martedì, gennaio 04, 2011

Laayoune, Casablanca.. il lungo ritorno di un viaggio interrotto.

Il timbro sul passaporto dice 2 JAN 2011, sono passati solo sei giorni da quell'altro timbro sul traghetto da Tarifa a Tangeri, due in più se calcoliamo dal momento della partenza da Milano e da casa.

Cazzo è stato un attimo, un viaggio che ora comprendo essere innanzi tutto interrotto; domani sarò già in ufficio, anche se con la barba trasandata e lo sguardo assente.

Sono stato bene ma ammetto che nulla mi si è rivelato, nessuna visione mistica mi ha fatto intravedere la tanto inseguita svolta.

Non so dire il perchè, ma pur avendolo attraversato in lungo e in largo io l'anima del Marocco temo proprio di non averla compresa. E quel che è peggio, temo di non aver compreso nemmeno i pensieri che hanno occupato la testa, durante l'ultima settimana, forse nemmeno quella dei miei compagni di avventura.

Perché si va a Bamako in macchina, senza darsi il tempo di conoscere adeguatamente i luoghi che si stanno attraversando? Perché si passa il capodanno in un paesino remoto, presidiato solo da pescatori, biscazzieri e presunti biologi naturalisti innamorati dei poteri taumaturgici delle Mangrovie, senza quasi far caso al momento fatidico degli auguri?
Non lo so, solo altro tempo di decantazione forse me lo farà comprendere.

So solo che la compagnia è stata piacevole, anche se non è avvenuta una vera e propria esondazione di empatia. 
Fino a che sono stato parte del team, ognuno in ultima istanza è rimasto nel proprio territorio, anche se sono convinto che ora, negli avventurosi sentieri che collegano la Mauritania al Senegal, sfiorando campi minati e chissà che altro, molti argini comportamentali siano stati travolti, con conseguenze insospettabili.
Ma poi ripenso che la natura ci ha aiutato.. aiutato a condividere certi momenti, ad esempio. Poi strani rumori all'interno delle Medine ci hanno rapito, anche solo per un attimo, ma ancor di più è stato così quando ci siamo fermati di fronte a quel promontorio sulla spiaggia incontaminata, le dune poco dopo, o il tramonto infinito di mille sfumature.

Forse è colpa mia, dovevo forzare la mano e arrivare fino alla fine - fino al Mali - con gli altri, rischiando qualcosa in più di una multa per mancata precedenza. Garantire agli altri Wacky Racers il mio folle e idiota tip quotidiano. Non so.

Ma riesco a farmene una ragione piuttosto velocemente: in fondo sono un Sagittario e pertanto a metà dell'opera, come sempre, sono già con la mente totalmente immerso in quella successiva.
Ad Agadir ho sentito chiaro questo passaggio, sfavorito da notizie che mi giungevano dal nostro primo mondo, e che avrei volentieri rimandato al mittente stampate sulle nocche del mio pugno.

Le mie prossime missioni, tra uno spostamento e l'altro, si chiamano esperienza internazionale ed M.
Se per la seconda mi sento alla stregua di un cavallo bendato che subisced nerbate e corre all'impazzata senza meta, con la bava alla bocca e la testa vuota, per la prima il suo vero nome potrebbe anche essere la "discorso numero 2", dato il tempo dacché l'ho cristallizzata nel cervello.
Prima o poi accennerò anche ai miei personali discorsi numero 3, poi il fatidico numero 1.

Ieri, durante la lunga attesa all'aeroporto di Laayoune, d'un tratto sono stato scosso da uno dei miei momenti rivelatori, uno di quelli in cui tutto appare chiaro e semplice: ma quando ho tentato di codificarlo, naturalmente se ne era già andato, appena in tempo per non essere acciuffato.
Se ho interpretato correttamente, afferiva a qualcosa legato alla fiducia, all'investimento su di me, al soddisfacimento di un mio antico bisogno primario e, in definitiva, ad una terapia d'urto contro il mio eterno viaggiare munito di guinzaglio.

