Sarà che dopo secoli ho fatto tardi nel mio piccolo paesino con addosso 3 ginlemon tracannati come ai vecchi tempi, sarà che mi accingo a prender per le corna la movida madrilena, sarà che sul profilo facebook di un amico di antichissime scorribande è apparsa una vecchissima memoria audio dei tempi che furono sotto le due torri (ma proprio sotto!), che mi son detto ammappa ma qui c'è della gran necessità di post sul nightclubbing o, come si diceva ai tempi miei, sull'andar per locali.
Non so come comincia la vostra relazione col piedino che tiene il tempo e l'occhio che perizia implacabile le gambe scoperte, ma la mia è indissolubilmente legata alle feste in garage, domenica pomeriggio e poi le prime sere, metà anni '80... l'Enigma era di là da venire! Ma già mi dilettavo nella cameretta col Geloso rosso e il 45 giri di Grease, con la manina che andava su poi giù...
Ho il ricordo perfetto di un capodanno al paesino mio, nello scantinato della casa di mio nonno trasformato nel Pascià per una notte, con "la palla" e lo strobo, le lucine intermittenti e i diciottenni miei vicini di casa (io ne avevo forse 14..) che murano quello spazio angusto con 80, forse 100 persone.. disco music dalle casse, who is in the house??! e robe del genere, una goduria.
Poi le prime fughe al mare, la navetta che collega il campeggio con la disco, le riduzioni, le consumazioni, le cubiste, i buttafuori, le fighe, tutto un linguaggio nuovo che mica sapevo cosa volesse dire o perchè, ricordo solo che le mie compagne di classe arrivavano accompagnate sulle macchine dei rispettivi ragazzi o sulle loro moto, e ora spesso giacciono ingrassate e coi maglioncini lisi in casa, a dar la pappa al bebè.. alcune consapevoli e felici e le altre con la vita che è sfilata loro tra le dita.
Invece per me erano solo uscite con la braga, rigorosamente senza ragazze tra noi e con ben poche chance di conoscerne qualcuna là fuori in quelle giungle di fumo, folla, bassi a palla e tanta fantasia. Però che spettacolo, che adrenalina. Per i più bravi, che maliziose ambiguità (cit.).
Le "liste" alla Rocca, la coda di auto in sosta che arriva quasi all'Idrovora e quella bella atmosfera che scorre addosso, la gente "vestita bene e pulita" che tanto allora si riconosceva in quell'espressione di divertimento; le cassette di Cheope DJ, una al mese rigorosamente nel mangianastri della Renault Super5 e le braccia che disegnavano archi nel cielo.
Poi il periodo più bello dei primi anni all'università: Bologna poi la Romagna come tratto di un provincialismo dolcificato, aperto e disponibile, protetto e divertito fino alla fine. La voglia di mondo era chissà dove allora: per un giovedì al Controsenso avrei dato tutto!
Bigliettini romantici nei parabrezza dell'auto, un profumo anestetizzante, il passi per entrare evitando la fila al Pineta, i balletti stupidi nel privè in faccia a Vieri e addirittura qualche bella limonata: se ci ripenso a un pò più a lungo del solito, mi viene in mente come fosse un rosario da recitare tutta la via crucis settimanale cui tendere come un'ideale supremo: lunedì Lavieenrose (d'estate zorro!), martedì Pineta, mercoledì Pascià (o Kinki!), giovedì Controsenso, venerdì e sabato magari riposo a patto di presenziare la domenica alle Bainduche...
Ho vissuto il meglio, forse l'essenza di tante amicizie all'interno delle "sale da ballo", tra le 3 e le 4 del mattino, fino ad essere convinto che la vita sia l'essenza diluita di alcuni momenti concentratissimi, tutti indistintamente vissuti tra le 3 e le 4 del mattino.
E voi, qual'è la vostra ora ora "di picco", in cui sono avvenute le cose più belle? Pensateci bene: una fascia oraria definita abbraccia tutti i momenti o quasi, vero?
Dai tirami fuori un'esperienza pazza e indimenticabile legata alla notte e alla musica, so che ce l'hai!!
Come quella volta che abbiamo accompagnato un amico fino all'entrata della Villa solo perchè allungasse una rosa alla sua pretendente, o come quando sono rimasto ad aspettare la mia "punta" di quel periodo con le paste in mano del Bombo e l'alba che illuminava la scena in fondo a via Chieti.
Sì sì gli autovelox, la Romea, mia madre che ha più volte rischiato il coccolone da batticuore (e più di una volta a ragione!), la strada tagliata di netto saltando lo stop (vero Barbara??), il cane preso in pieno con la ruota anteriore dello scooter che mi regala ricordi indelebili in faccia (vero Elisa??), le litigate per convincere il gruppo a non starsene a casa... però le sensazioni che quelle notti e quei luoghi mi hanno dato, pur non avendo mai fatto della vera club culture, sono state straordinarie.
Ora ci rido su, forse, ma dalle feste di casa Salvi ai mercoledì d'oro del Kinki; dalle mattine rientrando a casa dallo Zorro a Forlì (con le struggenti chiacchere sotto casa, la voglia di dare altri 5 minuti di parole a quelle meravigliosi notti di compagnie e sindrome da sorrisi) all'ultimo Cocco da inconsapevoli di alcuni mesi fa, ormai incapaci di maneggiarlo e buono solo per ridere di noi stessi.. beh io non rinnego niente. Anzi rinnego di non averne fatte abbastanza!!!
Y ahora, quando vamos a salir por un boliche??
Dedicato a tutti i nightclubbers di spirito del mondo!