Il timbro sul passaporto dice 2 JAN 2011, sono passati solo sei giorni da quell'altro timbro sul traghetto da Tarifa a Tangeri, due in più se calcoliamo dal momento della partenza da Milano e da casa.
Cazzo è stato un attimo, un viaggio che ora comprendo essere innanzi tutto interrotto; domani sarò già in ufficio, anche se con la barba trasandata e lo sguardo assente.
Sono stato bene ma ammetto che nulla mi si è rivelato, nessuna visione mistica mi ha fatto intravedere la tanto inseguita svolta.
Non so dire il perchè, ma pur avendolo attraversato in lungo e in largo io l'anima del Marocco temo proprio di non averla compresa. E quel che è peggio, temo di non aver compreso nemmeno i pensieri che hanno occupato la testa, durante l'ultima settimana, forse nemmeno quella dei miei compagni di avventura.
Perché si va a Bamako in macchina, senza darsi il tempo di conoscere adeguatamente i luoghi che si stanno attraversando? Perché si passa il capodanno in un paesino remoto, presidiato solo da pescatori, biscazzieri e presunti biologi naturalisti innamorati dei poteri taumaturgici delle Mangrovie, senza quasi far caso al momento fatidico degli auguri?
Non lo so, solo altro tempo di decantazione forse me lo farà comprendere.
So solo che la compagnia è stata piacevole, anche se non è avvenuta una vera e propria esondazione di empatia.
Fino a che sono stato parte del team, ognuno in ultima istanza è rimasto nel proprio territorio, anche se sono convinto che ora, negli avventurosi sentieri che collegano la Mauritania al Senegal, sfiorando campi minati e chissà che altro, molti argini comportamentali siano stati travolti, con conseguenze insospettabili.
Ma poi ripenso che la natura ci ha aiutato.. aiutato a condividere certi momenti, ad esempio. Poi strani rumori all'interno delle Medine ci hanno rapito, anche solo per un attimo, ma ancor di più è stato così quando ci siamo fermati di fronte a quel promontorio sulla spiaggia incontaminata, le dune poco dopo, o il tramonto infinito di mille sfumature.
Forse è colpa mia, dovevo forzare la mano e arrivare fino alla fine - fino al Mali - con gli altri, rischiando qualcosa in più di una multa per mancata precedenza. Garantire agli altri Wacky Racers il mio folle e idiota tip quotidiano. Non so.
Ma riesco a farmene una ragione piuttosto velocemente: in fondo sono un Sagittario e pertanto a metà dell'opera, come sempre, sono già con la mente totalmente immerso in quella successiva.
Ad Agadir ho sentito chiaro questo passaggio, sfavorito da notizie che mi giungevano dal nostro primo mondo, e che avrei volentieri rimandato al mittente stampate sulle nocche del mio pugno.
Le mie prossime missioni, tra uno spostamento e l'altro, si chiamano esperienza internazionale ed M.
Se per la seconda mi sento alla stregua di un cavallo bendato che subisced nerbate e corre all'impazzata senza meta, con la bava alla bocca e la testa vuota, per la prima il suo vero nome potrebbe anche essere la "discorso numero 2", dato il tempo dacché l'ho cristallizzata nel cervello.
Prima o poi accennerò anche ai miei personali discorsi numero 3, poi il fatidico numero 1.
Ieri, durante la lunga attesa all'aeroporto di Laayoune, d'un tratto sono stato scosso da uno dei miei momenti rivelatori, uno di quelli in cui tutto appare chiaro e semplice: ma quando ho tentato di codificarlo, naturalmente se ne era già andato, appena in tempo per non essere acciuffato.
Se ho interpretato correttamente, afferiva a qualcosa legato alla fiducia, all'investimento su di me, al soddisfacimento di un mio antico bisogno primario e, in definitiva, ad una terapia d'urto contro il mio eterno viaggiare munito di guinzaglio.
Ammetto di invidiare coloro i quali possono vantare lunghi soggiorni all'estero, nei quali la loro personalità è andata arricchendosi: io no.
Per rimediare, non contrasto ma quasi alimento questa mia dromomania che mi spinge ovunque, ma sempre sotto controllo.
Che siano due giorno o due settimane, faccio sempre ritorno a casa, per poi morire dalla voglia di ripartire.
In questo un pò mi faccio paura: sono sulla via del ritorno ma, al contempo, sento che sarei prontissimo a ripartire domani stesso, per dovunque.
Perché non ho affetti radicati? Perché non ho ancora trovato quel che sto cercando? Perché sono un cretino? Chissà.
Quel che è chiaro, ancora una volta, è che sono dominato da pensieri egoistici e dedicati esclusivamente a me stesso. Chissà se mai migliorerò. un giorno, o la vita mi aiuterà a migliorare.
Il realtà, credo che il diario di questo mio viaggio in Marocco su un'auto conti davvero poco: il cuore non sta nemmeno nei lunghi e difficili chilometri che stanno percorrendo ora Stefania, Aurore, Simona e Teo, compagni viaggiatori verso il Mali.
Il loro coraggio, la loro tenacia e curiosità sono encomiabili, ma sbiadiscono di fronte alle storie delle persone che abbiamo incontrato.
Avrà davvero una famiglia la guida improvvisata di Chefchaouen?
Riuscirà la cameriera del bar verso Malaga ad andare finalmente a fare visita al fratello, che da sette anni vive e lavora a Roma?
E loro, i bimbi di Bamako, cosa penseranno quando vedranno quei visi pallidi e allegri scendere dalle auto colorate?
Le loro madri, cosa penseranno?
Davvero, in fondo in fondo, non vogliono i nostri aiuti ma gradirebbero più di ogni altra cosa, in cuor loro, essere lasciati in pace a vivere le dinamiche antropologiche e sociali che li contraddistinguono?
Come cambierà la vita quotidiana, le scelte di ogni giorno di Stefania, Simona, Aurore e Teo dopo aver deciso di guidare una vecchia Punto lungo tutta l'Africa nord occidentale, invece di concedersi alcuni giorni in montagna o nelle grandi e scintillanti capitali europee per capodanno?
Riusciranno a riflettere i loro cambiamenti, se mai ci saranno, nelle loro relazioni con gli altri?
Rallenteranno? Saranno più felici o perlomeno più consapevoli?
Credo che debbano sentirsi fortunati per il solo fatto di poter vivere questa opportunità.
Il mio proposito per il 2011 è di osservare di più il mondo che mi circonda, tentando di mettermi davvero a disposizione.
In quel modo, sarà un pò più probabile che possano arrivare le risposte rivelatrici al mio "discorso numero 2", e magari anche al numero 1 e 3.
Volo AT 952 - posto 6F