mercoledì, marzo 30, 2011

iPhone, Rayban, Mini e SUV, belle fighe in giro col cane e tempo. Ecco gli indicatori del benessere oggi. E quelli del futuro?

Ero in giro, poche ore fa, finalmente in simpatica compagnia, dopo il lavoro. Davanti a me, il Bosforo. Dietro, le mura di Costantinopoli e il quartiere Bebek.
Fortunatamente ho realizzato che le sinapsi mi funzionano ancora, non sono del tutto inebetito!!

Avevo in mente un'immagine piuttosto chiara di Istanbul. Ora, va bene che si è arricchita, però ero ancora fortemente alla ricerca di bar scalcinati per una shisha su un tappeto, o una corsa in taxi su una eroica FIAT 132... invece le cose qui non è che cambiano, galoppano.

Mi ritrovo a prendere un thé in un quartiere davvero bellissimo, per la sua collocazione e la vista straordinaria dei ponti sul Bosforo. Sa tanto di occidente, di ricchezza codificata. Ci penso poi capisco: dipende dalle cose, quelle che rivelano una ricchezza plastificata, ovunque in tutto il mondo. Sono qui ma potrei essere a Gemmayze, Sausalito, Recoleta, Jardins, Salamanca e tutti i quartieri fighi del mondo.

Sono le cose, che marcano la differenza. Vedo tre belle ragazze, altro nuovo prodotto impiantato nella città baluardo sacro delle razze e degli uomini... ma mi richiama l'attenzione la sua mano. Impugna un iPhone, ultimo modello naturalmente.
Poi, tentiamo di attraversare la strada ma ce lo impedisce il passaggio di auto: SUV, SUV, Mini Cooper color madreperla, SUV.
Seduti al bar, sulla destra mi trattengo dal ridere osservando un gruppo di ragazzi che non si leva gli occhiali anche se non ce n'è assoluto bisogno. Poi stringo gli occhi e cerco di cogliere il particolare: tranne uno, indossano tutti il modello Rayban Wayfarer, dalle mille sfumature di colori.

Ordiniamo il nostro thè e osserviamo il passaggio: un fiume di gente, tra cui spiccano per eccentricità un numero enorme di belle figliole. Tutte vestite fintamente trasandato e tutte con un cane al guinzaglio, meglio se di quelli col pelo color miele.

Infine, la cosa più disarmante. Io sono qui per lavoro, in questo bar per puro caso, solo perchè ho terminato il lavoro in anticipo e sarebbe un delitto fare un breve giro alla scoperta della città. Non so quando mi ricapiterà mai un pomeriggio di un giorno feriale, a casa o in giro che sia, da spendere bellamente seduto al tavolino di un bar a osservare la gente. Invece, attorno a me vedo una moltitudine; tutti questi posti chic traboccano di gente alle 3 di un pomeriggio qualunque. Gente, gente che di martedì pomeriggio invece di lavorare compra i fiori, corre in tuta, conversa, ride, fa inversioni a U col proprio SUV.

Ed ecco che, a descrizione conclusa, mi rendo conto che ho appena trascritto le cinque cose che raccontano la ricchezza oggi. Ci sono tutte, e in grande quantità, in tutte le "vie giuste" del pianeta. Ora, ammetto che costatare che anche Istanbul fa parte i questo club, proprio insensibile non mi ha lasciato. Ma il fatto qui è un altro: possibile che nel 2011 i luoghi cool e tutti i "ricchi" possano somigliarsi così tanto nei costumi e nella propensione alle spese?
So cosa state dicendo: "questa è la globalizzazione, baby!". Sì, ok ok. Ma la fantasia, quella dove la mettiamo?!

Da qui si arriva alla seconda considerazione, molto più interessante: Istanbul è meravigliosa e in certe zone anche decisamente ricca, ma non venitemi a raccontare che detta anche tendenze, che non è vero. Quindi la domanda rimane aperta: quali saranno gli oggetti o le abitudini che definiscono "la ricchezza", in futuro? Dove e quali sono le città incubatrici di questo mutamento?
Intendo dire: ci sarà un posto in cui dire "no, non ho l'auto, ho solo quel trabiccolo elettrico" equivale a dichiarare il proprio C/C milionario. Sei d'accordo? Un posto in cui "fa ricco" avere in mano un giornale, una mela, quella di un figlio.

Sono convinto che, nonostante il nostro essere cazzoni, qualcuno sta costruendo quel futuro. Per ogni classe sociale. Naturalmente, omologato.



lunedì, marzo 28, 2011

Dromomania a San Paolo, tra Garoa e i miti del Brasile

Puntata 22, in Brasile attraverso la porta di servizio di San Paolo.
Uno stato mentale prima ancora che geografico.

Vediamo che succede. Fatemi sapere se vi piace mixcloud, il nuovo arnese per ascoltare le puntate.
Se piace, clicca like.

martedì, marzo 15, 2011

Y vamos pa' Madrriiid....



Eccoci gente!
Ventesima e ventunesima puntata di Dromomania: Violante ed Emanuele a Madrid, soppesando amore e amicizia e affrontando improvvise crisi.
Per chi non ne può davvero più e mi domanda di tornare alla scrittura: portare avanti le cose insieme, visto il tempo risicato, è impossibile. Ma anche a me sta tornando la voglia riflessiva di scrivere.
Da metà giugno, tornerò alla mia consueta attività, non dopo aver sparato le ultime cartucce con Dromomania!




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