lunedì, novembre 30, 2009

Last night the DJ saved my life!

"Le liste stasera non valgono!", ve lo hanno mai urlato ghighandovi in faccia? a me sì!

Sarà che dopo secoli ho fatto tardi nel mio piccolo paesino con addosso 3 ginlemon tracannati come ai vecchi tempi, sarà che mi accingo a prender per le corna la movida madrilena, sarà che sul profilo facebook di un amico di antichissime scorribande è apparsa una vecchissima memoria audio dei tempi che furono sotto le due torri (ma proprio sotto!), che mi son detto ammappa ma qui c'è della gran necessità di post sul nightclubbing o, come si diceva ai tempi miei, sull'andar per locali.
Non so come comincia la vostra relazione col piedino che tiene il tempo e l'occhio che perizia implacabile le gambe scoperte, ma la mia è indissolubilmente legata alle feste in garage, domenica pomeriggio e poi le prime sere, metà anni '80... l'Enigma era di là da venire! Ma già mi dilettavo nella cameretta col Geloso rosso e il 45 giri di Grease, con la manina che andava su poi giù...
Ho il ricordo perfetto di un capodanno al paesino mio, nello scantinato della casa di mio nonno trasformato nel Pascià per una notte, con "la palla" e lo strobo, le lucine intermittenti e i diciottenni miei vicini di casa (io ne avevo forse 14..) che murano quello spazio angusto con 80, forse 100 persone.. disco music dalle casse, who is in the house??! e robe del genere, una goduria.
Poi le prime fughe al mare, la navetta che collega il campeggio con la disco, le riduzioni, le consumazioni, le cubiste, i buttafuori, le fighe, tutto un linguaggio nuovo che mica sapevo cosa volesse dire o perchè, ricordo solo che le mie compagne di classe arrivavano accompagnate sulle macchine dei rispettivi ragazzi o sulle loro moto, e ora spesso giacciono ingrassate e coi maglioncini lisi in casa, a dar la pappa al bebè.. alcune consapevoli e felici e le altre con la vita che è sfilata loro tra le dita.
Invece per me erano solo uscite con la braga, rigorosamente senza ragazze tra noi e con ben poche chance di conoscerne qualcuna là fuori in quelle giungle di fumo, folla, bassi a palla e tanta fantasia. Però che spettacolo, che adrenalina. Per i più bravi, che maliziose ambiguità (cit.).
Le "liste" alla Rocca, la coda di auto in sosta che arriva quasi all'Idrovora e quella bella atmosfera che scorre addosso, la gente "vestita bene e pulita" che tanto allora si riconosceva in quell'espressione di divertimento; le cassette di Cheope DJ, una al mese rigorosamente nel mangianastri della Renault Super5 e le braccia che disegnavano archi nel cielo.

Poi il periodo più bello dei primi anni all'università: Bologna poi la Romagna come tratto di un provincialismo dolcificato, aperto e disponibile, protetto e divertito fino alla fine. La voglia di mondo era chissà dove allora: per un giovedì al Controsenso avrei dato tutto!
Bigliettini romantici nei parabrezza dell'auto, un profumo anestetizzante, il passi per entrare evitando la fila al Pineta, i balletti stupidi nel privè in faccia a Vieri e addirittura qualche bella limonata: se ci ripenso a un pò più a lungo del solito, mi viene in mente come fosse un rosario da recitare tutta la via crucis settimanale cui tendere come un'ideale supremo: lunedì Lavieenrose (d'estate zorro!), martedì Pineta, mercoledì Pascià (o Kinki!), giovedì Controsenso, venerdì e sabato magari riposo a patto di presenziare la domenica alle Bainduche...
Ho vissuto il meglio, forse l'essenza di tante amicizie all'interno delle "sale da ballo", tra le 3 e le 4 del mattino, fino ad essere convinto che la vita sia l'essenza diluita di alcuni momenti concentratissimi, tutti indistintamente vissuti tra le 3 e le 4 del mattino.
E voi, qual'è la vostra ora ora "di picco", in cui sono avvenute le cose più belle? Pensateci bene: una fascia oraria definita abbraccia tutti i momenti o quasi, vero?
Dai tirami fuori un'esperienza pazza e indimenticabile legata alla notte e alla musica, so che ce l'hai!!

Come quella volta che abbiamo accompagnato un amico fino all'entrata della Villa solo perchè allungasse una rosa alla sua pretendente, o come quando sono rimasto ad aspettare la mia "punta" di quel periodo con le paste in mano del Bombo e l'alba che illuminava la scena in fondo a via Chieti.
Sì sì gli autovelox, la Romea, mia madre che ha più volte rischiato il coccolone da batticuore (e più di una volta a ragione!), la strada tagliata di netto saltando lo stop (vero Barbara??), il cane preso in pieno con la ruota anteriore dello scooter che mi regala ricordi indelebili in faccia (vero Elisa??), le litigate per convincere il gruppo a non starsene a casa... però le sensazioni che quelle notti e quei luoghi mi hanno dato, pur non avendo mai fatto della vera club culture, sono state straordinarie.
Ora ci rido su, forse, ma dalle feste di casa Salvi ai mercoledì d'oro del Kinki; dalle mattine rientrando a casa dallo Zorro a Forlì (con le struggenti chiacchere sotto casa, la voglia di dare altri 5 minuti di parole a quelle meravigliosi notti di compagnie e sindrome da sorrisi) all'ultimo Cocco da inconsapevoli di alcuni mesi fa, ormai incapaci di maneggiarlo e buono solo per ridere di noi stessi.. beh io non rinnego niente. Anzi rinnego di non averne fatte abbastanza!!!
Y ahora, quando vamos a salir por un boliche??

Dedicato a tutti i nightclubbers di spirito del mondo!

lunedì, novembre 16, 2009

Il secondo motore


Hey!
E' tutta generata dalle sensazioni, questa sensazione che sembra salirmi ora dalle narici.
E' un'elaborazione dei 5 sensi, che lavorano insieme o separatamente. Producono esperienze, generano idee.

Come quando a Tokyo ho visto un esercito di fattorini al mio servizio, ossequiosi a fianco dell'ascensore. L'educazione estrema come lascito di tradizioni secolari. Piaggeria assoluta ma non piegata da una banale mancia. Senso di omologazione interna e esclusione dell'esterno.

Come quando a Parigi ho gustato un setoso Chablis, fascinoso quanto la gioviale compagnia femminile al mio tavolo. Tra uno sbuffo e un sorriso, il solito tema di sempre: come mi manca l'Italia.. però non lascerei mai questo posto. Hai visto il Quai Branly? Secondo te in Italia è possibile visitare un luogo del genere?
A proposito di sensi, quella notte ha continuato a fischiarmi un orecchio, forse per quel che di non concluso, chissà.. forse è ancora possibile concluderlo.

Come quando a San Francisco ho toccato la mano di mia nipote (ormai mi arrogo questo titolo, per quante volte Jenny mi ha chiamato uncle, o ssìo!). Ormai è la mia casa vacanza, quel percorso che va da Berkeley alla periferia di Napa. Mi ha riempito il cuore vedere la costruzione e ora la crescita di quella famiglia, che sento da sempre così vicina a me.
C'è sempre un'esperienza da fare, un'eccitazione da cogliere passando da quel concentrato di wonderland. Sarebbe bello impacchettare un pò di quell'energia per i tempi lenti della mia ovattata e inconsapevole valle di lacrime in cui mi dibatto. Poi c'è lei che mi spiazza sempre: un'occhiata e la battuta tagliente. "Ma non ti sei ancora deciso a trasferirti qui per un pò? Di cosa hai paura, di imparare l'inglese, vivere nel posto che ti somiglia, essere felice??"

Come quando a Las Vegas ho sentito l'inconfondibile trambusto della fiducia. Wonderland è stata colpita al cuore, ma in fondo al buio forse si comincia a vedere la speranza di rialzarsi. Hanno voglia di gridarlo al mondo, gli americani. A modo loro, con le luci i colori e i sogni. Lo spettacolo "Love" by Cirque du Soleil sono un capitolo e una sensazione a parte, che non mi sforzerò di spiegarvi poichè di certo lo svilirei. L'unico consiglio è andate, vivetelo e poi ditemi.

Come quando nella marca trevigiana ho annusato il profumo del futuro in salsa nostrana. Quella che si veste in sneakers, jeans e T-shirt, aggrega 200 giovani, se ne fotte di ogni forma di coinvolgimento del settore pubblico ma forse si sporca letteralmente le mani stendendo cavi per la banda larga (quella vera) e costruendo questa cosa qua. Che spettacolo. Espressioni di business a me pressochè incompresi, ma gli occhi che brillano al bad boy shareholder che ci illustra il loro sogno, ormai declinato in 4 continenti grazie ai branch offices di Londra, Seattle e Mumbai. Un luogo energizzante, una conferma che lavorare con gli amici può portare al massimo un'overdose di sorrisi, un'iniezione di adrenalina per chi si arrabatta difficoltosamente ad inseguire i propri sogni.

Quindi, sappiate che Inthemiddleofnowhere è un marchio registrato, e presto o tardi diventerà anche la mia vita.

Raccogliendo le esperienze di corredo: "Whatever Works" di Woody Allen è stupendo, "Ingorious Bastards" di Tarantino solo bello. I glamourosi al Castro sanno il significato del termine "Spaghetti Western". A Parigi il fascino esce dai rubinetti. Tokyo rappresenta l'area urbana più popolosa al mondo (33 milioni di abitanti) ma non dà senso di oppressione, almeno non al di fuori del formicaio della rete metropolitana. Quando chiudono i parchi (a pagamento!) c'è la filodiffusione di quelle musichette da pomeriggio di natale. Le ragazze sono super modaiole, magre ma con le gambe storte!
La classe affaires di Air France, così come le sue business lounges, umilia la business class di LH, ma gli voglio bene lo stesso. I ragazzi di Innocent sono stati folli e pure degli affamati dalle tasche vuote per un pò, ma ora si godono il meritato successo. Mi sforzo di pensare "out of the box" e di avere un "freelander's mindset" (thanks to Gina Trapani, blog da seguire).
Il mondo viaggia, l'america mangia miti e ne sforna di nuovi (twitter è già vecchio, nella Bay Area ora si gira in Tesla, si legge su Kindle e a Seattle di sperimenta il nuovo modello Starbucks 2.0 - in fondo le cup di cartone ci avevano stancato tutti, vero?), l'Italia va al rallenti ma Ferrara - come pure Bologna - è ferma al palo che si specchia.
Vivere senza l'edizione domenicale del NYT è un pò peggio. E ne dimentico 3000!

