mercoledì, marzo 03, 2010

Time



Ci pensavo l’altro giorno, o meglio: una precisa circostanza mi ha fatto pensare a come il tempo sia strano. Se ci pensate bene è la cosa più personale che ci sia, intendo dire nel modo in cui viene percepito, a seconda delle circostanze, degli umori e delle conseguenze cui si associa.

Ero in macchina e ascoltavo la meravigliosa suite di pezzi che accompagna la prima parte dell’album “Home” by Zero 7 e mi sono ritrovato a pensare ciò che la mia mente associava direttamente a quanto stava ascoltando: quanto durerà quel pezzo, tre minuti e mezzo? Com’è possibile che mi rimandi a una sensazione di tempo dilatato, lento, morbido e senza dubbio accompagnato da un sole giallo che tramonta all’orizzonte? Questo proprio non lo so, però mi affascina da matti.

Allo stesso modo, ma da prospettive diverse, se ci pensiamo bene tutti noi spendiamo montagne di ore al lavoro, chini al computer o in lunghi meeting, dietro una cattedra o pigiando i tasti di una cassa o in chissà quante altre attività. Eppure se ci pensate di tutte quell’armeggiare ci rimane pochissimo, giusto un refolo di ricordo estremamente sbiadito. Come mai?

Voglio dire: capisco che c’entri qualcosa l’interesse e l’attenzione, qualcos’altro la sorpresa e la novità estranea alla routine, però non può stare tutto qui, ci deve essere dell’altro.

Recentemente ho letto una ricerca in cui si affermava, apparentemente in maniera molto coraggiosa, che la vera età della felicità comincia verso i 70 anni, quando decadono le responsabilità ma permane la lucidità e la voglia, e si torna padroni del proprio tempo. Che significa tutto questo?

Questo sproloquio non tocca nessuno dei 93 temi che ho elencato brutalmente nel post di sotto e non cerca di effettuare un’analisi seria, o di dare risposte. Oggi sono solamente sconcertato di come una cosa che dovrei conoscere così a fondo mi possa alla fine sorprendere, risultare quasi sconosciuta nella sua incredibile varietà nel modo di manifestarsi. Quanto valgono 40 ore settimanali di lavoro, un’ora e mezza di commuting time quotidiana, il momento di un bacio rubato, i secondi che precedono una notizia drammatica o sorprendente, l’attimo in cui scatta la scintilla di un’idea, gli anni al fianco di una persona che non si ama, i mesi che una nuova vita passa all’interno di amiche che più passa il tempo e più sono belle? Se ci pensate proprio benebene, il tempo ci è davvero sconosciuto ed è molto più frequente che lui guidi noi del contrario, inseguendo alibi scambiati per sogni o le sei della sera per staccare finalmente dall’ufficio. Carpe diem!



7 commenti:

Ghedo ha detto...

Si, ci può stare...o è così...

sandro ha detto...

"Il tempo è elastico perchè dilatato dalle passioni" illuminante o citazione da bacio perugina?!?mah...personalmente capita molto di frequente di pensare al tempo che passa, a come fino a ieri avessi vent'anni e a come, senza nessun preavviso, mi ritrovi, con la stessa velocità con cui Bolt corre i 100 mt, ad essere oggi un 36enne a volte stanco, spesso irritato (e irritabile) si insomma un bel progetto di potenziale vecchio rompipalle di proporzioni bibliche...com'è stato possibile tutto qsto?

Anonimo ha detto...

Alquanto utopistico il pensare di vivere al cento per cento ogni attimo della nostra vita godendo nel bene e nel male di quello che il tempo ci sta donando. I ritmi del quotidiano corrono così velocemente e ci travolgono, ci coinvolgono spesso ci trasportano da uno spazio all'altro senza darci il tempo di cambiare dimensione. Paradossalmente, in un'epoca in cui la tecnologia dovrebbe fare tutto al nostro posto e lasciarci più tempo da vivere meglio, viviamo peggio: stressati, ingastriti, con l'emicranea, l'ansia e la colite da stress, l'insonnia. Acquistiamo su internet, parliamo attraverso msn o msg di 120 caratteri, siamo sempre reperibili e sempre raggiungibili. Non abbiamo più il tempo per sorseggiare un tè fumante in buona compagnia, per scegliere un bel libro in libreria (vecchia maniera), guardare i cd in un music store ascoltando i brani in cuffia... Io farei un passo indietro per godere del mio tempo e del gusto delle piccole cose. Slow...
Per me stessa.
ciao a tutti
l'anonima L.

