martedì, dicembre 16, 2008

Tel Aviv: giovane, dura, nottambula, meravigliosa

Purtroppo ho terminato l'anno senza riuscire a completare quelle robe che ho lasciato troppo a lungo in "bozze". Come sempre, ho molto cazzeggiato. Mi scuso.

Anche se sono ormai passati una cinquantina di giorni, vorrei cercare di buttar giù due pensieri sull'esperienza del recente viaggio a Tel Aviv, visto tra l'altro che quelle terre, ancora una volta, sono purtroppo al centro delle cronache internazionali in questi giorni.

Innanzi tutto, da vero neofita dei paesi mediorientali e di Israele stesso, devo dire che avevo alcuni preconcetti legati al luogo che, poco dopo essere scesi dall'aereo ed entrati in centro città, sono letteralmente andati in frantumi.

E' un luogo bello, ma bello in una dimensione diversa da tutte le altre con le quali ho "misurato" le città in passato.

E' una città di 99 anni (festeggiamenti per il centenario avranno luogo durante il 2009, e questo mi ricorda l'incredibile 860esimo "compleanno" di Mosca del 2007), cresciuta in modo disordinato e caotico, influenzata da una molteplicità di stili architettonici che hanno coinciso con le diverse ondate migratorie verso Israele, la cosidetta Aliyah. Su di tutti domina il bianco e il Bauhaus, ma non è raro fermarsi lungo le strade e vedere opere di puro gaudismo, che paiono sottratte durante la notte dalle ramblas di Barcellona.
Non esiste una vera e propria struttura architettonica della rete viaria citadina, sì insomma Biagio Rossetti oltre 500 anni fa era stato molto più bravo, dalle mie parti. Questo comporta che il lungomare, stupendo nei colori e odori che ancora emana a fine novembre, a soli due blocchi nell'entroterra si disperda completamente, lasciando immaginare una città bianca ma non costiera, data l'assenza di bisettrici perpendicolari capaci di "trasportare" la sua essenza più su, verso l'interno. La causa, appunto, è il caos.
Come dicevo, la posizione geografica e il clima acchiappano l'attenzione. Entrambe impagabili. Ragazzi, c'è un tesoro all'angolo a sudest del Mediterraneo: una terra capace di offrirti una natura amica, frutti e spezie con sapori fortissimi e veri ma anche una brezza inebriante, nei 26 gradi di un post pranzo sotto un patio a due passi dal bagnasciuga. Godere di tutto questo per 9-10 mesi l'anno almeno (d'estate, mi è stato detto, c'è un clima assimilabile a quello delle isole greche come Creta: molto caldo ma ventilato, scarsamente umido, certamente migliore dei soliti appiccicaticci giugni lungo la valpadana) quanto vale? Per uno come me che arriva dalle pioggie novembrine dell'Europa e del nordamerica, non ha davvero prezzo.
Ho azzeccato il completo per gli incontri di business to business: quello acquistato per il matrimonio di A. e C., 2 settembre di tre anni fa. E qui è il 25 novembre...

Insomma, sotto diversi aspetti un luogo davvero unico, e come vedete sono stato ben attento a non toccare il tema dell'appartenenza religiosa, perchè non è di questo che vorrei scrivere. Basti pensare che l'ufficio di promozione ha investito, in Europa e negli USA, cifre ingentissime per attrarre nuovi turisti nelle terre di Abramo, con sensibili aumenti registrati nell'ultimo biennio, tanto da nominare l'industria turistica come uno dei motori dello sviluppo prossimo venturo del paese.
"Ma come? - direte voi - questi bombardano e vogliono i turisti?". Fermo restando che nel momento in cui ho visitato io si viveva una fase di tregua concordata con Hamas, vorrei comunque chiudere l'argomento sottolineando come Israele, e così il suo corpo militare, abbiano al loro interno una componente araba, cristiana, drusa... qui si parla di sionismo, non di ebraismo. E gli arabi, nelle loro molte componenti, sono quasi il 20% della popolazione israeliana. Poi, perchè dai territori della Cisgiordania, questa volta, non si è lavato alcun grido di lotta o sostegno agli irredentisti della striscia?
Di contro, dall'altra parte, drammaticamente si conano 280 bambini morti che l'informazione europea "israelianizzata" non ci mostra, ma un network mondiale molto più organizzato della nostra tv di stato come Al-Jazeera invece sì.. insomma una diatriba infinita nella quale non vorrei perdermi ulteriormente.
Vorrei invece ripetere quanto quella città sia bella, e giovane: penso di non aver parlato con nessuno che avesse più di 40 anni; le politiche nazionali di rafforzamento delle nascite hanno portato ad una strabiliante media di 3 bambini per ogni coppia trentenne. Infatti, passeggini ovunque. Ma anche bar a ogni angolo della strada (quindi, molto spesso, 4 ad ogni incrocio). Ristoranti che si riempiono a mezzanotte e città invasa dai suoni sovrapposti degli impianti stereo a palla nei locali ben oltre le 3AM. Nei flyers in giro, ho letto i nomi dei DJs più famosi del pianeta, evidentemente prossimi da un set magari al Barzilay, il club che pare vada per la maggiore.

Gli esempi delle impiegate all'Hilton e all'aeroporto al rientro, con la loro inflessibilità nella gentilezza, mi hanno ulteriormente dato conferma che, in questo posto, c'è gente con la spina dorsale. E tte credo: 3 anni di servizio militare obbligatorio per gli uomini, ma anche 2 per le donne e assai poche deroghe..
Certo, parlando (lingue ufficiali? ebraico e arabo. L'avreste detto? L'inglese lo parla anche il fruttarolo, poi in giro si sente frequentemente tedesco, russo..) in giro esce subito che qui, nonostante il sole più bello che abbia mai visto e il profumo dei datteri, il pericolo può sempre essere dietro l'angolo. Non è certamente un luogo semplice, ma la sua anima è estremamente caratterizzata e con caratteri di unicità. Se pensate a ciò che c'è intorno, dalle acque del Mar Morto alle alture del Golan, dalle città sante alle vallate e, oltre, al fascino del deserto, capite bene che - difficoltà a parte - tutto questo varrebbe certamente una lunga vacanza.
Ma la cosa che più mi ha impressionato è il mixture naturale di razze, ossia di diverse correnti migratorie lungo i decenni, dalla Germania e gli USA fino a Polonia, Russia, Italia, Marocco e addirittura Sudan le quali hanno occupato il nuovo stato, e soprattutto Tel Aviv, come nuovi cittadini di un paese.
Vivendo fianco a fianco sono poi compenetrati e oggi questo si riflette negli straordinari ed unici tratti somatici delle ragazze che si possono incrociare, bellissime, lungo tutte le strade e nei bar della città. Bionde con capelli striati e pelli meticce; creole dagli occhi chiari e abbaglianti, more ma con fisici di chiara natura slava... al di là della bellezza, ho pensato al fascino e al giusto di tutto questo, maledicendo che solo l'eresia di una religione abbia potuto produrre ciò.

"I preconcetti sono terribili". Questo, ricordo, è quello che pensavo in quei giorni. Ora, piuttosto, penso al trionfo della natura umana sull'uomo sociale.

Come dicevano i Groove Armada "If everybody look the same, we'd get tired of looking at each other", beh qui non si annoiano di certo. Tante cose su cui riflettere, dal trionfo della natura fino al meglio e al peggio dell'essere umano e le mille forme con cui tiene sempre ad esprimerlo.
Per il resto, una missione di stato trascurabile, all'italiana dove l'imprenditore, se non è amico di nessuno, viene lasciato al suo destino; si moltiplicano codazzi di pseudo dirigentelli politici romani appresso al sottosegretario di turno; appare il nostro Presidente, un buon'uomo che arrabatta un discorsino in italiano ma che quasi scompare di fronte alla statura - morale e storica - di Shimon Peres, presidente israeliano (e ringrazierò sempre il mio attuale lavoro per avermi dato la possibilità di vedere tutto questo dal vivo). Le volgarità della nomenclatura romana, sia di Stato che imprenditoriale, raggiungono vette di una tale estrema ridicolaggine, che non mi va nemmeno di racconatare. Vergognosi nel loro settarismo e qualinquismo che conferma, a mio parere, l'Italia come il paese più provinciale e disinteressato al mondo. Speriamo ci conquisteranno i buoni....

La sera prima del rientro apprendiamo degli attentati a Mumbai: i controlli all'areoporto Ben Gurion saranno infatti lunghissimi, qualcosa di completamente diverso e molto più complesso di quanto abbia mai visto finora. A compiere tutte le operazioni - due ore buone d'orologio, davvero - sarà però una ragazza gentile, inflessibile e carinissima, di massimo 25 anni, dei cui occhi mi innamoro in un nanosecondo e nel cui ricordo mi perdo, sul 747 che mi riporta a Francoforte, mentre mi servono, e solo qui accade, succo d'arancia, prosecco ma anche - solo su quasta rotta -thè alla menta.

Sul mio passaporto, in due sole pagine, la storia del 20esimo secolo: timbri e visti di USA, Israele (e chi entra più in Siria e Libano?) e Russia.
A breve la prossima!

mercoledì, dicembre 10, 2008

Subsonica: il cielo su Nonantola



Con colpevole ritardo, due parole sul concerto dei Subsonica a Nonantola dello scorso 21 novembre.

Ormai tutto questo rappresenta un grande classico, e la dimensione del club è perfetta per le loro sonorità ed evoluzioni, soprattutto nella seconda parte discotecara nella quale, per starci dentro con dignità, occorre avere al massimo 18 anni, fuori o dentro.


Ma la dimensione che preferisco rimane quella intimista e ragionata, con i rimandi alla società civile e ai soprusi quotidiani.