Ammetto di invidiare coloro i quali possono vantare lunghi soggiorni all'estero, nei quali la loro personalità è andata arricchendosi: io no.
Per rimediare, non contrasto ma quasi alimento questa mia dromomania che mi spinge ovunque, ma sempre sotto controllo.
Che siano due giorno o due settimane, faccio sempre ritorno a casa, per poi morire dalla voglia di ripartire.
In questo un pò mi faccio paura: sono sulla via del ritorno ma, al contempo, sento che sarei prontissimo a ripartire domani stesso, per dovunque.
Perché non ho affetti radicati? Perché non ho ancora trovato quel che sto cercando? Perché sono un cretino? Chissà.

Quel che è chiaro, ancora una volta, è che sono dominato da pensieri egoistici e dedicati esclusivamente a me stesso. Chissà se mai migliorerò. un giorno, o la vita mi aiuterà a migliorare.
Il realtà, credo che il diario di questo mio viaggio in Marocco su un'auto conti davvero poco: il cuore non sta nemmeno nei lunghi e difficili chilometri che stanno percorrendo ora Stefania, Aurore, Simona e Teo, compagni viaggiatori verso il Mali.
Il loro coraggio, la loro tenacia e curiosità sono encomiabili, ma sbiadiscono di fronte alle storie delle persone che abbiamo incontrato.

Avrà davvero una famiglia la guida improvvisata di Chefchaouen? 
Riuscirà la cameriera del bar verso Malaga ad andare finalmente a fare visita al fratello, che da sette anni vive e lavora a Roma?
E loro, i bimbi di Bamako, cosa penseranno quando vedranno quei visi pallidi e allegri scendere dalle auto colorate? 
Le loro madri, cosa penseranno?
Davvero, in fondo in fondo, non vogliono i nostri aiuti ma gradirebbero più di ogni altra cosa, in cuor loro, essere lasciati in pace a vivere le dinamiche antropologiche e sociali che li contraddistinguono?

Come cambierà la vita quotidiana, le scelte di ogni giorno di Stefania, Simona, Aurore e Teo dopo aver deciso di guidare una vecchia Punto lungo tutta l'Africa nord occidentale, invece di concedersi alcuni giorni in montagna o nelle grandi e scintillanti capitali europee per capodanno?

Riusciranno a riflettere i loro cambiamenti, se mai ci saranno, nelle loro relazioni con gli altri?
Rallenteranno? Saranno più felici o perlomeno più consapevoli? 
Credo che debbano sentirsi fortunati per il solo fatto di poter vivere questa opportunità.

Il mio proposito per il 2011 è di osservare di più il mondo che mi circonda, tentando di mettermi davvero a disposizione. 
In quel modo, sarà un pò più probabile che possano arrivare le risposte rivelatrici al mio "discorso numero 2", e magari anche al numero 1 e 3.

Volo AT 952 - posto 6F

11 commenti:

Ghedo ha detto...

Vix....guarda, qui mi hai emozionato.
C'è 'tanta roba', come direbbe un comune amico della Garfagnana dalle pseudo-nobili origini.
MI piace, mi piace e mi piace ancora...c'è anche molto di me stesso soprattutto nella parte in cui WE still haven't found what we're looking for...
Credo che, dopo tutto, questo viaggio ti abbia lasciato più di qualcosa...e probabilmente lo scoprirai in un tempo neanche troppo lontano.
Viaggiare fa bene, da dromomaniaco o meno che tu lo faccia....perchè, secondo me, il più delle volte aiuta a ritrovare noi stessi.
Con affetto.

Manila ha detto...

Come promesso...