Ghedo ha detto...

'Anonima L' condivido al 100% quello che hai detto...compresa, purtroppo, l'impossibilità di vivere al top ogni momento della nostra vita...
...come condivido con Sandro le potenzialità per diventare un grandissimo rompica**o (o, forse, lo sono già?)

* ha detto...

Io mi trovo d'accordo (nel pensiero ma anche nella messa in pratica) con ciò che molte discipline (buddhista ma non solo)evidenziano: noi difficilmente controlliamo i nostri pensieri. Ovvero la mente umana è portata a generare pensieri uno dietro l'altro che noi si decida di gestirli o no. Non vi è mai capitato di fare un tragitto (a piedi, in macchina o con qualsiasi altro mezzo) arrivare a destinazione e rendervi conto di non aver neanche capito che strade si sono percorse? In compenso però il nostro cervello durante il percorso ha continuato a macinare pensieri, nella maggior parte negativi e rivolti a cose non ancora successe e probabilmente che non succederanno mai. Se invece di focalizzare la mente su quei pensieri ci si soffermasse su tutto quello che durante il tragitto arriva ai nostri sensi si vivrebbe il tempo impiegato in quell'atto e si eviterebbero pensieri spiacevoli o pessimisti. Sembra difficile controllare il disco rotto che ci gira in testa ma non lo è: l'importante è soffermarsi sul presente e non su quello che è successo ieri (ormai andato) o su quello che potrebbe accadere domani. Io in questa maniera ho veramente più attenzione per ogni singolo momento di tempo, importante o futile che sia. Ma magari funziona solo con me mah...

ev ha detto...

Questo post, pur essendo scritto da bestia (provate a dire? ingannavo il tempo in areoporto...) mi è particolarmente piaciuto per i commenti cha avete lasciato.
A parte le "perle" di lettura che avete offerto, credo che un post abbia davvero successo quando suscita commenti di natura diversa e qui, sarà per l'argomento, è andata così.
A Sandro che si rivolge al suo passato che sembrava non finire ed ora pare essere un ricordo (tempo come memoria) risponde anomima L che sottolinea come la frenesia ci abbia rubato il fascino del tempo, e sa Dio quanto sono d'accordo (tempo come velocità). Infine Zooey si riferisce (credo, perchè di buddismo sono scevro) al distacco che spesso avviene tra ciò che si fa e ciò che si pensa mentre si fa la determinata cosa (tempo come controllo).
Sono indubbiamente elettrizzato perchè questa sì che può essere definita un'analisi a tutto tondo su un tema!

Io credo che in realtà volevo cercare di mettere giù alcune barbare sensazioni di come la valutazione di intensità del tempo non dipende dalla sua durata e forse nemmeno dal piacere cui si associa quel dato lasso di tempo speso a fare o vivere la determinata situazione. Credo c'entri in qualche modo l'inconscio che però, in quanto tale, non ho la capacità di spiegare.. come se il tempo avesse un valore incrementale e uno immaginifico pronti a uscire, basta che siamo nella condizione mentale giusta per farlo.
Rileggendomi, capisco ben poco di quel che ho scritto! Ma lo lascio, magari mi aiutate voi.. :-)

Anonimo ha detto...

Credo che questo valore del tempo a cui ti riferisci, non sia tanto nel tempo in quanto tempo materiale (minuti, ore o mesi) quanto in noi stessi ovvero nella nostra capacità di percezione del nostro io. Capacità che muta nelle diverse situazioni spazio-temporali ed emozionali. Davvero difficile da spiegare...però il concetto dentro ce l'ho chiaro!
l'anomina L.

p.s. evito di rileggermi perchè penso che pure io capirei ben poco di quello che ho scritto!