto perfetto, asettico, con senso molto più di efficienza che di lusso e con ospiti che al 90% rispondevano al profilo di cinquantenne con pantalone grigio, camicia bianca, occhiale con montatura tecnica e trolley Rimowa nelle cappelliere. Molti di loro, intenti a picchiettare sui tasti del loro portatile per tutta la durata del viaggio, oppure coricati su un fianco con l'impossibilità di rivolgere loro nemmeno una parola, perchè stronzi come sono ti giravano il culo come <i>auf wiedersen</i>.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;"><br /></span>
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-li66--HpWmM/Un6DD6PhvwI/AAAAAAAAEkM/kx2CCLQNw_4/s1600/foto-2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-li66--HpWmM/Un6DD6PhvwI/AAAAAAAAEkM/kx2CCLQNw_4/s320/foto-2.JPG" width="320" /></a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Sui voli KLM la gente ride, guarda i film proposti dal sistema di intrattenimento, va avanti e indietro, attende il momento del regalo più ambito dai paranoici ossia la <a href="http://www.klmdutchhouses.com/" target="_blank">Blu Delft House</a> che ce ne sono 94 ma loro, i paranoici, si ricordano benissimo quelle che a loro mancano per finire la collezione, e se non se lo ricordano magari si sono scritti una listina ad hoc. Folli!</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Beh insomma dicevo prima, stare in upper deck chiude il cerchio di un milione di viaggi, centinaia di foto scattate, discorsi con i pochi amici <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Programma_frequent_flyer" target="_blank">frequent flyers</a> come me ma al contempo mi offre la possibilità di stare in un'ambiente piccolo, con poco più di 20 persone e quindi analizzarne il comportamento, ammirarne il fascino (c'erano un paio di tipe molto carine, chissà magari studentesse a qualche scuola di recitazione o giù di lì) e realizzare che gli assistenti di volo fanno avanti e indietro con la cabina di pilotaggio ogni dieci minuti, una cosa incredibile! Me li riesco a immaginare i piloti, con un'occhio agli strumenti e uno alla scollatura della giunonica, le domandano se è rimasto un pò di chicken, beef o cod da mangiare e riguardo i beverages chissà qual'è la policy?</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Solo acqua e CocaCola? Vietato bere alcolici come fossero dei taxisti? Oppure per loro non vale la regola, perchè si tratta di Comandante, primo ufficiale e gente con dei titoli del genere una volta per aria fà ciò che gli pare? Ricordo di essermi perso a lungo tra quei pensieri, finchè ovviamente mi sono ritrovato con la bolla al naso per ore e ore, in attesa del touchdown a LAX.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Poi arriviamo e quindi si richiude la borsa, si raccolgono le proprie cose, si rubacchia tutto quel che si può (la trousse, principlamente, ma a volte un cucchiaino, la saliera..) si infila il giubbotto e si va.. un momento.. chi cazzo è quella sventola?!?! Dov'era seduta?!?! Impossibile che non l'abbia notata, avrò fatto il corridoietto almeno 4-5 volte.. ma vuoi vedere che.. naaaa!! Minchia era in cabina di pilotaggio! </span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Maglia leggera e scollata con le spalline sfasate, jeans che più aderente non si può, stivaletto arrapante, capelli biondo cenere e sguardo da panterona: mi faccio un film in testa in 2,8 secondi.</span><br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-wrxEiWh3d44/Un6DIg4KmAI/AAAAAAAAEkU/KcmUPm_UK1Y/s1600/foto-2+copia.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-wrxEiWh3d44/Un6DIg4KmAI/AAAAAAAAEkU/KcmUPm_UK1Y/s320/foto-2+copia.JPG" width="320" /></a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Adesso lo so cosa mi direte: sarà stata la fidanzata di un pilota, avrà avuto un biglietto di economy e ricevuto un upgrade, fatti i cazzi tuoi.. ma qualunque sia la ragione ufficiale, io mi son fatto un film della madonna. Sta tipa in una cabina minuscola e letto a fianco con il comandante e gli altri 2, per 11 ore? Beh io mi sarò fatto 4 coppe di Champagne, ma voi siete delle belle merde valà! Te invece, sei una gran sana!</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Menzione speciale per lo steward che, beccatomi a osservarle il lato B come ipnotizzato, mi sorride e mi fa l'occhiolino mentre saluta deciso "hope to see you soon, Mr Vinceiinei!".</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">E "the mug", diranno i più attenti e rompicazzo di voi?</span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">"The mug" è un pò il compendio degli USA, almeno in questa storia.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Conclusosi il mio periodo diciamo vacanziero in questo posto qua a destra, mi stavo accingendo a riprendere il lavoro e volare a las Vegas, per le solite visite e le mille strette di mano alle sempre più grandi ed euforiche e vocianti fiere di settore. Bene.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Ho passato giorni belli e piacevoli con il mio vecchio amico massi, che ormai 12 anni fa ha fatto una svolta a sinistra e ora si ritrova a ragionare in dollari. Sono stato con lui soprattutto, a bere, girare, mangiare e parlare di tutti gli altri che non lo vengono mai a trovare. Ma sono stato anche con i suoi figli Giulia e Luca (prime parole in italiano!!), con Jen sua moglie, l'anima jankee, con alcuni loro amici delle wineries, con lo staff del <a href="http://www.rivacucina.com/" target="_blank">Rivacucina</a> e ho pure incontrato Amira, amica di un'amica curiosa e smart che qui (beata lei!) ha trovato l'amore e il suo principe azzurro che proprio in quei giorni l'ha portata davanti all'oceano e le ha chiesto di sposarla. Roba forte! </span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Il giorno della partenza Massi è impegnato e allora è Jen che si offre di accompagnarmi fino al Bart con il quale raggiungerò l'aeroporto.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Saranno forse 45 minuti di viaggio in auto, stiamo per partire ma lei sentenzia: ho voglia di un caffè! Rientra in casa e ne esce poco dopo con una tazza, una mug appunto, colma di caffè americano nero e liquido e bollente. La ficca nell'oblò della nuova fiammante Volvo XC90 e si va.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Conversazione interessante con quella che Massi chiama "il boss", Jen conosce l'Italia e fa domande sempre intelligenti e argute, cerca di fare un parallelo tra i diversi sistemi sanitari, domanda perchè la crisi "non va via", chiede delle novità del mio lavoro mentre, ogni tanto, sorseggia la sua brodaglia. E io, piccolo e provinciale, a chiedermi che senso abbia portarsi dietro una tazza da cucina in auto, solo perchè si ha voglia di un pò di cazzo di caffè.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Poi arriviamo a destinazione, lei gentilissima e premurosa mi vuole abbracciare per salutarmi, quindi salta fuori dall'auto. Ma ha troppe cose attorno a sé: uno smartphone con le cuffie, una borsa piena di cose, trucchi tra le dita, la tazza nell'altra mano.. che ovviamente le scivola e rimbalza sul sedile della fiammante Volvo XC90, impregnandolo per sempre di caffè nero americano, finendo poi la sua corsa sull'asfalto, disintegrata in mille pezzi.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">"Ma cazzo di budda, non potevi lasciarla a casa e tenerti la voglia?!" penso io!</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">"Shit!! no way!!" Urla lei. Ma poi aggiunge: vabbè la tazza la ricompriamo, i sedili li facciamo pulire, anzi magari compro un set nuovo di "mugs" da cucina.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">Cazzo, l'America.</span><span style="color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: x-small;"> </span></div>
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