Che dire..riduttivo dirti che scrivi bene, assolutamente vero e sicuramente farà bene al tuo ego, tutti l'abbiamo.. Ma spesso si scrive per trovare espressione, per comunicare, talvolta per analizzare o tracciare, proprio a noi stessi, le fila di pensieri che ci appaiono complessi e confusi, per fare il punto della situazione in percorsi della nostra vita articolati e lunghi.
Questo penso di averci letto tra le belle righe che hai scritto, e forte sarebbe la tentazione di snocciolare riflessioni e discussioni su diversi spunti che questi racconti offrono, poi una lieve remora..perché è vero che, se uno scrive un blog si sottopone al concetto di discussione pubblica, critica o condivisione che sia, ma è altrettanto vero che l'animo ed i suoi delicati e mutevoli equilibri, vadano sempre e prima di tutto rispettati..
E dopo questa lunga ed estenuante premessa :-) mi permetto solo di dire che, sapendo il percorso che avresti compiuto (luoghi-modi-tempi) mi aspettavo un po' la "delusione", passami il termine, sulla mancata visione mistica..qui si potrebbero aprire approfondimenti ed argomenti molteplici, come ti dicevo..ma al momento questo mi permetto ed in punta di piedi.

La mente ha comunque lavorato e nuovi input sono stati dati..prenditi i giusti tempi perché la mente ha ritmi ben diversi da quelli che vorremmo imporle, sei tutto fuorché cretino e per questo troverai una strada, prima o poi, anziché una scusa..
Bentornato Vix! :-)
Un abbraccio

Manila

ev ha detto...

Ghedo.. come sempre troppo buono.. troppo tutto.
Ma sono felice se serve come spunto, o come diversivo rilassante.
Manni, nessuna rivelazione, ma ti assicuro che il periodo positivo, bello e di serena ricerca che mi ha accompagnato negli ultimi 2 anni circa, è stato se possibile ancor più rinforzato da questa mia settimana itinerante.
In realtà, inizio a capire che non cerco scuse o visioni, perchè la vita mi comincia ad apparire come una somma. qualunque cosa farò in futuro, inizio a vederlo così, come una somma.
Una bella sensazione, ti auguro di viverla!!
E tu, invece?! :-)

Manila ha detto...

Ed io invece..

Vix come forse sai, mi piace viaggiare, ne sento il bisogno da sempre, scomoda dove mi trovo e sempre alla ricerca di nuovi spunti, il viaggio rappresenta per me evasione, ricerca, introspezione, apertura, comprensione e condivisione.
Per questo prediligo viaggi lunghi, quando le circostanze lo permettono, ma apprezzo molto anche la frugalità di un'evasione breve di un weekend o poco più, nei momenti di apnea..o quando sto per "arrivare a livello", che non è mai buono per chi mi sta intorno quando capita, e non a caso cerco di non raggiungerlo..

Sul concetto di somma..come ti dicevo, non la "sento" così dentro di me, la mia percezione al riguardo è più rappresentata dal concetto di evoluzione. Non mi sento somma di cose, eventi, situazioni, emozioni ed esperienze, non entrano in me attraverso questa modalità quantomeno,
ma prendo, filtro, modifico, ridimensiono, espando, riduco ed elaboro tutto dando una dimensione assolutamente personale..

Quindi tutto accade all'esterno come apparente somma, ma al tempo stesso mi sento artefice del mio essere e del mio percorso. Capita, ed è capitato, di sentirmo talvolta persa, di avere la sensazione di "non vedere la strada", ed è quello il momento in cui trovo importante riuscire a ristabilire il contatto con se stessi.
Per questo, negli ultimi tempi la mia ricerca è volta all'impresa di riuscire a "portare il viaggio dentro di me", di riuscire a stabilire quell'empatia che si va ricercando in viaggio..ardua impresa, ma in fondo credo, che si ricerchi all'esterno, nel mondo e negli altri, risposte e certezze relativi al proprio essere, usiamo l'esterno per capire quello che abbiamo dentro, per capire lo scopo della nostra esistenza e quel che vogliamo da essa..ma tutto è dentro di noi, soltanto che, avere piena coscienza e consapevolezza, non è cosa semplice..
E la memoria mi riporta ad una frase "Lo scopo della vita è scoprire chi si è sempre stati"...