Senza il secondo motore al giorno d'oggi non ci si alza dal letto. Come dite, non capite? Me l'ha insegnato Calabresi, guardate qui. E' verissimo: l'idea è niente senza la persuasione.

E voi, viaggiate con zero, uno o due motori accesi?

This is Paris, Pont Neuf, ottobre 09.


mercoledì, novembre 04, 2009

Live from my hotel room, Vegas, NV

Lo so manco da secoli, e sono scostante. Un blog è un pò come un figlio, un pò come un tamagotchi, se non lo curi appassisce e diventa brutto, poi nessuno lo segue e così la storia finisce. Triste. Garantisco che tornerò a metterci l'impegno e scrivere spesso, anche se a dire il vero le pensate smart o non banali latitano ultimamente. I viaggi e le giornate belle invece, no.
O tre lettori di questa webpage, me la date una spintina? dai se vi vengono di getto, scrivetemi due paroline sul perchè passate di qui e che cosa vi piae de Lamezzastagione, It would be a really inspiring! grazie in anticipo.

Giuro che scriverò le mie impressioni sul viaggio in Giappone, i giorni intensi e belli a Parigi, le mie grandi amicizie italiane del mondo e quelle internazionali. I viaggi intercontinentali coi francesi. Di come sia strana l'amicizia e i rapporti in genere, e di come sia debitore a Emma. Ottobre è stato un mese lunghissimo.. ma per ora tenetevi questo.

C'è il flatscreen acceso su CNN, e Mr Obama che sta parlando credo per l'inaugurazione dell'anno scolastico o cose del genere. Gli ho appena sentito dire cose del tipo "I nostri studenti una volta finiti gli studi devono sapere che potranno essere protagonisti non solo a Chicago o Los Angeles, ma anche a Pechino o Mumbai, devono essere pronti a livello internazionale", oppure "ogni studente deve ricevere un'educazione tale da garantirgli la possibilità di costruirsi una vera carriera" o ancora "gli studenti devono essere parte attiva nel processo educativo, in questo mondo così interconnesso".
E poi penso ai discorsi dei nostri politici, da quelli all'apertura dell'anno accademico fino a uno qualunque, scegliete quel che vi pare. E mi dico cazzo, siamo fermi mentre il treno del mondo è in marcia.. c'è da stringere le chiappe o annullare i confini almeno nella testa.

A presto.




This is Napa Valley


lunedì, ottobre 12, 2009

International press: comments on Italian PM Silvio Berlusconi

Ritagli di viaggio, questi li ho raccolti e fotografati durante i miei giorni a Tokyo (seguirà post a parte..). 11mila chilometri dall'Italia.
Secondo voi Financial Times e International Herald Tribune hanno questo necessario bisogno di "sputtanare" il premier??
Meditate, gente... meditate.

Ora a Parigi, e prosegue lo "sputtanamento" anche su Le Monde. Alè!

mercoledì, settembre 30, 2009

whaiwhai

Gente questa cosa qui è secondo me davvero geniale.
Turismo esperienziale avanti secoli.

Si fondono gioco, ricerca, condivisione, invenzione, esperienza, acculturamento e naturalmente business, in misura sempre maggiore mi auguro.
Li ho scoperti troppo tardi, ma li testerò prestissimo. Questo progetto così come la giovane società che li inventa e il geniale incubatore che li accoglie sono l'eccellenza e il futuro dell'Italia.

Giovani laureati con il futuro tra le mani, il coraggio il sapere e la curiosità sono le armi di cui si ha bisogno. Per il resto sono e saranno sempre terreni da arare.

Ad maiora

martedì, settembre 22, 2009

Non sarà mai campione di simpatia, ma la Francia è un grande paese

Carissimi tre lettori, il flusso di pensiero pare ridestarsi dall'assopimento, o almeno ci provo.
Così, ho un'altra cosa da dire.
Vi siete accorti di quanto siamo assorti a leggere le polemiche da pollaio? a commentare, lamentarci, adeguarci, in definitiva non farci nulla?
Che posso farci io?
Ormai pare un'abitudine, meglio un refrain a punteggiare ogni giornata in Italia, tra un insulto del miniministro e una calunnia del più grande statista d'italia; un defilé da circo Togni sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia e la vomitevole mercificazione della donna, sempre più vilipesa e ora "mazziata" alla conferenza stampa del giovane programma di rottura Striscia la Notizia (giunto al suo 21esimo anno di vita se non sbaglio, fresche l'ova eeh??).

In questo abituale pandemonio, anticamera, che a Panebianco piaccia o no, di un prossimo autoritarismo neppure tanto light, si rischia di far passare passare sotto silenzio, almeno qui in Italia, l'idea covata da Sarkozy di istituire un comitato di studio, guidato da personalità nel campo economico quali Joseph Stiglitz, Jean Paul Fitoussi e Amartya Sen per tentare di raccontare, con parametri, indicatori e numeri, ciò che sta oltre il PIL, avvalendoci di nuovi indicatori finora inutilizzati, nel tentativo di misurare il Benessere Interno Lordo.

Si perchè, udite udite!, c'è ancora gente al mondo che non dà tutto per scontato e assodato, che cerca invece di ripensarlo, migliorarlo, addirittura cambiarlo! e noi, al massimo, li guardiamo rapiti.
Personalmente ritengo che la capacità di voler solo misurarsi con sfide di questo livello, lanciate senza alcun dubbio per provare a timonare la Francia verso un approdo di maggiore consapevolezza e protezione dei suoi cittadini, ma anche con reale spirito di osservazione universalistico, dimostra di per sé in modo lampante il livello di avanzamento democratico e programmatico raggiunto da quel paese. Di antipatici elitari, sia chiaro, ma anche di straordinari pensatori. Il Sole24ore ha cercato di applicare questo "giochino" del BIL alla realtà delle oltre cento province italiane, con risultati abbastanza conosciuti: in Romagna, si vive bene. Quindi?

E nell'Italia degli uffici, dei bar, delle palestre secondo voi com'è stato accolto il risultato di questa prima fase di valutazioni ed indagini sul BIL prossimo venturo? Temo un bel chissene, e la conseguente richiesta al boss di un aumento... puah!

.. Intanto, comincio a pensare ai prossimo giro, e di questo di sotto mi piace proprio tutto.. dalla musica ai visi alle espressioni alle locations, le mi prossime locations. Arigatou!

Buenos Aires: la luce, i luoghi, la gente. Ti prende

Nonostante il clamoroso ritardo, non posso non tornare a dire due cose sul soggiorno a Buenos Aires diciamo così, ex post, visto che sono uomo di lettera.

Un giorno di luglio, imbarcato su un jet Iberia, decisi di passare le mie vacanze a Buenos Aires, ancora fulminato da un gruppo di fighe spaziali portene incontrate lungo una calle madrilena poche ore prima.

"Vado a imparare lo spagnolo!", mi dissi. E mi gettai sul fedele laptop connesso wireless, alla ricerca di blogs tanos in corrispondenza dalla capitale Argentina. Così, feci la conoscenza del grande Tanoka, ora parte del più ampio Largentina. Che grande scoperta! ho divorato di lettura quel blog e ci ho trovato di tutto, anche le dritte, i suggerimenti, le sensazioni. Gli scrissi, ad Andrea, e nella sua piacevolissima risposta ci trovai scritto quella che ora capisco essere una grande realtà: Buenos Aires non ha nulla di ecclatante allo sguardo che ti "costringa" ad innamorarti di lei dal primo momento. Ma poi, via dopo via, portone dopo portone, faccia dopo faccia, bar dopo bar e camiseta dopo camiseta, ti entra addosso. Così, come da copione, è stato anche con me.

Per questo ho passato la seconda parte della mia vacanza vivendo sempre più "da porteno", andando alla Cancha di Boca, nei ristoranti di la Canitas, nelle vie bizzarre di Palermo viejo, facendo le parillas in casa, la nostra o quella delle ragazze e dei ragazzi che abbiamo conosciuto. Che fossero dolci o sclerotiche, aristocratiche o caciarone, dark o splendide grafiche, las chicas sono state tutte immancabilmente e meravigliosamente ospitali.

Gente vera, ragazze "più donne", ragazzi "più amici", avventori del bar "più ironici"... come se fosse stata data una mano di "vero" sulla pelle di tutte le persone che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo condiviso tempo ed esperienze. Mille cose su cui riflettere, tra cui questo strano virus che porta sempre più italiani, giovani italiani, a lasciare la madrepatria per stabilirsi in questo posto che è freddo d'inverno e umido d'estate, dove la disoccupazione morde così come la delinquenza e il mare è poco più di un racconto. Ma è affascinante, cosmopolita, culturalmente vicino, vero e vivo.

Guardate qua cosa ha scritto il Magazine del Corsera dieci giorni fa. Ammazza quanto sono "sul pezzo", oppure sarebbe meglio dire: ma quanti siamo a pensare ad un'alternativa a questa vita volgare, egoista e egoreferenziale che ci propone il belpaese in questi ultimi anni? Davvero è così brutta questa comoda e quieta disperazione?

Com'è facile, al ritorno e ancora vittime del jet lag, ritrovarsi, in piena notte, a soppesare pro e contro non tanto di una fuga, quanto un serio e ragionato trasferimento. Chi lo sa..

Stai a vedere che in fondo in fondo, all'ultimo, un barlume d'anima di questo posto sono riuscito a coglierla... e se dovessi essermi confuso, beh sarà il motivo per tornare e cercare di capirci qualcosa di più. No?




mercoledì, agosto 26, 2009

Buenos Aires: una citta', tante societa'

Tanto che non scrivo, troppo. E' che qui si gira, si osserva, si vive, si valuta.
Metodo barbaro (che qui in slang sta per stupendo!) , ma visto lo scarso tempo vado di elencone flipper, riservandomi di approfondire a breve.