L'unico vero e proprio bis, commentato, non a caso è stato "Preso blu", un pezzo datato ma emblematico, per sottolineare l'incongrua sentenza sui fatti accaduti alla caserma Diaz durante i giorni del G8 di Genova, che ha visto assolti i vertici delle FdO e condannati alcuni singoli agenti per fatti minori.

Ma "Preso blu" più che una canzone è una poesia. Avrebbe potuta scriverla Montale, Levi, Saba... oppure Pier Vittorio Tondelli, o Gabriele Romagnoli. Ci porta ad amare ed asciutte riflessioni sull'avversione verso colui che ci circonda, sull'assenza di rispetto nelle relazioni quotidiane, sull'arroganza dei gesti o delle parole, ogni giorno. Per avere e vivere in una società rispettosa la rivoluzione dell'etica deve partire da me e da te che leggi, questo ci ho voluto capire e questo sto cercando di applicare, ogni singolo giorno.


Per il resto, qualche voto in libertà: compagni d'avventura 9, gente che ormai è alla stella riguardo i live sonici visti non si discute, si ama. Cinne scatenate here there and all around 7, ci ricordano la promiscuità sempre tentatrice. Mojitos al bar 7 (8 il primo e massimo 6 il secondo, ma ce l'ha servito una biondina carina quindi un punto in più), essenziali per lo slego iniziale.

Chiacchere e gag "no sense" al bar dopo, prima di ripartire verso casa: certe cose non hanno giudizio, vanno vissute nell'attimo perchè sono il sale della vita!


ev

giovedì, dicembre 04, 2008

Crucco, Napoli è pulita... ué!!


Ecco qua un altro fulgido esempio di vision sinergica nazionale.
Areoporto di Francoforte, reclame di Napoli bella pulita, tutta pizza sole matulinen.
Come ormai d'abitudine, loghi della regione, di consorzi vari e dalle UE, ma anche un semplice rimando che Napoli sta in Italia nisba!

Questo è... tra l'altro l'areoporto di francoforte è ricoperto di cartelli pubblicitari di varie destinazioni turistiche, tutte però viste come sistema paese (visitkenia, visitaustralia...). Poi la chicca del tedesco: ad una rapida analisi spannometrica i non parlanti tedesco che transitano per le halls saranno almeno il 50%, tutta gente non "colpita" dal messaggio.

Non ci batte nessuno, dai! Facciamo sistema, poi siamo troppo avanti!

Chist è u'paes o' soleeeeeeeeeeeee...

mercoledì, novembre 26, 2008

Io sono Irene Tinagli, io sono Renato Soru

Scusate ma oggi ho da dite.

Sì sono loro due, e mai sarò del PD. La prima si dimette dalla direzione nazionale con un lettera che vale mille editoriali, il secondo proclama le dimissioni dalla presidenza della Regione Sardegna per incompatibilità con la sua stessa maggioranza (troppo rivoluzionario?).
Ma andate a cacare, stronzi reazionari col vestito nuovo, va là!

Se devo scegliere qualcuno, sono con i liberi pensieri di quei due. E mi scusi Cristina se continuo a citarla..

ev

Troppe cose VS Poco tempo

Chi l'avrà vinta?
Mò vediamo... per intanto, France de merde!!!

venerdì, novembre 21, 2008

Beccatevi questa perla!



Ma cosa sarà mai questa curiosissima immagine? Adess a val digg!

Aeroporto internazionale O'Hare di Chicago, zona boarding dei voli United/Lufthansa (quindi da USA a USA, do al max da USA a Germania).

Credeteci o no, questa è una pubblicità circa le opportunità di fare un matrimonio di affari in SICILIA! Per essere più chiari, una proposta pubblicitaria per investire in Sicilia. Notare bene che nel'intero bozzetto non c'è nemmno un rimando sciovinistico all'Italia, o almeno una bandierina. Niente, nulla. Italia?? Macché, Sicilia!

Per favore caro Kartofen, vieni in Sicilia a investire.... dai Pecos Bill porta i tuoi dollaroni in Trinacria!! ..in un certo senso è geniale, vorrei davvero vedere in faccia chi ha pensato il piano mezzi di sta roba... di sicuro uno che ha sbagliato mestiere, al pari di quella legge del cazzo che invece di nazionalizzare la comunicazione in tema di turismo e investimenti, come tutti gli altri paesi del mondo, avanzati o meno, ha invece demandato tutto questo alle regioni (sai, il magna-magna).

Sotto il profilo della promozione territoriale siamo davvero alla canna del gas, privi di qualsivoglia coordinamento. E facciamo come i gamberi: così come nota a margine, come una cacca di piccione sulla camicia dopo essere scivolati e avere imbrattato i pantaloni sopra ad una merda di cane, vi segnalo questo articolo sulla posizione dell'Italia nel ranking europeo degli investimenti diretti dall'estero. Tomò!

Cara Brambilla, ce n'è di lavoro da fare eeh??

giovedì, novembre 20, 2008

I giovani, futuro dell'Italia. Ne ho intervistati sei

Ebbene sì, anche per l'immensa multinazionale in cui lavoro, nonostante i tempi duri di una crisi tanto imprevista quanto inevitabile, è giunto il momento il dotarsi di una nuova risorsa umana, naturalmente a tempo determinato definibile solamente con esotiche terminologie francesi o inglesi, così tanto per riempirsi la bocca.
Ma noi non siamo come gli altri, noi proponiamo un rimborso spese pagato CON DEI SOLDI e reali opportunità di accrescimento del bagaglio esperienziale. L'annuncio viene pubblicato, mi aspetto la coda alla porta fin dalla mattina successiva.

In realtà, all'anticamera del glorioso ufficio internazionale arriveranno alla fine solamente 6 profili (che circonlocuzione del cazzo), degnissimo spaccato del panorama giovanile nazionale.
Eeeeh, no! ..non intendo giovanile come il nostro amato ('nsomma..) premier, intendo giovanile-giovanile, fresco di laurea, architrave per il futuro del nostro belpaese.
Vale la pena che vi racconti un pò di queste belle chiaccherate.

Candidato 1: è di sesso F. E' in ritardo. Al 20° minuto di ritardo (ad un colloquio, non al bar per il caffè) chiama comunicandomi che "è in arrivo". Al 30° minuto di ritardo chiama per dire che "proprio non ce la fa". Dopo qualche giorno richiama per chiedermi un nuovo colloquio "perchè sa con tutti questi appuntamenti non ci si capisce più niente, hehehe!!hehe!! - risatina ignominiosa - ".
Disgustorama.

Candidato 2: giovane sbarbi volenteroso. Camicina a quadri, maglioncino liso, jeans del tutto fuori moda. Potrebbe essere mio figlio, e ho detto tutto.
Curriculino modesto, ma brava persona, impressione di totale smarrimento nei suoi occhi. Per la prima volta in vita mia scopro che, pur incosciamente e anzi cercando di evitarlo, in determinati contesti faccio paura, posso far sudare copiosamente dalle ascelle altrui. Minchia, che flash.
La lingua inglese, per lui, vale l'uzbeko. Trasmette bonarietà e timore al tempo stesso... mi sento invecchiato d'un tratto. "Le faremo sapere.."

Candidato 3: è una donna. Nel senso, è appena neolaureata ma appare già matura. Giacca scura, pantalone nero, taccazzo, capello raccolto. Viso pulito, tratto deciso e sguardo fermo ma al contempo rassicurante. Non traspare emozione, pare un cyborg con la voce in modulazione controfase.
Anni di piccole esperienze nel settore alle spalle, idee chiarissime sul suo futuro, buona empatia. Ha studiato a casa la posizione, ha già capito praticamente tutto sull'architettura delle nostre società. E' pure discreta, tranne per l'altezza.. very impressive.

Candidato 4: è una postragazzona quasi mia coetanea, senz'arte nè parte. Di sicuro ha una canna in tasca che si farà non appena fuori di qui. Mi dà un'anguilla umida, o forse la sua mano.
Attacca a parlarmi scompostamente di quel che ha fatto in tutto questo tempo, e si sente distintamente lo stridente rumore degli specchi graffiati sfffififififififififfififfififificzzzzzzzzzzzzz!!!
La lascio parlare ad oltranza, e quando infine appare chiaro che la sua bocca è totalmente desalivata, con concreti rischi di incollamento della lingua al palato o agli stessi molari, con lei sempre più stremata e sudante, allora assesto il colpo di grazia: "ha qualche domanda sul ruolo proposto?". Riconosce di aver oltrepassato l'Alamo delle proprie possibilità, così alza bandiera bianca in automatico.

Candidato 5: è un fumetto. Jeans ultraderente, maglietta trendy, scarpa da skater e ciuffo ultracurato (per chi l'avesse rimosso, siamo sempre a parlare di colloqui di lavoro). Dimostra forse 17 anni, il cv dice qualcosa di diverso ma rimango convinto delle mie impressioni. Credo non abbia mai indossato una giacca in vita sua, e disgraziatamente non ricorda nemmeno il nome della società che organizza il master postlaurea che sta frequentando (!). Tra l'altro, credo per risultare naif, ha deciso di rispondermi esclusivamente a monosillabi, prediligendo il "no".
Nell'antica Sparta avrebbero scelto la rupe più alta, per gente come lui. Premio Usain Bolt dei colloqui.

