martedì, settembre 22, 2009

Non sarà mai campione di simpatia, ma la Francia è un grande paese

Carissimi tre lettori, il flusso di pensiero pare ridestarsi dall'assopimento, o almeno ci provo.
Così, ho un'altra cosa da dire.
Vi siete accorti di quanto siamo assorti a leggere le polemiche da pollaio? a commentare, lamentarci, adeguarci, in definitiva non farci nulla?
Che posso farci io?
Ormai pare un'abitudine, meglio un refrain a punteggiare ogni giornata in Italia, tra un insulto del miniministro e una calunnia del più grande statista d'italia; un defilé da circo Togni sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia e la vomitevole mercificazione della donna, sempre più vilipesa e ora "mazziata" alla conferenza stampa del giovane programma di rottura Striscia la Notizia (giunto al suo 21esimo anno di vita se non sbaglio, fresche l'ova eeh??).

In questo abituale pandemonio, anticamera, che a Panebianco piaccia o no, di un prossimo autoritarismo neppure tanto light, si rischia di far passare passare sotto silenzio, almeno qui in Italia, l'idea covata da Sarkozy di istituire un comitato di studio, guidato da personalità nel campo economico quali Joseph Stiglitz, Jean Paul Fitoussi e Amartya Sen per tentare di raccontare, con parametri, indicatori e numeri, ciò che sta oltre il PIL, avvalendoci di nuovi indicatori finora inutilizzati, nel tentativo di misurare il Benessere Interno Lordo.

Si perchè, udite udite!, c'è ancora gente al mondo che non dà tutto per scontato e assodato, che cerca invece di ripensarlo, migliorarlo, addirittura cambiarlo! e noi, al massimo, li guardiamo rapiti.
Personalmente ritengo che la capacità di voler solo misurarsi con sfide di questo livello, lanciate senza alcun dubbio per provare a timonare la Francia verso un approdo di maggiore consapevolezza e protezione dei suoi cittadini, ma anche con reale spirito di osservazione universalistico, dimostra di per sé in modo lampante il livello di avanzamento democratico e programmatico raggiunto da quel paese. Di antipatici elitari, sia chiaro, ma anche di straordinari pensatori. Il Sole24ore ha cercato di applicare questo "giochino" del BIL alla realtà delle oltre cento province italiane, con risultati abbastanza conosciuti: in Romagna, si vive bene. Quindi?

E nell'Italia degli uffici, dei bar, delle palestre secondo voi com'è stato accolto il risultato di questa prima fase di valutazioni ed indagini sul BIL prossimo venturo? Temo un bel chissene, e la conseguente richiesta al boss di un aumento... puah!

.. Intanto, comincio a pensare ai prossimo giro, e di questo di sotto mi piace proprio tutto.. dalla musica ai visi alle espressioni alle locations, le mi prossime locations. Arigatou!

4 commenti:

  1. Caro mio, il leggerti desta la ragione dall'assopimento dal quale ci aveva messo in guardia Voltaire! (toh, un francese, giusto per rimanere nell'ambito geografico...)
    Cmq non la conoceva sta classifica del BIL e ti ringrazio di averla portata a conoscenza.
    Le nostre recenti vicissitudini ci portano a ponderare profondamente la situazione che viviamo e che ci circonda....credo che domani sera ci sarà maolto di cui parlare...però facciamolo, carajo!!!

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  2. ehilà, sono il quarto lettore..
    purtroppo, molto amaramente, devo dare ragione al titolo del tuo post..dico purtroppo perchè non nutro alcuna simpatia per quel popolo spocchioso, snob e pieno di se ma è vero che hanno un particolare senso comune e una voglia di mescolare le carte e trovare nuove soluzioni che qui da noi non si vedono..
    quello su cui non sono molto d'accordo è che questo bil sia poi una trovata che dimostra quanto detto sopra..mi spiego: forse loro avevano bisogno di trovare un indicatore che gli spiegasse certe cose ma credo che sia del tutto inutile applicato qui..a vedere la classifica italiana si scopre l'acqua calda..anche i sassi andrebbero a vivere in romagna o in toscana invece che a milano o in quelle ultime 15 province guarda caso tutte da roma in giù..in pratica l'aitante sarko si è inventato un indicatore scientifico per scoprire il sorriso..qui da noi non ce n'è bisogno..
    il problema a casa nostra non penso sia la diagnosi ma semmai la cura..
    e per la cura altrochè blog..
    ciao,
    Ci

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  3. Ti leggo in ritardo, ma ti leggo. Sono completamente d'accordo con te tranne che sull'antipatia, nel senso che a me i francesi non sono mai stati antipatici, non so perchè vige questo sport tra gli italiani ma per fortuna non sono mai entrata in campo a giocarlo. Forse perchè amo il nuovo. Sì perchè se New York è la città cool per eccellenza sempre al presente, se Berlino sta recuperando in maniera meravigliosa energia e vitalità, mentre Londra è sempre stata capitale alternativa e fiera, Parigi è quella avanti, che esplora e se in pochi se ne sono accorti è perchè è molto avanti. Parkour, hip hop, banlieu, sono solo un esempio, molto in superficie, di quello che ha influenzato lo stile newyorkese e che ha dato la spinta ai berlinesi. Consiglio di togliersi un po' di puzza sotto il naso e di rivedere nomi come Tati, Gainsbourg, Audiard, pochi nomi e neanche nuovi ma sicuramente avanti, divertenti, affascinanti, accattivanti e perfetti rappresentanti di quello che è la Francia e di per sè Parigi: spudorata. Ed è questo che terrorizza molti.
    I love rien. Je suis parisienne.

    Ok lo so, tutto questo non c'entra nulla con quello che hai scritto tu, per evitare che la gente pensi che si matta concludo dicendo che una proposta per calcolare in altra maniera il Pil l'aveva "raccontata" anche Robert Kennedy. Ascoltalo:
    http://www.youtube.com/watch?v=e_RBopgiV8E

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