Buenos Aires e' "Ciudad de La Santísima Trinidad y Puerto de Santa María del Buen Ayre", e' un distretto federale e una provincia, con un terzo degli argentini dentro (13 milioni). E' mille quartieri periferici, con officine davvero back in the seventiees.
Buenos Aires e' traffico, grattacieli, smog. E' Recoleta e Palermo. E' Cañitas e Villa 31 .
E' la seconda piu' grande citta' del Sudamerica, con tutte le contraddizioni che vivono floride nell'emisfero australe del mondo. Un luogo dove per decreto lo stato da' 400 milioni di pesos alla AFA (Federcalcio Argentina) per far partire il campionato, mentre fuori in strada giusto di fronte alla porta del nostro appartamento c'e' chi fruga nella spazzatura, tutte le sere, per raccogliere i materiali da riciclo e raccattare 4 monete.
4 pesos per un dollaro, 5,5 per un'euro. La classe "media" scolarizzata guadagna circa 1500-2000 pesos al mese, 400 euro circa. Pensiamoci mentre prenotiamo il prossimo viaggio, nel luna park dei prezzi delle airlines che hanno globalizzato i costi. Tutti, a parte i ricchi di Olivos o giu' di li', semplicemente non hanno i soldi per viaggiare, quindi conoscere etc, etc. Sara' forse per questo che, da queste parti, chi non va dallo psicologo per lo meno e' un profondo seguace dello yoga?

Poi c'e' il Tango, il calcio, la parilla, il turismo. Impossibile pensare di comprendere a fondo tutto questo, pero' ci vuole poco a capire che il primo e' nascosto nelle milonghe di quartiere ma il Festival Mondiale del Tango lo porta addirittura nel vecchio palazzo Harrods (avete letto bene), abbandonato da tempo ma recuperato, in tutta la sua decadenza, per l'occasione. Il secondo e' tante cose insieme: passione, argomento di discussione ovunque, strumento di controllo sociale, mito e anche parecchio turismo (guardate il Boca che fa settimanalmente!); ad ogni modo sono andato a vedere dal vivo sia River che Boca e devo dire che, pur preferendo l'atmosfera della Bombonera, se mi stabilissi qui sarebbero altre le squadre sulle quali concentrerei la mia attenzione: troppo sotto i riflettori queste due. La carne argentina l'ho mangiata ovunque, dai ristoclub alle abitazioni private e confermo che e' uno dei motivi per cui vale la pena venire fino a qui.
E poi il turismo: contraddittorio, come tutto il resto. Molto smart e ricco di marketing da un lato (un esempio chiaro sono questi siti istituzionali, qui e qui), malconcio sotto altri aspetti. O forse malconci sono soltanto i marciapiedi, ma per un cittadino del primo mondo questo impatto ha un effetto. In questo periodo, crisi e timore della Gripe A hanno quasi dimezzato le occupazioni degli alberghi, che pena.

Ma i luoghi da visitare in Argentina sono davvero molti e il progetto di rimanere qua attorno (mentre in Ghedo ha vinto il senso di avventura ed e' partito destinazione Bolivia) fa davvero pensare che occorrera' un'altra visita "federale" per farsi un'idea completa del paese.
Che dire dei porteños? Svelti, accoglienti, spesso scherzosi, metropolitani dunque un po' schizzofrenici e forse ma in fondo consci del loro "paraculismo". Di certo, per loro stessa ammissione, odiati dal resto degli argentini.
E poi ci sarebbe da dire su Empanadas, quotidiani molto interessanti come Clarin e Nacion, librerie ovunque, Mafalda, la Avenida 9 luglio, San Isidro e Colonia in Uruguay che ho visitato, l'area attorno al Jardin Japoneses attorno al quale ho fatto jogging insieme a tutta la gioventu' piu' o meno sportiva di Palermo, il calcio giocato ovunque, anche due contro due alla fermata del bus. e poi Caminito, il ponte di Calatrava (genio! rivende la stessa cosa a tutti!!), la Floralis Generica (geniale), il planetario le Fiat Palio Siena e soprattutto 127 ben diffuse in giro... rimando alla prossima volta.

Che dire del lunfardo? Maravijoso! Me ne sono innamorato, mi fermerei qui solo per cercare di apprendere questo accento biascicato e ricco di termini italiani, rauco nostalgico e suadente.
Y las chicas de aca'? Hay, que dolor!!! Sono sincero, pensavo tanto meglio, maledetto marketing di Belen!! Poi sembra che si prendano cosi' seriamente, con un che di altezzoso che le fa quasi sembrare italiane ma senza quel livello di sofisticazione. Mi sa che come sempre ho capito la cosa al contrario... ad ogni modo il fatto di essere italiani interessa l'interlocutore, in ogni contesto.

Il resto, cioe' quasi tutto, sta nel non detto: dallo shopping "Bay area style" in negozietti d'avanguardia alle notti di carica nei club piu' belli, dalle chiacchere impreviste in San Telmo alle presentazioni shockanti alle cene di sushi con la vera nomenclatura della societa'porteña (che, anche qui, misura lo status e la ricchezza con quanti iphone ci sono sul tavolo in cui si cena, o al massimo nella sala in quel momento).

In sincerita' non ho ancora trovato l'anima di questo posto che volta le spalle al mare, chissa' se mai ce la faro'. L'Europa mi sembra cosi' lontana.. e le avanguardie mi sembrano altrove, anche se certi luoghi come il Malba o l'Universita' del Cine mi hanno aperto il cuore. In una esquina, qualquiera, puede ser..

A presto, suerte!

giovedì, agosto 13, 2009

Il vero viaggio..

.. non sta nello scoprire luoghi nuovi, ma nel vedere con occhi nuovi. Saggio Voltaire, eeh?

Poi non sapete quante ne ho lette, in questi giorni.. di profonde, commoventi, lucide, romantiche, creative e innovative. E su tutte le fonti, persino sui muri delle case.
Dovrebbero metterla d'obbligo sempre: un'ora di lettura al giorno. Un governo ideale, s'intende, non uno specifico.

E allora, come mai me ne vado a Buenos Aires poi me ne esco con frasi come quelle di sopra? Ma che ne so!

Però sappiate o due lettori che ho un sacco di idee in testa, e profonda volontà di continuare a curiosare in futuro.
Per cui, nella sparanza che ne valga la pena, cofido che continuiate a seguirmi.
.. seguitemi, seguitemi...

Buone vacanze

martedì, agosto 04, 2009

Troppo occupato a leggere

All'inizio delle sospirate vacanze, nello schema fordista della vita proprio dell'inizio del secolo scorso e che ancora la società ci propina, su queste sponde, mentre il mondo viaggia a velocità supersonica, mi ritrovo nel totale piacere della lettura.
Saggi, blog, quotidiani, interviste su youtube. Mille idee da raccogliere, inutile provare a in fila le poverissime mie qui sopra. Meglio non perder tempo e seguitare a riempire il serbatoio di cibo per la mente, che certamente metabolizzerà producendo qualcosa.

Certo, quelli del lavoro da me si son persi qualche mia interessante scintilla che avrei tentato di innestare nel mio quotidiano operare, investito come sono di intuizioni e impulsi all'innovazione.

Per ora lascio scorrere, suggerisco solo di leggere ed ascoltare Mario Calabresi, direttore della Stampa, uno degli under 40 cui metterei ad occhi chiusi le chiavi del paese in mano

giovedì, luglio 16, 2009

Headed to SF, again

Lo so che avrei mille altre cose da fare o di cui scrivere... ma sono addicted di sta cosa qui.
Sarà perchè sto tornado allegramente qui?





back soon

venerdì, giugno 26, 2009

My second baby

Come dicono a Napoli, "nu second je chiù bell angor!".
Per esperienza diretta posso dire che, almeno nei progetti di lavoro, questo è vero.

Al posto o accanto alla schizzofrenia, si cerca infatti di infilarci anche una piccola parte di esperienza che finisce col far vivere le varie "seconde volte" in modo parzialmente diverso, certamente più pieno, anche se la strada in questo senso è ancora lunga.

I trajes utilizzati sono addirittura cresciuti rispetto a due anni fa, nei giorni di gestazione del mio "second baby" (unica espressione felice di un consulente altrimenti da prendere e lapidare), ma il sudore è rimasto stavolta a livelli di guardia. Tanto altro è poi successo.

Quella sensazione dolcemente inconsapevole - ma rasserenante ed eccitante al tempo stesso - che pervade, quando un progetto - composto da tanti sottoprogetti ad incastro - prende finalmente vita.
Questo posso dire è accaduto, e prorpio per questo pesto la mia terra giorno dopo giorno, non certamente per timbrare un cartellino, sennò me ne sarei già andato ad offrire le mie opere al settore primario dell'economia da un bel pezzo.
Quindi cosa dovrei fare se non, per una volta, ringraziare me stesso (cosa molto di moda in quelle giornate campali!) nella mia folle perseveranza nell'inseguire, anni orsono, il mio sogno tangibile di un lavoro fatto di organizzazione e confusione, meetings in uffici gelidi e insolazioni sotto il sole camminando da un'area all'altra, tre telefoni che squillano in contemporanea e l'assoluta precisione nel controllare le ciano di stampa; caffè e pasticcini a tutte le ore e l'impossibilità per 3 settimane di avere un pranzo normale; compagni di lavoro smart virtuosi e amici e l'incapacità solo di conversare con loro; strapagati consulenti stronzi e perfetti signori nessuno che sistemano tutto con un sorriso; situazioni di estrema visibilità e opportunità anche a livello personale e il post-brindisi passato disperati a cercare un pezzo di gomma; pranzi fianco a fianco di ambasciatori e sigarette velocemente fumate con un gruppo di sorridenti marocchini.

E' il mio lavoro. Dire che lo amo è una parola grossa, diciamo che gli voglio bene. L'ho sposato tempo addietro, ci ho pure fatto due babies. Il futuro dirà che il suo fascino saprà essere superiore al logorio della vita moderna e all'allure naturale di qualcosa che si affaccia, nuovo ed inaspettato.

