venerdì, gennaio 15, 2010
Tutto ciò che sta tra tra i pensieri delle due e delle tre
Prendi una trasferta di lavoro alle piramidi con un gruppetto sconosciuto. Metti che le compagne di taxi facciano un lavoro assimilabile al tuo, in un'organizzazione più grandicella e con qualche anno di esperienza in più sulle spalle. Però le loro presentazioni e il loro standing è così ricco che pare qualcos'altro, qualcosa di affascinante e irraggiungibile, come quando mandavo curriculum per fare l'agente di collant e professioni del genere era troppo perfino sognarle.
Persone piene di sè o persone brave? Semplici curiose o veri professionisti in grado davvero di arricchire il mio background? Dopo due giorni di frequentazione sono certo si tratti del secondo caso.
Quindi: occasione giunta al momento opportuno per ricordarmi come lo spettro delle possibilità possibili sia sempre ampio. Di come ogni cambiamento comporti per definizione una modifica radicale di vita, sennò non si chiama cambiamento; di come la mia professione non mi sia caduta in testa ma come sia stata io ad inseguirla strenuamente, amandola da sempre.
L'unica via è quella di analizzare i fatti e trarre da ognuno di essi conseguenze logiche, da elencare in semplice sequenza su un block notes sufficientemente qualsiasi.
Amo viaggiare e non risiedere; amo il nuovo e sono curioso; non ho esperienze straordinarie alle spalle, nè personali nè famigliari: mio padre non è stato inviato ai lavori forzati e non ho vissuto in un'enclave russa sul Baltico. Ho tanto da imparare, e tante comodità. Mi piace una ragazza o forse accarezzo la piacevole idea di questa relazione difficile e distante. Devo sfrondare i rami secchi, anche se a 35 anni come a 15 vorrei leggere tutto, conoscere tutti, vedere tutti i film, fare tutte le esperienze.
Ad esempio, perchè non imparare a cucinare? Accarezzo l'idea di una fuga verso l'esperienza di vita come waiter da secoli e non so nemmeno farmi una frittata, sciocco no? E lo studio delle lingue? In pratica non ne parlo bene nemmeno una, eppure non ho nemmeno scartato l'idea di studiare come si deve anche il francese, se non il portoghese. E quel master sul management of renewable energies? Seattle, right? bleah!!
Se è per questo, il vero sogno della vita rimane quello di scrivere il soggetto di un film e poi girarlo.. no! in realtà il sogno è quello di "mettersi in proprio" ed elaborare nuovi progetti di incoming turistico grazie al web marketing e alla strategia del customer care in salsa motoristica. Anzi no, il sogno è quello di guidare una Fondazione dalle finalità filantropiche. Naturalmente tutto ciò dopo che avrò realizzato il vero sogno: un tuffo in compagnia di chi amo laggiù, dove l'acqua è più blu... avete mai sentito parlare di lencois maranhenses??
Inshallah!
This post's soundtrack:
- Diabolus, Cinematic Orchestra
- Crying, TV on The Radio
- 75 Degrees, Richard Ashcroft
PS del 26 gennaio: Poi una visita all'Ambasciatore al Cairo mi getta nello sconcerto più folgorante.. il mio lavoro mi sa emozionare ancora, di quell'emozione che ti fa tremare la voce e sudare le mani. Chebbello allora vuol dire che sono ancora ancora giovane, che il tempo non mi ha ancora inaridito del tutto!! Vissuto questo, che potrà mai essere una biondina lontana, o la lontana idea di una relazione di lontano? Ma scrivilo questo documento programmatico, ma vivi l'ebrezza delle figuracce, ma chiudi il sipario su questa esperienza ora, quando ti senti sul gradino più alto eppure non sai dove puntare lo sguardo!!
".. sometimes I forget, that we're supposed to be in love, sometimes I forget my position.."
venerdì, gennaio 08, 2010
Ventidieci // strade
".. Strade che si lasciano guidare forte, poche parole piogge calde e buio..
tergicristalli e curve da drizzare, ..strade che si lasciano dimenticare.. "
Eggià, un'altro anno alle spalle e uno nuovo di zecca ci accoglie, ma non invecchiamo mai nel nostro paese immobile. Sempre giovani, sempre genazione di mezzo, i più Lost! della "lost generation" mondiale, secondo le parole del Nobel Prize Paul Krugman, che tutti noi abbiamo studiato almeno un pò.
Ci deve essere qualcosa che non va se il driver dello sviluppo mondiale è un paese - almeno dal punto di vista politico - post comunista ma soprattutto autoritario come la Cina, non trovate? Che facciamo, tifiamo India e Brasile in questo mondiale delle economie in crescita, o accettiamo l'idea che vivremo con meno di quello che abbiamo avuto? Dilemma del prigioniero, ma per ora dei luculliani pranzi delle feste.