Da tempo ormai mi imbatto in situazioni e persone che mi stanno portando verso questo percorso e quindi..è giunto il momento che io vi entri a piè pari una volta per tutte..

Ops.. :-) mi sono dilungata e ho forse troppo divagato, ma l'argomento è interessante e poche righe, ma nemmeno le tante che ho scritto, potranno mai essere esaustive.
Buona vita Vix! :-)

Manila ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Manila ha detto...
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achab1.0 ha detto...

Che cosa è meglio di g. romagnoli

"Nel palazzo del maraja di Jaipur incontro un fotografo di guerra in stato di tregua. La categoria non è delle mie preferite, ma questo annacqua il cinismo avendo al seguito la moglie e una bimba di due anni, disperse in hotel.

Beve troppo, tuttavia, allo scopo dice "di rendere questa serata bizzarra almeno surreale". E racconta: della vita a Islamabad dove gli offrono pancetta di contrabbando, di come ha conosciuto sua moglie a Kabul, della ballerina classica messicana che ha lasciato per lei, di Bogota', Johannesburg, New York, di tutti i posti dove ha vissuto, dell'impossibilità di tornare dove è nato e delle prime parole imparate da
sua figlia Isabella: "agua", "miao", e qualcosa in hurdu che non ho capito.

Non sembrava il percorso di un padre. Come hai deciso di diventarlo? Dice: "Non sono stato io, mia moglie ha capito che era tempo"
E tu?
Appoggia il bicchiere, diventa lucido e incontrovertibile. Dice: "A un certo punto, se hai quarant'anni, sei andato dappertutto e arrivato da nessuna parte devi ammettere che qualcun altro, qualcuno che ti ama, possa sapere meglio di te che cosa è meglio per te".

ev ha detto...

Eh ma qui Achab c'è tanta roba, pure troppa forse.
Poi si parte da un assunto che non ho ancora soddisfatto..

Romagnoli andrebbe somministrato dalla quarta superiore, per guidarci nelle scelte.

Poi mi dirai quanto ti devo per i diritti di "discorso n°.."

Anonimo ha detto...

Gran bellissimo viaggio, complimenti..
Confesso che preferisco di gran lunga certe descrizioni di proprio pugno alle audio-registrazioni dromomaniache, che comunque sono di proprio pugno a dire il vero..in ogni caso la parola scritta fluisce molto meglio di quella ascoltata dopo aver premuto play..(parere personale)
le domande che poni invece ho paura siano soltanto tue, o meglio sono tue le risposte..
chiunque può dirti qualcosa al riguardo ma è il suo taglio, non il tuo..
Tra il serio ed il meno serio due domande mi rimangono, due osservazioni: 1-se parti e poi torni un motivo ci sarà; 2-ma invece dell'amico non c'era a disposizione una amica a massaggiare la schiena?

Detto questo complimenti, stai facendo esperienze speciali, belle solo a sentirle raccontare..
Vale ahimè la frase di Lo Russo, troppo poco tempo, troppe idee..spesso purtroppo bisogna sintetizzare o, in alternativa, rinunciare ai piccoli antipasti per il piatto grosso..
Saluti, Ci

ev ha detto...

Ciao Ciccio!
Bello leggerti, grazie dei complimenti.
Il programma radio Dromomania è come la bicicletta.. mò l'ho cercata e l'ho avuta, ora devo pedalare.
E scrivere e pedalare è troppo davvero, infatti non per nulla sono tornato a scrivere solo col programma in pausa e me stesso in "vacanza".
Rispondendo.. sì, c'è un motivo sia per tornare che per andare.
Per la 2, ti può rispondere solo la cultura marocchina.

Sono all'antipasto ancora, ma punto di arrivare a "mangiare" tutte le portate. Speriamo!

Un abbraccio

Aurore Martignoni ha detto...

Bello tornare indietro nel tempo e leggere delle nostre esperienze passate. Penso che arrivata a quarant'anni mi toccherà fare decidere per me chi mi ama...
Gulp...