Nel frattempo mi godo questo, che è tanta roba. Tra l'altro maggio si conferma il mese per eccellenza delle sorprese e delle rese dei conti nella battaglia dei sessi, o almeno nel guazzabuglio del sesso.. riguardo il quale approfondirò presto. Dì certo, in questo caso, è meglio salire su un nuovo piuttosto che fare la manutenzione su un usato...

bye!

Welcome to this world sweet Giulia

La vita è un miracolo meraviglioso.

Quando questo miracolo si rinnova, grazie all'amore e alla perseveranza di amici così vicini, seppur lontani, ci si ritrova coinvolti davvero tanto, come se si fosse parte di quell'evento. Ma non è così, si è solo testimoni di qualche cosa che, finalmente, fa trasalire, accapponare la pelle e battere il cuore.

Ciao Giulia, e scusa per il ritardo. Ormai hai fatto esperienza, hai quasi un mese. Non vedo l'ora di incontrarti. Sarà perchè ho vissuto così da vicino la strana e straordinaria storia del tuo papà e della tua mamma, sarà per quel tuo sangue misto che ti scorre nelle vene e per la fortuna che ti auguro di avere crescendo nel posto più liberal e aperto d'America, che mi sembri bellissima e già consapevole del tuo ruolo.
So che da ora mi sentirà ancora più casa, quando sarò a casa tua.. che bella sensazione.

Hello world, il tuo babyblog, presto sarà tra i più letti del web, ci scommetto!

Ciao mamma e papà.. good job guys!

domenica, giugno 14, 2009

Il mio paese che vorrei è multietnico

e il vostro?

Dell'Italia e delle considerazioni di presunta non multietnicità espresse dal presidente del consiglio, sentite che dice l'autorevole e non direi eversivo Guardian http://www.guardian.co.uk/world/audio/2009/may/11/silvio-berlusconi-italy

L'Italia non diventerrà multietnica? E chi ci dice allora che cosa faranno tra 15-20 anni tutti i figli delle minoranze etniche che oggi frequentano le scuole elementari e medie? Non sono essi italiani? Non rendono già oggi l'Italia multietnica?

E' il caso di dire ancora una volta ma valà!

Et Dieu... créa la femme

Sveglia.. scazzo.. shave.. clothes on molto moolto svogliato.
Poi i corn flakes, televideo, si apre il garage.. molto moolto pensieroso.

Invece si arriva al bar e quella che hai di fianco è una tipa davvero carina. La noti anche perchè, mentre sorseggia il suo cappuccino, va per accasciarsi al suolo semisvenuta e allora tu la prendi per un braccio. Lei porta una mano alla fronte, accovacciata; tu la sorreggi e non puoi non osservare il tatuaggio lungo il collo della caviglia abbronzata, e le scarpe chic-cosissime con tacco a stiletto, e la gonna a sbuffo che arriva a mezza coscia. Dopo poco si riprende, e il suo "grazie" è illuminato da un sorriso splendido, un secondo sospeso nell'aria.. ma è già tempo di andare.

All'appuntamento di lavoro lei arriva agguerrita: sandalo con tacco che le slancia la figura, gambe affusolate e bene in vista grazie a un abitino decisamente estivo, color nocciola, che lascia scoperte anche le spalle. Dio mio che aggressività! Non è di per sè meravigliosa, ma emana fascino e personalità. E poi è decisamente "nel" suo ruolo, dal taglio di capelli al trucco accennato attorno agli occhi, fino alla borsetta in cui tiene i documenti.. Non vi dico poi quando comincia a parlare: una voce calda e suadente, con un incalzare ansioso che, detta come va detta, fa un sesso pazzesco. Mi conforta sapere che di tanto in tanto la "devo" rivedere.

Poi c'è la biondina, apparentemente timida ed indifesa rappresentante del gentil sesso. Da quando ho a che fare con lei mi ritrovo ad essere sereno, addirittura fantasioso e non mi fa difetto dirlo. Vorrei averne il tempo, sarebbe bello godere in pace dell'armonia della sua figura ma forse ancor di più della gentilezza nei suoi modi e di quel profumo naturale che si porta appresso, magico. Nella sua - certamente finta - innocenza sta il senso del suo fascino. Quel classico pizzico di euforia immotivata, niente di clamoroso di per sè, giusto quel che basta a far girare il mondo.

E ancora un'altra tipa, completamente diversa dalle precedenti ma non per questo da non dover doverosamente includere: ampia, abbondante, sorridente, biondissima e giovanissima. Tutto intorno a lei, sembra che sia e questo la conforta, o così pare. Il top striminzito accentua il seno prosperoso, l'abbronzatura e il maxi tatuaggio sulla spalla... e mentre si alza fuoriesce il secondo disegno, strategicamente piazzato giusto sopra il sedere, come se fosse un turbo naturale per i pensieri più sconci... e un sorriso malizioso al contempo sfuma e accentua tutta la scena. Naturalmente, nel momento in cui vengo chiamato in causa, sto piacevolmente con la testa da tutt'altra parte.. però che bello questo dolce naufragare.

E a voi, vi capita spesso? Riuscite a mascherarlo sotto quella serietà artificiale o i neurotrasmettitori vanno in tilt quando felicemente il testosterone si mette in moto?

E con questo post mi smaschero! So bene che con le ragazze è un pò come la terra per i campesinos messicani: chi la tiene non la coltiva, e chi la coltiva non la tiene.. però cari miei, a pensarci, quale miglior motivo per alzarsi dal letto la mattina??!


back to business

bye!

martedì, aprile 28, 2009

Conferenza di servizi

I protagonisti:

- Il direttore di ente promozionale pubblico
- Il suo attendente
- la rampante project manager
- Il dirigentino in giacca lisa, naturalmente di ente pubblico (come quella di sopra)
- io, che non so più nemmeno trovare gli aggetivi

Interno, giorno. Luce naturale, grigiastra. Come tutto.

Quattro persone attorno ad un tavolo di un pomeriggio qualunque, in fondo. Come direbbe Flaiano, la situazione è grave ma non seria.
Certo, la rampante appare laboriosissima e parte in quarta presentando urbi et orbi "lo stato avanzamento lavori" di una serie di progetti ad orologeria, nel senso che se non trovano attuazione entro fine anno temo diventeranno nulla più di una tonate scoreggia.
E allora no! Scrivere proporre introdurre illustrare: la poverina le prova tutte per arringare il tavolo sulla bontà della situazione, sulla realizzabilità del tutto.
E' anche piuttosto discreta, la nostra, e attraverso il piano vetrato del tavolo imperiale attorno al quale sediamo, tutti più o meno apertamente le guardiamo le gambe accavallate e i tacchi a spillo che maliziosa muove con generosità.

Però, macchè.

Prende la parola il braccio destro e, con voce straziata dall'impossibilità di essere non dico produttivo, ma almeno simpatico, proferisce una serie che pare infinita di "sì ma occorre sentire", "ma allora a questo punto devo predisporre", "mi lasci guardare", " non credo sia previsto", "scorporando forse, ma temo di no"... e inevitabilmente una beota sonnolenza pervade l'ambiente, e con lui anche me.

Il Direttore (giuro!) ribalta le palpebre all'indietro ogni 8 secondi, e solo uno studiatissimo sistema d'equilibrio basato su gambe distese modello rigor mortis e mani incrociate ad altezza ombelico gli consente una postura quasi naturale, nonostante l'evidente catalessi che l'ha colto. L'attendente prosegue nella sua infinita serie di niét, lucido come un paracarro e zelante come un vigile urbano di turno la domenica pomeriggio.
Io ne ho i maroni stra-pieni prima ancora di prendere la parola, e vado avanti ripensando al gruppetto di spagnole erasmus che avevo di fronte a pranzo (ma cazzo non potevo fermarmi con loro, invece che salire qui?? Il mondo è un posto crudele e un gioco a somma minore di zero) e al contempo prevedendo la montagna di email di lavoro quando rientrerò in ufficio, esattamente nello stesso momento in cui per tutti i miei compagni di riunione sarà unilaterlamente ritenuta conclusa (e con soddisfazione per quanto fatto, ci scommetto!) la giornata di trabajo.
La project rallenta nel suo flessuoso accavallamento di gambe, prova ad aggiustarsi le calze un paio di volte ma ormai percepisce l'odore della sconfitta. Si stringe a sè e prova a rilanciare l'azione, come un grimpeur appena raggiunto dopo una fuga in montagna che tenta, nonostante il volto stravolto, di rilanciare comunque la sua azione. E' uno spettacolo.
Non mi sono dimenticato del Direttore, il fatto è che costui fa il suo primo intervento solo verso il 53esimo minuto del nostro incontro. D'altro canto, è qualcosa di irresistibile. Un breve estratto più o meno recita: "potremmo... allocare.. Korea... Giappone.. sebbene sia doveroso.... in ottemperanza.. blabla.. blabla".
Il dirigentino in giacca lisa, invece, recita la parte dell'attore non protagonista: entra in scena (fisicamente proprio) verso il 48esimo minuto e non lascia alcuna traccia di sè, se non nel classico teatrino del balleto delle business card. Io ne do una a te, tu ne dai una a me.. ah no.. le hai lasciate tutte in ufficio... sarà per la prossima... e poi ci conosciamo già, no?

Per circa 90 minuti veleggiamo alti e la nostra volontà di definire un programma comune è ferrea, indubitabile. Peccato solo che la distanza con chi veramente fa business (e non mi rivolgo certamente a me, ma qualche esempio ce l'ho) sia totale. E il nostro ruolo s'intenderebbe invece al loro servizio, pensa te! Si ragiona seduti sopra bellissime, altissime, sofficissime nuvole.

Tutto un lavoro così. Direi che può bastare. E ci chiamiamo professionisti. E ci definiamo "in rappresentanza" (di aziende, enti, istituzioni col compito di allocare denaro pubblico!). E la chiamano estate (e sarebbe anche l'ora valà!).