Candiadato 6: è una femmina, nel senso che c'è, si vede e trasmette proprio quella senzasione, comprese colleghe che, all'unisono, tendono le orecchie al mio ufficio. Ottimo cv, grande personalità. Trasmette iperattivismo e interesse, l'utilizzo di sostanze anestetiche l'aiuta di certo, sì ma non è difetto, è carattere. Praticamente perfetta, anzi a dirla tutta sprecata per il ruolo (ma tutti siamo partiti da lì, no?). Da circoletto rosso le scarpe da gran sera con stiletto, aperte davanti: che mi vorrai comunicare, carina? Sostiene il mio sguardo certamente osceno, addirittura pare ammiccare
Anche lei studi ottimi e veloci, esperienze nel settore già avviate e una faccia che mi sa che se non esce 6 sere a settimana, allora sono 7.
Anyway, very impressive too.

Al di là dell'esito della cosa, tuttora incerto, e pur essendo consapevole che sei appare un numero troppo basso per esprimere una pur minima statistica e/o cluster analysis della ricerca, cazzo non posso non registrare che gli uomoni/quasi uomini oggi sul mercato (per intenderci la fascia 20 - 25) si presentano col cazzo floscio in mano e l'aria di quello che s'è appena toccato come si deve. Infatti, lo prendono in culo! Eccheccazzo, no ragazzi miei!
Non c'è niente da fare: le ragazze/quasi donne, a quel periodo ipercritico che fa da ponte tra l'università e il mondo del lavoro, ci arrivano decisamente più mature e consapevoli, analitiche e coscienti, spudorate e ammiccanti.
E' chiaro quindi, tanto per buttar lì una banalità qualsiasi, che la donna a quell'età cerchi il maschio più adulto, nel tentativo di bilanciare un confronto altrimenti impare. Ma di quello non me ne frega poi granchè (anche perchè non si batte chiodo..), è la privacy, babe.

Quello che davvero mi preoccupa invece è il dover evidenziare, a fronte di un gap così evidente, dell'assoluta mancanza di donne, sia giovani che meno giovani, nelle posizioni di comando o decisionali nella nostra derelitta società civile italiana, ma anche all'interno delle aziende, in politica, nelle associazioni o fondazioni, nei board delle maggiori società, o alla tv, escludendo le solite vagonate di troiazze seminude.

Fa opportunamente notare Cristina nel suo blog come una specifica ricerca condotta dal World Economic Forum riguardo questo gap tra uomini, donne eposizioni di potere/comando ci collochi, ma pensate un pochino, in fondo alla classifica che include tutti i paesi al mondo.
Sapete che c'è?
Detta da me, che sò omm: per (cercare di ) salvare l'Italia, presto o tardi saremo costretti ad affidarla alle donne. O, meglio, saremo felici di farlo, almeno questo spero.

Hey men, look at the bright side: perlomeno, a quel punto, potremmo finalmente dedicarci ai nostri passatempi preferiti, o ritrovarci al bar alle due del pomeriggio.. non male no?

Aloha, anzi Shalom (stay tuned)

lunedì, novembre 10, 2008

Una sera insieme a Las Vegas

Finalmente, dopo un'intensa giornata di lavoro qui a Las Vegas, mi concedo una sera in compagnia di tutti i miei amici. E qui a Las Vegas, una sera insieme può essere davvero straordinaria.

L, M, A ed S (con M) hanno pensato al locale prendendo tutte le informazioni del caso, così si finisce al jet del Mirage, dove stasera ci sono due grandi maestri della musica house.

Però la serata parte prima, molto prima con un giro in una serie di bar ultracool: i banconi dei migliori hotel della strip vengono presi d'assalto.

V ovviamente ha letto tutte le guide più aggiornate e fa da cicerone; G, E e G pensano soltanto a ordinare Margarida e Cubalibre il più velocemente possibile mentre con mia grande sorpresa mi compaiono davanti R, E, F e P... cazzo occorrerà davvero armarsi stasera!

La quinta colonna delle mie amicizie femminili è ancora incantata dentro il Fashion Show Mall, ma ben presto si metterà al passo: M, O, E, E, C e qualcun'altra che sempre si aggrega a loro vogliono fare un figurone.

Ci sono poi quelli che scelgono di fermarsi all'avveniristico Sportsbar accanto alla concessionaria Lamborghini: là sono certo di trovarci P, K, Z, e magari un paio d'altri.

G, F, A e C sono già a cena, ma stasera andrò a prenderli per le orecchie: non può mancare nessuno.

Poi la sera prende corpo e sembra di rivivere un pò le scene di "Da zero a dieci", solo che a far da sfondo invece di Rimini e della Riviera, c'è la capitale del peccato Las Vegas: c'è chi alle undici è già a pezzi e molesta le signorine (che qui però rispondono, attenti!), chi dice "arrivo!" quando invece ancora sdraiato sul letto, chi passa la sera al telefono, chi non sta fermo un attimo e chi commenta qualunque ragazza gli cammini a meno di dieci metri. E' la sera perfetta.

R, gentile come sempre chiama le sue otto amiche (che ha comunque e dovunque a portata di mano, in qualunque parte del mondo), G lo conosce da due ore ma già gli fa da spalla: la loro personale sfida è iniziata. M ha il solito codazzo di amiche delle quali si fa conoscenza, gioco forza in breve il gruppo si scioglie e rimangono gruppetti di 3-4 persone, o coppie.

Hey che fine ha fatto G? Davvero sono venuti anche M e J? Quando ti ha detto che veniva R?

Dagli altoparlanti di fronter al Venetian e al Palazzo stasera non escono Baglioni o la Pausini, ma Stadio, Ridillo e anche i Subsonica. La terra trema!

Da qualche parte nel privè più esclusivo del Jet, V sta offrendo un cocktail dei suoi a A, L e S. Argomenti obbligatori della chiacchera: la gonna di quella bionda, il costo della quinta di quella labbrona, il costo e basta di quelle due cavalle con la frangia tagliata col falciaerba (a contorno di questi main topic, qualche considerazione a mò di coro sulla prossima trasferta al seguito della Spal).

La serata scorre veloce, le cinque arrivano in un lampo ma tra cazzate, risate, persone sconiosciute che sono diventati volti famigliari e qualche attacco andato a buon fine ci sembra quasi che non sia mancato nulla.

Il ritorno alle rispettive camere, alcuni a braccetto, altri con la camicia sulla spalla, è da film di fronte al sole che fa capolino dietro alle montagne rocciose.

Prima della branda, qualcuno accende di sfuggita la tv, dove un giovane e bel ragazzo di 44 anni sta parlando a una grande folla. Pare abbia vinto delle elezioni.... siamo troppo stanchi per ascoltare, però alcune parole ci rubano l'attenzione e ci regalano un sogno d'oro ad attenderci: "....Democracy, liberty, opportunity and hope!". Chissà, magari ce l'ha anche con noi.

Forse è stato un sogno, ma mi è davvero piaciuta questa notte d'altri tempi di gloria a Las Vegas, avete fatto bene a venire tutti!

Poi, erano anni che non sentivo parole così retoriche e bellissime. Può tutto questo la politica?

- Estelle, "American Boy"
- Moby, "Oh yeah"
- Telefon Tel Aviv, "My Week Beats Your Year"
- Hercules and Love affair, "Blind"
-Royksopp, "In space"


giovedì, ottobre 23, 2008

¿Quién sabe reír?

E' la domanda che mi sono sentito porre durante lo scorso weekend.
E' molto interessante: siete convinti di saper ridere? Chi lo è davvero?
Credo che sappia ridere chi prende le cose con semplicità, si circonda delle persone giuste e si riserva sempre un pò di tempo per vivere.
Sono stato a Madrid e ho scoperto un luogo la cui fama per lo sfrenato divertimento è strameritata. Però sui giornali e alla tv ho visto spesso la parola "crisis", esattamente come in Italia.
Però là sembra un pò meglio, nonostante tutto. Secondo me è perchè la gente è un pò più vera: mano sofisticata, più curiosa, più aperta. Parafrasando il commento di un amico che ora risiede là "pare che ai madrileni faccia schifo la propria casa, e che per stare in pace con sé stessi debbano uscire e stare insieme".
Tra le altre quindi, sarebbe anche l'ora che ci togliessimo di dosso un bel pò di salamelecchi e tarantelle, che in fondo è il vero delle cose che interessa. E questo vale sul lavoro ma soprattutto nel privato: impegni che impediscono di organizzar cene, meeting infiniti che sotraggono tempo all'attività fisica, denaro speso per puri status che non contano un cazzo.

Fermandosi a pensare, o buttandosi a rotta di collo in un weekend iberico insieme a R., E. & P., pare evidente che ci sia di meglio da fare. Grazie ragazzi italiani di Madrid, il vostro stile l'italia proprio non lo merita!

Hasta pronto!

giovedì, ottobre 09, 2008

Il valore del dono: grazie Stefano

Ho letto del tuo terribile male, e della tua voglia di lottare e non lasciarsi travolgere. Ti ho donato pochi euro e qualche ora del mio tempo. Ti ho regalato lunghi applausi e qualche lacrima a stento trattenuta.
Ma tu hai fatto molto di più: mi hai fatto capire, col tuo splendido sorriso e col tuo spirito vivo, quanto sia fortunato e come la vita deve essere vissuta. Tutta d'un fiato, testa in alto, senza rimpianti nè rimorsi.

Stefano sei uno di noi. Spero un giorno di poter dire di essere uno come te.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Oooooohoooh and I aaaaaaaaaaaaaaam just waiting till the shine wears off...



L'altra sera, Coldplay al Futurshow Station. Non è la prima nè la seconda volta che li vedo, e non voglio lasciarmi andare a commenti trionfalistici e adolescenzali.

Però.

