sabato, novembre 09, 2013

Il perché delle passioni in 15'

Insomma io un post bello, della madonna, accalorato e scritto quasi di getto pochi giorni dopo aver vissuto "live" la cosa l'avevo fatto.
Ma niente: il tentativo di "restaurare" l'ultimo salvataggio del vecchio Mac nel nuovo mi ha cancellato tutto.
Fanculo! Riprovo?
Fiorentina-Juventus ha sempre rappresentato il mio senso di inferiorità.
Allora: io ci credo, e tanto, che la propria squadra di calcio del cuore in qualche modo segue i tuoi bioritmi, un po' ti influenza con i suoi risultati e un po' la influenzi tu, con le tue vittorie e le tue sconfitte. Semplicemente ci si accompagna, tutto qua.
La Fiorentina mi é sempre piaciuta, chiaro a causa della passione di mio padre, però una volta cresciuto e conosciuta la sua storia, credo che ad ogni modo sarebbe potuta diventare la mia squadra: elegante ma non vincente, orgogliosa ma anche tesa allo stile, con una grande tifoseria ma non così vasta, che rimanga una cosa in po' tra noi.
E poi, da adolescente, faceva sentire diverso. Chi "lui", quello della Fiorentina? Ecco, mi piaceva.
Però mi consolavo con il fatto che raramente riusciva a battere le strisciare, soprattutto la Juve, e questo il qualche modo mi dava l'occasione di pensare che dai, anche se non si vince (che diventava anche se lei non mi bacia, se non ho il motorino, se segno 2 gol all'anno di punta nella squadra del paese, se prendo 4/5 in latino, se sono scarsissimo a nuotare, se al mare fatico a salutare la meno bruttina mentre qualcun altro fa petting spinto con la bellona coi boccoli, se le le 2 volte che ho provato a picchiarmi me la sono data presto a gambe..).
se sei pervaso da un sottile senso di inferiorità insomma, puó andare.
Ecco perché la Fiorentina ed io siamo quasi amici: ci diciamo che c'è comunque un'altra via alla felicità.
Detto ció, c'e da dire che da un paio di anni a questa parte c'è di nuovo che la Fiorentina fa un calcio bellissimo, elegante e all'attacco e fa davvero piacere vederla. Mi trovo ad Amsterdam (ma va?) e la Fiorentina gioca con la Juve. Da 15 anni non la batte in casa. Sempre sofferto, quasi sempre rimasto deluso.
Bisogna vedere la partita, non fosse altro perché al fischio finale so che chiamerà mio padre, come quasi sempre accade.
Trovo lo "Sports Bar" in Leidseplein (sempre sia lodato!) che trasmette in contemporanea mezza serie A, Liga, Premier.
Attorno a me, prima pochi disperati che in buona parte ancora si segano a due mani. Poi alcuni reduci della maratona che si rifocillano.
La partita comincia, io mi scofano un club sandwich e due cocacole medie e al 60* siamo due a zero per loro. La solita partita di merda con gli episodi a sfavore, penso.
Mi sta per arrivare addosso quella sensazione di sconfitta, di bravi ma lontani dai vincenti, quella la conosco e oggi non mi va di vedere fino alla fine, me ne andrò prima.
Nel mentre Rossi dimezza le distanze su rigore, che sposta poco la sostanza.
Chiedo il conto.
Nel frattempo, già in piedi, ributto lo sguardo al tv e vedo la palla uscire da un assembramento di giocatori al limite dell'area e finire nell'angolo. 2-2.
Si sente un urlo, dall'altra parte della saletta due ragazzi confessano il loro credo, io resto impassibile.
Una cameriera si avvicina per gridare BE QUIEEET PLEASE!! ma nel mentre la palla per ragioni che non saranno mai spiegate, è di nuovo al limite dell'area dei gobbacci schifosi (Juve per i non addetti ai lavori) e arriva a uno dei nostri, e.. e..e.. è completamente libero!!
Tiro, sospensione del tempo, gol! GOOOL!!
Qui i ragazzi fanno urla da maiale scotennato, ma in più ne faccio uno anche io, ne faccio. Arriva dritto dalla pancia, non potevo tenerlo. E l'urlo mi tira come gli occhi, non so come dire me li sento come più aperti, e delle lacrime cominciano a scendere. Io non voglio, ma scendono!
Nel frattempo, e saranno passati 2 minuti al massimo, forse uno e mezzo, arriva la cameriera con il mio conto ma proprio in contemporanea la palla schizza come impazzita dal cuore della nostra area e ci ritroviamo in pieno contropiede così, in campo aperto.
Dal calcio all'atletica.
La palla si avvicina all'area, sospinta quasi senza difesa, io stringo le spalle della cameriera e 4 secondi dopo é la fine del mondo: la palla entra ancora in rete, la cameriera urla mentre io la stringo fortissimo e i due giovani viola mi saltano addosso, mi esce un urlo pazzesco, ancestrale, poi esco di corsa dal locale con singhiozzi incontenibili e una faccia stravolta.
Cosa è successo? Perché tutto oggi?
E mi viene in mente in un lampo il perchè. Imola e Glasgow, i mille viaggi lungo l'appennino, gli amici che mi sono fatto, i sogni che mi son fatto, quel 6-0 a Milano e la Coppa del 1990. Mi viene in mente che i giornali non scrivono mai di noi, mi viene su da una vena l'applauso sotto la pioggia contro l'Everton, si apre una sinapsi e arriva il ricordo del gol di Bati a San Siro, poi il minuto di silenzio quando è morta la moglie di Prandelli.
E mi ricordo della mia Polo da sola sotto il settore a Parma, di un giorno sotto la neve a Gubbio, dello spareggio con Perugia comprato ma bellissimo quel giro in mezzo al campo. E infine, la foto con dietro il grande logo del giglio scattata nell'area vip con il babbo. Le mille telefonate dai 4 angoli del mondo a parlare della partita appena finita..
Il quale, chiaro, subito dopo chiama, che forse la partita non è ancora finita e quello che riesco a dire è solo BABAAAA!! perché ormai ho mollato gli ormeggi e piango con i singhiozzi pesi e non lo so neanche io il perché ma ormai è così.
Lui blatera qualcosa sul fatto che non ha mai visto una partita così folle, poi ci si saluta che sono atteso a casa dal mentor e non voglio farmi vedere messo così, per una cosa così stupida.
Una persona cui tengo tanto mi scrive un sms con una bellissima richiesta, e lei non sa nemmeno cosa sia una partita. Ve l'ho detto: la squadra ed io viaggiamo a braccetto, e oggi a meraviglia si uniscono altre cose belle. Con tutti i tifosi avviene così.
Arrivo da lui, sperando di aver ripreso un minimo di decoro, gioco un po' con il suo bimbo, saluto ringrazio poi mi avvio verso l'aeroporto.
Mi fermo a scattare una foto per immortalare il 20 ottobre, giorno dello stupore.
È tutto vero, e vuol dire tanto per me e non so come e non so perché ma va bene così.
Attaccano i sms e poi facebook, oggi sono popolare eh?
Sul treno per l'aeroporto, mi metto una mano in tasca e trovo lo scontrino del locale di prima: mica l'ho pagato il pranzo, non padrone di me stesso ho preso la porta e sono uscito!! Ale!!
Facciamo che saldo la prossima volta, ok?

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