C'è forse qualcosa da aggiungere? Forse sì: che questa è la descrizione del Centro Velico Caprera che diede Matteo Caccia nella sua trasmissione Vendotutto, qualce mese fa, il giorno in cui mise all'asta un corso settimanale di vela.
Le passioni possono essere intrinseche a noi, oppure possiamo scovarle in noi: io ancora non so se mai ho "trovato" una nuova passione nella vela, quindi non so se ho scoperto finalmente qualcos'altro di me, però ho capito il significato di quelle frasi virgolettate là sopra.
L'ho capito perchè ho trascorso una settimana a Caprera, inizialmente tra stanchezza, paura e paura del disinteresse, presto sostituito da desiderio di apprendimento e "distacco" temporaneo dal mio mondo, a loro volta divenuti presto senso di sopraffazione degli elementi naturali sui propri pensieri, incapacità di pensare a tutto quanto era stato lasciato fuori da quell'arcipelago.
In fondo è un pò come sentirsi proiettati in una dimensione paragonabile a quella di "Lost", con un gruppo "nostro" e uno riferibile agli "altri", un senso di mistero e uno di condivisione sempre presenti, le due parti del cerchio come in un Tao.
Ci sono soprannomi che, al solo pronunciarli, hanno il potere di sentirsi come dopo una settimana in una Spa ("Polinesiaaaa!!"), c'è un vocabolario che descrive un mondo di componenti e di azioni nautiche che sembra aramaico all'inizio, e diviene naturale dopo solo una settimana.
C'è che il ritmo è incalzante e sembra di essere sopraffatti, ma come sempre il fisico reagisce prima della mente e la guida al nuovo lifestyle, con naturalezza. Si scoprono compagni di corso che sembrano te, coi loro atteggiamenti e pensieri sull'Italia decadente (ebbene sì, pure lì!), l'altruismo e il cameratismo in barca.
L'ineffabile senso di intima soddisfazione nel constatare che la parola equipaggio significa uno e gruppo allo stesso momento, e che si sta facendo una bella figura nel farne parte.
Poi ci si cerca, si commenta, si condivide una bottiglia di mirto a collo, si canta attorno ad una chitarra. Ci si sente adolescenti a 35 anni, adulti a 18, entusiasti a 60. E poi il discorso di commiato che ci coinvolge e ci commuove. "un pezzo del vostro cuore s'è già staccato e giace sul fondo di Porto Palma"; "Una volta caprerini, per sempre caprerini"; "potrete parlare di tutto questo solo con chi ha vissuto le stesse esperienze: quando vi sembrerà di aver dimenticato tutto, un colpo di vento tra i palazzi in città, o l'azionarsi del tergicristallo, aprirà il portone dei ricordi e un fiume in piena si riverserà su di voi aprendo un mare di sinapsi".
Certe frasi colpiscono duro.
Ancor più forte poi è ritrovarsi a sbirciare all'aeroporto due istruttori scambiarsi effusioni e versare lacrime, dimentichi delle famiglie che li aspettano a casa.
Non so se la vela sia già diventata una mia passione, saranno i prossimi mesi a dirlo. Ad ogni modo Caprera è stata una bellissima esperienza che consiglio a tutti, anche in età adulta. L'insegnamento più grande è sulle passioni in sè: scovarle è un pò come imparare a conoscere sè stessi, qualcosa di straordinario che per questo va inseguito lungo tutto il corso della propria vita. Chi ha passioni, si ricordi di alimentarle sempre; chi non le ha, si dia da fare per trovarne. Il segreto? il solito: mettersi in gioco.
2 commenti:
Bene
commossa...
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