Il pubblico è di facce trentenni, pulite e carine. almeno la metà degli spettatori è più vecchio degli stessi Chris Martin and C. I quali suonano che a volte sembrano gli U2 di "Rattle and Hum", altre volte quelli di "Zooropa", altre ancora i Radiohead e altri ancora. Eppure sono assolutamente originali e trascinanti al tempo stesso, con i loro oltre 40 milioni di dischi venduti e i messaggi di speranza e impegno nei loro testi, molto slegati invece dalla politica e dalle faccende terrene. Mi fa pensare il fatto che quei 4 ragazzi che, insieme, sono i Coldplay abbiamo 3 anni meno di me e già famiglia e prole sulle spalle. Che sia più il "modello britanico" o la ricchezza? Certo è che le scuse, quando non ci sono è facile cercarsele. I bagarini alle nove stavano ancora a comprare, e a vendere a 100 euro..

A me basta il fatto questo concerto abbia radunato 8 di noi nel parterre, dagli esperti a quelli da "alfabetizzare", un lunedì sera qualunque nelle nostre incasinate vite, e già questo spiega tutto. Per un attimo m'è tornata in mente la fischiettata notturna e in coro di San Francisco, la più bella della mia vita, invece mi è poi rimasto il riff di "Lost", che nella mia testa è proseguito in loop anche alle 7 del mattino dopo, quando salivo sull'intercity per Roma. Bello urlare testi pieni di speranza, bello riascoltarli e canticchiarli anche il giorno dopo. Da bimbi ma eccitante continuare scambiarsi sms di impressioni e cagate per tutto il giorno successivo.

E voi, che pezzo o che melodia v'è rimasta in testa il giorno dopo? E qual'è il prossimo concerto in scaletta?

PS: niente da fare, tre anni fa scrivevo commenti sui concerti molto più scanzonati e di stile!

Bye

giovedì, settembre 25, 2008

Areoporti, città, incroci: di passaggio a Francoforte

Ciao, da oggi scribacchio futilità anche su occhiaperti.net eccola appena sfornata!

Entro in punta di piedi in questo bellissimo spazio perché, pur essendo per me ormai da anni esaurita l’età dello studio, mi ritrovo ancora a scrivere per il puro piacere di farlo, o forse magari per trovare il senso vero delle cose, che mi piacerebbe condividere con chi legge.
Il mio lavoro mi porta a vivere numerosi e spesso frenetici viaggi, di quelli che spesso vedi appena l’aeroporto, l’albergo in cui soggiorni e le tre-quattro facce che devi incontrare, stop. Altre volte va meglio, e con 4-5 giorni si elabora una vaga idea del posto in cui si è, a volte si fanno scoperte e comparazioni con l’Italia con sorprendenti risultati.

Sono a Francoforte, già toccata parecchie volte per appuntamenti di lavoro. E’ un luogo che mi mette addosso sensazioni sempre dello stesso tipo, ma ancora a me incomprensibili. E’ certamente una città cosmopolita e funzionale, però mi pare che le manchi un po’ l’anima. Per cercare di intravederla, mi sono fatto anche una corsa nel lungo Meno, come se fossi sulle nostre Mura, ma nulla. Nessun segno di contatto tra me e Francoforte, nemmeno di fronte a un cielo terso e a un tramonto fantastico che stagliava lo skyline dei quartieri industriali ora riconvertiti. Rimane l’effetto “acqua ossigenata”: il vero contatto umano lo offrono, tanto per cambiare, i latini: un cuoco italiano, una cameriera greca, una delegazione spagnola rumorosa e allegra. E’ certamente un problema mio, che non riesco a entrare in feeling con i cittadini della Westfalia.
Con la crisi incombente di numerose banche d’affari mondiali che qui hanno sede, il velo di tristezza che Francoforte si porta un po’ addosso, m’è parso stavolta più intenso del solito.

Per questo, e a malincuore, tralascerei la città concentrandomi su ciò che più mi impressione e che mi suggestiona, cioè il suo aeroporto, in questo caso è soprannominato Fraport. E’ sì perché gli aeroporti sono la mia passione: li studio, li conto, li analizzo. Mi lasciano quasi sempre a bocca i lunghi corridoi lungo i quali mi trovo a camminare. Esprimono inequivocabilmente il carattere del posto in cui si è, perché gli aeroporti - quelli sì - hanno un’anima, sempre! E quello di Francoforte rimane troppo silenzioso, grande, ordinato e pulito per i nostri standard, è senza dubbio tedesco.
Nel mio transito all’arrivo e soprattutto alla ripartenza, ho avuto l’impressione di fare temporaneamente parte di una vera e propria piccola O.N.U., con gli stessi principi aggreganti e distintivi. Perché nelle poche ore vissute in questi luoghi – non luoghi (direbbero i sociologi) non si riesce a rimanere insensibili di fronte al panorama delle diverse etnie che balzano agli occhi, ma non solo. Lungo i tappeti mobili non si fanno distinzioni di sesso, censo, religione: tutti corricchiano, con diversi gradi di educazione ed ordine probabilmente imposti dai propri luoghi d’origine. Che si tratti di acchiappare una consuetudinaria navetta di collegamento che ripete la rotta 10 volte al giorno, oppure di imbarcarsi su un enorme jumbo per un volo transoceanico, l’importante è muoversi vorticosamente e imprecare di fronte ai controlli di sicurezza, oramai sono indistinguibili dai camerini di un grande magazzino di abbigliamento.
E’ incredibile constatare poi come la lingua ufficiale di tutte queste aree di passaggio, in qualsiasi parte del mondo e quindi anche a Francoforte, sia questa sorta di simil-inglese semplificato e privo di ogni regola grammaticale: tutti si fanno capire grazie ad esso, ma al contempo rimane decisamente affascinante origliare sorpresi tra i gruppetti e sentire le loro incomprensibili ed esotiche conversazioni. Suoni del tutto indecifrabili che ci fanno tutti così diversi, in questo posto così standardizzato, e danno sale alla vita.

Qual'è il vostro aeroporto preferito, se ne avete uno? E la vostra città preferita?

In questi momenti di passaggio (dalla terra all’area, da un paese all’altro, da una lingua all’altra) capita di assistere a scene buffe ed irripetibili, migliori degli sketch di consumati comici: in attesa del check-in mi ha rubato l’attenzione l’inveire di un elegante uomo, nel suo ordinario e perfetto giacca-cravatta-valigetta, verso una macchina per la biglietteria automatica, rea di non volergli restituire la tessera di Frequent Flyer. Un calcione bene assestato, e senza risultato, ha dato colore al tutto. Naturalmente, gli urlacci che emetteva erano incomprensibili a tutti o quasi: turco, credo. Bella lingua per arrabbiarsi.
Nell’attesa mi capita di pensare a cosa accadrebbe se, volontariamente o meno, finissi col perdere il passaporto o la carta di imbarco quando ormai è troppo tardi, e nemmeno stavolta ha fatto eccezione. Farei forse la fine di Tom Hanks in “The Terminal”? Deciderei forse di vivere per un po’ in questo luogo franco, in attesa che tutte le cose in bilico della mia vita si mettano a posto da sole? E chi lo sa: questa fantasia ricorrente credo risalga al tempo della pre-adolescenza, quando bel bello, all’autostazione di Corso Isonzo, salii sulla corriera sbagliata così io, originario di Cona, mi ritrovai nelle campagne oltre Copparo. Una sensazione di felice smarrimento, molto bella, che ricordo ancora. Vi è mai capitato di perdervi ed essere felici?
Quel che è certo è che ogni tanto, camminando lungo gli ingressi d’imbarco dei voli o guardando negli immensi e rotolanti tabelloni delle partenze, morirei davvero dalla voglia di ignorare i controlli ed i posti assegnati e prendere un aereo a caso, senza nemmeno leggere la destinazione. Immagino che sia successo a tutti voi, l’immaginazione ci porta sempre un po’ troppo oltre. Ecco perché son finito a fare un lavoro che mi fa viaggiare tanto e mi lascia il tempo, in questi frangenti, di volare un po’ con la fantasia.
Vabbè, stavolta ho fatto le cose per bene, mi sono infilato nel terminal 1, poi ai controlli e quindi al Gate 46, in attesa del volo LH3978. Mi sono allacciato le cinture e mi sono subito addormentato, in questo aereo tedesco carico di italiani. Ed ho sognato la prossima città e il prossimo aeroporto che vedrò, e del quale spero vi racconterò.

martedì, settembre 23, 2008

Ma a cosa serve un blog?

In effetti molti mi chiedono (ed io stesso molto spesso mi faccio quasta domanda..)a cosa serve scrivere e commentare qua sopra. E' un diario digitale? Sì, ma molto di più. E' interazione, è informazione, è tanta roba. Pensatelo applicato alle imprese, o anche solo come bacheca di commento sul ristorante dove si è manngiato la sera prima: una stroncatura verrebbe moltiplicata per tutti i miei 15 lettori!
A tutti voi offro questo video esemplificativo, in inglese ma talmente chiaro che non può essere frainteso, anzi ha il potere delle idee! Tanto tanto web 2.0!

PS: un grazie speciale alla Simo, a Fabbri, alla Meggy e a tutti i ragazzi di SMV e non che non perdono occasione di dirmi che amano leggere lamezzastagione. Questo per me è un vero onore, come la vostra amicizia e compagnia di una vita. Ci unisce il viola, e ormai anche il giallo!
Fede e Lotti, ho dei problemi a caricare le foto ma arriveranno presto!

Vice/Manu

mercoledì, settembre 10, 2008

BlogFest 2008: ci vado, ci andiamo?

E' il primo raduno del genere in Italia, e a guardar bene (sponsors) non mi sembra niente male. Va da venerdì 12 a domenica 14 a Riva del Garda, chi viene con me domenica (o sabato)?

