sabato, gennaio 03, 2015

Perchè le storie degli altri, sono le nostre storie.

Dopo anni chiude un programma su Radio24 che davvero, mi ha cambiato la vita. Che poi non è un programma, sono stati anzi almeno 3 programmi diversi. Con un tema comune: raccontare le storie. Che prima non sapevo come dirlo e ora invece sì: le storie degli altri sono le nostre storie e conoscerle ci rende un pò migliori.
A me le storie mi hanno reso migliore in un numero infinito di modi, che ho cercato di raccontare ai curatori del programma con la storia di sotto. 

Aeroporto come sempre, volo AZ1595. L'aereo prende il volo e io mi infilo le cuffiette, metto l'iphone in modalità utilizzo in aereo e apro la app dei podcast.
Ascolto sempre gli stessi due per primi: la puntata del 14 febbraio 2012, quella di Viola che si lascia con il suo ragazzo, una voce bellissima. 
Poi subito dopo quella del 20 febbraio, Massimo Neriotti e il suo Scagnolari

Ma la storia comincia prima, molto prima. Gennaio 2010, uno dei pochissimi giorni a casa dal lavoro senza un motivo particolare, dopo oltre 6 anni di lavoro e viaggi quasi ininterrotti.
Erano le 16, ero a zonzo in auto e su Radio24 c'era questa storia di una vita in vendita per cominciarne una nuova, una voce molto bella, una storia bellissima su una racchetta da tennis. Fu amore al primo ascolto.

Poi: passano i mesi, volo in Argentina, ascolto tante tantissime puntate in quella trasvolata di 12 ore, sempre con le cuffiette, e la signora di fianco a me, vedendo delle lacrime scendere lungo le mie guance, che mi chiede se va tutto bene. Si che va tutto bene, fu un momento di rara empatia.

Poi ho conosciuto la Stefania, non so perché. Ci facevamo like a vicenda nei commenti su quanto scrivevate su facebook, e da lì é andata avanti. Ora ci vediamo sempre e siamo grandi amici. Abbiamo inventato impegni di lavoro per venirvi a sentire al "live" e anche a #dontellmymum e parliamo di certe puntate e son cose che capiamo solo noi.

Ma andando ancora indietro, la vostra iniziativa a RivadelGarda con RadioIncontri e il mio racconto selezionato per la finale. Era il 2010 ed era vendo anch'io o qualcosa del genere. Una trasferta che diventa una festa, con molti amici che mi seguono, un bellissimo weekend che libera le sinapsi e allora chiamo un amico che lavora in una radio underground bolognese e gli racconto che vorrei fare un programma di storytelling, che ho in mente una storia e che l'idea di andare in onda con un radiodramma sarebbe stata "killer". Chissá in quanti mi hanno ascoltato, ma fatto sta che è uscito fuori "Dromomania", un programma in cui un malato di viaggio visitava e raccontava il mondo che vedeva, in attesa di trovare la città che "risponde alla sua domanda fondamentale". Insomma, ho fatto un programma radio, 40 puntate di mezz'ora. Un romanzo radiofonico con tutta la miglior musica e le pagine dei libri più belle di sempre. Uno spasso enorme.

Grazie alla Stefania ho deciso di imparare a nuotare, visto che stavo provando a imparare andare a vela. Bene: dopo 3 anni, posso dire di saper fare un pochino a nuotare, a stile e dorso, e questa estate in Sardegna dalla barca in rada sono arrivato fino in spiaggia, cosa impensabile prima.

Poi. Per lavoro sono dovuto andare al Sole24Ore a parlare della fiera e del settore per cui lavoro, che ci sarebbe stato da sviluppare uno speciale e poi Barisoni era stato pensato come il moderatore al convegno inaugurale.
Da lì si arriva a ragionare di avere Radio24 tra i padiglioni durante i giorni di fiera, per alcune interviste su "Focus Economia". Le mie parole alla direttrice marketing Luisa Valsecchi sono perentorie: l'affare si chiude solo se mi manda Caccia e Bonini a Bologna a fare una puntata sui meccanici.
E così avviene, in pratica ho una puntata del programma di storytelling a casa mia, o quasi, per la gioia di Stefania, unica spettatrice con sedia dedicata. Ancora oggi me la racconta, quella giornata.

Ecco. Volevo dirvi che tante cose sono nate, grazie a voi. Al vostro spirito, alla serendipitá. A non so che.

Per chiudere, confermo ancora una volta quel che vi dissi e purtroppo andó tagliato il giorno che avete letto la mia storia, nell'aprile scorso. Conoscervi per caso, ascoltarvi e divenire dipendente delle vostre storie mi ha reso una persona migliore perché conoscere le storie delle persone significa conoscere le nostre storie.

il programma riparte, su una radio nuova e con un nuovo progetto. Così come il programma, anche le storie e la vita ripartono, basta solo raccontarle, ascoltarle, viverla.