mercoledì, dicembre 29, 2010

Diario di Viaggio - "On the road" in Marocco


Fez, 29 dicembre 2010. Ore 10, ripartiti dalla Medina.

Finalmente l’Africa del nord. Voglia di contatto e rapporto diverso con le persone e con le cose. Noi europei sinceramente non siamo pronti a tutto questo, così lo subiamo, lo commentiamo, ne restiamo rapiti.
Marocco dopo le lunghe procedure alle frontiere e l’attraversamento della zona franca di Tangeri, ci appare lussureggiante di verde, di animali allo stato brado, di natura e di alture agresti.

Bello, qualcosa di inaspettato. Pensavo che fosse subito l’Africa della sabbia e degli orizzonti assolati, ma va bene così. Quello che mi aspettavo sono invece le persone, omini sgarruppati e con gli occhi ora spiritati, ora vispi che appena sentono da lontano l’odore di un turista occidentale si accendono e si propongono per qualsiasi cosa, dalla guida turistica al delivery di sostanze naturali, che qui sono parte della tradizione popolare, intrinseci alla cultura di base del paese, come in Italia può esserlo un buon bicchiere di vino in compagnia..

La strada è accogliente, ma diventa insidiosa in un lampo, tra buche, trattori contromano, coppie di ragazzi che camminano sul ciglio noncuranti. La nostra “freccia del deserto” ci dà forza anche quando, improvvisa, sopraggiunge l’oscurità a rendere ancora più complicato il nostro lento cammino tra Chef Chaouan e Fez, lungo un collegamento secondario che si snoda tra le montagne.
 Certe scene rurali al calare della notte ci lasciano senza parole, come l’incedere incessante di pedoni lungo il lato della strada, diretti chissà dove attraverso il nulla. Così ripensiamo quanto facile sia il nostro continuo spostamento quotidiano, quello per andare al lavoro, addirittura anche quello che da Milano ci ha catapultato in 31 ore a Tarifa, estremo lembo meridionale della Spagna. Duemila chilometri tutti d’un fiato e in sicurezza, mentre qui le certezze rischiano di precipitare in una buca improvvisa dietro una curva, o nell’incrocio pericoloso con un camion disattento.

Arriviamo a Fez molto stanchi, vogliosi solo di trovare una sistemazione in fretta e di mangiare. Una quadrupla umida come i Garnì di alta montagna prima di accendere il riscaldamento sarà il nostro posto per la notte, mentre chi sta in condizioni un po’ più critiche viene aiutato con i farmaci giusti e l’immediata cura del sonno. E’ davvero basico sto posto, con turche e docce ai piani e gente che dorme nell’androne, ma la stanchezza e il costo di 200 dirham ce lo fa sembrare adatto.

Scendiamo nella medina che ci appare inestricabile e fredda, e mentre i negozietti chiudono, i ragazzi ci fermano chiedendoci qualunque cosa e offrendo le loro disponibilità a presentarci la città. Abbiamo poca voglia di conoscere a fondo questo labirinto, così finiamo a cena, gustando la fantastica cucina marocchina fatta di couscous, spiedini, thè alla menta lunghe occhiate agli altri tavoli dove affascinanti turisti francesi o statunitensi, sostanzialmente fanno lo stesso.

Bella l’Africa, così diversa e così piena. Piena di colore, di luce, di storia, di voglia di interagire in modo così diverso dal nostro, non importa se sia vero oppure o recitato.
La mattina dopo c’è il tempo di un secondo giro della Medina, che ci fa scoprire le facciate delle moschee, l’improvvisa guida di Abdul, che senza remore ci dice di parlare 5 lingue ma di non sapere né leggere né scrivere, e un baretto fantastico per assaggiare la straordinaria tradizione pasticcera marocchina.
Di fronte a me le mie compagne continuano a scattare foto compulsivamente, mentre io penso alle opportunità perdute di certi ragazzi, e come spesso mi accade alle mie fortune.
E’ già ora di ripartire, un lungo tragitto verso Marrakkech ci attende e la nostra voglia di Hamman dovrà fare i conti con le lunghe ore pigiati sulla Punto.
Avanti, piano piano, lungo il crinale del Marocco e della nostra Dromomania.

2 commenti:

Ghedo ha detto...

Bravo, non dico altro.
Ho letto, al momento, solo il primo e la voglia di viaggiare che mi accompagna da qualche anno a questa parte, si ripresenta con tutto il suo splendore.
Hai smosso e non poco.

ev ha detto...

E allora va là e viaza!!