giovedì, luglio 05, 2012

E venne la volta che vidi Bruce

Lo so, lo so.
"Andare ad un concerto di Bruce Springsteen (con il Ciccio)" non era tra l'elenco di cose che mi restano da fare, elencato nel post sotto. Ma è stato un errore mio: avrei dovuto scriverlo. 
In realtà fino ad allora non avrei mai pensato di scriverlo, ma a modo suo quello è stato un evento che ha determinato un "prima" e un "dopo" per mille e un motivi che cercherò di spiegare.
Partiamo dal presupposto che ho sempre considerato Springsteen un tipo forte ma che faceva musica non accattivante, non per i miei gusti. Lui stesso mi è sempre apparso un sempliciotto, un'espressione dell'America verace e burbera, pronta a reclamare il suo posto di leader nella storia ma piuttosto consapevolmente ignorante su tutto il resto.
La sua musica, tra chitarre, violini, piano e molto country e folk l'ho spesso trovata una nenia, tanto che fino a domenica le sue canzoni che più avevo chiare nella testa erano quelle iniettate di anni 80 e delle loro tastiere elettroniche e sintetizzatori, come "Borrn in The USA" e "Tunnel of Love".

Però qui la musica c'entra il giusto. E' qualcosa che, forse, ha più a che fare con il riconoscimento, l'appartenenza e la consapevolezza di ciò che si è. Domenica, allo stadio di Firenze che più volte ho raggiunto negli ultimi 20 anni, ho capito che Bruce Springsteen rappresenta un veicolo per tutto questo, un mezzo verso un percorso di redenzione a sè che si esprime in tanti, diversi modi. 

Partiamo con ordine: l'arrivo allo stadio e l'analisi del pubblico.
Eterogeneo, facce pulite, nessuna droga o birra di troppo. Età le più varie, dai 20 ai 60 e oltre, con un senso di evento sacro laico nelle pupille degli occhi e nelle mani giunte o sulla fronte, in attesa dell'ingresso della band e del Bruce. C'è chi aveva la bandiera al collo, chi aveva un bimbo al collo, chi il Manifesto in tasca, chi le patatine, chi chiedeva dell'Italia che giocava agli europei e chi baciava la moglie. Uno spaccato di società civile, a modo suo.

E poi loro, quelli sul palco: gente diretta e semplice, bravi professionisti super allenati e pronti ad andar dietro alla scaletta e alle innumerevoli estemporanee idee di Springsteen nate sul momento.
Poi lui: non so come spiegare, ma già all'ingresso un brivido di consapevolezza mi è sceso sottopelle. Questo non ha nulla da dimostrare, col le luci semplici e la maglietta nera addosso e la chitarra a tracollo. Questo qui ha un'energia speciale che trasmette anche in silenzio, con il semplice sorriso che mai ha perso nelle 4 ore successive.
Poi ha detto "Siete pronti Ferenze? Allora c'mon!" ed ha attaccato con tutta l'energia che aveva in corpo, cantando con la vena che gli gonfiava il collo come se fosse l'ultima canzone che mai avrebbe potuto cantare.
Non può andare avanti così, questo ho pensato. E invece l'ha fatto. Anzi molto di più: l'ha fatto sotto una pioggia sempre più torrenziale, sempre con quel sorriso stampato in faccia e con quell'energia e quella fiducia così pure come solo l'America può regalare.

Quell'energia che è propria del suo pubblico: dagli esperti ai nuovi, chiunque è scattato in piedi saltando e così è rimasto per oltre 3 ore e mezza, sfidando un temporale potente ed infinito che ha fatto anche dei danni, il mio iPhone per esempio annegato sotto tanta acqua.
Noto una signora davanti a me, comincia a saltare come una dannata ma avrà forse 60 anni. Non li sente evidentemente, e non smette di certo, ma raddoppia slancio ed energia a ogni riff.
Poi c'è una famiglia: il padre sui 50 con gli occhialini tondi e la faccia da professore, la moglie bionda ed educata, due figli di circa 15 e dieci anni.
Quando il concerto è partitol e ancora di più quando è attaccato a piovere, si è letteralmente trasfigurato.
Cosa stava facendo quella signore? Cosa faceva quell'uomo con la faccia da professore alzando le mani al figlio adolescente e saltellando su un piede solo, mentre la pioggia gli inzuppava la fronte e gli occhiali? Cosa faceva la moglie che ondeggiava sulle anche, con la figlioletta in braccio e le braccia a disegnare traiettorie in cielo?
Si facevano del bene, ecco cosa.

