martedì, marzo 23, 2010

#3 stories

Una coppia nata perfetta.
Questa l'impressione che davano a chiunque li vedesse. Occhi negli occhi, lo stesso sorriso e l'andatura svelta, curiosi e avidi di vita. Mille esperienze, sempre insieme e circondati da molti amici. Erano la quintessenza dell'intesa: bastava uno sguardo, una smorfia, un'alzata di spalle e tutto il resto diveniva superfluo. Ricordo di averli visti camminare mano nella mano per ore, senza mai guardarsi in faccia. Potevi sottoporli ad un'intervista doppia per tentare di metterli in difficoltà, ma sono certo che anche in quel caso, ben poche sarebbero state le discordanze tra loro. Non solo all'interno delle visioni intime che una coppia può avere, nei piccoli ricordi di esperienze condivise, nelle progettualità future. In tutto: poteva trattarsi di politica internazionale o del programma di concerti dal vivo da seguire, del menù al ristorante o del momento di rientrare al sabato sera e mai saresti riuscito a metterli in crisi, poichè l'identità di vedute e la sintonia tra loro parevano essere totali.

Poi un giorno lei deicde di accompagnare l'amica alla clinica e, per semplice autocontrollo e quasi per scherzo, decide di sottoporsi alle analisi del sangue. C'è qualcosa che non va, molto strano. Lei sempre così attenta, sportiva, attenta.
Nuove analisi e una condanna inspiegabile: portatrice sana, sieropositiva presto o tardi. Si tratta di HIV e con queste lettere, che lo voglia o no, deve confrontarsi da ora in avanti.
Non riesce a confessarlo a nessuno, soprattutto alla famiglia. Nemmeno alla madre. Decide di chiudere in sé questa terribile vicenda: il "bravo ragazzo" non era tale, lo sconforto prende il sopravvento. Un periodo devastante, poi la ricostruzione partendo da sé stessa. Ora lei ha un altro ragazzo cui ha avuto il coraggio di confessare il duro problema. Pare avere compreso, per ora. Ma il sesso in effetti è un problema.



La "comune".
Tre ragazzi seguono percorsi diversi, studiano lontano o sotto casa, fanno famiglia subito o si trascinano come single impenitente per lustri, vanno a lavorare all'estero o seguono semplicemente il lavoro del padre. Sono uguali e diversi.
Nonostante questo intreccio di percorsi ed esperienze, dopo anni di inseguimento si concretizza il sogno adolescenziale di andare a vivere sotto un unico grande tetto. L'amico americano e la sua bella famiglia fanno da corollario, a volte li raggiungono anche altri amici da tutta l'Europa e oltre. Talvolta con i loro bimbi al seguito, altre nemmeno accompagnati. Alcuni arrivano con il loro jet personale, altri in autostop. La sala per il pranzo e la cena è comune, e le serate sono meravigliose tra discussioni e confronti davvero interessanti e piacevoli. Il futuro li porterà lontano, oppure immobili, ma questa scelta non convenzionale del cohousing li segnerà, in positivo, per tutta la vita.


La coppia serena.
Sostano al tavolino di un bar, si guardano e si sorridono. Stanno per partire per Roma, sono sereni. Si conoscono e si accompagnano da sempre, non hanno avuto altro compagno che quello seduto di fronte. Hanno vissuto una vita dura ma bellissima.


Fin da piccolo ho sempre odiato chi, magari dall'alto della sua maggiore età, mi voleva convincere che la sua era la verità data e magari, per farlo, mi aggrediva con esempi talvolta troppo banali. Ho sempre avuto il desiderio di curiosare, per cercare di trovare la mia verità delle cose. Occorre essere un pò troppo inconsapevoli per poter essere felici: per questo mi incazzo con chi mi suggerisce di evitare di approfondire un tema, di pensare piuttosto di essere ottimista senza corredare con qualche spiegazione questo suo invito. E allora diffido, piuttosto mi fermo a leggere questo. Può essere spiacevole, ma è allo stesso tempo doveroso conoscere anche le sfaccettature più brutte della realtà, per prepararsi al possibile colpo o per anticiparlo con una finta, con un cambio. Come dico sopra, una ricetta non esiste e forse l'unico segreto è davvero quello di cercare di diventare quello che in fondo si è gia.

That's the Massive idea of Paradise. See ya!


11 commenti:

Ghedo ha detto...

Come al solito, c'è sempre qualcosa che mi sfugge...e non potrebbe essere altrimenti, e non potrebbe essere così interessante e bello...

'...una ricetta non esiste e forse l'unico segreto è davvero quello di cercare di diventare quello che in fondo si è gia.'

Fantastico...

Giovannino ha detto...

Impegnativo e affacinante Vice... questo post mi fa riflettere e di questi tempi, ti assicuro, non è poco...

* ha detto...