Sempre vostro

martedì, aprile 14, 2009

Le domande più belle

Come la maggioranza di tutti noi, ho avuto bisogno di qualche giorno di silenzio per metabolizzare.

Non certo capire, ma cercare di mandar giù il groppo in gola che, inevitabilmente, si forma quando accadono certe tragedie, specialmente se seguite dall'infame scia di sciacallaggio come è avvenuto in questo caso. Ha detto bene un caro amico, l'unica cosa che davvero si può fare è andare ad aiutare, al netto dell'etica, s'intende.

Solo cercando di fare sempre i conti con la propria coscienza, si potrà davero fare qualcosa per tutti i futuri cataclismi che, volente o nolente, qualcuno di noi si troverà a vivere prima o poi. Non si tratta di semplice prevenzione, ma di dare valore alla vita altrui. Duro da averci a che fare.

In realtà vorrei anche scrivere d'altro, di qualcosa di leggero visto che così mi sento, da oramai parecchio tempo a questa parte. Un pochino inconsapevole forse, poco autocelebrativo come sempre ma tanto curioso. Per questo mi trovo così bene a far compagnia ai bambini, specie a quelli cui piace tantissimo raccontare.

Negli anni, penso di essere diventato un discreto ascoltatore: raramente si sentono discorsi tanto divertenti e spiazzanti come quando ci trova di fronte il cinno giusto.


Mia cugina, o per meglio dire la figlia di mia cugina, è indubbiamente la cinna giusta. Così, il pomeriggio del pranzo pasquale con i parenti è diventato il terreno ideale per questo lungo dialogo dissacratorio, surreale e straordinariamente scenico con questa bambina di 9 anni della quale, ovviamente, mi sono perduamente innamorato.

Credo sarebbe terapeutico, e certamente educativo, se tutti quanti si cimentassero in questo tipo di azioni, specialmente quelli estremamente convinti di sé e delle loro scelte.

Perchè si può essere preparati a tutto, credo, tranne che alle domande innocenti di un bambino che entra in confidenza con te. D'improvviso ci si sente proiettati dentro la bolla di sapone del suo mondo ovattato, dove l'indifferenza per il colore della pelle del vicino di banco è davvero tale, come il giudizio sulle persone o gli enigmi di tutto quello che non si spiega, ma magari si cerca di disegnare.


Per questo appare inevitabile considerare che, in effetti, solo nel momento in cui si diventa padre, genitore, si vive davvero quel trapasso, da uno stadio all'altro, indelebile nell'ordine dato di natura e allo stesso tempo propulsione vitale verso la risposta alla domanda fondamentale sulla vita l'universo e tutto quanto. O forse, sarebbe meglio dire alla domanda fondamentale, visto che la risposta la conosciamo.


Chissà quanto mi manca. O meglio, se è data per me una distanza tra ora e quei momenti, andrei avanti col fast forward solo per il gusto di scoprirlo guarda.. Però ieri ho certamente aggiunto un puntino di consapevolezza.

La cosa veramente complicata, rispetto alla quale rimango ancora totalmente sconcertato, è come questo possa essere posto in condivisione, forzatamente sullo stesso piano, con l'aridità l'egoismo l'opportunismo che ci sbatte in faccia ogni giorno il quotidiano, con le sue banali e fedite storiacce che ci invitano a girare sempre con i gomiti alti. Questo Elena ancora non lo sa, beata lei.

Ma alla fine, Rosencrantz e Guildernstern erano poi morti?


mercoledì, aprile 01, 2009

Lascio il lavoro e parto

E' una decisione difficile ma ponderata. Troppa vita aspetta di essere vissuta.
La mamma è disperata ma sa che sarà temporaneo, il babbo vorrebbe essere me, ne son sicuro.
Un salto all'ufficio giusto per salutare M., la mia scommessa, e andrò via. Sento già le prediche: ti tagli fuori! Però che fascino questo arrested development lavorativo!

Naturalmente G. verrà con me, poi penso che passeremo a prendere R. a sinistra, A. a destra.
Ecco il programma random di questo periodo off che ci aspetta, secondo voi quanto tempo occorre:

- Glastonbury Festival
- Bay to breakers, ma con l'alcool appresso
- Tour Africa: Zambia, Maputo, Namibia. Zanzibar?
- Notting Hill Carnival
- Goa and nearby
- Via della Seta (in moto?)
- Burning man
- Camino di Santiago de Compostela
- Caribe in barca a vela
- Fuorisalone
- Feria de Abril
- il Redentore
- Sundance Film Festival
- Argentina, Mar de La Plata, Montevideo. Terra del fuoco in bici
- Corsi di vela in Polinesia
- progetti presentati su Idealist

E il vostro off plan? Che progetti avete in mente?
Se un giorno lo faccio la colonna sonora sarà questa!




Buon primo aprile!

martedì, marzo 31, 2009

La meglio gioventù, in un weekend

Occorre assecondare il destino.
Chi semina bene, raccoglie meglio.

Ecco spiegato il mio ultimo, splendido weekend.

Vado a Rimini per lavoro, incontro F. e dopo mezzora parliamo del senso delle cose e delle tipe che fanno jogging. Il contrasto tra il blu del cielo gonfio di pioggia, la luce del sole che fa capolino e il mare azzurro, è imponente.
Prima si cerca di fare tante cose, e non succede nulla. Poi d'improvviso accade tutto senza che si muova un dito per assecondarlo o contrastarlo.
Vado a cena con S. e B., leggeri e semplici come solo tre emigranti possono essere. Ci diciamo che dobbiamo tornare a esserci tutti.

Poi un amico mi chiama, gli "rovino" una serata a due ma posso constatare con mano come i tipping points siano davvero dove meno li si aspetta.
Convinto di tornare a casa in mezzora, spendo lì i due giorni successivi, nel senso di libertà leggera che adoro. C'è tanto del nuovo F. in questi due giorni: dalle considerazioni sulle "coppie di fatto" al senso di responsabilità, cui però si può derogare.
Lo chiama un'amica, si uniscono a noi per la serata. Saremo 15, 18, non so. Fluido, easy. Non ti conosco ma vorrei, mi inpegno a farlo e mi mostro al meglio. Bello.

Drinks, pillow talks poi la cena.
La tipa al mio fianco è bionda, smart e ipercinetica. Sguardo curiosissimo e connected. Dice che ama i film leggeri italiani, come "Notte prima degli esami", queste cose qui... ci risiamo, penso. Alla mia richiesta di elencarmi la sua personalissima top5chart dei best movies ever, scende un pò di polvere di stelle sulla scena. Ecco l'elenco:

La mia Africa
Il Padrino
Quei bravi ragazzi
Mediterraneo
The dreamers (stoppata mentre proseguiva sulla falsariga)

Mi giro e rigiro per capire se si tratta di uno scherzo. Pare di no. Poi citazioni direttamente dal Festival del Cinema di Venezia, la soundtrack di "Io ballo da sola" definita la più bella della storia e "La Meglio gioventù" battezzato miglior film italiano degli ultimi 10 anni. Pum!
E poi la sua passione per i Gotan Project, i Portishead... chi mi da un pizzicotto?? Altri 10 minuti e sono innamorato davvero, invece due giorni dopo nemmeno ricordo il suo viso, nè il nome. Il solito!

E poi un pò di complicità con le amiche, un giro al Titilla che non vedevo dai tempi in cui ero studente e due minuti due di conversazione con T., davvero meraviglioso, lui che le istituzioni e i conflitti li conosce per davvero, così come il Darfur. Due minuti veri in quel contesto decadente, ambiguo e condiviso: davvero indimenticabili.

Infine il giorno dopo, nelle parole a pranzo, con la sfacciataggine di essere sè stessi e comunque d'intesa naturale, nonostante il tempo e lo spazio che ci separa, sempre.

Tutto è in sintonia, intima sensazione di consapevole piacere nel vedere tutto quel che è stato costruito ora può portare frutti come questi.

Much love

martedì, marzo 24, 2009

Me viè dda rìde...

Sono sempre i particolari che fanno la differenza.

Di recente ho visitato un museo: all'ingresso di una sala la ragazza del controllo, seduta sul suo trespolo, vedendo che mi avvicinavo mi ha fatto cenno con la mano di entrare, accompagnando il gesto con due parole di cortesia e un sorriso solare e bellissimo.

Sono entrato con amici in un bar, sedendoci accanto a degli sconosciuti. Dopo due minuti un ragazzo comincia a conversare con noi, la sua novia non rimane in disparte ma, anzi, apostrofa con un "y tu?" l'altro amico alla mia sinistra, avviando una conversazione inaspettata e piacevolissima.

Un amico mi presenta due ragazze, e queste si fanno avanti baciandomi le guance e cominciando a chiedere le mie impressioni su quelle giornate, con aria davvero interessata.

Ricevo dei biglietti omaggio per l'ingresso ad una partita di calcio. Il giorno dopo, invio due righe di ringraziamento a chi me li aveva procurati e lei, che conosco a malapena, dopo nemmeno due ore mi risponde gentilissima dicendo "non c'è di che, alla prossima!".

Poi

Invio un'email ad un amico, per un aiuto non certo determinante ma sul quale contavo. Dopo una settimana, ancora nessuna risposta.

All'ingresso del residence in cui vivo, incrocio una tizia e la saluto, ricevendo in risposta un imbarazzato silenzio.

Entro in un bar alla moda, e mi accolgono solo facce smunte e cupe. Prendo, consumo e vado per pagare: nessun grazie e arrivederci in cambio. Incrocio un conoscente che mi saluta in modo meccanico, senza nemmeno guardarmi in faccia.

Entro in una concessionaria di moto e vago tra gli usati, dopo 15 minuti nessuno che mi abbia approcciato chiedendomi se c'era un motivo dietro la mia visita.

Incontro un vecchio amico, che però mi parla per un'ora dei fatti suoi e non fa nemmeno un accenno sui miei numerosi e recenti viaggi di lavoro, nessuna curiosità o interesse in lui.

Poi

Prendo un volo di una certa compagnia aerea: hostesses e stewards mi accogliono sorridenti e salutanti. In volo, pasto frugale ma consegnato in modo accurato e gentile. Ambiente pulito, due chiacchere piacevoli sulla mia lettura appoggiata sul tavolino.