Qui il sito web ufficiale, qui l'articolo su La Stampa, qui il programma ufficiale.
Ho una gran voglia di partecipare ad uno dei 9 Barcamp!

eddai! :)

martedì, settembre 09, 2008

Quello che ho lasciato a metà, e quello che devo ancora iniziare

C'era una "to do list" delle mie vacanze lente che è, chiaramente, rimasta in larga parte incompleta, e sulla quale vorrei tornare a breve.
A fianco del mio letto c'è invece una bella pila di libri, le cose che ho accumulato negli ultimi mesi e che ho non ancora finito, iniziato, sfogliato, letto a cazzo, solo annusato. Per la precisione:
- Kitchen Confidential (Anthiny Bourdain)
- La vita: istruzioni per l'uso (George Perec)
- Il volo della classe creativa (Richard Florida)
- Internazionale (speciale di 124 pagine di agosto sul Viaggio)
- World Party, The rough guide
- Economia della Felicità (Luca de Biase)
- Il liberismo è di sinistra (Giavazzi - Alesina)
- Dovevo andarci - Scrittori in viaggio con sè stessi
- Nessuno lo saprà (Enrico Brizzi)
- Who's your city (Richard Florida)
- Gomorra (Roberto Saviano)
- Guida galattica per gli autostoppisti (Douglas Adams)
- Simposio (Platone)
- Tropico del Cancro (Henry Miller)
- Febbre a 90' (Nick Hornby) -- perenne rilettura
- Un weekend postmoderno (Pier Vittorio Tondelli)
- Alta fedeltà (Nick Hornby) -- anche qui perenne rilettura
- Come diventare buoni (sempre Nick Hornby)
- La deriva (Stella - Rizzo)
- Atlante di Repubblica - I giorni di Moro
- un plico alto così di ritagli dal Corriere, Financial Times, Il Sole e Nova 24, Repubblica, la Stampa, Espresso, internazionale, Herald Tribune, El Paìs...

Ah, poi c'è qualche film che ho, nel laptop o in DVD, che mai ho finito, o iniziato:

- La grande abbuffata (Marco Ferreri)
- Il deserto rosso (Michelangelo Antonioni)
- Invito a cena con delitto (Peret Sellers)
- Catch 22 (Joseph Heller)
- Tutti a casa (Luigi Comencini)
- Ocean's 13 (Steven Soderbergh)
- L'audace colpo dei soliti ignoti (Nanni Loy)
- Absolute beginners (Julien Temple)
- Bande a part (Jean-Luc Godard)
- L'intervista (Federico Fellini)
- Fino all'ultimo respiro (Jean-Luc Godard)
- Il settimo sigillo (Ingmar Bergman)
- Il fascino discreto della borghesia (Luis Bunuel)
- L'avventura (Michelangelo Antonioni)
- Le mani sulla città (Francesco Rosi)
- Scusate il ritardo (Massimo Troisi)
- Memorias del Saqueo (Fernando Solanas)
- La banda Casaroli (Florestano Vancini)
- La classe operaia va in paradiso (Elio Petri)
- Crimen (Mario Camerini)
- Zabriskie Point (Michelangelo Antonioni)

La musica la tralascio...
Come dite, sono un inconcludente? E' evidente!
Ma lasciatemi dire che dedicherò un post alle opere che invece ho concluso, mi hanno ispirato e posso commentare. Nel frattempo ditemi.. che scheletri avete nei vostri armadi?
Cosa vi resta da finire, o avete semplicemente acquistato o scaricato in un raptus compulsivo, e poi nemmeno avete iniziato?

E' proprio vero che viviamo nell'era dell'accesso... pure troppo!

giovedì, settembre 04, 2008

Sa tié ingarbujà, pensa in dialèt!

Ad esempio,

"cat'iena l'saltinsù in na camara bassa!!"

non lo puoi pensare che così com'è detto, e alla fine l'incazzatura si trasforma in una bella risata no? :)

E voi, qual'è il detto in dialetto preferito?

martedì, settembre 02, 2008

Sulle coincidenze, la Sicilia, l'amicizia

Succede che cominciano le vacanze "lente", quelle da passare tassativamente almeno per metà attorno al proprio backyard, completamente alla ricerca dei ritmi e ritrovi della pre-adolescenza (e vedrete se fra due-tre anni non sarà un must da copertina di Internazionale, altrochè Formentera..) e subito cado nel dolce pensiero di chi, della mia "community", non sento da troppo, cui rivorrei parlare.
Tre, quattro persone al massimo che mancano all'appello da un pò troppo tempo.
Coincidenza: in pratica, mentre le penso, due di queste mi chiamano in sequenza, e con loro finisco con il progettare un tratto delle mie vacanze "lente", col tempo che rallenta ma è ancora troppo corto e le parole troppo lunghe per quelle poche ore, pranzi, giornate, cene.
Sempre troppe idee, troppe persone che è necessario rivedere o conoscere, quel senso della "conversazione in pillole" che un anno di lavoro ha lasciato sottopelle e che fatica ad andarsene.
Ma poi, poco a poco, ce la faccio.

Mi tolgo le scarpe, mi spettino e ritorno nel mio tempo della pancia.
Come si fa a star senza? Come si fa a star senza noi stessi intendo?

Dovrebbe essere sempre così, che si piglia la macchina e si fa il punto della situazione della propria vita come si facevano i conti dal bottegaio, su un foglietto e con la penna all'orecchio.

Fatto, fatto, mi manca ancora questo e questo. Lascio da pagare qualcosa, ma ripasso.

E non li faccio da solo, me li faccio fare. Se poi tutto questo è condiviso, proprio vissuto insieme con le persone giuste, beh allora è sempre la prova del nove.

Poi altre coincidenze che proseguono, lungo il crinale della mia mano e dell'Italia, in questo agosto pieno di stelle cadenti e di film e di cene sotto ad un falò o in una piazza: a Zorz (l'autobiografia un pò alla volta te la scrivo!) alla fine l'ho anche detto che "potremmo anche vivere insieme tra un pò, come in una comune". Perchè è splendido vedere che tantissimo ci accomuna, e che a volte basta stare insieme per ricreare quell'essenza che ognuno contribuisce a creare.
Quelle idee riprese con Ale che, tra mille progetti, ci rimangono in testa e forse un pochino prendono corpo.

Succede che si finisce in Toscana, poi in Sicilia, risalendo lungo il filo delle necessità di contatto, di parole e grande musica condivisa per tutta una vita. Si ritrovano le persone giuste al momento giusto all'ombra di una barca arenata (grazie Mariella! ne voglio ancora delle nostre risate!), si nutre la mente con quasi tutte le sette arti: dovrebbero farlo durare un pò più a lungo, questo agosto lento. Hanno davvero capito tutto giù in Bhutan, che per loro l'unico indice che conta non è il PIL ma la Gross National Happiness

Ho conosciuto due persone interessanti e che mi piacciono, e questo è sempre il sale per me. Ho finalmente imparato a fare qualche complimento al momento giusto, quando lo sento per davvero.Ho messo una firma su un atto del Comune, ed è uscito uno sgorbio ché mi tremava la mano dall'emozione: in bocca al lupo per la vostra vita ragazzi miei.

Succede che finiscono le vacanze "lente"con il lascito di una nuova consapevolezza: in queste giornate limpide, per me è forse ora di ripartire. Spero solo non cali l'oscurità troppo in fretta, perchè ho ancora bisogno di qualche momento, perchè l'immagine del futuro si impressioni bene nella retina della mia mente.

E poi switch! Fare senza pensare.

Non so come mai, ho ricevuto, così tutti insieme, alcuni struggenti intelligenti brillanti anonimi inaspettati adorati complimenti per quello che sono o che scrivo o che penso, troppo per me. L'imbarazzo rimane totale!
Quel che sono è tutto merito/colpa vostra, ne sono convinto. E vale anche per voi.


Aloha, a presto prestissimo.

Today's recipe (così, mixed one into the other, in Radionova style):

- Pink Floyd "Meddle (part 5&6)"
- Jimi Hendrix "Al along the Watchtower"
- Pino Daniele "Je sò pazzo"
- Bruno Martino "E la chiamano estate" voce Nicki Nicolai

martedì, luglio 29, 2008

Il concerto dell'anno


In fondo in fondo, è il sogno di tutti: fare un concerto da protagonista di fronte ai propri amici. E, sempre in fondo in fondo, anche sposarsi lo è, dai (o almeno, allargando il concetto, trovare la donna della propria vita).

Gio ha fatto entrambe le cose nell'arco di 6 ore, tirando così una bella riga su due punti della lista delle cose da fare prima di lasciare questo mondo. Ha infilato un anello al dito della ragazza che gli stava di fronte alle 4 (e qui ve lo immaginate già, per cui tralascio descrizioni e commenti), ed è salito sul palco alle 10, coadiuvato da una band pensata e "messa in piedi" da lui, tra cui un amico di una vita, e ha cantato la "sua" scaletta, quella che vedete sopra.

Avrei voluto essere al suo posto, perchè davvero ci ha fatto, e ci hanno fatto, divertire come non mai, rendendo il rinfresco post matrimonio un vero evento e regalandoci una mezzora indimenticabile.


Naturalmente la folla di invitati è andata in visibilio da subito, ed appena è partita la "Vasco session" con Lunedì, sembrava d'essere a San Siro. Gioia, talento, condivisione, libertà, fantasia, amicizia, amore e molto altro si sono ritrovate nel chiostro e per un pò ci hanno mostrato tutto il bello e il giusto che c'è dentro e fuori di noi.



La neo sposa, ignara di tutto fino a cinque minuti prima, s'è sciolta di fronte alle dediche prese a prestito dalle migliori liriche di Jovanotti e De Gregori. Ma è con i super classici finali e con i ringraziamenti che s'è raggiunto l'apice, con l'abbraccio collettivo che ha reso questa sera di luglio davvero indimenticabile.