Al di là di questo, c'è da dire che sono un commuter. Uno di quelli che la macchina la usa tanto, l'ha sempre usata e, tralasciando gli amari commenti sull'inefficienza delle reti dei servizi di trasporto pubblici nel Belpaese, gli piace farlo. Che figata ragazzi, tiri fuori il tuo "mezzo" dal garage, ti sistemi per benino, innesti la prima. Brummm brrummm!!! eeh?
Ora, so di gente che odia andare in macchina, di altri che - orrore! - non ce l'hanno nemmeno. Dico io: vi rendete conto di ciò che vi perdete? Al massimo, se ti chiami Alain e vivi nell'Île de la Cité a Parigi allora posso comprendere: hai 14 linee di metro, gli autobus, la RATP, la RER e pure le Vélib! Ma se sei un'italiano?? E con questa mi sono del tutto sputtanato come organizzatore di fantomatici Bici Festival..
Vivo l'auto, spesso, come come la mia personale seduta psicanalitica. Nel senso che le e mi parlo, la e mi ascolto, mi analizzo o perlomeno ci provo. Compio elaborazioni mentali clamorose ma anche pensieri raffinati ed estremementi lineari. Formulo ipotesi, le seleziono. A volte decido.
Come quella volta che, solcando il bel mezzo del nulla tra i confini provinciali di Ravenna, Bologna e Ferrara di colpo mi fermai, preso dall'emergenza di appuntarmi cose straordinariamente importanti, convinto anzi assolutamente certo che fossero l'illuminazione, il "soggetto" del resto della mia vita, almeno quella studentesca. Naturalmente non fu così..
Un'altra cosa bellissima che da sempre si associa all'utilizzo dell'auto, specialmente per i viaggi medio lunghi (sapete per me medio significa un'ora e mezzo al giorno, e a volte - ma solo a volte! - arrivo ad invidiare certi amici miei che ce ne passano 7 o 8 di ore, lungo l'A1), è l'universo musicale che si scatena al suo interno. Dall'autoradio Alpine che valeva più della Renault 5 in cui era collocata fino all'integrato attuale, l'impianto stereo rappresenta una componente imprescindibile: una ricca selezione di CD (o file mp3 oramai) sempre a disposizione nell'abitacolo ancor di più. Perchè il bello non è cantare, ma urlare a squarciagola e allo stesso tempo simulare l'assolo della Gibson Les Paul (R.I.P.) o la rullata di batteria, oppure almeno dilettarsi nell'essere il DJ della propria giornata e ritrovarsi ad azzeccare il groove giusto, al termine di un'intensa riunione di lavoro.
E poi, facile ricordare con libidine quel faticoso e e piuttosto sconcio petting dei primi anni '90, ospiti dell'angusto sedile posteriore. Ma dite la verità, chi di voi non ha mai dormito nella propria auto almeo una volta? E' stato scomodissimo, vero? E però lo ricordate con struggente malinconia, arivero?
Il viaggio notturno poi è un tema a parte, e quello notturno in solitaria personalmente si colloca nella categoria delle cose irrinunciabili, inalienabili e addirittura antropologicamente utili, intendo dire per innalzare il personale tasso di benessere. So bene quel che mi perdo a rinunciare ai mezzi pubblici, cose come la socializzazione l'acculturamento il riposo e altre menate simili. Però che posso farci se sento quasi una dipendenza da quel momento in cui, comodo e rilassato lungo la corsia di mezzo della A14, col "pezzo" giusto in onda e al volume giusto, finalmente mi accendo una sigaretta per giusto un paio di volute di fumo... impagabile davvero.
Non so perchè ma non me lo sono mai personalizzata, la macchina di turno che mi spostava il culo. Nessun nomignolo o smancerie varie, riservate a Violante. Nessun gadget strano ad esclusione di un garage che con la stessa somma a Buenos Aires, nel fighissimo quartiere di Palermo Soho e al cambio attuale, ci compri un appartamento con terrazza patio e solarium. Solo tanta strada vissuta.
Secondo un veloce calcolo forse 600 mila chilometri, i migliori monologhi della mia vita e qualche litigata ben riuscita. Se guardo avanti, non vedo luogo migliore per le mie prossime dichiarazioni di vita e d'amore. In macchina, perchè no???
Ad ogni modo gente, non piangiamoci addosso.. animo!! energia!! queste le dieci "dritte" che cambieranno il mondo nel 2010, cominciate a pensarci!
" .. Ti guardo che mi guardi non so se salutarti.. o fare finta che non sia già tardi..".. o forse meglio dire ".. baby you can drive my car.. yes a wanna be a star... "