Prendo un'altro volo. Musi lunghi come saluto sulla scaletta, indifferenza lungo la rotta. Sporcizia diffusa, un dialogo breve ma fitto di no al momento delle mie richieste per una bevanda. Estrema indolenza nel rapportarsi con i clienti a bordo, e tre ore di ritardo.

Tutto ciò premesso, in quali circostanze mi trovavo all'estero e in quali altre secondo voi ero nella terra in cui comanda il papa e le aziende produttrici di goldoni sono sulla via del fallimento? Quando stavo su un jet Iberia e quando su un DC-10 Alitalia?

Non so voi, ma per me questi particolari fanno sempre più la differenza: quella tra il cercare di vivere in modo piacevole ed appagante e non in quello chiuso e disinteressato. Questa maleducazione che vedo in giro a me m'ammazza, cazzo!

Altroché piano casa, qui l'emergenza vera è per dotarci al più presto di un Piano Marshall del sorriso! L'omologazione in atto ci sta rendendo tutti uguali e tristi.

E anche per stavolta, zero cazzate e ovviamente zero ingredienti acchiappafiga!!

Vi saluto con questa bellissima cover, que disfrutén!

mercoledì, marzo 11, 2009

Forse ci salva l'anticonformismo, forse ci salva la rivoluzione

Nove giorni fa stavo volando a Stoccolma, e leggendo il sempre interessante International Herald Tribune mi imbatto in un pezzo, a mezza pagina, su Marissa Mayer (non Marissa Miller!).


Marissa Miller è questa tipa qui. Innanzi tutto, mi pare più che discreta: ci sta perfettamente, nell'immagine stereotipata, oltre la vetrata a prendere un frappuccino da Starbucks, appena scesa dalla sua BMW Z4 rossa, o a corricchiare in completini Nike lungo il privilegiato parchetto di marine, zona upscale di San Francisco. E' una tipica 33enne radical chic e ambientalista che anima la North Cal, si direbbe.
Infatti, vive proprio a San Francisco. Per recarsi in ufficio guida la "1" verso sud, fino a Mountain View.
E' Vice President of Search Products & User Experience di Google, prima Ingegnere assunta quando la compagnia, nel 1999, contava 20 impiegati.
Google earth, google toolbar e numerose altre amenità che animano i nostri blogs li dobbiamo in buona parte a lei, la quale ora sovrintende diverse strutture (e 150 product managers) interne ma è anche Visiting Professor a Stanford University, impegnata in diverse fondazioni ed istituzioni ambientaliste, insignita di una copertina su Newsweek e, in fondo, personaggio di moda e sempre più veicolo di comunicazione. In fondo, nel modo cool in cui può essere famoso lapo dalle nostre parti.. come dite? Sì certo, anche gli USA sono pieni di Lapo, ma quante Marissa Mayer italiane conoscete?

Ho riletto quell'articolo, scritto nel solito inglese complicato e pieno di aggettivi, almeno 3 volte, e qualcosa continuava a non quadrare. Mi dispiace non averlo trovato in rete per poterlo linkare, ma se cercate digitando sulla "sua" stringa bianca il suo nome, ne troverete parecchie di informazioni.

Poi ho capito: 33 anni. Per noi è troppo.
Per la nostra mente italiana, e per buona parte del mindset europeo, soporifero e forse anestetizzato a dovere, un trentatreenne medio con laurea e master è in attesa di istruzioni, di stampare fotocopie, di rispondere al telefono in un call center. Al massimo, product manager ossequioso e mai curioso. Se genio, come la Mayer, vive nei laboratori 16 ore al giorno, con contratti semestrali forniti dalle nostre Università baronali di forse 1000 euro al mese, ma spesso molto meno. E allora, piano piano, anche io ho iniziato a capire.

A capire che l'America, anche questa volta e nonostante tutta la merda delle speculazioni, dell'egoismo, delle disuguaglianze e tutto il resto, ce la farà.
Perchè là vince la meritocrazia e l'anticonformismo delle proprie idee ha il democratico spazio per arrivare ai risultati attesi. Quel nostro senso di scontato, davvero, non c'è.

Il mondo sta attraversando quella che, con un concetto vecchio, viene definita crisi. Il concetto di crisi piace a tutti coloro che oggi detengo il potere, sia esso politico, economico-commerciale, culturale, sociale. Il modello va bene, è solo in crisi.
Invece io sono sempre più convinto che questa non sia una crisi, ma l'occasione di ricominciare con modelli nuovi, almeno in alcuni ambiti del nostro vivere quotidiano.
Leggete questo post di Bonili nel suo meraviglioso blog paperogiallo, la penso esattamente come lui. Come può avvenire un vero rinnovamento (cioè nuove cose nuove!) in una società votata allo status quo; governata da settantenni in ogni centro, sia pur minimo, di potere; apatica e overcontrollata come la nostra?
La rivoluzione cova dentro la nostra testa e si esprime nei più svariati modi: il più bello per me è quello delle invenzioni che diventano di tutti. Cent'anni fa dire cinema, aereo, automobile, tv ma anche democrazia, trapianti di organi o divorzio, era pura eresia. Oggi è banalità.

Il tema dello studio di un ddl sul controllo della rete in Italia, ottimamente commentato anche sul blog di Gio, oltre che su quello autorevole di Stefano Hesse che in Google ci lavora, oltre al potenziale contrasto con le Direttive Europee in materia di libertà di libertà di informazioni dà l'idea di quanta strada occorrerà ancora percorrere, in questo senso. Se la vediamo con questi occhi desiderosi di nuovo, non vi sembra un pò di vivere nel romanzo 1984 di Orwell?

La rivoluzione è dentro ognuno di noi e ne sono convintissimo, perchè tutto ciò che ci rende la vita bella e piacevole nasce dall'ingegno e dalla passione dell'uomo: va lasciato esplodere!!

Quante Marissa Mayer ci sono, anche vicino a noi, che vengono bloccate dalla logica del dilemma del prigioniero che domina nella nostra società? Troppe.
Magari questa è l'occasione giusta: qualche sicurezza in meno offrirà qualche opportunità in più e ci ritroveremo con un orologio in meno da indossare, o un'auto più piccola da guidare, ma con la forza e la motivazione di liberare l'energia e l'anticonformismo culturale. Tutto ciò che ci serve per far partire la rivoluzione dal nostro letto (citazione dotta), quando ci alziamo la mattina.


Però ac du marùn! Troppo serio, d'altronde il momento è troppo stupido perchè ci si possa anche divertire sopra!
Per stemperare: timbrato il passaggio su Stoccolma, la madonna quante belle figliole! Andateci, visitatela e mi ringrazierete, davvero!

A presto, stavolta per cazzate a tutto spiano.

domenica, marzo 01, 2009

Parigi, Londra, A-te-ne Stoccolma... Get down! (Ragazzo dell'Europa)

Ho visto tante cose, vecchie e nuove, nell'ultimo mese.

Ho volato con Baboo, AirFrance, BA, Airone e Alitalia (ora tutte e due CAI). Ottima la prima, con personale poliglotta e simpatico; bene le due big, con i loro pregi e virtù ma per le quali valori come puntualità e cortesia sono inalienabili. Tutto come prima con l'ultima, abbondante in ritardi, cafonaggine, mezzi disastrati, sporcizia e certamente da evitare.

Ho camminato lungo i corridoi degli Areoporti internazionali di Bologna, Roma Fiumicino, Parigi Roissy, Londra Gatwick, Atene (il mio 33esimo, mi pare). Certamente nessuno nella mia personale Top five degli aeroporti visti (eccola: Dubai, San Francisco, Munchen, Stoccolma, Istanbul).. oddio scusate uno strascico dai post precedenti.

Delle città visitate potrei dire moltissimo, mi riservo di farlo a roadshow concluso. Però devo ammettere che l'invasione di prodotti per la cura e l'igiene personale in GB in questi ultimi anni, unita ad un'alimentazione più salutare e alla diffusione dell'attività fisica ha finalmente prodotto una generazione di belle inglesine! Parigi, comunque, rimane tre spanne avanti in questo e in tutto ciò che prevede l'utilizzo di charme, in ogni sua forma. Cominciate a considerare Atene tra le mete per una fuga di primavera, ma statene alla larga se siete un'azienda produttrice di caschi per moto o tra coloro che, grazie alle nuove normative vigenti in certi paesi, proprio non sopportate i luoghi chiusi invasi dal fumo.

Ho soggiornato in Hotel meravigliosi e in bettole iperpagate, dove in omaggio ho anche trovato preservativi usati arrotolati sotto le poltrone, ma inclusi nel prezzo. Ho commentato quasi tutto su Tripadvisor. Ho usato pochissimo il taxi e mi sono mosso prevalentemente in metro: in quelle città, contrariamente alle nostre, è un mezzo capillare, sicuro, pulito, addirittura a volte artistico.

Grazie all'aiuto di un amico ho cercato di dare un senso effimero a questo eterno peregrinare: ora ho una piccola rubrica di viaggii "vissuti" che va in onda, in re-live su una radio locale.
"Ragazzo dell'Europa", si chiama. Ormai è il motivo primo del mio viaggiare, preparo fogliettini e cerco notizie con giorni di anticipo, mi viene la salivazione azzerata, ma mi diverto da matti.
Cerco, tra una cazzata e l'altra nella lingua del luogo o tra i sibili di un'altoparlante, di dare info utili e notizie aggiornate sulla città in cui sono, in pratica un blackbook de noartri!
In più, l'intervento è intervallato con i lanci della mia musica preferita, inizialmente collegata al posto in cui ero, poi sempre meno. Non avete l'idea di quanto tutto questo fosse un sogno inconfessato: lanciare i Verve, George Michael o Jamiroquai alla radio, come un vero deejay radiofonico.. grazie Nic! Al giovedì alle 11.30 e 18.30 in streaming qui, se vi va.

Badate bene che siamo appena al terzo GPM di questo tappone dolomitico, va mo là!




lunedì, febbraio 23, 2009

Oasis: life has never been the same since!