Sono sempre i particolari che fanno la differenza, e il senso della serata sta tutto nelle pizzette fredde di Benito magicamente apparse a mezzanotte. Tutto perfetto, ci conosciamo davvero bene. Sei sempre tu il nostro comandante.

Menzione speciale al "Boss", davvero il numero 1 di questa sera speciale che ci ha ritrovati così vicini.


mercoledì, luglio 09, 2008

Questa non è un'opposizione, questa non è la sinistra

Ho avuto modo di vedere in tv di sfuggita, e leggere un pò distrattamente sui giornali, della manifestazione detta "Anti Cav". Il mio commento è: ma che spazzatura è questa?
Ma che razza di turpiloquio circense è stato messo in piedi, con raffiche di insulti a ruota libera non solo contro il Presidente del Consiglio, ma anche contro il Papa e il Presidente della Repubblica?
Ma era appoggiata dai girotondi e l'IdV + Grillo, direte voi. Il PD ne era fuori, come Casini.
Va bene: ma che stanno a fare questi? Litigi sul sesso degli Angeli, distinguo, confronto interno... ma scherziamo davvero?

Ormai tutta la sinistra, aldilà delle etichette, cavalca concetti superati dalla storia e anche dalla società. In Spagna Zapatero porta il paese all'avanguardia con decisioni emblematiche circa la laicità dello stato, la parità dei diritti, l'equità sociale. Da noi? Si litiga e ci si guarda allo specchio.

Credo che, insieme all'attuale maggioranza di governo, tutta l'opposizione nelle sue varie forme sia altrettanto connivente in quella che è stata una perfetta azione di "techizzazione" (se mi si passa il termine) della politica. Effetto "Isola dei famosi", insomma: di là loro, di quà il paese, che guarda, si lagna, sgobba, ruba, frega, si impoverisce, si arricchisce, si polarizza e se ne frega.
Rimango convinto che una profonda differenza tra gli schieramenti sia che il Popolo delle Libertà il suo elettorato lo sappia ascoltare, e molto bene: ai loro elettori del "Salva Rete4" o del "Lodo Alfano" non interessa, l'importante è che venga concessa la libertà di operare (o di connivere, al sud).
La forza delle sinistre, soprattutto quella postcomunista in cui mai mi sono riconosciuto, è sempre stato il forte contatto con la base, con la gente che lavora e si ritrova in un anno benzina, pasta e pane (beni di consumo quotidiano) aumentati del 30-50%. Potere d'acquisto dei salari azzerato. Scuola per i figli dequalificata. Sicurezza dell'aetà pensionistica svanite. Ora le comunicazioni sono a zero. Quando è avvenuto questo distacco?

Pare che si possa parlare solo di sicurezza, che naturalmente è un tema importante, ma cazzo ce dell'altro che si trascura e perchè? La sicurezza sul lavoro! L'innovazione tecnologica! I CONTRATTI DI LAVORO forse buoni negli anni '70 ma totalmente inadatti oggi. E chi parla alla gente (come minimo il 43% dell'elettorato che non ha votato per la maggioranza e che, a naso, a sti temi è molto interessata) di queste cose?

Come mai a sinistra nessuno si sente investito del DOVERE della rappresentatività? Davvero per noi a parlare per noi sono rimasti solo Grillo, la Guzzanti e Travaglio - tutte persone più o meno accettabili, ma nient'altro che presunti comici o giornalisti?
L'intera classe politica rappresentativa dei valori progressisti e democratici secondo me è da abbattere e ricostruire dalle fondamenta: l'alternativa è un periodo potenzialmente infinito di "dittatura soft" del leader conservatore di turno.

ev

mercoledì, luglio 02, 2008

Before....

Che strana sensazione pensare che Londra per me sta diventando "uncountable"... alla domanda: quante volte ci sei stato? Ormai fatico a rispondere, e devo mettermi mentalmente a contare.
Era, è e sarà sempre uno dei miei tre "centri del mondo", i luoghi entro i quali si triangola il mio segnale e i miei messaggi.
Ci si va per mille motivi diversi, e sempre gli stessi. Per l'avanguardia e il passato, con le solite facce e gente nuova, verso i tornelli di alcune fermate della Tube girati mille volte e posti mai visti prima.
Ci si va perchè non c'è niente in Italia che nemmeno ci avvicini a quella dimensione, e il provincialismo ci tiene sempre più con la testa bassa.
Ci si va per vivere!
Ho armato l'Ipod, per i ricordi e la fantasia: "Trainspotting - O.S.T."; "Beatles - Abbey Road"; "Oasis - Whatever (CD single)"; "Sleepers - The it girl".
A presto mates!

Vice/Manu

giovedì, giugno 26, 2008

Sta tutto qui?

"Successo significa andare da fallimento a fallimento senza perdere entusiasmo".

Winston Churchill - Il più illuminato conservatore della Storia.

martedì, giugno 24, 2008

Italia

Lavorare stanca, ma a volte mi dà la possibilità di vedere posti del genere.








Più viaggio e più mi rendo conto di quanto l'Italia sia la vera e propria tesoreria delle bellezze artistiche e naturali del mondo.
Chi indovina dov'ero? Suggerimentino che capiranno in due: bipompica!
Sempre vostro
ev

mercoledì, giugno 11, 2008

Dubailand

E venne il giorno che andai a Venezia e presi un aeroplano per gli Emirati Arabi Uniti, precisamente per Dubai.
Stetti quattro giorni, poi tornai in Emilia, a casa mia, sempre via Serenissima ("Se te gà l'aparecchio te ghe lo dirà, dio càn!").
Perchè sì, dopo soli 4 giorni me ne andai da quel Dubai afoso, calorifero, ammorbante.
Me ne andai da quel Dubai futurista, immaginifico, enorme. Quel Dubai-cantiere.
Eccerto, me ne andavo da quel luogo di religione, di affari, di soldi di fighe russe di emiri di grattacieli di palme di mondi di vele di cantieri, di acqua col sale e senza sale.
E me ne andai da quell'hotel col receptionist sudafricano, la concierge tunisina, la cameriera malese le puttane ucraine le inservienti pakistane e i proprietari americani.
Me ne andai da quel posto che fa anche 5 gradi all'alba in gennaio, ma anche 30 a febbraio financo 40 de notte e 50 di giorno a giugno.
Me ne andai dal Dubai della Emirates delle Dhiram, della sabbia, delle strade del mare lontano delle piscine del sushi dei "tremendous deal", quell'oriente così occidentale così ricco così finto così alieno.
Me ne andai da quelle pompe di benzina a 18 centesimi di euro al litro, da quel caldo maiale, da quell'acqua schifosa e sinonimo di riccheza, me ne andai da quel finto pulito e vero sporco.
Me ne andai da quel Dubai di merda! E mi misi in affari con l'Oman.

Sempre vostro

Vice/Manu

Soundtrack:
Remo Remotti - Mamma Roma, addio!

mercoledì, maggio 28, 2008

Ci pensavo da un pò, e non solo io.. Che città sei?

Non prendetemi per matto (e scusatemi per l'assenza, ma i cieli d'Europa solcati in orizzontale, verticale e diagonale hanno influito... e poi avevo troppe cose da dire e non mi decidevo), ma questa domanda mi ronzava in testa ormai da anni, soprattutto da quando alcuni amici hanno compiuto la scelta consapevole di cambiare città, nazione e hanno deciso di farlo per la vita.

Perchè accade tutto questo?

Ora, è noto a tutti come Nick Hornby, alcuni amici ed io viviamo di classifiche e guidiamo la nostra vita grazie a loro. Ne ho redatte di ogni genere negli anni, da quella sul miglior terzino sinistro della Fiorentina a quella sul migliore "B side" dei singoli degli Oasis, ma sulle città no, non sono riuscito mai a metterle in aperta comparazione. Troppe cose da buttare sulla bilancia del confronto, dal clima agli intrattenimenti, dalle chance di lavoro a quelle di vita.. e poi il posto in cui si nasce dà un certo tipo di imprinting che non puoi poi "lavare"... anche se molti sembrano stare bene solo lontano dalla propria hometown, oppure dopo un lungo periodo passato all'estero si riscoprono persone nuove.

E dunque?

Una risposta americanocentrica arriva dall'economista visionario Richard Florida, il quale dopo aver enunciato nei suoi precedenti scritti la propria teoria circa l'Economia della "Classe Creatività" e di come essa governerà il mondo del futuro (più idealista che neorealista il ragazzo..), arriva con questo nuovo libro "Who's your city"(chissà mai se arriverà in Europa arricchito di nuove sezioni ad hoc) a indicarci la via del nostro futuro, nel posto più adatto a noi.

"La nuova classe creativa sta rendendo sempre più il luogo in cui vivere la più importante scelta della nostra vita!", questo il suo postulato di partenza. In effetti, per certi versi è lapalissiano: un pubblicitario si troverà meglio a Milano, un broker finanziario a Londra o NY...
Però c'è dell'altro.

C'è la parte non facilmente misurabile, quella offerta dai viaggi, dalle amicizie, dagli amori vissuti in luoghi che rimangono nella mente e poi finiscono con il ritornare. Oppure da casi della vita (I tipping points!) che ci fanno piovere in un posto e non abbandonarlo più.

Fino a un paio di generazioni fa, questi concetti non avrebbero trovato spazio, se non tra gli emigranti. Si nasceva e si cresceva in un posto, e l'eminenza grigia al massimo era il farmacista del paese.