E così poco a poco è accaduto anche a me: da ospite mi sono sentito parte dell'evento. Ed è in questi moneti che poi si passa dallo stare fermi al muoversi, anzi a ballare un pò "come viene viene" sotto la pioggia sempre più battente, per oltre 3 ore, e sfidarla questa pioggia e allo stesso tempo amarla perchè alla fine in cuor tuo capisci che ti regalerà una serata irripetibile per il resto della vita e forse ti ha acceso qualcosa. 
Mi sono ritrovato a condividere quei momenti prima interessanti, poi belli e alla fine inebrianti con  gli amici e con tanta, tantissima gente che era lì come me che ero al primo concerto, come chi era al trentesimo; chi con 20 anni e chi 60 e chi 12.. tutta gente che non conosci ma a cui senti di volere empaticamente bene perchè per un momento ci siamo ritrovati tutti insieme sotto lo stesso mood e tutti felici e i problemi e le speranze sono le stesse, per tutti, in quel momento.
Siamo rimasti esaltati e noncuranti di tutto quel che accadeva fuori, o che sarebbe accaduto dopo quello stadio.. c'è stato solo qui e ora per quelle tre infinite ore e oltre ed anche io ho quasi singhiozzato pensando che "The rising" parla dei pompieri morti l'11 settembre, che "Born to Run" è il messaggio di Steve Jobs lanciato 20 anni prima e chi se ne frega se i pezzi non sono sempre dello stile musicale che più amo.. qui si parla di energia forte e pura come un treno e avrei voluto che non finisse mai ed il merito di questa atmosfera indimenticabile alla fine ho dovuto ammettere felicemente a me stesso che è il suo, di quell'uomo che ama alla follia quel che fa ed è in grado di trasmettere come pochi le emozioni. Il merito è suo e della sua fantastica band.

Grazie Ciccio, dove andrà noi ci saremo, nella catarsi collettiva e nel sogno della vita (dream of life!).










3 commenti:

Anonimo ha detto...

sulla vecchia home page del sito loose ends (titolo dell'ennesimo capolavoro di bruce, mai incisa perchè ne aveva delle "migliori", un pò come because the night per dirne una nota ai più) c'era una epigrafe: "il mondo si divide fra chi ama bruce springsteen e chi non l'ha mai visto dal vivo"..
BENVENUTO NELLA PRIMA CATEGORIA, attraverso il superamento, inevitabile, della seconda..
io non ho nulla da dire sul tuo post, se non che essendo lì, il tuo progressivo coinvolgimento l'ho visto e vissuto..a conti fatti credo fosse il mio diciottesimo concerto di bruce e l'essenza di tutti è quello che hai scritto tu..io personalmente amo anche moltissimo la sua musica (nel senso di gusto personale, o meglio feeling primordiale), conoscendo i testi trovo perfetta all'inverosimile l'amalgama contenuto, forma, espressione di queste sul palco ma stingi stringi la sostanza di un concerto di bruce è quello che hai scritto tu..per quello che si crea fra tutti (compresi quei nonni sul palco)è veramente una messa laica.se ne esce veramente redenti..io capisco e credo davvero quando obama nel discorso di insediamento alla casa bianca ha detto che ha scelto di fare il presidente perchè non poteva essere bruce springsteen..io capisco perchè un qualunque cittadino americano all'indomani dell'11 settembre l'ha avvicinato e gli ha detto "bruce, dicci qualcosa,abbiamo bisogno che ci parli di quello che è successo"..e capisco perfettamente, credo, lo spirito che ci ha lasciato steve jobs, perchè bruce lo canta in born to run (canzone e album)..
bruce misura costantemente il distacco fra il vero sogno americano e la realtà e tanto più c'è distacco tanto più ha sfornato album magistrali..ma l'ha anche fatto con fedeltà a se stesso: l'ha fatto dicendo le cose per l'età che aveva, filtrate dalla sua esperienza..è per questo che oggi, a 62 anni, può cantare con serenità born to run (del '75 e che parla di 2 ragazzi incoscienti che corrono nel sole alla ricerca del loro mondo migliore) e jack of all trades (del 2012 che parla di crisi attuale e di come la si vive)..bruce dice la Verità..è la Verità che salverà la baracca e lui ce l'ha sempre in quel sorriso che ti accompagna (pioggia o sole che sia) per quelle 3 ore e 30..
sono veramente contento che tu sia venuto: l'alchimia firenze, franchi, diluvio hanno sicuramente aiutato ma so che oggi sai che c'è un aiuto in più..c'è un pozzo in cui attingere nuova linfa, dream of life..
la trasformerai a tuo modo, nelle tue giornate e nelle tue scelte, ma so che sai di avere un bagaglio molto più grande, importante e Vero..

ciao e di nuovo BENVENUTO,
Ci

Anonimo ha detto...

Dovevamo andare anche a parigi..
lo sapevo..l'avevo detto al mio amico richi a novembre quando uscirono i biglietti (bruciati in 10 minuti per due serate)..
una 4th of july, asbury park (Sandy) e una indipendence day al piano VANNO ASSOLUTAMENTE ascoltate e vissute..
bisogna assolutamente tornare ad ascoltarlo..prossima tappa, estero..parigi, londra, dublino, spagna..questi i primi posti..
ma chissà, potrei farti strada al madison square garden dove sono di casa e ho assistito ad un concerto irripetibile (tutto the river all'interno dellla scaletta), dove per una volta potresti trovare qualcuno Profeta in Patria..si, a new york..e bianca con noi..
Saluti,
Ci

ev ha detto...

Ciccio: entro l'anno?
Per forza. Entro l'anno.