Eh già, certo, ormai hanno fatto famiglia e vanno per i 40, i Gallagher bros.
Cantano di tempo speso a far nulla sotto il sole pomeridiano, lunghe piste di coca che risolvono i problemi e speranze di riuscire a non crescere mai, ma hanno millions of pounds nei lorto conti correnti.
Il contrasto c'è ed è lampante. Con che coraggio mi urli di non guardarmi indietro con rabbia, quando quei pezzi li cantavi al tempo che avevi tutti i denti marci e ora, invece, hai la moglie popstar e il tuo bel culo al caldo?

Poi mi guardo intorno, nel senso che ripenso a sabato sera e attivo lo spleen dell'attimo in cui attacca lo sciabordio di Champagne Supernova, e rivedo un gruppo di 35enni sudati che salta, ride e si spinge, davvero felice. Non è forse un paradosso questo, 4 ormai uomini "in carriera" che si ritrovano in estasi ad urlare sotto il palco ad un chitarrista senza assoli e un cantante senza movimento?

Forse c'è un perchè: perchè, lo vogliamo o no, quei suoni sono la nostra vita. Ci legano a ricordi comuni, indelebili e soprattutto ci riportano ai nostri ventanni, inconsapevoli e mai sufficientemente rimpianti.

E quindi vadano in culo i commenti sul concerto o quelli stilistici sul loro suono, sugli album nuovi senz'anima, sulle finte liti e l'apaticità del frotman. Musicalmente sono la nostra vita, almeno degli ultimi 15 anni: e voi sapete a chi sto parlando!

Per me gli Oasis non sono certo un semplice concerto a Treviso, ma il momento condiviso insieme ai miei amici. Le risate e la gioia.

Soprattutto, saranno sempre quel gruppo di buskers che canta "Rockin' chair" a Lancaster Gate, o quel ciccione che calcia la lattina di Carlsberg e fischietta "She's electric" il 2, forse il 3 ottobre 1995 nel collegamento verso la Hammersmith. La linea rosa della Tube londinese, ma anche molto di più.
Sono gli interrogativi con il mio roommate di una vita sul recondito significato di "Wanderwall"...
Sono buona parte della mia vita, che nessuna recensione potrà spiegare. E so di essere in buona compagnia, vero crew?

A presto, kalinikta!

venerdì, febbraio 06, 2009

Le classifiche, la nostra vita

Luce fioca,
porta socchiusa,
ora di mezzo,
silenzio.
E così che arriva il arriva il momento dell'inevitabile, il giorno in cui si finisce con l'arrendersi al post su quello che, da almeno 20 anni, è il principale passatempo della mia vita: elaborare delle classifiche, delle charts. Su qualsiasi cosa, davvero!

Sì perchè sarà pure vero che Nick Hornby, con la sua opera seconda "High Fidelity" ci ha reso tutti un pò complici e favoreggiatori al tempo stesso, iniziando e in un certo senso obbligando alle "liste" anche chi, fatemelo dire, non è portato.

Invece, nel mio caso, la malattia era stata diagnosticata prima.

Sapete quante volte ho sentito dire "il quinto in classifica non mi viene...": orrore ragazzi miei, orrore!! Qui si banalizza una scienza esatta, che solo anni e anni di naturale metodicismo ed innata propensione all'autismo rendono asolutamente scientifica.

Come dicevo, tutto si può catalogare, elencare, mettere in comparazione: e i miei malcapitati compagni dei di banco al liceo ("Dai, chi sono i migliori 5 fluidificanti del campionato??".. "Ma perchè non pensi un pò alla figa!!" era la risposta più frequente) così come ai corsi del secondo anno all'Università ("Ciao, scusa sto facendo un test: quali sono i tuoi 5 luoghi preferiti, intendo al mondo, in cui avresti preferito nascere?".. "Scusa, mi scappa il treno.." e poi mi preoccupavo se tutti mi ronzavano intorno, quando erano in cerca di maria o thc!!), se ancora sono al mondo, sanno bene di cosa sto parlando..

Tutto quanto ho scritto finora è pura realtà e fantasia al tempo stesso, nel senso che nel momento che mi concentro su una determinata "lista" entro in una dimensione così personale e distaccata che, spesso, finisco col dimenticare se quel determinato dialogo l'ho fatto tra me e me, o l'ho condiviso con qualcuno!

Le cose in realtà, nonostante l'avanzare dell'età e il presunto status sociale di occupato con ruolo di responsabilità e tutto quanto, non è poi che siano tanto migliorate recentemente: certi miei amici intimi così come talune saltuarie frequentazioni femminili possono ampiamente confermarlo..

Da cultore della materia, ritengo fortissimamente che per una corretta elaborazione di una lista, qualsiasi essa sia, occorre attenersi ad una sola vera regola e alcuni accorgimenti a corollario, per poter così godere al massimo dei risultati. Cerco di spiegarmi.

La regola è non uscire dall'insieme offerto, in questo caso è 5. Né per difetto né per eccesso. L'unica postilla è che non ci sono regole per guidare il meccanismo mentale del gioco, a meno che non siate in grado di controllare con agilità le scariche elettriche dei vostri neuroni all'interno della scatola cranica.

E sì, perchè una volta partite le connections si esponenzializzano in un batter d'occhio, ed è inutile cercare di spiegarle, spesso anche a sè stessi.

Questo, fatemi dire, appartiene già al campo degli accorgimenti. Un altro, tra i più azzeccati, è sfidarsi a pensare e scrivere di realmente con la pancia. Naturalmente si correrà il rischio di essere incompleti o inesatti, comunque molto molto meglio che risultare eccessivamente analitici.

Un altro accorgimento efficace consiste nel cominciare a compilare le proprie charts nel posto giusto, come ad esempio dinnazi ad una libreria, all'album delle proprie foto o alla collezione di CD, oppure con un drink in mano che scioglie il pensiero. Il flood of thoughts deve essere facilitato al massimo.

Ma il cerchio magico del post sulle classifiche si chiude quando avviene il miracolo della partecipazione. Sì, intendo dire quando il lettore si trasforma a sua volta in narratore e regala agli altri le sue, di classifiche, alimentando il confronto postumo che spesso ci lascia a bocca aperta, con la bava alla bocca, ci suggerisce un film mai visto, o un luogo, o un'idea. LA MAGIA DELLA CONDIVISIONE!

Per cui, cari posters, cari lettori/lurkers, passate all'azione! Dico a voi, nucleo storico dei commentatori che non smetterò mai di ringraziare. Ma dico anche a te, blogger che mi visiti e sai bene di cosa sto parlando!

O a te, amico fiorentino o romagnolo, che mai hai superato la noia di copiare la parolina stronza dell'autorizzazione al post.

Vorrei tanto mi faceste sapere quali sono le VOSTRE classifiche. Rifatevi le mie, inventatene di vostre.. guardate che stiamo parlando di cibo per la mente, è importante!! (o è da malati :-)

Ecco le mie. Naturalmente, l'elenco per argomenti delle stesse è, a sua volta, una classifica.

5 album preferiti in assoluto, da sempre in heavy rotation (* attenzione! Se a questo punto vi state dicendo che questa cosa non ha senso, non vi preoccupate. Probabilmente, non siete portatori sani del morbo)

- Pink Floyd, The Dark Side of The Moon
- The Verve, Urban Hymns
- Oasis, What's the story, morning glory
- Massive Attack - blue lines
- Casinò Royale, Sempre più vicini


5 film da guardare anche 100 volte, senza stancarsi mai e cercando di ricordare quella tal immagine o battuta

- Amarcord (radici mito e sogno si incontrano)
- Amici miei (ciò che mi auguro di vivere, al momento in cui mi alzo la mattina)
- Marrakech Express (i valori condivisi)
- Fino alla fine del mondo (dentro c'è tutto)
- The dreamers (dentro c'è la gioventù e la rivoluzione)


5 luoghi del cuore, specie se vissuti in momenti irripetibili

- Firenze, la prima volta che l'ho vista la sera d'estate dal Forte Belvedere
- San Francisco, il tuffo al cuore ogni volta che la si vede arrivando da Marin
- Londra, che per me è stata e sarà sempre Lancaster Gate
- Rimini, tanti luoghi-non-luoghi ma soprattutto se vista da Casa Zanni lungo la marecchiese
- Bologna, ma non quella di oggi. Quella che vidi quel pomeriggio di aprile 1992, il sole sopra le 7 chiese e la gioventù libera


a day in the life (x5) -- Qui Nick Hornby incontra Charlie della serie televisiva Lost, sarà per questo che adoro acriticamente entrambi? --

- il 7 novembre 1992 e ciò che mi ha lasciato di qua
- il giorno che ho messo in bacheca a Scienze Politiche quell'annuncio, l'inizio della vita nova
- Terza elementare, il gol che feci nella partita tra le quinte, ed io che giocavo con la wild card
- il momento in cui ho detto la cosa giusta a F. (o almeno lo spero!)
- Quando ho fatto il testimone di nozze all'amico di una vita Z.




i 5 piaceri davvero irrinunciabili

- la compagnia degli amici
- la lettura del giornale
- la radio
- la sciarpa viola addosso ogni tanto
- il senso di sabato del villaggio, quando arriva



5 sogni (realizzabili) nella vita, quello che davvero mi muove in avanti

- avere una figlia (o un figlio!)
- fare il giro del mondo via terra, meglio se a sud dell'equatore
- vivere, almeno per un periodo, nella dimensione della comune, con famiglie e amici a stretto contatto, insieme
- potermi vivere la sera del terzo scudetto della Fiorentina
- avere l'opportunità di lavorare per istituzioni e fondazioni che realizzino progetti di sviluppo reali, senza compromessi


5 canzoni da dedicare ad una ragazza ( e con tre di esse l'ho davvero fatto, con risultati tragici!)

- Coldplay, Yellow
- Eric Clapton, Wonderful Tonight
- Zero 7, Distraction
- Marvin Gaye, I heard it through the grapevine
- Vasco Rossi, Canzone



5 football teams escludendo il mio

- Spal, ognuno ha le sue radici indissolubili
- Barcellona, la più grande delle antagoniste
- Boca Junior, l'idea che ho del sudamerica
- Torino, la storia che tenta di camminare
- Liverpool, la storia il tifo il calore il motto



I 5 luoghi nella donna (qui si va sul pesante!)