Ma ora no, viviamo nell'economia del trasporto e della multiresidenzialità di vita.
Sarà il prossimo viaggio in Dubai a suggerirmi tutto questo, ma anche pensando a me stesso, pur rimanendo profondamente legato al mio triangolo territoriale emiliano-romagnolo, che rappresenta il germe di tutto quanto sono ora, anche io ho almeno tre città-sogno nelle quali sto vivendo vite parallele ed immaginarie, che magari potranno diventare vite future: Firenze, Londra, San Francisco. Ci sono mille ragioni e nessuna, ma ormai mi considero non un viaggiatore ma un pendolare da e per quei luoghi.

E voi, ci sono luoghi del cuore, città in cui avete vissuto, vivete o vivreste che pensate vi possano rappresentare al meglio, nelle quali tirereste fuori il meglio di voi? O è solo il luogo in cui si nasce la vera città che siamo?

E su questa scia il discorso credo potrebbe allargarsi alle professioni, ma anche al concetto stesso di famiglia. Facile dirsi controcorrente o spiriti liberi, più dira liberarsi degli schemi o delle convenzioni.

Un'amica recentemente mi ha suggerito: "ognuno dovrebbe definire il proprio concetto di famiglia, quindi metterlo in pratica" e mi ha trovato d'accordo. Nelle convenzioni ce n'è una sola, per chi non l'accetta la soluzione è la fuga o l'accettazione dello stato delle cose. Invece si potrebbe cercare di perseguire davvero i propri presupposti di benessere e felicità, soprattutto quando si ha la straordinaria fortuna di riscire a condividerli con qualcuno.

E come si fa, quando si cresce nella convinzione di dover diventare ingegnere, quando invece dentro ci si sente tanto cuoco? Occorre coraggio per essere all'altezza dei sogni che ognuno di noi crea. Nella città giusta, forse è più facile tradurli in realtà.

Quello che davvero ci manca, in misura diversa ma davvero un pò a tutti in Italia, è il coraggio di seguire ciò che davvero si è. Speriamo arrivino presto quei giorni.

While reading this, please listen to:
- Radiohead; Creep
- Red Hot Chili Pepper; Under The Bridge
- Pink Floyd; Any Colour You Like
Vice/Manu

martedì, aprile 29, 2008

Tra gli Highlander

Una volata a Glasgow... prima del roadshow di maggio.
Ragazzi, oh com'è allegra la Gran Bretagna!




Ma soprattutto che calore, orgoglio, rispetto.
Che bello meritarselo, che bello emozionarsi per un applauso che forse ha cambiato per sempre la mia percezione su queste cose.

E voi, quand'è stata l'ultima volta che vi siete emozionati per qualcosa di totalmente inaspettato?

A Roma Papa tedesco, sindaco alemanno.... e tutti che svoltano sempre a destra! Ma in provincia precedenza a sinistra!

Soundtrack del post:
Goldfrapp - Happiness

Vice/Manu

martedì, aprile 15, 2008

Diamoci al giardinaggio dei "Fiori del male"


Abbandono in fretta l'argomento di sotto, e passo ad altro..
Dopo un pò son tornato a vedere un concertino intimo, i Baustelle.
Loro bravi, gli intermezzi di Battiato apprezzati, le vecchie canzoni son sembrate le meglio interpretate, tutta la piccola folla si è innamorata di Rachele, gli ammonimenti nei testi spero siamo stati raccolti.
Vederlo con amici cari e nuove conoscenze, aggiunge sempre qualcosa di essenziale alla scena.
Una cosa di nicchia, insomma, ma di classe aussi.
Per il resto, con l'aria che tira, possiamo darci al giardinaggio... Per fortuna non avevo ancora pagato il bollo della macchina! (non è mia, è una cit. dal blog di Linus - linus.blog.deejay.it
PS: ringrazio sentitamente i due lettori che non commentano (dai fatelo!) ma mi dicono in faccia che leggono e apprezzano il blog! Non sapete quanto mi fa piacere sentirmelo dire.
A presto
Vice/Manu

lunedì, marzo 31, 2008

13 giorni alle elezioni. Votiamo? Che COSA votiamo?

In effetti il tema è di attualità. Pur restando forte il mio scetticismo sulle opzioni in campo (e sul valore stesso del voto, tra le altre per l'attuale legge elettorale, ma non solo..), ho trovato questo interessante test che mi ha dato il seguente risultato:


Praticamente un socialista. Te pareva... peccato che dietro un simbolo e ideali bellissimi, ci siano facce piatte impossibili da ricordare.
E voi, dove siete sulla mappa?

PS: look at the counter!

Vice/Manu

giovedì, marzo 20, 2008

Spring is in the air, cool music on air!

E finalmente, pare che ci siamo.
Primavera: luce, colori, odori.
Musica che esce dai finestrini aperti...
Qui a Bologna non può non essere l'ormai adolescente carboniana...

"..Di colpo,
oggi come allora, la stessa
fatica a stare, in casa
e annusando l’aria, di nuovo
con la stessa smania, di allora
con la stessa voglia, di andare.. "

e la venticinquenne evergreen, sparata direttamente dallo stereo di una R4

".. Aaaaaaaaaaaaaaria,
ti respiro ancora sai
nell'aaaaaaaaaaaaaria,
ti scaccio ma ci sei!
voooooooooooooooglia,
tanta voglia dentro me.. "

o addirittura liriche e melodie britpop da eterno sabato del villaggio:

"..And I want you to know
I've got my mind made up now
But I need more time
And I want you to say
Do you know what I'm saying?
But I need more ....
Coz I'll be you and you'll be me
There's lots and lots for us to see
There's lots and lots for us to do
She is electric, can I be electric too??!!"


E d'un tratto si moltiplicano incontri, progetti di vacanze, notti in giro, viaggi in macchina, voli per il mondo, nuovi progetti.. toh anche sogni.. bellissimo!!!!!


Vice/Manu

mercoledì, marzo 12, 2008

The "Tipping point"

Sapete bene che capita a tutti noi, rare volte, di vivere episodi minimi, godere di momenti leggeri, semplici e piacevoli che, presi da soli, non dicono o muovono proprio nulla ma in un preciso e definito momento generano qualcosa di conseguente ed enormemente più grande, tumultuoso magari, certo definitivo. Quel preciso istante del cambiamento, sia esso voluto o indotto, è il "tipping point".
Come una piccola cosa può fare una grande differenza, dice Michael Gladwell nella sua opera saggistica in cui affronta il tema: può essere applicato dalla diffusione del raffreddore (o AIDS)fino alla vendita degli Ipod, poichè vale sempre la "regola dei pochi", che muovono i comportamenti delle masse.
Ma è delle conseguenze private e personali, piccole azioni che virano l'intera vita in maniera definitiva, che volevo parlare.
C'è chi alza gli occhi e vede la donna o l'uomo che cercava da sempre e la sposa, chi perde un aereo per il rientro, chi risponde ad una telefonata, chi accetta una promozione al lavoro e chi cambia programma all'ultimo: la volontà e il fato sono intrecciati.
Per vivere questi momenti occorre dunque un "innesco", ma applicato ad una situazione ambientale, interna ed esterna, ideale.
Naturalmente possiamo averli vissuti, o solo sognati di vivere; comunque sia, da quegli attimi, sempre rari ed ineffabili per definizione, deriva una trasformazione irreversibile.
Ne volete alcuni miei?
Un "no" ormai teenager, detto ad un'amica che però era qualcosa di più, che ovviamente mi ha portato a quello che sono ora (ricordarsi nel dubbio di dire sempre di sì!).
Un annuncio appeso alla bacheca della facoltà di Scienze Politiche di Bologna, nel giugno 1994, che mi ha guidato verso il periodo dell'eccesso e della felicità (attaccare sempre biglietti, chiedere, informarsi!).
Un abbraccio alcoolico alle tre del mattino nell'estate svagata del 2003, seguito esattamente dalle azioni che andavano fatte e dalle parole che andavano dette per unire due persone per la vita (dire sempre, alle persone importanti, quel che si pensa di loro!).
La risposta a quell'annuncio di lavoro su un sito web che sembrava finto, e che mi ha portato dritto dritto in giro per il mondo (mai restare con le mani in mano!).
Il biglietto che non ho voluto metterle nella borsetta, quella sera in pizzeria (believe in your sixth sense!).
E voi, quali sono stati i vostri "tipping points"?

Chissà se stiamo per viverne uno imminente, o se gli abbiamo gli appena chiuso la porta in faccia.


Colonna Sonora del post:

Lauryn Hill - Everything is everything
Amy Winehouse - Tears Dry On Their Own
Joss Stone - Music

martedì, marzo 04, 2008

Il destino nei numeri: 2-3 il 2/3!!

Mi ero ripromesso di non parlare più di calcio qui sopra perchè è naturale cadere nelle considerazioni da tifoso, ma questa gioia è troppo grande per essere tenuta nascosta. Grazie ai numeri sarà facile ricordare l'impresa ma ditemi: chi ha sceneggiato questo film? :)





Il sole di domenica, non lo dimenticherò mai.

