C'è una cosa davvero strana che mi succede quasi sempre, che lo voglia o no (e spesso lo voglio, ma spesso accade e basta, nel senso che non ci penso proprio ma comunque succede), quando affronto un viaggio (e Dio solo sa quanto sto già agognando il momento che tornerò a farlo, il più presto possibile spero.... è proprio vero sono un incontentabile infelice! Prima viaggio come una trottola e mi lamento, poi non viaggio più e mi lamento..... ecchecchezzo!). Vedo delle cose, e da grande visivo (Teoria della Programmazione Neuro Linguistica, che ci suddivide tutti d'acchito in visivi, auditivi e cinestesici) quale so di essere, ricollego tutto alle immagini.
Spesso, il link più forte che si imprime, che si impressiona come se fosse su una pellicola di cellulosa, è un pezzo musicale, una canzone, perchè in fondo di melodie, è davvero pieno il mondo.
Poi questa traccia perdura, rimane, non se ne va... e se capita di ritornare a sentire, settimane o mesi dopo, quello specifico pezzo, quella melodia, ritorna tutto alla mente, dall'immagine da associare immediatamente (spesso in grand'angolo..), ai particolari in cronaca (quegli occhi, quella chioma di capelli, quegli stivali o quel culo..), fino agli odori e all'intero mood della scena.
E' una droga, qualcosa che dà allo stesso tempo piacere e dipendenza.
Così, ora e per sempre il terminal internazionale di San Francisco in attesa di tornare, a novembre scorso, è "The Train" di Outkast.
La collina di Lombart Street, sempre nella città dei fiori ma nel 2004, è "Clocks" e una meravigliosa fischiettata in macchina in compagnia.
La mia immagine di Londra, lungo un tunnel di raccordo andando a prendere la metro lungo la linea Hammersmith, è un tipico utente dei pub britannici, orgoglioso della sua pinguetudine e della sua voglia di calciare lattine di birra, che intona ad alto volume la neonata "Elettric" di eccentrica ed ironica oasisiana-beatlesiana memoria.
E poi tante, tantissime altre, da "Home" di zero7 lungo il bagnasciuga della spiaggia di Rimini, correndo al tramonto, fino alla Roma da liceale adolescente, cantando insieme Luca Carboni (pensa te!)
E poi le ultime... il taxi che mi riporta all'areoporto internazionale Ataturk di Istanbul, e la radiolina all'interno che spara "Now why d'you wanna go and put starz in their eyes.." e poi, mentre scendo ed entro nel fantastico terminal magicamente riprende "... and it's a long way to come from the dog and duck karaoke machine.. and saturday night's drunken dreams!" (Just Jack - Starz in their eyes, chi se li ricorda tra tre mesi??).
Infine Madrid, dove di ricordi ne ho tanti e suoni nessuno, ma grande vicinanza nei modi di vivere e una spensieratezza che noi abbiamo perso... ci voglio tornare presto, in Spagna, anche se non andrò a presenziare a conferenze stampa come queste (de putamadre!) nell'atmosfera glamour e incantata del Santo Mauro, pareva d'essere Beckam!
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