Non so chi ti suggerisca certe cose, ma se vuoi il mio parere io sono la prima a dire che bisogna essere ottimisti e pensare solo a cuiò che si desidera e non a ciò che non si desidera: siamo come delle radio se ci mettiamo sulla frequenza sbagliata non ascolteremo mai la radio che ci piace. Ma per capire cosa ci piace e cercarlo (o attenderlo) con ottimismo non possiamo non approfondire il mondo che ci circonda nel bene e nel male. E' l'unico modo per vivere, potendo anche aiutare gli altri o semplicemente provando a capirli. Essere ottimisti richiede grande serietà il che non significa non divertirsi. Essere leggeri richiede poco e niente ma alla fine scappano ben pochi sorrisi. Uhm mi sa che non mi sono spiegata benissimo ma sarebbe troppo lunga, forse...

ev ha detto...

Più che altro non ho capito come devo fare a sorridere di più! :-)
In realtà sono convinto di sorridere più della media, e non sono un granchè nella fase dei suggerimenti. Sono più in quella in cui si uccide e si compiange. E si sostituisce, ma un pò dillusi.
E voi?

Ghedo ha detto...

Sorridere di più...
Mah, è da un po' che non sorrido più...e anche che non rido più....
...e mi riesce difficile capire se ciò accada perchè ho riso troppo in passato, perchè ho riso su tutto ciò che c'era da ridere ed oggi mi trovo insensibile a cose già viste, sentite e vissute.....oppure perchè, effettivamente, non c'è nulla di cui ridere...
Vice non so bene in quale fase sia tu (e forse non l'ho capito da quello che hai scritto più sopra)...personalmente mi trovo in quella di galleggiamento, con le onde che mi lambiscono senza farmi beccheggiare più di tanto...che sia una deriva?

sandro ha detto...

...per qnto mi riguarda sorrido e rido ancora molto, solo con meno gusto di prima o almeno così mi sembra...le situazioni passate erano davvero più divertenti, ero più leggero io o il tempo , come spesso succede, fa sembrare le cose più belle di qnto in realtà lo siano state?

ev ha detto...

Che ne pensate delle #3 storie?

Anonimo ha detto...

c'è un personaggio piuttosto popolare di zocca (modena) che ha scritto due righe su tutto ciò..dal 1989 l'ho ritenuta la sua più bella canzone di sempre e confermo oggi la mia opinione..
non è solo una canzone, è una eterna domanda che si rinnova tutti i giorni e a cui tutti i giorni si dovrebbe cercare di rinnovare la risposta..rileggete il testo anche se a memoria lo sapete già..si chiama liberi liberi e dentro, se ci si pensa bene a ciò che dice, c'è il secondo motore di cui si parlava alcuni post fa, c'è la gentilezza perduta di un'altro post e ci sono diverse considerazioni rispetto alle storie di questo post qua..
saluti,
Ci

ev ha detto...

Quindi vuoi dire che cambio le parole ma in fondo dico sempre le stesse cose? In effetti.. :-)

Anonimo ha detto...

eh no..
voglio dire, senza che tu ti senta sminuito, che quel signore di zocca è riuscito a sintetizzare in 4 minuti di canzone una serie di domande e concetti che ciascuno si porta dietro tutto la vita.. e tutti i giorni, a pensarci bene, ciascuno è chiamato a darsi una risposta..risposta che non può essere sempre quella perchè la vita cambia e va avanti e rinnova la domanda..
quindi, semmai, il mio post precedente è un complimento al blog
..
mi piace moltissimo quella frase di zooey più sopra che dice "Essere ottimisti richiede grande serietà il che non significa non divertirsi." Mi piace pensare che se non si ha più quella voglia di ridere (citazione dal personaggio modenese) non è perchè non ci si sa più divertire ma è perchè si è più seri, come dice zooey..più seri perchè più maturi, più con i piedi per terra ma comunque sempre ottimisti..meglio ridere poche volte di vera felicità che tante volte di superficialità e faciloneria..
saluti,
Ci

* ha detto...

Non ti conosco quindi non mi permetto di dirti perchè potresti sorridere di più, ti posso dire perchè lo faccio io: perchè mi sveglio la mattina e vedo tutto quello che ho, cose stupide, cose utili, ma comunque tutte cose che mi fanno stare bene, e poi la mia famiglia meravigliosa non potrei vivere senza di loro e non posso non sorridere quando penso a loro, e poi i miei amici,e i miei interessi e il cinema e la musica e l'arte e correre e la natura e gli animali e il cielo e l'oceano e il fatto che ho 5 sensi per godermi tutto questo e un corpo per viverlo e una testa per apprezzarlo. E perchè so che tutti quelli che non hanno anche solo una di queste cose si domanderebbero che cavolo ho da piangere e di fronte a questo aiutarli, nel mio piccolo, con un sorriso mi sembra un segno di grande rispetto.