Vice/Manu

venerdì, febbraio 22, 2008

Italy's mess

Mentre rimango in attesa che le storielle simpatiche si coagulino bene nella testa, rimane alto il mio livello di critica generale. Ad esempio, per cose come questa:



questa foto l'ho scattata ieri nell'edicola dell'areoporto internazionale Zaventem di Bruxelles, ed è l'edizione internazionale del 15 febbraio del newsmagazine americano Newsweek, settimanalino di informazione che svenducchia in tutto il mondo tipo 4 millioni di copie (dati del 2003, fonte wikipedia). Se volete saperne di più di quel che hanno scritto, cliccate qui
Ora, il lavoro mi porta spesso in giro e vi assicuro che, al di là delle Alpi, tranne che per qualche bel vestito o alcuni buoni piatti e vini, di noi si parla pochissimo. In una ipotetica rassegna stampa dei vari paesi del mondo, sarei certo che veniamo dopo la Spagna.
Quando qualche direttore decide di fare un approfondimento sull'Italia, escono copertine come queste, che vanno ad affollare edicole negli areoporti, hotels di tutto il mondo, uffici di direzione ovunque e vengono viste da milioni e milioni di persone. Ma vi rendete conto che cosa significhi questo, in termini di appeal-paese?
Non voglio nemmeno entrare nel merito se abbiano detto verità scritte o abbiano lavorato di pura generalizzazione: probabilmente, come sempre, un mix delle due cose.
ma cazzo lo sapete tutto questo quanto denaro perso significa? Quante intenzioni di vacanze in Italia diventeranno prenotazioni in altri luoghi? Quante velatissime ipotesi di investimento in Italia verranno dirottate altrove? Vogliamo renderci conto di quale scarsa considerazione godiamo nel resto del mondo? E non venitemi a dire che sono esterofilo, perchè amo il mio paese e tutte le mille virtù e qualità che solo noi abbiamo, ma cazzo ci siamo fermati e tutti ci stanno sorpassando!
Quest'Italia governata da VECCHI che non mollano le poltrone e non passano la mano, questo paese la cui classe dirigente dell'ultima generazione, senza idee e senza coraggio, ha fallito miseramente lasciandoci un futuro tutto da ricostruire DEVE ESSERE PASSATA DI MANO!
Le nuove generazioni, i giovani che vivono nel rincoglionimento perchè privi di ogni responsabilità mai delegata loro, che dopo la laurea con lode fanno le fotocopie o rispondono al telefono devono devono essere rese ATTIVE!
Migliaia di teste pensanti se ne sono andate, con le loro idee, ad arricchire i paesi esteri. Vanno richiamate in Italia, perchè senza una cultura visionaria moderna e competitiva continueremo ad essere quello che sempre più siamo, cioè non solo il museo ma anche la barzelletta del mondo.
E mentre ci pensiamo, ricalcolano la crescita del nostro PIL dall'1,7% allo 0,7, mentre la Francia e la Germania hanno un punto più di noi, e la Spagna due.
Almeno, quando sentite dire che noi europei siamo tutti sulla stessa barca, non credetegli.

Vice/Manu

venerdì, febbraio 15, 2008

Toh, i manganelli si spezzano come un grissino



Prosegue il processo per la morte di Federico Aldrovandi, e nuovi particolari emersi fanno davvero pensare, per non dire di peggio. Telefonini che squillano a vuoto, nessun testimone oculare, volanti che arrivano e ambulanze che non vengono chiamate.

Manganelli che si spezzano come un grissino.

Un diciottenne mio concittadino, la cui vita si chiude tragicamente dopo un sabato in discoteca e un incontro con le forze dell'ordine, cui fa seguito una "crisi respiratoria" fatale.

Un questore rimosso, la difficoltà di assegnare il caso, la calma apparente nella tranquillità della provincia. Ma soprattutto il coraggio di una madre che non si rassegna all'oblio del rimpianto per non aver cercato la verità. Un blog che muove le coscenze, in attesa che anche quelle degli agenti vengano toccate dalla compassione.

Solo la verità ci potrà togliere la paura verso chi ci dovrebbe proteggere.

venerdì, febbraio 08, 2008

Baustelle, e così sia


Finalmente c'è del nuovo e del bello nella musica italiana, i Baustelle
Comprate AMEN, ruubatelo, tendete l'orecchio, ascoltatelo a volume alto, poi riascoltatelo.
Riflettendoci, non è impossibile resistere al mercato....
Grazie a Vitto che mi ha messo la pulce dell'interesse per loro. Certo, ormai li si vede ovunque e questo disco ha avuto un lancio incredibile, ma cazzo fatemi dire che c'è una bella differenza tra lanciare qualcosa di geniale come Amen e farlo con tutta quella merda che c'è in giro. No?
Ho parlato così bene, che me lo dico da solo: AMEN!
Vice/Manu

martedì, febbraio 05, 2008

il "photoblog" del 2007



No, dico.. ma chi ce l'ha un riassunto illustrato di 365 giorni così bello?

Se non ci sei, manca uno dei protagonisti!!

ev

mercoledì, gennaio 30, 2008

Il nostro bar, la nostra casa


Per lungo tempo, troppo, è andata così, come vedete sopra.
Serranda abbassata, luci spente, zero macchine e zero persone. Ora ha riaperto, e un fremito ci percorre. Il Bar Scandiana!
Sì lo so ce ne sarebbero mille altre da dire qui sopra: il governo cade, la missione in India si cancella, la lobbying a Bruxelles si apre, l'assenza di un amico ora madrileno già lo so che sarà difficile da sopprotare, i weekend mixati con gente diversa ma tutti a loro modo splendidi, che mi rendono così cosciente ed orgoglioso che il tempo speso con ognuno di loro è puro piacere..... tante cose che non dico, perchè c'è qualcosa che ha la precedenza.
Siamo stati tutti più isolati, più scontrosi, più soli direi, con l'assenza del nostro bar.
Perchè come ha detto Vasco Rossi in una felicissima intervista, anche per parecchi di noi c'è stato un tempo in cui "a casa si mangiava e si dormiva, per il resto c'era il bar, che era il salotto e anche l'ufficio..".
E' stato davvero così, quasi come se solo la chiusura dello Scandy ci avesse costretto a diventare grandi, impegnare le giornate di lavoro, viaggiare, qualcuno sposarsi e diventare padre.... solo perchè ci era impossibile continuare i pomeriggi nella sala del biliardo! Noi volevamo continuare a fare quello e solo quello!
Ma ora riapre e per questo tornerà nella nostra quotidianità, riportandoci un pò il senso e il piacere di quel dolce far niente che ha riempito, per periodi brevi o lunghi, i nostri anni postadolescenziali e non solo. Perchè lo Scandy, a seconda di chi entra, è l'accademia del biliardo, L'Inter club, un covo della Contrada di Santa Maria in Vado, la Sede Unica del Gruppo Fefo, l'Università del commento sulla SPAL ed il calcio locale. Perchè non ha niente a che vedere con gli stilosi bar del centro e di ragazze puoi star certo che è difficile che ne incontri. Perchè però se entri sai che ti arriva un saluto caldo, speciale. perchè se vai, a qualunque ora, speri sempre di incontrare l'amico, soprattutto quello che non vedi da un pò. Perchè sentirai sempre una battuta che ti farà ridere, e ti accompagnerà nei giorni a venire.
Perchè ognuno ha un proprio bar, e lo Scandy è il nostro.
Per questo tutti hanno voglia di scrivere della sua riapertura, dagli amici cari sui loro blog fino ai politici di rilevanza nazionale, con un lungo passato da "barscandianisti".
Se devo chiudere con una sola immagine che mi ricordi lo Scandy, per me la prima rimane l'adunata per la partenza per le vacanze in Puglia nel 1993, nei nostri 18 anni... tutti in posa davanti all'ingresso con le nostre magliette nuove e il topo che sorride gigante, dietro.
Naturalmente io non c'ero, sono ricordi di fotografia.. non mi ricordo più il perchè ma raggiunsi gli altri in treno, solo, il giorno dopo... ;-)
Vice/Manu

lunedì, gennaio 14, 2008

Ferrara - Riva Cucina - Berkeley: come si dice sono orgoglioso?



C'è voluto un pò ma alla fine, soprattutto grazie a certi amici, ce l'abbiamo fatta.

Se i ferraresi capiteranno dalle parti della east bay, d'ora in avanti sapranno dove andare per pranzo o cena. Sembra poco, ma quando riesci in qualcosa c'è un che di orgoglio che pervade, ma non tanto per essere riusciti a fare qualcosa che non si credeva possibile, soprattutto per aver forse fatto qualcosa di utile per qualcuno di speciale. Se ne volete sapere di più sul Riva Cucina e la sua storia, cliccate qui. Per vedere l'intervista di Massi a telestense, cliccate qui.

Jen, ever since I watched Telestensey the brighest smile is yours!

E poi, abbiamo portato i "croccali" sul giornale!

Aloha

martedì, gennaio 08, 2008

New year's eve 2007



Serata tranquilla e piacevole et voilà, siamo già nel 2008!
Accompagnati dai fiati dei Kool and the Gang, KC and the Sunshine Band, Bee Gees e tutti i classici della Disco Dance degli anni '70, manco fossimo al revival della Baia degli Angeli mentre invece era il solito Darsena80 che ci ospitava (che si legge Pier80!), nel suo consueto ruolo di porto di mare, siamo scivolati nell'anno bisesto con tutte le nostre aspettative e le guancie arrossate.
Push up, keep on flying amici miei!

PS: questa è la foto migliore che avevo, figuratevi le altre...

Aloha!

ev

London, a loved jump!



Londra, ogni tanto bisogna andare. Cambia sempre, è sempre la stessa.
Gente, chaos, ragazze con guardaroba sempre troppo estivi, camminate, sms sbavanti, CD acquistati, calcio, gru in azione, ricordi, i Verve nelle orecchie, l'idea di andare ad Abbey Road, cene orribili ma internazionali e piene di sorrisi, inglese non stentato ma incompreso, Queen Elizabeth in tasca, serate a Soho, shopping a Paul Smith outlet, ricordi, the Tube, Glocester e Leicester, Gallerie Moderne gratuite, il mondo che passeggia lungo i marciapiedi, Sleeepers nelle orecchie, 4-4-2, Time out and The Big Issue, "Mind the Gap", i concerti sognati e gli stadi esauriti, gli struggenti ricordi, la personale promessa che fino ai 40 ci andrò tutti gli anni perchè è così e basta.

Aloha

ev