- il collo, assolutamente
- i fianchi, necessariamente
- come il protagonista del paziente inglese, l'incavo che crea la clavicola
- il sorriso, il jolly capace di cambiare tutte le carte in tavola, e tutte le giornate blu
- e poi c'è il sedere, perchè stimola tutti i 5 i sensi



last but not least, blog's chart!

- Papero giallo di Bonili (si parla di quel che conta, dalla piacevole proiezione del cibo)
- Rock&Gol, Benedetto Ferrara blog (in pratica un altro me, venuto prima e meglio!)
- No easy way out ( come può un blog incollarti alla lettura in piena notte?)
- Chatouche (leggete e.. "d'you know what I mean?")
- Giovannino blog (common roots, non è vero?)




e i 5 della seconda fila:

- Non toglieteci la parola di Cristina Tagliabue, e i suoi pensieri liberi
- Sottorete di Stefano Hesse, l'avanguardista della comunicazione online
- Hostess'side, il mondo visto da un'oblò
- Spettrodellabolognesità di Masotti, uno della vecchia vera Bologna
- Girlpower vs cioè, il sesso diventa


E questo è solo l'inizio! Potrei elencare le 5 prime persone che vorrei portare a cena (Roberto Benigni, Renzo Rosso, la mia amica Elisa, il mio amico Ale e una certa consulente della RER), i 5 piatti preferiti, le 5 testate italiane da salvare dall'inondazione delle edicole (Corriere, Stampa, Motosprint, Internazionale e Mucchio Selvaggio) etc etc.....


Se mai davvero siete arrivati fin qui leggendo tutto, non so davvero come potete averlo fatto!
Forse forse, perchè anche tu vuoi farci sapere le tue!! Lo spazio commenti è aperto.

Vi lascio con un bellissimo regalo: la mia band italiana preferita da una vita, avanguardista finchè volete ma vissuta sempre senza compromessi, ritrova per una sera la sua voce storica, "the king".

"Quel che credi impossibile ancora si avvera"

Alla prossima, ciao





martedì, gennaio 20, 2009

MTV, e solo lei, ci dice che tocca a noi!

Vi siete mai chiesti chi decide i palinsesti delle diverse teri televisive, siano esse in chiaro o satellitari?
Personalmente, non me n'è mai fregato di meno, fino a quando, alcuni giorni orsono, mi sono imbattuto in uno spot che, da MTV, rinviava questo sito.
Tocca a noi.
Certamente interessante, la mossa. Cattura l'attenzione. Ma che ci sarà mai, dietro? Indago: sostanzialmente si tratta di un tentativo di avvicinare i più giovani alla politica, attraverso un esperimento innovativo per una televisione, sfruttando l’integrazione con il web.
All'improvviso, sul network televisivo musicale, cominciano ad apparire le facce di Vicky Cabello o addirittura della Santarelli o altri vj's che, dalla cattedra di un'aula di liceo qualsiasi, ci parlano della Costituzione, ci spiegano i meccanismi di un decreto legge, dei requisiti richiesti per l'approvazione di un referendum abrogativo... A beh.. geniale! Ma chi glielo fa fare, mi dico io? Vuoi che davvero vogliano DARE UNA MANO a cambiare le cose, almeno un pò, nel nostro derelitto paese?
Questo compito non dovrebbe essere di chiara pertinenza della tv di stato? Quella che apre quotidianamente pacchi, manda nani e ballerine (e poveracci qualunque) su un'isola a fare la fame e strippare in allegria, tiene sul pezzo presentatori ottuagenari, finanzia copiosamente festival musicali o concorsi di bellezza ormai totalmente scollegati anche dal moscio popolo di teleutenti che la sera continua a scanalare con il telecomando. Ma sai che sì???

Ma lo sapete che la TV di stato ha annoverato veri programmi cult, di reale educazione civica come "TV, buona maestra" di Alberto Manzi, o anche "Rischiatutto", capaci di alfabetizzare il paese, togliendoci il fango dalle scarpe e dandoci il gusto del nozionismo, quindi dello studio?
Ma lo sapete che su Rai 1 al lunedì andava in onda il "filmone", che allora si chiamava film dossier, preceduto dalla sinapsi del film illustrata da un canuto conduttore, presto sputtanato dalle gags del primo Benigni?
Tra l'altro, così per dire, lo spazio oggi enfaticamente occupato dai "pacchi", non troppi anni fa era di pertinenza di "il Fatto" di Biagi, uno che oggi, se avesse 50 anni, troverebbe spazio forse su La7.

Questo per dire che non è così inevitabile, che non siamo sempre stati quelle bestie di ignoranza vilipendio e gusto per la coprofagia che siamo ora. In passato, agli italiani, proprio alla massa degli italiani impiegati e pure operai piaceva acculturarsi, o provare a farlo. Cercando di capire i fenomeni che ci circondavano, magari provando ad interagire con essi in prima persona, e da lì presero vita i vari movimenti politici e cuturali dallo stile bottom-up.

Oggi ho pagato il canone Rai e penso: perchè la tv di stato deve competere per l'audience con le tv commerciali, quale assurdo meccanismo è stato messo in atto? Appunto, chi decide i palinsesti? Io penso che sia qualcuno che ci vuole sempre più ignoranti, inebetiti ed individualisti. Facilmente controllabili, utenza a uso e consumo del mercato. E per vedere gli spettacoli di Paolini si scanala fino a La7, con lo share del 2%.

In mezzo a questo mare marrone arriva l'iniziativa del network statunitense: bene, dico io. Bene perchè dietro di loro c'è il deserto, e magari riusiciranno (291806 adesioni raccolte, vedi qui per vedere le preferenze nei 4 temi), con enorme coraggio, nell'intento prefissato: portare o riportare i giovani al livello di partecipazione diretta alla costruzione della vita e del futuro del paese, attraverso progetti di legge nei settori della scuola/università, lavoro, accesso alla politica, ambiente. Bene perchè la nostra società oggi è il contrario di aperta.

Bravo Campo Dall'Orto, two thumbs up! non prenderai mai il posto di Del Noce.

Ma in fondo di che stiamo parlando? Nella settimana dell'insediamento di Barack Obama come 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, viene celebrato il primato democratico dei padri fondatori. L'America ha inventato la democrazia, l'ha esportata e poi - vincendo il secondo conflitto mondiale - l'ha radicata in tutto l'occidente, contrapponendola alle sole alternative dei regimi totalitari nazista e comunista. Il migliore dei mondi possibili, quello in cui viviamo. Così la penso, voi che dite?

Con buona pace dei teorici della "Fine della Storia", la democrazia è l'arma più forte nel conflitto, in atto, con il terrorismo nel quadro dello "Scontro tra le civiltà".

E l'Italia? Da soli, negli ultimi 150 anni, siamo stati in grado di regalarci ben poco: un'unità nazionale da sempre incompleta a livello di valori condivisi e in cui la maggioranza s'è sempre riconosciuta in modo flebile; un regime totalitario che ci ha guidato per oltre 20 anni, sfociando nella vergogna delle leggi razziali e nelle guerre mosse a 17 paesi. Infine, dopo gli anni del boom e quelli terribili del terrorismo, ci siamo regalati il "distacco" della politica dalla società civile, l'immobilismo di fronte alla creazione della "casta".

Una torre d'avorio inaccessibile che ci amministra in modo immobile, cerchiobottista ed autoreferenziale. Noi che ci incazziamo e ce ne freghiamo, ma non si sa più contro chi. La politica che non è più parte degli interessi dell'italiano medio. Chi tra i nostri potrebbe richiamare milioni di persone per un discorso programmatico di insediamento? E il predecessore, avversario politico, che viene salutato senza un fischio? Perchè là c'è un paese, un ideale, una bandiera che raccoglie tutti..

E in Spagna? Là, in questi anni, s'è messa in atto una rivoluzione dei costumi nella società civile, con un sofferto passaggio verso un laicismo reale dello stato. La Germania s'è stretta, in questi difficili momenti, attorno le proprie industrie e alle relazioni internazionali condotte da un governo di unità nazionale. La Francia da sempre si è autodeterminata, con una rivoluzione e 5 repubbliche nazionali disegnate sul motamento dei periodi storici vissuti.

Grazie MTV, grazie Mr Campo Dall'Orto, ma come possiamo pensare che possa toccare a noi, se in realtà non è mai stato il momento, per davvero, del cittadino italiano?

E non sapete di quanta democrazia c'è bisogno nelle aree di rigore di San Siro e Olimpico di Torino!!

Scusate lo sproloquio, ma non ho avuto il tempo per essere più conciso. A chi è arrivato fin qui offro sicuramente un caffè!

Vi saluto con una bella canzone contro il potere, visto che continua a piovere..

ev




Un altro anno volante, il 2008. E il 2009?

Ormai è ora di ripartire, ma mi prendo due minuti per fare i conti dell'anno passato. Un altro anno volante: 31 voli, 3 continenti e tanta vita vissuta.
Da Bruxelles (sic!) a Glasgow (gran giornata!), da Budapest (Ya navot potkivanov!) alle lavorative Dusselforf e Francoforte. Dal neoarabismo di Dubai a Tel Aviv, poi la "solita" Las Vegas e la "mia" San Francisco.
E infine, Catania Londra e Madrid. Le mie vacanze, le mie persone del cuore vicine.

Chiudo gli occhi e mi rivedo nella lounge strafica a MUC, tra i kilt e le cornamuse a GLA o sdraiato sulla moquette plasticata di DXB. A vagabondare febbricitante alla ricerca di un berretto di lana dei Sox a ORD, indaffarato come tutti con il Macbook a SFO o in coda con gli altri ad imparare il diletto stretto a VCE. Bello, spero di averne ancora.

Today's music recipe:

- Pink Floyd, Learning to fly
- Red Hot Chili Pepper, Aeroplane
- Smoke City, Flying away
- Outkast, The train

Ma la più bella rimane senza alcun dubbio questa, la trasposizione in musica di tutte le volte che sono lontano da casa. Enjoy